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Prima di lasciarvi alla lettura devo fare una breve introduzione per spiegare il motivo per cui questa storia NON è plagio.
Tempo fa ho letto Mai far arrabbiare una barbie vampira
e mi è piaciuta al punto da fantasticarci su per giorni. Mi
aveva ispirata tanto da scrivere quello che secondo me doveva essere il
finale quindi ho contattato l’autrice, le ho esposto la mia
richiesta di poter fare un seguito alla sua storia e lei ha
acconsentito.
Per timore che fosse troppo
brutta, però, non l’ho mai pubblicata ma oggi ho trovato
il coraggio di farlo e vada come vada!!!!
Ovviamente la voglio dedicare
proprio a lei, a Mindyxx che mi ha permesso di scriverla. “Grazie
tesoro, sei fantastica, vorrei tanto che tu tornassi e la leggessi per
dirmi cosa ne pensi.”
Merito di una barbie vampira.
Damon chiude la porta dietro a sé e allaccia l’ultimo
bottone della camicia mentre un grande sorriso illumina i suoi profondi
occhi chiari, ha passato un pomeriggio incredibile e si fermerebbe
ancora se potesse, ma non si fida a lasciare Elena per troppo tempo da
sola, con la fame che ha rischierebbe di prosciugare ogni ragazzo che
incontra e lui non vuole che l’amica attiri troppo
l’attenzione su di loro, troppi cadaveri in giro sarebbero una
scocciatura e al momento ha altro a cui pensare.
Entrato nell’ascensore
Damon rivolge un’ultima occhiata alla porta del loft dove ha
lasciato Brian e Justin e il suo sorriso si accentua al ricordo di
quanto è successo in quelle ore e già pregusta il momento
in cui accadrà di nuovo, ma prima deve tornare da Elena.
Percorsa velocemente la strada
che lo riporta al bar, Damon entra nel locale e con lo sguardo cerca
Elena e la vede intenta a ballare con un gran bel ragazzo, ovviamente
gay.
“E lui?” Chiede quando le è vicino indicando il tipo che le sta sbavando sul collo.
“Mi annoiavo e l’ho
soggiogato. Ora crede di essere etero e mi vorrebbe portare a
letto.” Replica Elena e subito dà una spinta al suo
cavaliere per cacciarlo. “Torna dai tuoi amichetti, sei troppo
appiccicoso per i miei gusti.”
“Non stai dimenticando qualcosa?” Domanda Damon indicando il ragazzo che si sta allontanando a tempo di musica.
“Che guastafeste.”
Sbuffa Elena con una alzata di spalle. “Ehi tu!” Urla e il
ragazzo si gira. “Sei gay dalla testa ai piedi e le ragazze ti
fanno ribrezzo, non te lo scordare.”
Il ragazzo riprende a camminare
seguendo il ritmo della musica per raggiungere i suoi amici ed Elena
alza di nuovo le spalle. “Contento?” Chiede a Damon, ma il
vampiro non risponde e si siede al bar per ordinare da bere.
“Me lo vuoi dire?” Domanda Elena sedendosi accanto a lui.
“Cosa ti dovrei dire?” Replica Damon senza degnarla di uno sguardo.
“Cosa hai fatto tutto il pomeriggio? Hai ucciso qualcuno?”
“Secondo te?” Risponde Damon e afferra il bicchiere lasciato dal barista.
“A me niente?” Chiede
Elena e agguanta il braccio del giovane per impedirgli di allontanarsi.
“Ti sei dimenticato di ordinare da bere anche per me.”
Rimprovera Damon e grandi zanne escono dalla sua bocca pronte ad
azzannare il malcapitato. “Non urlare, non farà
male.”
“Non lo dissanguare.”
Ordina Damon sorseggiando svogliatamente il suo whisky. “Non
siamo qui per lasciare una scia di cadaveri.”
“E allora perché
siamo qui?” Chiede Elena mollando la presa e pulendosi la bocca
con il dorso della mano. “Sparisci. E dimentica tutto.”
Il barista si allontana mentre
gli occhi di Elena sondano l’amico vampiro. “Perché
siamo venuti in questo posto? E perché non hai voluto che
facessi una strage?”
Damon sbuffa spazientito e posa
il bicchiere. “Vieni con me.” Le dice e afferrandole la
mano la conduce alla macchina. “Per oggi hai finito, vai a casa e
torna a riprendermi domani.”
“E da quando sono diventata il tuo taxi?” Chiede Elena con disappunto.
“Se vuoi sapere cosa sta succedendo ubbidisci e torna domani sera.”
“E chi mi garantisce che
domani mi dirai tutto? Ti stai comportando in modo strano.
Perché non mi dici cosa hai fatto tutto il pomeriggio? Che cosa
nascondi?”
“Vai a casa, ci rivediamo qui domani sera.”
“Non so se ci sarò.” Replica Elena indispettita mentre Damon apre la portiera e la invita a salire.
“Ci sarai.”
Senza troppa convinzione Elena sale in auto e abbassa il finestrino. “Mi devi una spiegazione, ricordatelo.”
“La avrai.” Replica Damon e resta fermo sul marciapiede a guardarla allontanarsi.
Finalmente solo infila le mani in
tasca e ripercorre la strada fatta poco prima. Gli ci vuole poco per
arrivare al loft e senza attendere che qualcuno lo faccia entrare
spalanca la porta, attraversa la stanza e si avvicina alla camera dove
vede i due uomini stesi sul letto, entrambi nudi, entrambi bellissimi.
Due anni prima aveva fatto sesso
con loro per colpa di una maledizione ed era rimasto scioccato dalle
sensazioni che aveva sentito, ma a riprova che l’eccitazione di
quella notte era stata solo frutto della magia, qualche settimana dopo
il fattaccio aveva abbordato un ragazzo stupendo ed erano bastati pochi
baci per fargli capire che non voleva altro da lui se non il suo sangue
e così lo aveva ucciso.
Passati due anni, però, il
ricordo di quella notte maledettamente sensuale era ancora nei suoi
pensieri, e così aveva deciso di tornare a Pittsburgh e
affrontare di petto l’oggetto del suo malessere, solo trovandosi
ancora difronte a Brian e Justin avrebbe avuto le risposte che cercava
e infatti le aveva trovate.
In quel pomeriggio soleggiato la
maledizione non gravava più su di lui, eppure aveva di nuovo
fatto sesso con loro e, dannazione alla barbie vampira che lo aveva
messo in quel casino, gli era piaciuto come la prima volta e gli era
piaciuto al punto da voler avere per sempre a disposizione quei due
uomini così eccitanti, gli unici con cui voleva sperimentare
all’infinito il sesso gay, ed era bastato poco per fargli
prendere la decisione che avrebbe cambiato la loro vita.
Con pazienza aveva atteso che
Justin tornasse. Aveva soggiogato sia lui che Brian per fargli bere
qualche goccia del suo sangue, poi li aveva liberati
dall’asservimento e con loro si era dato al divertimento sfrenato
per tutto il pomeriggio finchè non li aveva uccisi. Era bastata
una secca e rapida torsione del collo per vederli cadere entrambi sul
materasso privi di vita.
“Un gran bel lavoro.”
Ghigna Damon osservando i due uomini che sembrano addormentati e
incrociate le braccia dietro alla testa si lascia cadere accanto a loro
in attesa che si sveglino perché sa che dovrà dare
parecchie spiegazioni.
Un secolo dopo.
“Ma non ti stanchi mai?” Chiede Caroline guardando Brian che si specchia per la ventesima volta.
“Perché dovrei
stancarmi?” Risponde Brian sistemando la maglietta nei pantaloni
e ravvivando la folta chioma castana.
“Perché hai più di cento anni e continui a comportarti come un adolescente arrapato.”
“Ma lui è un
adolescente arrapato.” Interviene Michael passando accanto
all’amico e strizzandogli l’occhio.
“Anche stasera hai
intenzione di abbordare un povero ragazzo?” Sbuffa contrariata
Caroline senza prestare attenzione a Michael.
“Un ragazzo fortunato
volevi dire.” Sogghigna Brian facendo l’occhiolino a Justin
che, seduto sulla poltrona, sta osservando in silenzio la scena che si
ripete sempre più spesso.
“Devi smetterla di portare qui i tuoi passatempo. Questo non è un bordello!” Sbraita Caroline esasperata.
“A no?” Chiede Damon
con un ghigno divertito e affianca Brian. “Non male.” Dice
poi rivolto all’uomo per commentare la scelta dell’abito
per la serata.
“Solo non male?” Replica Brian alzando un sopracciglio.
“Niente in confronto a
me.” Sogghigna il vampiro più vecchio. “Sono certo
che stasera rimorchierò almeno una decina di ragazze e tu solo
qualche sfigato.”
Brian smette di guardare la sua
immagine riflessa allo specchio e con una mossa veloce inchioda Damon
alla parete. “Potrei iniziare da te.” Ghigna divertito ma
Damon in una frazione di secondo ribalta le posizioni ed è Brian
a trovarsi spalle al muro.
“Mi rimorchierai solo quando le deciderò io.” Replica Damon sfiorandogli il collo con le zanne.
“Sarai anche più
vecchio di me, ma non è ancora nato chi può dirmi chi e
quando scopare!” Afferma Brian ribaltando le posizioni per
continuare il gioco che sta diventando sempre più eccitante.
“Devi farne ancora tanta di
strada per battermi.” Ghigna Damon e con un altro movimento
fulmineo di nuovo mette Brian spalle al muro e con gli occhi ben fissi
nei suoi preme la mano sul suo torace per non permettergli di muoversi.
“Al tuo gioco, ma non al
mio.” Replica Brian e con velocità porta la sua mano
all’inguine dell’altro e strizza sensualmente mentre un
ghigno malizioso gli illumina gli occhi, quando vuole avere
l’ultima parola con il vampiro più vecchio sa come
ottenerla, con il sesso ovviamente, e lì è lui il
vincitore incontrastato.
“Avete finito o ne avete
ancora per molto?” interviene Justin alzandosi dalla poltrona e
avvicinandoli. “Voglio uscire. Ho fame.”
“Niente cadaveri!”
Urla Caroline osservando i tre vampiri dirigersi verso la porta e la
mano di Ben posata sulla sua spalla la fa sospirare. “Ci
penserete voi?” chiede la vampira rivolgendo all’uomo
un’occhiata fiduciosa.
“Come sempre.”
Annuisce Ben prendendo a braccetto il marito. “Stai tranquilla,
io e Michael li terremo d’occhio e li fermeremo se dovessero
lasciarsi andare un po’ troppo. Ma sono certo che non
succederà. Ormai anche loro hanno imparato a tenere a freno la
sete di sangue grazie ai tuoi insegnamenti, quindi non preoccuparti,
andrà tutto bene.”
Caroline stampa un bacio sulla
guancia di Ben e rimane sulla porta ad osservare i cinque amici
allontanarsi. Quando cento anni prima Damon aveva trasformato Brian e
Justin si era sentita in colpa. Era stata lei a mettere il vampiro
sulla loro strada e conoscendo Damon sapeva che li avrebbe traviati e
non poteva permetterlo. Si era dunque adoperata in ogni modo possibile
per insegnare ai due nuovi membri del gruppo come vivere senza uccidere
e, dopo lunghi anni, ci era riuscita, anche se l’influenza di
Damon ogni tanto si faceva sentire e spingeva Brian a comportarsi come
lui.
Un grande aiuto
nell’educazione di Brian, di sicuro il più difficile di
tutti da tenere a bada, le era stato fornito da altri due nuovi membri
del gruppo: Michel e Ben, gli ultimi arrivati.
Dopo due anni di latitanza,
poiché ormai la loro vita non poteva più essere vissuta a
Pittsburgh, Justin aveva infatti deciso di tornare a casa per rivedere
la madre e la sorella e aveva scoperto una triste verità: Ben
era ricoverato in ospedale a causa della sua malattia e gli restava
poco da vivere.
Nonostante Michael non fosse mai
stato un suo grande amico, Justin sapeva che avrebbe sofferto
tantissimo alla morte del marito e sapeva anche quanto l’uomo
mancasse a Brian e così aveva fatto leva sui sentimenti di
Caroline e aveva ottenuto il suo aiuto. La vampira aveva ucciso
entrambi e aveva donato loro la vita eterna e cento anni più
tardi erano ancora tutti insieme. Una grande famiglia che si era
formata per colpa, o per merito, di una barbie vampira arrabbiata.
Fine
E adesso mi preparo a schivare i
pomodori perché i personaggi erano tutti OOC, lo so benissimo,
però è il finale che io avevo immaginato e la vita che io
avevo immaginato per loro dopo aver letto la storia di Mindyxx e allora
l’ho scritta così come ce l’avevo in testa anche se
OOC ^_______^
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