Kagome
sentì il campanello dalla camera.
Stava
sfogliando una rivista, per niente intenzionata a vivere
come un normale essere umano dovrebbe fare.
Il
letto era fatto, l’ appartamento abbastanza in ordine
(questo perché nei momenti tristi Kagome amava
inspiegabilmente sistemare tutto
ciò che era fuori posto), ma a parte dormire e mangiucchiare
qualcosa, la
ragazza non abbandonava mai le mura di casa.
Si
alzò svogliatamente, pensando che era il terzo giorno di
reclusione
autoimposta.
Aveva
mandato una mail a Rin, chiedendo alcuni giorni di
ferie. La ragazza aveva prontamente acconsentito, ribadendo le sue
scuse per la
discussione al pub.
Scuse
che già erano state inviate per sms e che Rin avrebbe
anche espletato a voce, se Kagome avesse risposto a una sola delle sue
chiamate.
Si
era chiusa in una solitudine forzata, dove niente avrebbe
potuto smuoverla.
Sapeva
che ne aveva bisogno, e che con un po’ di tempo tutto
sarebbe andato meglio.
Il
campanello suonò ancora
“Arrivo!”
disse lei aumentando il passo.
Quando
aprì la porta rimase sorpresa
“Sango!”
“Sei
viva!” ribatté l’amica entrando
“In
stato pietoso ma viva” si guardò un po’
intorno, notando
subito la colonna e rimanendone esterrefatta. Non aveva mai visto nulla
di
simile, e l’impatto, in quella casa sempre così
ordinata e dai colori pacati,
la lasciò un attimo interdetta.
“Che
ci fai qui, non dovresti essere a lavoro?” la ragazza si
voltò
“Hai
forse una vaga idea di che ore siano?” Kagome si
guardò
intorno costernata
“Cielo,
sai almeno da quanti giorni sei chiusa qui dentro?”
Kagome alzò tre dita della mano destra
“Ok,
sei ancora sana”
“Fiuuu”
sospirò ironicamente l’altra
“Sono
le sei passate, ho staccato da più di mezz’ora e
ho
deciso che ne avevo abbastanza di questo tuo barricarti in
casa” disse sedendosi
sul divano
“Mi
dispiace, non me la sento di venire in redazione” Sango
sospirò
“Lo
capisco, e non voglio certo spingerti a fare il contrario.
Però stare qui tutta sola non ti farà
bene”
“Ma
io sto bene. Ho
un sacco di compagnia qui” disse indicando una pila di riviste
“Prima
o poi dovrai uscire. E sono qui apposta per rendere il
tutto più facile” Kagome la guardò,
aspettando una spiegazione che non arrivò
“In
che modo, scusa?”
“Ma
parlando ovviamente! Hai bisogno di confidarti, non di
chiuderti nel mutismo e nella solitudine!” Kagome si sedette
vicino a lei
“Sango,
davvero non c’è bisogno che ti preoccupi, va tutto
bene”
“Vorrai
scherzare spero? No dico ti sei vista allo specchio
ultimamente? Hai un’ aspetto spaventoso!”
“Sango..”
“Dovresti
farti un massaggio al viso”
“..Sango”
“Andiamo
a fare shopping?”
“No!”
Kagome si accorse di aver alzato un po’ troppo la voce,
e si fermò subito, calmandosi
“Io..
non c’è bisogno che ti preoccupi per me. Sto
bene” la
voce iniziò a tremarle.
“Non
ci crederei nemmeno sotto tortura. Io ti conosco troppo
bene e non posso lasciare che ti distrugga così rimanendo
sola coi tuoi
pensieri. So fin troppo bene quanto male possa farti”
Kagome
tirò su col naso.
“Dannazione,
nel pomeriggio non avevo ancora pianto..” si
lasciò sfuggire
“Vieni
qui” Sango l’abbracciò, lasciando che si
sfogasse.
“Immagino
non vi siate più visti né sentiti..”
La
ragazza si scostò, asciugando le lacrime e guardando
l’amica
“Dopo
la serata è stato qui”
“Cosa
vi siete detti?”
“Lui
che è innamorato di me. Io che non ci credo” Sango
la
guardò, incerta sul da farsi
“Non
posso credere che sia vero, capisci? È andata come con
Kouga, nello stesso identico modo”
“No,
Kagome, Inuyasha non è come lui. Si è davvero
innamorato
di te”
Lei
la guardò incredula
“E
come fai a esserne così sicura?”
“Basta
guardare te, e questa casa per capirlo..” Sango
fissò
lo sguardo sulla colonna
“Pensi
che se fosse realmente innamorato di Kikyo avrebbe
speso tutto il suo tempo libero per stare con te? Per scrivere su un
muro?”
Sango
guardò le frecce, i disegni colorati, e le scritte di
alcuni cibi.
“Ma
lui era costretto a farlo, per via dell’ articolo”
“Poniamo
che fosse vero. Se realmente fosse stata una forzatura
come pensi che avrebbe passato il suo tempo insieme a te?”
Kagome sembrò
pensarci su
Forse
non avrebbe cucinato per lei. Non sarebbero andati al
cinema, o a fare la spesa insieme. E quella stupida colonna sarebbe
ancora
bianca.
“E
soprattutto.. non posso credere che si sarebbe spinto fino
a fare l’amore con te, Kagome”
“Io..
nemmeno io lo credo per davvero. Ma tanto che importanza
ha Sango? Perché pensare a tutto questo?”
“Perché
forse.. forse le cose si possono ancora sistemare”
Kagome si alzò dal divano.
“No
che non possono sistemarsi.. Inuyasha si sposa con la sua
ragazza, ricordi?”
“Inuyasha
e Kikyo si sono lasciati” Kagome si girò di
scatto,
guardando l’amica pietrificata.
“Ah”
disse solo
“Si
sono lasciati nel momento in cui noi siamo andate via
dall’ evento. Quindi quando è venuto da te, lei
non era più la sua ragazza.
Adesso Inuyasha non ha alcuna ragazza”
Quelle
parole le fecero palpitare il cuore furiosamente.
Non
si aspettava una cosa del genere. Nella sua mente era andata
diversamente.
Più
o meno così: la
sua
ragazza aveva annunciato le nozze col mezzo-demone, al ché
lui era corso da lei
e aveva cercato di convincerla a cambiare idea, perché ci
era appena andato a
letto, ovvio, mica per altro. Ma avendolo lei rifiutato allora aveva
sicuramente deciso di sposarsi tornando dalla bellissima Kikyo.
Per
un secondo le sembrò tutto un’ immensa stupidata.
Come
aveva potuto essere stata così ottusa?
“La
cosa non ha alcuna importanza per te?” chiese Sango
“No”
“Ma..
ti ho appena detto che Inuyasha è libero, e che a quanto
pare non aspetta altro che un tuo segnale!”
“Non
mi interessa!” Sango la guardò stupita, per poi
corrucciarsi.
“Bene,
allora non vedo perché tu debba startene qui tutta sola
a compiangerti! Se non te ne fregava nulla non c’era bisogno
di prendersela
tanto”
“Possibile
che non capisci?” Kagome le andò incontro, il
volto
arrossato
“Possibile
che non ti renda conto.. di quanto io abbia paura?”
“Di
cosa?”
“Paura
di soffrire ancora. Che sia come tutte le altre
volte..” Sango attese
“Ho
dovuto monitorare Inuyasha perché non tradisse la sua
ragazza, quando l’amante sono stata io”
“Kagome,
non sei più l’amante di nessuno ora”
“Quanto
tempo credi che passerà prima che succeda di nuovo?
Prima che sia io la stupida fessa che verrà
tradita?” Sango guardò l’amica
mentre si abbandonava a un gran pianto liberatorio
“Per
tutto questo tempo non ho fatto altro che recriminarmi
qualcosa che non sapevo di aver commesso. Per poi scoprire che in
quattro mesi
di relazione con Kouga non ero stata in grado di accorgermi che il mio
ragazzo
stava per sposare un’altra. E adesso.. adesso mi sono
innamorata di un ragazzo
che non è in grado di essere fedele.. che ha tradito la sua
ragazza con me.
Come potrei fidarmi e vivere una storia come se niente fosse?”
“Kouga
è uno stronzo patentato, ok? E parlare di lui ti
farà
solo stare peggio, perciò buttalo nel dimenticatoio!
E’ vero anche Inuyasha non
è stato corretto, ma sono sicura che sia diverso dal
solito.. e io sono sempre
stata critica, lo sai. Guarda me e Miroku, mi rifiutavo di uscire con
lui
perché palpava il sedere alle altre. Adesso sono
così felice che.. che quasi mi
pento di aver aspettato così a lungo per lasciarmi andare.
Quello che voglio
dirti è che fidarsi non è facile. Ma sei stata tu
a dirlo l’altra sera.. che è
molto più bello fidarsi e correre il rischio, no?”
Kagome
asciugò alcune lacrime dagli occhi, sentendo che tutto
era così dannatamente insormontabile.
“Forse
fidarmi è stato solo uno sbaglio”
“O
forse stai sbagliando adesso, a buttare via qualcosa che si
può ancora recuperare” nel dirlo guardò
nuovamente la colonna.
E
nel dipinto totale qualcosa le saltò agli occhi, qualcosa
che prima non aveva avuto modo di vedere.
“Che
ne dici di berci qualcosa di caldo?” propose poi
guardando Kagome
L’amica
annuì, andando verso la cucina
“Vado
un attimo in bagno, torno subito”
“Ok”
Quando
Sango entrò aprì l’acqua del rubinetto
e tirò fuori il
telefono dalla tasca.
“Pronto?”
“Miroku!”
“Perché parli così
piano?”
“Sono
nel bagno di Kagome!”
“Interessante.. e c’è
anche lei?”
“No
idiota!”
“Scusa, come stai
tesoro?”
“Bando
alle ciance! Qui la situazione è critica” Sango
sentì
alcuni rumori. Ipotizzò che Miroku fosse vicino a Inuyasha e
che per parlare si
fosse allontanato
“Capisco..”
“E
da te come va? Inuyasha ti ha detto qualcosa?”
“Pare abbia cercato di
convincerla, ma non c’è stato verso”
“Lei
credeva che stesse per sposarsi”
“Le hai detto vero che
si son lasciati?”
“Certo”
“E quindi?”
“Quindi
dice che lui rimane un infedele, e che finirà col
tradire anche lei”
“Ecco cosa è stato..”
“Cosa?”
“Inuyasha è parecchio
giù. Certo avevo capito che si trattasse di Kagome, e che
lei lo avesse
rifiutato dopo l’ uscita di Kikyo. Ma mettendola
così, lo ha punto nell’
orgoglio lasciandolo con le spalle al muro. Probabilmente lo sapeva e
ha scelto
di farlo apposta, per porre fine a tutto quanto”
“Astuta
la mia amica..”
“Già.”
“E
ora che facciamo?” sentì il ragazzo sospirare
dall’ altra
parte del telefono
“Ora cerchiamo di sistemare
le cose”
“Va
bene, tienimi aggiornata ok?”
“Certo, a più tardi”
Miroku
riattaccò, tornando nello studio
“Ehi, che ne dici di una birretta dopo il lavoro?”
Inuyasha non distolse
nemmeno lo sguardo dal foglio che aveva davanti. Con una squadra e una
matita
continuava a tracciare linee che poi osservava per minuti interi, e
quasi
sempre cancellava.
“No,
grazie”
“Allora
una cenetta? Sango ha da fare..”
“Ti
ringrazio, ma credo che mi fermerò fino a tardi”
“A
lavorare? Eddai Inuyasha, così mi fai sentire un lavativo!
E poi non fa mica bene alla salute! Dovremmo uscire e divertirci un
po’”
finalmente Inuyasha si distrasse dal lavoro per guardare Miroku negli
occhi
“Non
sono dello spirito per divertirmi”
“Proprio
per questo devi provarci! Deprimendoti ti vien voglia
solo di deprimerti, mi spiego?”
“Si,
ti spieghi, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi.
E’ solo
un periodo, passerà.” Si voltò a
guardare di nuovo il grande disegno che aveva
davanti
“E
poi abbiamo appena firmato il nostro primo contratto, ci
tengo affinché tutto funzioni da subito”
Miroku
lo guardò bene. E poi decise di lanciarsi
“Senti
Inuyasha.. so che non ne vuoi parlare, però non posso
proprio vederti così” il ragazzo si
fermò di nuovo, appoggiando la squadra e la
matita
“Siamo
amici da un sacco e anche se non mi hai detto niente di
quello che è successo credo di aver capito più o
meno cosa è accaduto”
“Ho
tradito Kikyo, di nuovo”
“Ti
sei innamorato” Inuyasha tacque per un pò
“Rimane
comunque il fatto che ho tradito Kikyo”
“Non
state più insieme, no? Perché ti tormenti tanto
se poi
dall’ altra parte hai scoperto qualcuno di più
affine a te?”
“Se
fosse così starei con lei” riprese in mano il
righello e
la matita
“Magari..
magari ha solo bisogno di tempo per digerire la
faccenda di Kikyo. Insomma, dopotutto lei ha parlato di
matrimonio” Inuyasha rimise
nuovamente giù tutto quanto, in malo modo
“Già,
e forse a questo punto avrei fatto meglio a sposarmi con
lei!” Miroku rimase in silenzio
Inuyasha
lo guardò con rabbia, lo sguardo tormentato
“Ho
fatto una cazzata.. l’ho tradita, di nuovo. Perché
si,
pensavo di aver trovato la persona giusta. E non sono riuscito ad
aspettare di
sistemare le cose.. di fare tutto alla luce del sole. E questo
è il risultato.
Non si fida di me, perché è convinta che la
tradirò come ho tradito chiunque”
abbassò lo sguardo, schiacciato dal peso delle sue stesse
parole
“Quindi
no, non ho voglia di uscire a bere qualcosa, o di
divertirmi. E in realtà nemmeno di lavorare fino a
tardi”
Con
un movimento elegante si alzò dalla sedia e
sgusciò
lontano dall’ amico, andando a prendere la giacca
“Inuyasha,
dai amico, lascia almeno che ti faccia compagnia”
Inuyasha si vestì e andò a raccogliere alcuni
fogli e una cartelletta
“Ci
vediamo domani mattina” disse solo, per poi uscire
dall’
ufficio.
*
* *
Rin
fissava lo schermo da ormai venti minuti buoni, senza
leggervi nulla che potesse risvegliarla da quella sensazione di
torpore.
Non
era concentrata e non riusciva a esserlo.
Non
faceva altro che pensare alle parole di Kagome, e a Sesshomaru.
Più
passavano i giorni più la solitudine che sentiva la
portava a credere che se la fosse cercata da sola. Perché
alla prima difficoltà
non aveva esitato a mollare tutto e a non voler ascoltare nessuno. Per
lei
contavano sempre e solo le sue ragioni, per la sua integrità.
Ma
che senso aveva se poi era infelice?
Che
senso aveva se l’ unica persona da cui si era separata era
anche la più importante della sua vita?
Davanti
a un amore così grande tutte le sue stupide
macchinazioni l’ avevano portata solo a rovinare tutto, e
adesso aveva fatto lo
stesso errore.
Senza
contare che l’ unica cosa che aveva appreso, era che lui
l’ avesse realmente tradita, anni addietro. Cosa che
comunque, lei aveva già
pensato all’ epoca.
Perciò
non aveva senso prendersela così ora, e più ci
pensava
più sentiva il desiderio di tornare da lui e chiedergli
scusa, dirgli che non
contava davvero più niente che non fossero loro due.
Guardò
il cellulare e lo prese in mano.
Sospirando,
compose il numero che in quei giorni aveva fatto
decine di volte.
Suonava
libero, e dopo qualche squillo Rin ebbe la sensazione
che non avrebbe risposto, come non aveva fatto fino a quel momento.
Poi,
finalmente, un’ esile voce le rispose.
“Pronto, Rin” la
giovane rimase in silenzio qualche secondo
“Mi
dispiace tanto..” disse piano. Dall’ altra parte
sentì un
sospiro
“Non fa niente. Sono io
che devo scusarmi”
“No,
non dirlo neanche per scherzo.. hai fatto bene a dirmi
quelle cose. Sono stata una stupida” sentì la
propria voce iniziare a tremare
“Se la sarebbe presa
chiunque..”
“Forse
è vero.. ma così facendo ho rovinato tutto, di
nuovo”
“Puoi provare a
sistemare le cose se vuoi. Penso che lui non aspetti altro, Rin”
Rin tacque
“Non
so se ho il coraggio..”
“Certo che ce l’hai! Non
ho mai visto una donna con più palle di te!”
a Rin scappò una risata
“Devi andare da lui e
chiarire ogni cosa. Sarebbe da stupidi rimanere separati.. vi amate
così tanto”
Rin sorrise, asciugando una lacrima che era sfuggita alle ciglia
“Grazie,
Kagome”
“Di nulla. Ah, domani
torno in redazione”
“Non
aspettavo altro”
“Buona fortuna” e
riattaccò
Rin
guardò il telefono ancora qualche secondo, e poi si
alzò
come una furia.
Prese
le sue cose e uscì dall’ edificio. Fuori era ormai
buio,
e l’ aria anche più fresca del solito.
Prese
un taxi al volo e si accomodò, cercando di rilassarsi e
di pensare a qualcosa di sensato da dire.
Iniziò
a torturarsi le unghie, guardando le luci della città e
le vie che passavano veloci.
Doveva
farsi perdonare, e dire a Sesshomaru che lo amava, e
che non le importava davvero più di niente se non di loro
due.
Già,
come poteva fargli capire tutto questo con qualche frase?
Doveva
riuscirci, si disse.
Il
taxi si fermò davanti alla casa dei fratelli, e lei
sentì
il cuore balzarle in gola.
Pagò
l’ uomo e uscì, accorgendosi solo in quel momento
che
stava piovendo.
Guardò
il taxi andare via e poi tornò a guardare la casa.
Al
piano di sotto era tutto spento. Mentre al piano di sopra
alcune luci erano accese. Quindi era in casa.
Bene.
Piano si diresse verso la villetta, e dritta verso le
scale che portavano agli appartamenti del primogenito.
Salì
i gradini con la tentazione di scappare a ogni passo,
sentendo il cuore scoppiare per l’ agitazione e la pioggia
bagnarla ogni
secondo di più.
Quando
giunse davanti alla porta allungò la mano per bussare.
Lo
fece, aspettando
agitata che venisse ad aprirle. Ma non venne nessuno alla
porta.
Provò
allora col campanello, e il suono era così forte che la
fece trasalire.
Indietreggiò
di un passo, certa che adesso lui sarebbe andato
ad aprirle.
Sentì
alcune voci nella casa. Ma non riuscì a capire di chi si
trattasse.
Attese
paziente, finché la porta non si aprì, e Rin
rimase
imbambolata davanti al sorriso felice di una ragazza mai vista prima.
“Buonasera!”
le disse la giovane
Rin
la guardò, cercando di capire chi fosse, cosa facesse
lì,
e soprattutto cosa diavolo dovesse fare.
Non
la conosceva, e non sapeva nemmeno cosa dirle,
aspettandosi di vedere Sesshomaru. E dannazione, una strana e
incontrollabile gelosia
iniziò a pervaderla
“B-Buonasera”
disse solo
La
ragazza le sorrise, continuando a guardarla per qualche
secondo. Poi d’ un tratto si fece seria
“Oh
che sbadata, ma tu starai cercando Sesshomaru non è
vero?”
Rin la vide ridere e posarsi una mano sul petto
“Devi
scusarmi, mi sono appena trasferita qui ma non sono
ancora abituata al fatto di essere in casa sua!” Rin
sentì il sangue nelle vene
raggelarsi. Non seppe se per il freddo provocato dalla pioggia, ma era
certa
che qualcosa in lei si stesse sgretolando.
“Ma
ora te lo chiamo, che svampita” si girò e
cacciò un urlo
“Sesshyyy!”
Rin sentì le ginocchia cedere
Ci
aveva provato, ok? Avrebbe messo tutto in discussione per
tornare con lui, ma questo era veramente troppo.
Non
poteva sopportare di mettersi in ridicolo quando lui aveva
già evidentemente voltato pagina.
“N-no,
ti prego, lascia stare..” la ragazza si rigirò
“Hai
sbagliato appartamento? Forse cerchi Inuyasha allora!
Devi andare giù di sotto!”
“Già,
ho sbagliato, chiedo scusa..” disse piano
“Chi
è?” Rin sentì la voce di Sesshomaru
dalla casa, e
istintivamente arretrò di qualche passo
Approfittando
del fatto che la ragazza si fosse girata verso
di lui, Rin iniziò a scendere le scale come una forsennata.
I
tacchi alti erano un vero impedimento, e lo era anche la
pioggia, che era aumentata notevolmente. Il terreno era bagnato e fu
costretta
a limitare un po’ la velocità o sarebbe scivolata.
“Chi
era?” Sesshomaru andò incontro alla ragazza, che
aveva
chiuso la porta
“Una
ragazza”
“E
cosa voleva?”
“Non
l’ ho capito sai? In realtà non ha detto nulla, ma
sembrava un po’ spaesata” Sesshomaru
sentì il sopracciglio scattare. Qualcosa
non andava
Corse
fino alla porta e l’ aprì, sentendo l’
inconfondibile
profumo di Rin misto a quello della pioggia. Uscì fuori e
guardò oltre il
balcone, vedendo la ragazza ferma sul marciapiede, in attesa di poter
attraversare la strada.
Senza
pensarci due volte urlò con tutto il fiato che aveva in
corpo
“Rin!”
La
giovane si voltò e lo guardò, e sentì
le lacrime sgorgare
copiose, senza alcun argine.
Vedendolo
scendere le scale si girò e continuò a correre,
attraversando la strada.
“Rin,
fermati!” urlò ancora lui, che le stava correndo
dietro
La
ragazza corse ancora più forte, chiedendosi cosa stesse
facendo e dove diavolo stesse andando.
Entrò
in una via illuminata e la percorse facendosi largo tra
la gente, e poi girò a sinistra, andando verso un parco.
Entrò nel cancello e
corse lungo il sentiero, sentendo i tacchi affondare ogni passo di
più nel
terriccio e avvertendo una spossatezza crescente alle gambe.
“Diavolo,
vuoi fermarti?” la voce di Sesshomaru la raggiunse
forte e chiara, segno che si stava avvicinando, e infatti non ci mise
molto ad
agganciarla.
Allungò
una mano e le prese un braccio, tirandola quel tanto
che serviva per
fermarla e non farla
cadere.
La
sentì singhiozzare, e respirare concitatamente.
Vedeva
le spalle scosse e sentiva l’odore delle sue lacrime.
Si
avvicinò piano e le andò davanti
Sembrava
un cucciolo impaurito, perduto. Senza più nulla al
mondo.
“Calmati,
Rin. Va tutto bene” le disse avvicinandosi. Le prese
il volto e la guardò, specchiandosi in quegli occhi grandi e
che mai in tutta
la sua vita aveva visto così colmi di paura.
“Cos’è
successo?” le domandò, ed era così
vicino che Rin fu
tentata di non dire niente, e avvicinare le labbra alle sue e baciarlo,
ancora
e ancora, per sempre.
“I-io..
niente” abbassò lo sguardo, trovandosi a guardare
il
petto di lui.
Indossava
una camicia semi sbottonata, da cui si intravedeva
il petto liscio e ormai bagnato dalla pioggia.
Avrebbe
voluto toccarlo e appoggiarci la fronte. Sentire quel
calore inconfondibile che aveva il potere di farla stare subito meglio.
“E
allora perché stai piangendo?” lui
allungò le mani e iniziò
ad accarezzarle le guance, trattenendo poi il viso in una presa gentile
e
costringendola a guardarlo negli occhi.
Ma
Rin non seppe cosa dire.
Non
riusciva a dirgli che era venuta da lui perché voleva
chiarire ogni cosa.
E
che alla sola vista di una donna in casa sua, come sempre
aveva pensato male.
Si
era sentita una stupida, ed era corsa via.
“Perché
sei venuta da me?”
“Non
lo so più nemmeno io..” sussurrò
appena, tirando su col
naso
Lui
appoggiò la fronte alla sua
“Perché
non mi dici che ti sono mancato?” disse piano
“E
che non potevi.. non puoi stare senza di me” la vide mutare
l’ espressione in una maschera di sofferenza, le lacrime
implacabili.
“Che
siamo fatti per stare insieme” lentamente avvicinò
le
labbra alle sue, cercando di suggellare il tutto con un bacio lento e
casto.
Ma
lei si scostò, senza riuscire ad allontanarsi più
di tanto
però.
Lui
non glielo permise
“Perché
ho paura che succeda di nuovo..” lui la guardò
meglio
“Che
cosa?”
“Ho
paura di non riuscire a fidarmi più di te” lo
guardò,
aspettando di vedere il suo sguardo irrigidirsi, di vedere il distacco
e la
freddezza.
“So
che ho sbagliato, perché in questo modo ho solo fatto
sì
che tu ti allontanassi..”
“Rin,
non è così. Non avevo davvero mai tempo per noi,
e
quella sera.. ero così stanco e arrabbiato.. ne soffrivo
anche io, devi
credermi. E poi sei arrivata tu e hai frainteso tutto, e
io..” lei ricominciò a
piangere, e lui a carezzarle il viso gentilmente
“Ho
perso la testa, ho fatto una cavolata immensa!”
La
pioggia scendeva incessante, e Sesshomaru prese Rin e la
trascinò sotto un albero.
Alcune
gocce d’acqua arrivavano comunque a bagnarli, ma almeno
così erano un po’ più riparati. La fece
appoggiare al tronco e si riavvicinò,
cercando di riprendere a fatica il discorso.
“Sei
sparita, e non hai davvero più voluto vedermi.. ma quando
ci siamo rincontrarti per via di Inuyasha, ho capito quanto fosse
indispensabile per me averti accanto. Eppure ho avuto paura di
confessarti
tutto.. perché temevo non mi avresti mai
perdonato..”
“Sono
stata una stupida..”
“No,
ho sbagliato io.. ma ti prego, oltre a questo non ti ho
mai nascosto nient’ altro, devi credermi!”
Lei
lo guardò sotto le ciglia bagnate, cercando di decifrare
quegli occhi così pieni di emozioni.
“Io
ti amo con tutta me stessa..” confessò
timidamente,
sentendosi arrossire e vedendo anche lo sguardo di lui sciogliersi.
“Ti
amo così tanto che sarei disposta a tutto pur di starti
vicino..” lo sentì avvicinarsi, con tutto il
corpo, con tutto il suo calore.
“Ma
ho così paura da non poter fare a meno di dubitare subito
di te..”
Lui
si allarmò, staccandosi di poco.
“Sono
così gelosa che.. non ho potuto fare a meno di pensare
che quella ragazza di poco fa fosse la tua
ragazza.. che vivessi insieme a lei e che.. non mi amassi
più” si coprì il
volto con le mani, nascondendo le lacrime copiose.
Sentì
il corpo di lui allontanarsi del tutto, lasciandola
appoggiata al tronco e con la sconcertante sensazione che fosse tutto
finito.
Riaprì
gli occhi e lo guardò, leggendo un’ amarezza che
avrebbe preferito non conoscere mai.
“Non
ti fidi più di me..” le disse piano
I
secondi passavano, e nessuno dei due seppe più cosa dire.
Rin sentiva solo che il suo cuore si era spezzato irrimediabilmente,
che
finalmente era stata sincera, ma che ne avrebbe pagato caro il prezzo.
Guardò
negli occhi Sesshomaru, quegli occhi che adesso erano
imperturbabili e vuoti. Si disse che quella era l’ ultima
volta che li avrebbe
visti, si disse che non li avrebbe mai dimenticati. Che non avrebbe mai
dimenticato nulla dell’ unico uomo che avesse mai amato.
“E
va bene..” disse
lui
dopo un silenzio che parve senza fine.
Lei
lo guardò, cercando di decifrare quella frase, di capire
cosa realmente ci stesse dietro.
Sentiva
freddo. La pioggia, e il suo cuore triste stavano
lentamente congelando tutto il suo corpo.
“Va
bene, Rin..” disse ancora, la voce pacata ma decisa.
Ecco,
pensò lei. Ha capito che non c’è
speranza. Che sarebbe
tutto vano e che è meglio finirla qua..
“Sono
disposto a tutto, anche se so che sarà dannatamente
difficile..”
Rin sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei
“Farò
di tutto per permetterti di fidarti ancora di me.. “
allungò una mano e le accarezzò una guancia. Rin
si accostò maggiormente al suo
tocco, piangendo
“Perché
non c’è niente di più importante, per
me” si avvicinò
e le prese il volto fra le mani
“Niente”
e poi non poté proprio più aspettare
Finalmente
la baciò, mettendo a tacere ogni possibile
risposta, o accusa, o qualsiasi cosa avrebbe potuto ribattere. Passando
sopra
tutto quel che era accaduto.
Adesso
importava solo quello, importava che lui la sentisse
ancora sua, ancora lì per lui, perché quei giorni
senza di lei erano stati un
inferno al quale non voleva più sottomettersi.
La
baciò con delicatezza, impedendosi di affondare nella sua
bocca con la foga che lo aveva sempre contraddistinto, ma cercando di
sentire
la risposta e il desiderio di lei.
E
fortunatamente non si fece attendere. Sentì la lingua di lei
rispondere timida, cercandolo con un bisogno che lo
intenerì. La baciò, levando
il sapore delle lacrime dalle sue labbra e spargendovi il suo,
rimarcando
ancora una volta il suo passaggio e la sua proprietà.
E
poi l’ abbracciò, forte, nascondendo il viso fra i
suoi
capelli e beandosi del suo corpo avvinghiato al suo, delle sue mani
piccole ma
sapienti immerse nei suoi capelli.
La
sentì tremare, realizzando quando fosse bagnata e
infreddolita.
Si
staccò e la guardò negli occhi, in quegli occhi
che lo
avevano stregato dal primo momento in cui li aveva incrociati.
“Penso
che per prima cosa dovrei riportarti a casa mia.. e
trovare un’altra sistemazione a mia cugina
Tsukiyomi” Rin sgranò gli occhi,
arrossendo
“Tua..
tua cugina?” chiese flebilmente
“Già”
la fissò, studiando la sua reazione
“Oh”
disse lei, iniziando a sentire tutta la frustrazione e la
gelosia scemare, lasciando spazio a un benessere e a una
serenità che negli
ultimi giorni aveva dimenticato di poter sentire.
“E’
architetto anche lei, e ogni tanto collabora col mio
studio, ma non vive in città ed è costretta a
trasferirsi da noi per qualche
giorno ogni volta”
Rin
non seppe cosa dire, vergognandosi all’ istante della
reazione folle che aveva avuto solo pochi minuti prima, scappando come
una
pazza.
“E
adesso le devo trovare un altro posto dove passare la
serata, immediatamente, perché se non faccio subito
l’amore con te rischio di
impazzire”
Rin
lo seguì, lasciando che lui la tenesse per mano e che la
portasse indietro, sotto la pioggia, fino a casa sua.
Quando
rientrò nell’ appartamento Sesshomaru
sentì un silenzio
allarmante. Dov’era finito quel terremoto della cugina?
Avanzò
piano, andando verso la cucina, dove trovò un grande
biglietto appeso al frigorifero.
“Mi
è
venuta voglia di pizza! Ho incontrato Inuyasha e sto uscendo con lui.
Ah, dormo
a casa sua! ;) Tsuki“
Gli
venne quasi da sorridere. Quella furbastra aveva capito
tutto.
Tornò
con passo lento verso Rin, guardandola indifesa e
spaesata, come se non fosse mai stata lì. Pensò
che tutte quelle emozioni, la
paura di perdersi e di non potersi amare più, dovevano
averla scossa davvero
tanto.
L’
abbracciò forte
“Mia
cugina si è volatilizzata. Abbiamo la casa tutta per
noi..”
Le
prese i fianchi e studiò la sua espressione, leggendo ora
un po’ di quell’ abbandono che aveva sempre
accompagnato i loro momenti
insieme. Ma era ancora così impaurita..
La
baciò piano accarezzandole i capelli bagnati
“Rin..”
le disse a fior di labbra “lasciati amare”
Tornò
a occuparsi delle labbra, conscio di averla rincuorata e
ammorbidita con le sue parole. Sentì infatti la lingua di
lei rispondere piano
ai suoi assalti, ricercandolo con la stessa voglia di esplorarsi, di
infiammarsi.
“Sei
tutta bagnata” le sussurrò poi a un orecchio,
andando con
le mai a sfilarle la giacchetta. La lanciò sul pavimento, e
andò subito a
dedicarsi alla maglia.
Era
letteralmente incollata al suo corpo, e piano la sollevò,
godendosi quei centimetri di pelle rivelata, messa a nudo,
così perfetta.
Quando
le sfilò l’indumento rimase fermo a contemplarla
per
qualche secondo, beandosi del suo sguardo arrossato, delle coppe di
pizzo piene
e bisognose di attenzioni.
Poteva
esistere creatura più bella?
E
lui come aveva potuto perderla per ben due volte, quando era
già stato così dannatamente fortunato solo per
averla incontrata?
Non
avrebbe mai e poi mai permesso a se stesso, né a lei, di
separarsi di nuovo.
“Dio,
Rin..” tornò a baciarla, avvolgendola con le
braccia e
cercandola stavolta con più energia. Non ce la faceva
davvero più, aveva
aspettato troppo a lungo di riaverla sotto il suo tocco.
Scese
con le labbra a baciarle il collo, e poi l’ incavo fra i
seni, sentendo le braccia di lei circondagli la testa e bearsi del
contatto
della sua lingua calda con il suo petto freddo e bagnato.
Quasi
s’inginocchiò, scendendo a baciarle la pelle e
arrivando
fino alla gonnellina. Con mani sapienti abbassò la cerniera
e la fece cadere in
basso. Quel profumo che si sprigionò, quell’ odore
a lui così noto, ma sempre
così inebriante lo avvolse come una droga.
Si
rialzò piano, prendendola e mettendosela a cavalcioni.
La
sentì gemere, quando la fece letteralmente sbattere contro
la sua erezione.
La
vide sospirare, e arrossire terribilmente.
Piano
andò verso la sala, che era semplicemente la stanza
più
vicina.
Non
avrebbe resistito fino alla camera, ne era certo.
Si
sedette sul divano, con lei sopra.
Le
slacciò il reggiseno e riaffondò in quella valle
tondeggiante e profumata, mentre lei cercava di sbottonare la camicia
di lui.
Al
sentire le sue mani fresche a contatto col suo petto caldo
qualcosa scattò in lui, e decise che non poteva davvero
attendere oltre.
Si
tolse brutalmente la camicia, rompendo i bottoni ancora
attaccati. Alzò Rin quel tanto che bastava per potersi
calare giù i pantaloni,
e rimanendo finalmente nudo sotto di lei.
Rin
avvampò sentendo l’asta calda premere su di lei.
Sentì il
corpo rispondere e accendersi sotto quella promettente erezione, e
scoprì di
essere in trepidazione.
Lo
voleva, voleva unirsi all’ uomo che amava e sentirsi
finalmente al sicuro fra le sue braccia, incastrata al suo corpo in
quel modo conosciuto
e indissolubile.
Lui
la guardò negli occhi, bloccandole il viso a pochi
centimetri dal suo e giocherellando contemporaneamente con le sue
mutandine.
“Mi
sei mancata da morire..” toccò spudoratamente il
suo sesso
attraverso l’ indumento fradicio.
“E
ti desidero follemente” senza lasciarle tregua
spostò il
tessuto di lato, esponendola in tutta la sua bellezza.
Le
baciò le labbra, posizionandosi sotto la sua apertura
“Ti
amo..” le sussurrò, beandosi di quello sguardo che
ricambiava ogni sua emozione, ma che ancora aveva bisogno di tempo e di
lui per
potersi abbandonare come sempre.
La
baciò ancora, facendola scendere piano sulla sua erezione,
riempendola con tutto il suo ardore e dando inizio a una danza
passionale e
infinita di cui mai si sarebbero stancati.
Ciao
a tutti!
Mmmh, che ve ne pare? Ammetto di non essere pienamente soddisfatta, non
so
qualcosa non mi convince.
In
questo capitolo comunque, abbiamo la situazione della
coppia principale in stand-by, Kagome relegata in casa e nei suoi
pensieri,
Inuyasha chiuso nella sconfitta che ha dovuto incassare.
Sango
e Miroku nelle vesti di cupido cercano di aiutare i due,
e nel prossimo capitolo vedremo finalmente qualcosa smuoversi.
Infine,
Rin e Sesshomaru.. non potevo certamente lasciarli
divisi! Forse il Sesshomaru delle mie storie è un
po’ troppo melenso e
sdolcinato, me ne scuso con le fan del demone arrogante e taciturno, ma
proprio
non posso dire di no al mio lato romantico :D
Per
chi non la conoscesse, Tsukiyomi è una sacerdotessa che
appare nell’ episodio 139 dell’ anime. Nella mia
storia è inserita puramente
per far ingelosire Rin :D
Ringrazio
chiunque continui a seguirmi, ve ne sono assai
grata!
Spero che il capitolo nonostante i miei dubbi possa essere di vostro
gradimento!
Aruko
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