Ti spiezzo in due!

di supersara
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-Ahg!- Yuuri gemette di dolore mentre dai suoi occhi cominciarono a scendere delle lacrime ribelli.

Victor si immobilizzò immediatamente, ma non si ritrasse. Lo fissò per qualche secondo mentre era sdraiato sotto di lui, con le gambe divaricate e tremanti. In realtà non solo le gambe, ma tutto il suo corpo tremava come una foglia.

-Piangi Yuuri?- Fece con tono dolce e paziente, che risultava sempre in netto contrasto col suo accento russo -Non è mai morto nessuno, lo sai, vero?-

Il ragazzo cercò disperatamente di darsi un contegno e smettere di singhiozzare, ma il dolore era veramente forte, più di quanto immaginasse, e la presenza di Victor sopra di lui, che infieriva con una tale pressione sul suo corpo, non era d’aiuto, anzi lo agitava ancora di più.

I loro corpi così a stretto contatto, le mani del russo su di lui, il suo respiro così vicino.

-Vi… Victor!- Piagnucolò -Non ce la faccio!-

L’uomo gli sorrise intenerito, ma restò comunque fermo impietosamente in quella posizione, senza né avanzare né ritrarsi.

-Ti stai già abituando: basta piangere, e non andare in apnea! Respira!- La sua voce risultava calda e rassicurante, ma comunque ferma e impietosa.

Yuuri deglutì e cercò di calmarsi, iniziando a respirare regolarmente. Nel giro di un minuto il dolore sembrava essere diminuito, oppure era lui a essersi abituato davvero a quello strazio stabile e costante.

-Meglio?- Chiese il coach.

Yuuri aveva paura di dirgli la verità, ma d’altra parte ormai doveva andare fino in fondo… in tutti i sensi.

Annuì preparandosi al peggio.

-Adesso devi fare dei respiri profondi: inspira ed espira. Lo farai per tre volte, e quando arriveremo alla terza, durante l’espirazione io spingerò ancora. Ok?-

No che non era ok! Yuuri si limitò a deglutire e a iniziare quei respiri, mentre Victor sorrideva soddisfatto, quasi impaziente di raggiungere quell’imminente risultato di cui sembrava godere fortemente.

Quando arrivò a quella terrificante terza espirazione, Victor spinse con forza le sue gambe verso il basso e il ragazzo si fece sfuggire l’ennesimo gemito strozzato.

-Eccola! Ce l’hai!- Fece Victor tutto emozionato.

Yuuri non fece una piega, continuando a restare rigido sotto di lui: quando gli aveva detto di sdraiarsi supino sul tappetino per lo stretching, sperava davvero che non fosse per fargli eseguire una spaccata frontale con assistenza! Anche se effettivamente fra il peso delle gambe, la gravità e le spinta di Victor, alla fine ci era riuscito davvero!



















































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