Sabato 12 Agosto 2000, Sera, Studio privato di Antares Black
"Non lo voglio più qui!" Strillò Cassiopea, ormai
completamente fuori di sè per la rabbia. "Finchè
sarà presente sarà un pericolo per tutti! Con quel
maledetto annuncio hai portato le serpi in casa nostra!"
Suo nonno si limitò a fissarla impassibile, ormai abituato agli
scatti d'ira della nipote. Erano rari, ma quando arrivavano si
dimostravano alquanto violenti, anche se sempre brevi.
Tuttavia quello durava ormai da un bel po'. E Antares iniziava a
pensare che forse, almeno quella volta, non sarebbe stato affatto
semplice convincere la ragazza a fare ciò che lui aveva in mente.
La stava forse iniziando ad allontanare da sè, come aveva fatto nel tempo con tutte le sue figlie? Mentre la fissava, apparentemente imperturbabile, inviò una preghiera agli dei perchè ciò non accadesse.
"Se dovessi buttare fuori dalla competizione Hitoshi Malfoy,
dovrei fare la medesima cosa anche con Aidan Nott." Provò a
spiegare "E con che motivazione potrei giustificare questo gesto?"
"Non mi sembra che un Nott sia arrivato in casa sguainando la bacchetta
e attaccandoci, a differenza di Lucius Malfoy!" Replicò
Cassiopea "Quindi non vedo perchè dovresti buttare fuori Aidan!"
"Perchè quelle due famiglie si stanno facendo la guerra Cassy!"
Sbottò l'uomo "E ciò significa che se buttassi fuori un
Malfoy e tenessi in casa un Nott, tutti penserebbero che i Black si
sono schierati!"
"Dopo che Malfoy ha cercato di uccidermi?" Domandò incredula
l'ex Corvonero. "Ti darebbero solo ragione se tu lo buttassi fuori! O
vuoi per caso dirmi che in tribunale la nostra parola varrebbe meno
della loro?"
Antares strinse i pugni sulla scrivania per qualche secondo prima di rispondere.
Cosa che, almeno per un attimo, fece temere alla ragazza che suo nonno
stesse per avere un infarto. Ma quando l'uomo riaprì gli occhi e
riprese a parlare con tono di voce neutro, Cassiopea capì che
fortunatamente la sua ipotesi era completamente sbagliata. "La nostra
parola vale quanto la loro. Ma questo significherebbe iniziare un'altra
faida e, considerate le mie condizioni di salute, non so per quanto
tempo riuscirei a reggerla. E tu potresti ritrovarti a combattere da
sola, in un futuro molto prossimo. Il che ci riporta al motivo iniziale
della competizione. Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti in questa situazione. O quando me ne sarà andato ti ritroverai davvero nella fossa dei leoni."
Fu la volta di Cassiopea di stringere i pugni. "Qualcuno come un marito?" Domandò infatti con un filo di voce.
"Oppure qualcuno come un fratello." Le rispose lui, quasi sentendosi in colpa.
"Dato quello che vuoi creare per la prossima prova non mi sembra proprio." Fu il commento freddo della ragazza.
"Farò in modo che non sia tu al centro della questione." Le promise Antares.
"Peccato che io ci sia già. In ogni caso, se è questo che
davvero vuoi, inizierò a guardarmi attorno." Concluse piegando
il capo quasi in segno di referenza. "Ma questo non significa che mi piegherò per forza al tuo volere."
Antares la guardò uscire dalla studio pensieroso: sapeva
ovviamente che se Cassiopea avesse rifiutato di fare qualcosa, lui non
avrebbe mai avuto il coraggio di imporgliela, ma quell'imprevisto con
Lucius l'aveva spaventato più del dovuto, spingendolo ad
ammettere il reale motivo per cui aveva iniziato la competizione.
Tuttavia aveva visto negli occhi di sua nipote una strana luce, che
significava una cosa sola: non si sarebbe mai lasciata guidare dagli
eventi e probabilmente aveva già iniziato da tempo anche lei a
pianificare qualcosa.
E se da una parte ciò lo lasciava interdetto,
perchè avrebbe significato avere a che fare con altri elementi
in gioco sconosciuti, dall'altra la situazione non poteva che
intrigarlo.
Sua nipote era davvero una Black, dopotutto.
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Corey
era appollaiato su una rientranza del tetto della Villa - intento a
fumare - quando avvertì il rumore di passi in avvicinamento.
In un primo momento ignorò la cosa, intenzionato a godersi quel
breve momento di relax - i fatti avvenuti quel giorno a Villa Black lo
avevano abbastanza sconvolto - ma poi riconobbe la camminata e non
potè fare a meno di drizzare le orecchie.
"Ciao Cassy." La salutò mentre la testa della ragazza emergeva dal buio. "Come sta Antares?"
La Corvonero bloccò per qualche secondo la camminata, poi
puntò il fascio di luce proveniente dalla bacchetta su di lui.
"Mi ero scordata che questo era il tuo posto preferito per fumare."
Borbottò a mezza voce, incerta se fare dietro front e andarsene
oppure se rimanere comunque lì.
Dopo quella giornata, non era di sicuro Corey il pericolo.
"Me ne dai una?" Chiese alla fine, dopo un breve minuto di
ragionamento, rimanendo però in piedi e appoggiandosi alla
balaustra.
"Scordatelo." Replicò subito lui in automatico. "Fumare fa male."
"Sei proprio un ipocrita." Sbuffò lei "Allora me ne torno
giù..." Continuò girandosi e facendo per ritornare sui
suoi passi "E dire che stamattina - prima che venissimo interrotti - sembravi disposto a tutto, pur di parlarmi." Concluse.
Corey alzò gli occhi al cielo, si morse la lingua e
iniziò a contare mentalmente. Ma non riuscì ad arrivare
al tre. "E va bene! Tieni!" Quasi urlò l'ultima parola per essere sicuro che lei lo sentisse.
Cassiopea a quel punto si girò con un sorrisetto compiaciuto, accettando la sigaretta e andando a sedersi accanto a lui.
Con quella storia del tradimento era
sin troppo facile manovrarlo. E la cosa, in fin dei conti, si sarebbe
anche potuta rivelare piuttosto utile.
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"Ma
di colpo la nostra camera è diventata un punto di ritrovo?"
Domandò a mezza voce Darius all'indirizzo di Aidan, che gli
rivolse una fredda scrollata di spalle in risposta. Era da quando
Cassiopea se n'era andata - ovvero dopo aver abbracciato e baciato
Darius - che si comportava così.
Il russo sapeva bene che quel comportamento era dettato prevalentemente
dalla gelosia, così come sapeva bene quanto Aidan potesse
diventare permaloso, ma non poteva farci nulla. Così, dopo due o
tre tentativi di portare avanti una conversazione miseramente falliti,
si era limitato ad ignorarlo, mettendosi a leggere un libro che si era
portato da casa.
Peccato che a quanto pare il fato non volesse lasciarlo in pace.
Era la seconda volta nell'arco di qualche ora che venivano a bussare
alla porta. E quella volta dubitava fortemente si trattasse di
Cassiopea Black.
Infatti alla porta c'era Hitoshi.
"Malfoy!" Esclamò sorpreso, mentre usava la porta come scudo per
non far vedere di stare puntando la bacchetta verso di lui.
"Levenvolde." Fu la risposta secca dell'inglese. "Per caso sai dirmi se
nella stanza è presente anche Nott? Oppure dove posso
eventualmente trovarlo?"
Prima che Darius riuscisse a rispondere qualsiasi cosa, vide con la
coda dell'occhio Aidan avvicinarsi con la bacchetta in mano."Sono qui."
Commentò spalancando la porta del tutto. "Vuoi completare il
lavoro di tuo zio per caso?" Domandò a bruciapelo.
Ma Hitoshi scosse la testa. "No, ma vorrei parlarti in privato." Fu la replica con tono serio e deciso.
"Vado a farmi un giro." Commentò Darius sorpassandoli e dirigendosi verso le scale.
Quando furono soli dentro alla stanza, Hitoshi arrivò subito al
dunque, senza giri di parole, con aria risoluta. "Mio zio Lucius si
è ripreso Hoshi a casa ma io non voglio che lei stia in
quell'ambiente malsano. Voglio riaverla e voglio essere io a decidere
per lei, a farle da padre al cento per cento. Così come voglio
staccarmi definitivamente da lui. E se questo significherà allearsi con i Nott, allora sono disposto a farlo. Ti interessa?"
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North, con in mano un plico piuttosto voluminoso di fogli, bussò alla porta della camera del fratello.
Erano arrivate un po' di lettere da casa e voleva leggerle insieme a lui, per quel motivo era andata a cercarlo.
Mentre batteva il pugno sulla struttura lignea, abbassò
distrattamente lo sguardo su una delle buste - quella inviata dai
genitori - e per quel motivo non si accorse subito che non stava
più bussando sulla porta, ma sulla faccia di Miquel, che nel
frattempo le aveva aperto.
Fu un "Ahi!" del ragazzo a riportarla alla realtà.
Quando si rese conto della gaffe, arrossì furiosamente,
iniziando a balbettare scuse su scuse. "Cercavo mio fratello!"
Riuscì a dire alla fine, ripetendo subito dopo il centesimo
"Scusa!"
Con sua sorpresa, Miquel le rivolse un sorriso - anche se continuava a tenersi il naso - "Tranquilla, niente di grave. In fondo può capitare a tutti di scambiare un naso per una porta." L'ultima frase la disse in tono volutamente ironico, ma non sembrava arrabbiato. "In ogni caso tuo fratello non è qui."
North iniziò a dondolarsi sui piedi in imbarazzo. "Se ti
abbraccio passa più in fretta?" Domandò ancora
dispiaciuta. Poi, senza aspettare una risposta, lo fece.
Lasciando Miquel completamente spiazzato. Non era di certo abituato ai gesti di affetto. E riceverne uno in quella circostanza lo lasciò senza parole.
Però non era neanche così male...
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Aster rientrò in camera e trovò il letto accanto al suo completamente pieno di vestiti.
"Ehy! Non mi dire che quello
che ha fatto Lucius Malfoy ti ha sconvolto talmente tanto da rinunciare
alla competizione!" Ghignò sarcastico all'indirizzo di Mintaka,
il cui volto era affondato nel baule.
Non udendo risposta, l'ex Serpeverde si avvicinò al compagno di
stanza, notando che il suo corpo era scosso da un leggero tremolio.
Perplesso da quella situazione - aveva sempre visto Mintaka come un
ragazzo impassibile e imperscrutabile - si piegò sul pavimento
accanto al ragazzo, iniziando a dubitare che il tutto fosse dovuto a
quanto accaduto solo quella mattina.
"Mintaka?" Domandò incerto, quasi in un sussurro.
Non ricevendo segni di reazione da parte del ragazzo e continuando a
notare quello strano tremolio, Aster si chiese se la situazione non
fosse dovuta ad un qualche fattore esterno. Mintaka Rosier di certo non
era il tipo da farsi intimidire da uno come Lucius Malfoy. E non era
neanche imparentato troppo da vicino con una delle due famiglie.
Quindi doveva per forza trattarsi di qualcos'altro.
Non c'era altra spiegazione.
"Vattene."
Nonostante il tono di voce bassissimo, Aster riuscì a percepire benissimo il tono imperioso usato dal ragazzo.
"Ma stai bene almeno? Devo chiamare un elfo?" Domandò comunque
con una nota di preoccupazione nella voce. Loro due non erano di certo
amici, ma si conoscevano.
"Sto bene." Fu la secca risposta.
"Ok, come vuoi. Vado a farmi un giro allora." Si arrese Aster prima di dirigersi verso la porta e sparire dietro ad essa.
Quando se ne fu andato, Mintaka alzò la testa: l'aveva infilata
nel baule in tutta fretta dopo aver riconosciuto i passi del Serpeverde
per non dimostrare di stare piangendo.
Sospirando, rilesse la lettera che gli era arrivata da casa: sua nonna,
la donna alla quale teneva di più al mondo, era stata ricoverata
in ospedale d'urgenza. Non si sapeva quanti giorni le rimanessero da
vivere. E lui voleva starle accanto.
Per quello stava per abbandonare la prova, nonostante fosse conscio del fatto che Antares non l'avrebbe più ammesso.
La sua vera nonna era molto più importante di un futuro possibile finto padre.
Quando Aster tornò dalla sua passeggiata, trovò la stanza vuota e capì.
E non potè fare a meno di pensare che questo avrebbe comunque significato un avversario in meno.
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"Ehy! Ma dove eri finita?" Domandò Gillian quando vide Cassiopea rientrare finalmente in camera.
Anche Cecilia e Miranda si girarono di scatto verso la cugina, sentendo le parole di Gilly.
"Diciamo che ho avuto un po' da fare." Spiegò la Black mentre si
piegava sulle ginocchia per fare le coccole ad Argo, il cucciolo di
bovaro del bernese appena acquistato dalla Greengrass, che si era
precipitato verso di lei appena l'aveva riconosciuta.
"Da fare... cosa esattamente?" Provò a riprendere il discorso
Cecilia, mentre si metteva in ascolto - alle sue spalle avvertì
Gillian borbottare "Traditore" all'indirizzo del cane - "Per quello che
è successo oggi?"
"Sì e no." Fu la replica che le lasciò ancora di più sulle spine.
Era chiaro che Cassiopea voleva comunicare loro qualcosa, ma che stava scegliendo accuratamente le parole giuste per farlo.
"Allora?" La incalzò Miranda "Lo sai che quando fai così ci preoccupi."
La Black perse qualche minuto ancora accarezzando il muso del cucciolo,
poi, con una leggera pacca, lo spinse di nuovo verso Gillian. "Diciamo
che mio nonno vuol fare una cosa ma io non sono per niente d'accordo."
Iniziò lentamente a spiegare. "Avrei una idea alternativa -
molto alternativa - ma non posso portarla avanti se non sono sicura di
avere tutto l'aiuto possibile. Anzi... se non sono sicura di avere il
vostro appoggio."
"Uuuuuh! Si complotta!" Esclamò Miranda battendo allegramente le
mani. "Chi devo sedurre? Ho già puntato un paio di ragazzi
niente male che..."
"Mira! Ma ti sembra il momento?" La riprese invece Cecilia, mentre Gillian scoppiava a ridere.
"Diciamo che quello sarebbe il piano di riserva, Mira." Fu invece la
risposta di Cassy, facendo così voltare le cugine di scatto
verso di lei con un'espressione di pura sorpresa dipinta in volto.
"Come scusa?" Esclamarono in coro sia Gilly che Sil.
"Beh io ci sto anche se fosse il piano iniziale!" Rispose invece
allegramente Miranda, alzando la mano come per votare. Davanti allo
sguardo sempre più perplesso delle sue cugine, si
giustificò con un "Beh, ma solo io ho avuto modo di apprezzare
la bellezza che abbiamo in casa?" Poi, senza aspettare la risposta, si
girò verso Cassy "Allora... a chi devo somministrare un filtro
d'amore?"
Ma l'ex Corvonero scosse la testa mentre un sorrisetto le increspava le
labbra. "Lo so che i filtri che hai somministrato ad Hogwarts ad alcuni
ragazzi sono ormai leggenda, ma come ho detto, quello sarà solo
il piano di riserva. Io avrei in mente tutt'altro." Commentò.
"Se non si tratta di sedurre qualcuno, lo sai molto bene che io ti appoggerò sempre." Fu il commento di Gillian.
"E anche io!" Commentò Cecilia, tirando una leggera gomitata a
Miranda, che guardandosi attorno domandò "Ma North? Coinvolgiamo
anche lei? O non ti fidi ancora abbastanza?"
Cassiopea sorrise, visibilmente più rilassata. Quel sostegno era
esattamente ciò che le serviva. "Oh sì, North sarà
coinvolta in prima persona. Questo perchè... voglio che sia Nihal a vincere la competizione."
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E continuiamo a disseminare vittime! Come avete capito Mintaka Rosier non farà più parte della storia.
Domanda della settimana: come se la cavano i vostri OC con gli intrighi? E fino a che punto sono disposti a spingersi per ottenere quello che vogliono?
ps: per chi
ha provato ad iscriversi anche nell'altra mia interattiva sui Grimm
comunico che ho pubblicato la selezione degli OC ;)