Cicatrici

di gaiiaa
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Personaggio: Harry Potter
Parole: 502



Harry Potter si guardò allo specchio. Erano le 6.20 di mattina, e grazie al cielo era già sveglio per ragioni diverse del pianto di un neonato che non smetteva un secondo di lagnarsi. Già, perché ormai Albus Severus Potter aveva smesso di piangere per tutta la notte. Certo, tre o quattro volte ancora succedeva, ma confrontato al record di dodici volte, certo era una grande, grandissima conquista. Ovviamente quel periodo di fantastica pace sarebbe stato molto breve in quanto ormai dopo quattro mesi la gravidanza di Ginny era ormai stata confermata e annunciata a tutti, e ormai si trascinava avanti da quelli che erano tre mesi. Ancora due mesi e Lily Luna Potter sarebbe nata. Detto ciò, Harry Potter si stava ancora guardando allo specchio. Cosa strana, certo. La verità era che la sua attenzione non era stata catturata dalla macchia sporca che si allargava sulla camicia bianca o dallo spazzolino che stava tenendo sospeso a mezz'aria da un buono minuto, ma bensì da un particolare che spesso nella sua giovinezza aveva notato e contemplato, ma che da un po' non popolava i suoi pensieri. La cicatrice sulla sua fronte. Anche se ormai da un pezzo quella non era più la sua cicatrice sulla fronte, ma una cicatrice sulla fronte, una come tante altre. Gli era capitato più volte dopo la fine della guerra che qualcuno l'avesse fermato per chiedergli se lui, proprio quell'uomo che sembrava come tanti altri, fosse il Salvatore del Mondo Magico e di mostrare la cicatrice. Inizialmente rispondeva che no, lui era semplicemente Harry Potter e nient'altro e quella non era altro che una cicatrice come le altre. Il fatto che l'avessero guardato come se stesse parlando in greco antico era certamente stato l'input che l'aveva fatto cessare di esporre quella teoria a chiunque gli chiedesse di confermare la sua identità. Fissò quel segno dalla forma tanto strana e si rese conto di quanto i tempi fossero cambiati, di quanto la sua vita ma soprattutto lui fosse cambiato. Niente più guerre da vincere - a parte quella col pianto del figlio, ovvio - niente più vite da mettere a rischio. Era semplicemente un auror. Certo, il capo-squadra, ma di un gruppo che ogni giorno adorava sempre di più. E quella cicatrice l'aveva fatto crescere, non solo per la storia che si portava dietro, quel complicato ingarbuglio di imprevisti e colpi di scena, ma anche per quello che era diventata, ovvero una cicatrice come le altre. Tante volte gli era capitato di concentrarsi su un caso particolare che ogni volta l'aveva fatto crescere. Ma ormai era acqua passata e doveva concentrarsi sul presente e sul futuro, e fu proprio questo pensiero a fargli dare una mossa e a fargli finalmente accorgere della macchia di dentifricio che si era ormai allargata sulla camicia nera. Così, invocando ogni preside di Hogwarts, uscì dal bagno lasciando alle spalle il suo passato e guardando al presente che gli urlava ormai in tutti i modi che anche quella mattina sarebbe arrivato in ritardo al lavoro.


Note dell'autrice
È un po' corto come capitolo, lo ammetto, e non parla neanche molto di storie vere e proprie su cicatrici ma details, mi girava di farlo:)
Ditemi se vi è piaciuto (modo gentile per dirvi di recensire;D)
Alla prossimaa
Ah, e se volete un capitolo su uno specifico personaggio ditemelo o in recensione (se la fate) o nei messaggi normali^_^




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