La felicità è una scelta quotidiana

di _thantophobia
(/viewuser.php?uid=544221)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


XX: Ballando

 

Parole: 244

…sul serio, non ho nulla da aggiungere

 

 

 

Ha sempre avuto una sorta di repulsione per le feste, Lukas, anche se non è mai riuscito a spiegarsela.

Troppo baccano? Forse.

Troppa gente? Probabile.

Troppo alcool? Da prendere in considerazione.

…ed è inutile aggiungere che tutte le volte che prova a darsi una spiegazione arriva alla conclusione che sia colpa di Scozia.

Lui e le sue feste che lo tenevano sveglio tutta la notte, maledetto.

“Che si impicchi con la stoffa del kilt!”

-A chi stai lanciando tutte queste belle maledizioni, Lukie?- Danimarca ride, osservando l’espressione quasi diabolica dipinta sul viso dell’altra Nazione mentre sorseggia il vino dal calice che un cameriere gli ha porto.

-Potrei anche lanciarle a te.- risponde il norvegese con aria saccente, togliendogli il bicchiere dalle mani e ricevendo un grugnito di disapprovazione dal danese.

-Ma se io non ho fatto niente!-

-Tu fai sempre qualcosa, Matt. Sei un pericolo pubblico.-

Danimarca sbuffa una risata – ormai è abituato ad essere punzecchiato dall’altro – e gli posa una mano sul fianco, attirandolo vicino.

-Che stai… ?- l’espressione di sorpresa dipinta negli occhi di Norvegia gli fa scappare un tenero sorriso mentre gli stringe una mano nella propria.

-Balliamo.- nemmeno lui saprebbe dire se quella sola parola è una domanda o una risposta alla confusione di Lukas.

-Sei impazzito?- esclama, irrigidendosi. Non possono… insomma, quando mai si sono visti due uomini ballare insieme…

Ma Danimarca stringe Norvegia tra le braccia e nasconde il viso contro il suo collo, respirando il profumo di caffè e carta e mare della sua pelle. Sente Lukas rilassarsi e posargli le mani sulla schiena, la fronte contro il suo petto, così comincia a guidarlo in una danza improvvisata e lenta.

 

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum

Un po’ di dolcezza, yay.

Sono fiera di me, anche se ammetto che non mi soddisfa più di tanto. Non vogliatemene.

 

SO LONG, FAREWELL!

Maki

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3545963