Premetto
che questa storia non ha nè un senso logico, nè
una trama particolare X°D anzi... non la definirei nemmeno
storia... sono solo i pensieri di un Ruki innamoratissimo e di un Uruha
particolarmente premuroso verso una persona che costituisce parte
importantissima della sua vita. Ecco tutto.
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“Zio! Zio... ho paura!”
Sentimmo quella vocina piccola e dolcissima chiamarci dalla camera da
letto.
Noi eravamo sul divano e guardavamo la tv.
Lui si era appena appisolato con la testa sulle mie gambe, stanchissimo
dopo una giornata intera passata con la piccola Katherine.
“Zio Uru-pon! Ho paura... vieni da me...”
Alzò il suo sguardo caramellato su di me e gli sorrisi.
“C'è qualcuno che ha bisogno di Super-zio
Uru-pon!”
“E Super-zio Uru-pon arriva!” asserì
rassegnato, prima di alzarsi e dirigersi nella sua camera da letto,
dove aveva messo a dormire la sua nipotina.
Adoravo vederli insieme. Così li seguii...
“Dimmi piccola, che succede?”
La bambina era seduta in mezzo al letto, col visino rosso e gli
occhioni pieni di lacrime.
Uruha si sedette accanto a lei, mentre io osservavo la scena da sotto
lo stipite della porta.
“Ho paura! Ho fatto un brutto sogno.”
“Che cosa hai sognato?” le chiese lui, prendendola
sulle sue ginocchia.
Sorrisi, guardando quelle braccia lunghe e affusolate che tanto amavo,
stringersi intorno a quel corpo minuscolo... Katherine sembrava
sparire, nel caldo abbraccio in cui Uruha la coccolava.
“Il temporale... ho sognato tanta pioggia, i fulmini...
facevano tanto rumore...”
La sua voce era piena di paura e singhiozzava in preda alle lacrime.
“Non preoccuparti, tesoro... fuori c'è la luna
piena, è una bella serata. Non c'è nessun rumore
a disturbare il tuo sonno.”
“Sei arrabbiato, zio? Mi dici sempre che non devo avere paura
di nulla, ma non ci sono riuscita.”
“No, amore mio. Non sono arrabbiato.”
Anche se dava le spalle alla porta, potevo figurarmi perfettamente il
suo sorriso, mentre accarezzava i lunghi capelli castani della bimba.
Uno dei motivi per cui adoravo vederli insieme era perchè si
somigliavano tantissimo. Più che zio e nipote davano molto
l'idea di essere padre e figlia.
Ed io semplicemente amavo stare a guardarli.
Amavo il modo in cui Uruha la prendeva in braccio, amavo il modo in cui
le parlava, il modo in cui le raccoglieva i capelli in una coda di
cavallo se, mentre giocava, sudava troppo.
Amavo l'affetto che le dimostrava anche con il più debole
dei sorrisi.
Trovavo che fosse la cosa più bella del mondo, vederlo
rincorrere quella piccola sosia di sé e stringerla
fortissimo, quando riusciva ad acchiapparla.
Quando vidi sua sorella la prima volta, rimasi incantato.
Oltre ad essere una donna bellissima sembrava essere la versione
femminile di Uruha... ecco perchè anche la bambina gli
somigliava così tanto.
Guardandoli dallo stipite della porta quasi mi commuovevo.
Io amavo Uru-pon con tutto me stesso. Eravamo una coppia da anni ed
eravamo unitissimi.
Ma... io non avrei mai potuto dargli dei figli.
Non avremmo mai potuto avere una famiglia nostra; forse questo un po'
lo faceva soffrire... perchè si capiva da come giocava con
la sua nipotina che avrebbe tanto voluto avere un figlio.
Però a lui questo non è mai dispiaciuto. Mi amava
talmente tanto che non gli importava che saremmo rimasti in due per il
resto della vita. E pensare a questo mi ha sempre fatto felice. Anche
egoisticamente.
Mentre le cantava la ninna nanna, continuava a stringerla tra le
braccia.
Usava il tono di voce più dolce che avevo mai sentito uscire
da quelle labbra bellissime... non riuscii a trattenere una piccola e
lucente lacrima, mentre il cuore mi batteva alla velocità
della luce.
Erano davvero la cosa più bella del mondo, da guardare.
E ancora più bello fu vedere Uruha che la rimetteva sotto le
coperte e le dava un bacio sulla fronte, augurandole sogni d'oro.
Si allontanò dal letto e mi venne vicino, sorridendomi e
asciugando la mia lacrima.
“Cosa c'è, zio Ruki? Ti sei commosso?”
“Si... sei bellissimo con lei. Saresti un padre meraviglioso,
sai?”
“Mmh... anche tu saresti una mamma stupenda, piccolo mio! Ma
purtroppo non possiamo...”
“Stupido!” dissi ridacchiando, prima di alzarmi
sulle punte e abbracciandolo forte.
“Ti amo, amore mio...”
“Anche io ti amo, Uru-pon...”
Quel ti amo, in quel momento... fu quanto di più
meraviglioso avesse mai avuto modo di dirmi.
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Bhè, io l'ho detto che non sarebbe stato nulla di
particolare XD
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