Un Percorso Difficile

di Lunastorta98
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Mentre indossava la camicia, con estrema lentezza a causa delle fitte che sentiva alle braccia, Remus sentì bussare alla porta e si affrettò a sistemare anche gli ultimi bottoni prima di raggiungerla. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni nella quale l'aveva messa momentaneamente 

«Prima che tu lo chieda, sono io e se hai aggiunto delle parole d'ordine non le so quindi vedi di aprirmi, su»

Remus si bloccò con la mano a metà strada verso la maniglia e irrigidì leggermente i muscoli sentendo la sua voce, con il semplice risultato di ricevere altre fitte da ogni parte del corpo. Non protestò però più di tanto e aprì la porta 

«Buonasera, Ninfadora. Come mai qui?» accennò un sorriso gentile mentre già sentiva una strana agitazione solo a causa della sua presenza.

Si spostò da un lato per farla passare e lei entrò guardandolo e sorridendo allegramente. Il mago richiuse la porta e poggiò la bacchetta sul comodino

«Mi trovavo qui…»
«Ah si? Sbaglio o tu abiti un po' lontano da questa zona?»
«Oh… beh si direi che sai dove abito, ma volevo vederti» ammise lei e si avvicinò alla poltrona, accomodandocisi quando Remus le diede il permesso con un gesto della mano

Tonks era davvero lì perché aveva una gran voglia di vederlo e aveva anche sfruttato il fatto che la luna piena fosse passata da poco perché sapeva che dopo il plenilunio lui era esausto e raramente si arrabbiava o aveva sbalzi d'umore. Beh non che solitamente lui perdesse le staffe, ma in quei giorni era particolarmente mansueto.

«Non per essere scortese, Ninfadora, ma devo uscire. Silente mi ha chiamato e…»
«Oh suvvia, il Preside può attendere un po' e smettila di chiamarmi col mio nome» 
«Il fatto è che sembrava abbastanza urgente, almeno per quello che mi ha scritto»

La ragazza allungò una mano e Remus prese la lettera dal tavolo, per poi porgergliela. Lei la lesse in silenzio poi ridacchiò

«È sempre così esaustivo vero?»
«Nelle sue spiegazioni dici? Oh beh, anche troppo a volte» ridacchiò a sua volta
«Posso stare? Cinque minuti dai…»

Remus la guardò in silenzio qualche istante prima di distogliere lo sguardo e sistemarsi i polsino della camicia. Annuì lentamente e recuperò la cravatta poggiata ai piedi del letto. Sentì la ragazza fare un versetto compiaciuto e soddisfatto dato che poteva rimanere 

«Solo il tempo necessario affinché io finisca di prepararmi però. Non posso fare aspettare troppo Albus» 
«Va bene, va bene. Meglio di niente»

Remus sollevò il colletto della camicia così da poter mettere la cravatta e sistemarla facendo il nodo. Sentiva il suo sguardo addosso e si stava chiedendo per quale assurdo motivo stesse perdendo tempo pensando alla cravatta invece di scusarsi con lei. Finito di sistemarla, stando con le spalle rivolto a lei, rimboccò la camicia nei pantaloni e mise la cintura 

«Come stai?» chiese Tonks ad un tratto
«Bene» 
«Sicuro…?»

Lui annuì semplicemente avvicinandosi a lei per poter prendere la giacca che era appoggiata allo schienale della poltrona sulla quale sedeva la ragazza. Lei si scostò leggermente lasciando che lui la prendesse ma notò le bende che gli ricoprivano gli arti superiori e che si intravedevano attraverso la camicia

«Per Merlino, Remus… le tue braccia!»

Lui arretrò lentamente e indossò la giacca poi sorrise leggermente come se nulla fosse e prese la bacchetta mettendola nella tasca interna

«È ora che io vada Ninfadora» disse camminando verso la porta
«No aspetta» lo raggiunse subito mettendosi tra lui e la porta «ti sei fatto male? Posso fare qualcosa per te? Dimmi se…»
«È normale amministrazione, stai tranquilla» la rassicurò lui e la superò poggiando una mano sulla maniglia

Tonks lo prese da un braccio e lo trattenne sentendo un lieve gemito che Remus cercò invano di trattenere in gola, non volendo farle notare che aveva sentito dolore. Sfortunatamente per lui, la ragazza lo avvertì e si affrettò a lasciarlo 

«Ti prego, aspetta, posso aiutarti»
«Ninfadora… non occorre davvero» sospirò 
«Perché rifiuti il mio aiuto?» sbottò lei «Ogni volta che cerco di fare qualcosa per te mi dici che non occorre, che va tutto bene e che ti rimetterai subito. Perché non mi permetti di aiutarti…?» 

Remus aprì la porta della camera e fece qualche passo nel corridoio prima di girarsi verso di lei, mostrandosi leggermente accigliato 

«Perché tu, Tonks, non puoi aiutarmi. Nessuno può»  rispose forse un po' più duramente di quanto avesse voluto, poi sospirò e le fece un cenno di saluto con la mano smaterializzandosi




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