Under the Same Sky ~ Mekatopia

di whitemushroom
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Suono

I bambini prendono posto nella chiesa, uno dopo l’altro.
I più grandi non si siedono, ma si dispongono vicino all’altare in fila ordinata; un paio di ragazze passa tra i banchi distribuendo dei fogli alle minuscole mani che si tendono per afferrarli. Il brusio e le piccole risate viaggiano tra una navata e l’altra come una musica carica di vita, ma si spengono nel momento in cui un’unica, candida nota si libra dal vecchio organo a canne.
Hokuto si stringe addosso il camice senza sedersi, in piedi contro la parete di mattoni che potrebbe franare sulle loro teste in ogni momento: si è nascosto nella penombra delle colonne per non disturbare, ma tra i piccoli visi che fanno capolino tra le panche ne riconosce tanti.
Tanti, ma non troppi.
Alcuni adesso camminano, altri mostrano senza vergogna le loro protesi. Per un istante Hokuto si lascia trasportare dalle loro voci bianche, ma nemmeno quel coro riesce a cancellare nella sua mente le grida, i pianti, lo strazio di altri fanciulli come loro che lui, proprio lui, non è riuscito a salvare. I bambini la cui vita si è spenta tra le sue mani sul suo tavolo operatorio sono molti più di quelli che adesso hanno scoperto cosa sia davvero un sorriso e che si alzano in piedi, all’unisono, intonando un’ Ave Maria.
Fou è all’organo, guidando il coro. Hokuto lo osserva nel più assoluto silenzio, cercando di affondare tutto se stesso il quella musica che arriva sin nel profondo, lì dove giacciono le paure degli uomini. Vorrebbe abbandonarsi a quel suono proprio come i bambini, gettare alle spalle il pensiero che, fuori da quelle parete cadenti, vi è un posto dove la guerra è l’unica forma di vita e la morte l’unica moneta di scambio.
Ma non può.
Sono gli adulti come lui a portare sulle spalle il peso di quel mondo, quel mondo artificiale ed eterno che hanno scambiato per il verde, la pace, la luce del sole.
Esce dalla cattedrale mentre le ultime note si innalzano al cielo e respira la sabbia ardente del deserto dove Fou ha creato il suo minuscolo regno: è lontano dalle guerre che il suo compagno ha deciso di proteggere i più deboli, con parole e suoni che promettono giorni migliori, illusioni a cui forse non crede nemmeno più. A lui spetta difenderli in un altro modo, con medicine, bende, anche protesi se serve.
Vorrebbe essere come Fou, che si occupa di curare l’anima. Ma lui è un medico, al massimo uno scienziato.
A lui spetta solo riparare la carne e l’acciaio.




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