“Uhm!!!
Mmm…”
Greg si gettò sul letto
affondando il viso nel cuscino.
La stanza sembrava vorticargli
intorno.
Sentì la sua ancora di
salvezza afferrarlo per le spalle e
stringerlo da dietro.
“Mi dispiace. Sta
tranquillo, ora…”
“Passa…lo
so…l’hai detto un miliardo di volte.”
James continuò a
stringerlo, posando il mento sulla sua
spalla.
“Grazie, di tutto. Della
festa, di essere qui…grazie.”
“Non fare così o
vomito, chiaro?”
James rise.
“Ok.”
Rimase così per un lungo
attimo, poi sentì Greg staccarsi da
lui e stendersi su un lato del letto.
“Ora lo sanno praticamente
tutti che stiamo
insieme.”sussurrò James, lo sguardo al soffitto.
Ma a dirla tutta non gliene fregava
molto.
Il suo sguardo cadde su una busta
bianca sul comodino.
Lanciò prima uno sguardo a
Greg, che sembrava essersi
addormentato, poi prese la busta.
Il mittente era l’aeroporto
del New Jersey e destinatario Mr
House.
“Metti
giù.”
Era la voce di Greg, che si
alzò lentamente e gli tolse la
busta dalle mani.
“Cos’è?”
“Nulla
d’importante.”
“L’aeroporto del
New…”
“Parto, ok? Te
l’avevo accennato, ricordi? Il
Perù…”
Fu come se qualcuno avesse tirato a
James un pugno allo
stomaco.
Aveva il fiato mozzo.
Lo guardò, stupito.
Partire? Ma cosa…?
“Non me l’avevi
accennato! Era solo una chiacchierata. Non
significa che tu possa partire.”
“Devo chiedere a te il
permesso?”
“Non andare. Non puoi. Hai
la chemio, hai…”
“Te?”
Greg era in piedi di fronte a lui,
reggendosi al bastone.
James era devastato.
Voleva davvero andarsene? Partire per
il Perù?
Credeva che quella fosse stata solo
una chiacchierata ed
invece…voleva sul serio partire.
Sarebbe partito.
“Non farlo. Non
andare.”disse tra sé e sé.
Al diavolo l’orgoglio, al
diavolo tutto!
Non doveva partire, partire senza di
lui, lasciarlo…
“Sì,
anche.”
“Sì, soprattutto
a giudicare dal tuo sguardo. Sembra che ti
abbia appena comunicato qualche catastrofe, qualche
morte…”
Quasi.
James si alzò e fece per
allontanarsi, ma Greg lo bloccò per
il polso e lo trasse a sé.
Non ce la faceva a torturarlo
ancora…
Erano a pochi centimetri dal viso
l’uno dell’altro.
“Credevi sul serio che me
ne sarei andato?”
“Il
biglietto…”
“Vero. Parto. Ma non ho
detto che sarei partito da solo.”
Gli porse la busta, che James,
titubante aprì.
Due biglietti. Due.
“Vuoi che parta con te per
il Perù?”
“Pensavo di invitare la Cuddy,
ma ti saresti offeso.”
“Mi stai chiedendo di
mollare tutto, di lasciare tutto e
tutti per partire con te?”
“Stavi morendo poco fa,
quando pensavi che me ne sarei
andato senza di te, che ti avrei lasciato!”
James respirò a fondo, il
polso ancora intrappolato nella
presa di Greg.
“Sei pazzo. Come
farai…faremo? Il lavoro, le tue cure…”
“Altre poche sedute e posso
fare quello che voglio ed andare
dove voglio. E poi ho due mesi di malattia che posso chiedere e
tu…beh,
parleremo con la Cuddy. Non
mi lascerebbe mai partire da solo.”
“Da quando ci stai
pensando?”
“Da un po’.
Vieni? Fuggi via con me?”
Greg lo guardava divertito.
L’idea della fuga gli piaceva e
con James…beh, sarebbe stato divertente.
Molto.
“Parti con me. Sii
irresponsabile per una volta. Non pensare
alle conseguenze e seguimi.”
“Se non ci fossi io a
tenerti a freno, saresti già in
obitorio.”
“Se non ci fossi io a
trascinarti nelle mie follie, saresti
morto di noia.”
“Complementari.”disse
James a bassissima voce.
Il cuore gli batteva fortissimo.
“Cosa?”
“Ho detto che siamo
complementari.”
Greg si chinò su di lui e
posò le sue labbra su quelle di
James, baciandolo con passione.
Fu un bacio lungo, durante il quale
raramente riemersero per
riprendere fiato, quasi nutrendosi l’uno della presenza
dell’altro.
Quando si staccarono, stavano
boccheggiando.
James annuì.
“S-sì. Vengo con
te. Ho deciso di seguirti in quest’ennesima
follia, Dr House.”
Ridendo, Greg lo spinse
all’indietro e trascinato
dall’amico, caddero sul letto.
James
l’abbracciò fortissimo, posando le labbra sulle
sue,
ripetutamente.
“Folle, folle,
folle.”sussurrò, mentre ridevano.
L’amava, l’amava
moltissimo e l’avrebbe seguito fino in capo
al mondo.
Greg si lasciò stringere e
coccolare dall’unica persona che
poteva farlo.
“Hai ritrovato la tua
serenità?”chiese James, rafforzando la
stretta attorno a lui.
Greg rise, piano.
L’aveva trovata?
Incrociò gli occhi di
James, ridenti ed insieme innamorati.
“Sì, direi di
sì.”
“Con me?”
“Ti credi troppo
importante, sai?”
Risero, ancora.
“Sì….Con
te, sì…”
|