Capitolo quinto.
All'una uscimmo da scuola, leggermente in anticipo. Strano, di solito
la prof. continuava a spiegare nonostante fosse suonata la campanella.
E così ci fermammo ad aspettare la classe di Massi.
Appena uscì anche lui, io, Anna ed Ema iniziammo a fare la
strada insieme.
Naturalmente avevo già avvisato i miei due migliori amici
che io ed Ema volevamo stare un po' da soli, quindi saremmo restati in
quattro per poco, e questo andava bene a tutti, visto che anche loro
volevano avere un po' di privacy.
Dopo una decina di minuti, Anna e Massi allungarono il passo,
lasciandoci finalmente soli.
All'inizio, per i primi venti passi, restammo in silenzio. Io con lo
sguardo fisso per terra.
-Tutto bene?- mi chiese Emanuele, a un tratto.
Io alzai lo sguardo di scatto. -Sì, perchè?-.
-Sei pensierosa... a cosa pensi?- disse lui, con una scrollata di
spalle.
A quanto vorrei che ci fosse qui Marco al tuo posto.
-A niente, non sapevo che dire- borbottai.
-Non c'è bisogno di dire qualcosa- mormorò lui,
avvicinandosi con il volto verso di me.
Riuscivo perfino a sentire il suo respiro che soffiava sul mio viso,
talmente eravamo vicini.
Ci guardammo negli occhi per qualche minuto.
Guardando i suoi occhi azzurri, mi immaginavo quelli di Marco. Quelli
di Emanuele erano diversi dai suoi, però nella mia mente li
vedevo: scuri come la notte d'inverno. Li vedevo lì, a pochi
centimetri da me, che mi guardavano.
Emanuele mi abbracciò forte e poi si avvicinò con
la bocca, toccando la mia. E ci baciammo. Un bacio strano, a dire la
verità.
Dentro la mia testa sentivo la canzone Thinking of you di
Katy Perry. Non pensavo a niente, solo a quella canzone.
'Cause when i'm with
him, i am thinking of you, thinking of you. / Perchè quando
sono con lui, sto pensando a te, sto pensando a te.
Ed era vero. Mentre baciavo Emanuele, pensavo a Marco. Immaginavo che
fosse lui a baciarmi così, che fosse lui a guardarmi dritto
negli occhi. Immaginavo la sua lingua dentro la mia bocca, non quella
di Emanuele, come effettivamente era così.
E mi faceva stare male. Mi faceva stare male baciare un ragazzo che
nemmeno mi piaceva, immaginandomi quello di cui ero innamorata.
Insomma, soffrivo a immaginarmi cose non vere.
E capii. Capii che tutto quello che stavo facendo era sbagliato. Era
solo un'illusione: bella, ma pur sempre un'illusione.
Mi allontanai di colpo.
-Cosa c'è, piccola?- mi sussurrò lui, dolcemente.
E mi faceva male il fatto che lui restava comunque dolce con me, ignaro
di tutto quello che gli avrei detto.
-Ti devo dire una cosa- feci, seria.
Lui inarcò il sopracciglio, confuso. -Cosa?-.
-Io non voglio- dissi, tutto d'un fiato. Feci una pausa, e poi ripresi:
-Non voglio baciarti, non voglio fare quello che stiamo facendo, non
voglio niente di tutto questo. Sento che questa è tutta
un'illusione, ed è la cosa più sbagliata che
potessi mai fare-.
-Desy, io te lo avevo detto che non volevo niente di serio, mi dispiace
di averti illusa ma...- iniziò lui. Ma io lo fermai:
-No, non è colpa tua. Sono io che ho fatto questo errore,
cioè continuare a baciarti nonostante non provassi niente
per te... nonostante mi piacesse un altro-.
-Ti... ti piace un altro?- balbettò lui, stupito.
Abbassai lo sguardo, arrossendo. -Sì, scusa...
è che io ti ho baciato perchè ero solo curiosa...
sai, io non avevo mai baciato... e la tentazione era forte... tu non mi
sei mai piaciuto-.
-Ah- sbottò lui.
Ci fu un attimo di pausa. Poi aggiunsi:
-Però d'altronde nemmeno tu sei innamorato, nemmeno tu hai
mai voluto niente di serio... quindi diciamo che è andata
meglio così-.
Lui annuì soltanto.
Alzai gli occhi e mi ritrovai alla via prima della mia. -Oh, sono quasi
arrivata a casa-.
-Okay, io adesso devo andare a sinistra, abito più in
là... ciao- mi salutò lui, e senza aspettare
nemmeno una risposta, si voltò e si incamminò
dall'altra parte.
Appena salii in casa, mi precipitai in camera mia e mi buttai sul mio
letto in lacrime.
Perchè il ragazzo che mi interessava non sapeva nemmeno
della mia esistenza? Perchè invece avevo baciato un ragazzo
di cui non me ne sarebbe fregato di meno? E perchè sentivo
la gelosia per Massi e Anna ardermi dentro come una fiamma di un grosso
focolare? Perchè io non riuscivo a resisterle senza trovare
una motivazione? Perchè non riuscivo ad essere felice per
loro?
Mi sentivo a pezzi, come se miliardi di aghi mi avessero perforato le
carni, ogni millimetro del mio corpo senza lasciare un puntino libero.
E mi sentivo in colpa. Forse avevo illuso Emanuele. Magari sperava in
qualcosa di più di un'amicizia.
Mi soffiai il naso più volte, mentre le lacrime scendevano
ormai automatiche.
Quando entrò mia madre, quasi non me ne accorsi.
-Cosa c'è, amore?- mi chiese dolcemente, sedendosi accanto a
me.
-Lasciamo stare- risposi, tra un singhiozzo e l'altro.
Ci fu un piccolo silenzio, in cui ne approfittai per tirarmi su a
sedere e darmi una sistemata ai capelli.
-Vai a sciacquarti la faccia- mi consigliò lei,
accarezzandomi delicatamente le guence bagnate dalle lacrime.
Annuii, lentamente. -Va bene-. Poi mi alzai e mi diressi in bagno, dove
mi piazzai davanti allo specchio per guardare com'ero ridotta.
Sì, ridotta era la parola più adatta.
I miei capelli color castano chiaro, quasi bondi, erano tutti
arruffati, gli occhi umidi e le guance rosse.
Sospirai, sconfitta. Non mi sentivo bella, per niente. E
così incominciai a trovare ogni più piccolo
difetto del mio corpo, poi anche del mio carattere: ero debole, troppo
sensibile, superficiale e impaziente. E tanti altri difetti, ma dopo
aver trovato quelli, mi era venuto uno strano senso di nausea molto
fastidioso.
Senza pensarci un'altra volta, aprii il getto del rubinetto davanti a
me. Mi avvicinai sempre di più fino a sentire la sensazione
di bagnato su tutto il viso. L'acqua era fredda, quasi gelata, e mi
fece bene, a dire la verità. Quando mi staccai, un brivido
mi percorse la schiena. Però mi sentivo meglio, ed era
quello ciò che contava.
-Va meglio?- mi domandò mia madre, appoggiandosi alla porta
aperta del bagno.
-Sì, un po'- risposi, a bassa voce.
-Te la senti ora di raccontarmi cosa è successo?-.
Mi voltai verso di lei e la guardai, incerta su cosa dirle. -Non
è che sia successo un fatto vero e proprio, sono io che mi
sento un po' così- mormorai, abbassando subito lo sguardo.
Mia madre fece un leggero cenno col capo. -Capisco... ha fatto qualcosa
Anna?-.
Scossi la testa, decisa.
-Massi?-.
Scossi nuovamente il capo.
Ci fu una piccola pausa, anche se a me sembrò durare
eternamente. Mi sentivo terribilmente osservata, quindi imbarazzata.
-Ti piace Emanuele- concluse mia madre. Dal suo tono di voce, sembrava
più un'affermazione che una domanda.
Io alzai di scatto la testa. -No- sbottai, con convinzione.
-Qualcun'altro?- mi incalzò lei.
Figurati se un giorno sarei riuscita a nascondere qualcosa a mia madre.
-Beh... più o meno- risposi, arrossendo.
Lei mi sorrise, comprensiva. -Ah, i primi amori...che belli quei tempi
in cui tutto sembra perfetto-.
Però, purtoppo, non era così.
Avevo voglia di gridare, di cantare con tutto il fiato che possedevo in
gola, di urlare per liberarmi da tutti i problemi e le preoccupazioni
che sentivo dentro, avevo voglia di sfogarmi. Ma sapevo che non avrei
potuto farlo, c'erano mia madre e mia sorella in casa (soprattutto mia
sorella che stava studiando).
Così dissi a mia mamma che uscivo a fare una passeggiata,
dato che era una bella giornata. Presi con me l'ipod, il mio
insostituibile ipod.
Erano le quattro del pomeriggio e il sole splendeva alto nel cielo,
stava iniziando a fare caldo.
Mi misi gli auricolari all'orecchio, e iniziai a camminare.
Canticchiavo parole della canzone che stavo ascoltando.
Cantare mi ha sempre fatto bene, mi ha sempre distolto dalla
realtà. Dalla crudele realtà che mi circondava. E
anche in quel momento, un po', mi stava facendo pensare ad altro.
Ogni tanto alzavo lo sguardo per vedere dov'ero. Quella volta
però, anziché alzare il capo avrei preferito
morire.
Sul marciapiede, dall'altra parte della strada, vidi Emma, la mia
compagna di classe, e Marco mano nella mano.
I primi cinque secondi rimasi ferma, immobile, impassibile. Come se
avessi appena visto un fantasma, la paura era talmente forte che non
riuscivo a muovere un muscolo.
Ridevano, scherzavano, sembravano divertirsi insieme. Sembravano amici.
No, che stavo dicendo? Molto più di due sempici amici.
La rabbia mi salì come una scossa elettrica, a una
velocità indescrivibile. Quando poi me la sentii scoppiare
dentro, mi sentii gli occhi umidi, non riuscivo a vedere bene. Riuscii
solo a capire che in quel momento stavano iniziando ad avvicinarsi. E
si abbracciarono.
Così la prima lacrima iniziò a formarsi
nell'occhio sinistro e poco dopo scese fino a lasciare una scia sulla
guancia. Iniziai a piangere, le lacrime iniziarono a scendermi sia
dall'occhio sinstro che dall'occhio destro. Dapprima una per volta, poi
anche tre alla volta.
Non riuscii più a guardarli, era come se avessi visto un
reato: la cosa mi incuriosiva, però sapevo anche che era
sbagliato. Sapevo che era sbagliato spiarli, lo sapevo
perchè mi faceva stare male. Soffrivo a vederli insieme.
Marco, il ragazzo di cui ero innamorata, a manina con Emma.
Lì, a pochi metri da me. Erano là davanti,
riuscivo a vederli bene, se non fosse stato per le lacrime che mi
appannavano la vista.
Iniziai a correre, volevo scappare da quel mondo crudele. Volevo
scappare da quella terribile realtà che mi faceva
sprofondare sempre di più, minuto dopo minuto. Ogni secondo
della mia vita che passava scoprivo o succedevano cose orribili.
Non mi girai più, non ci riuscii più. Il coraggio
ormai non faceva più parte di me. Mi sentivo piccola
piccola. Corsi per vie che mi parvero sconociute. Corsi, senza guardare
dove andavo, proseguivo dritta, con la musica al volume massimo.
Ascoltavo No one
di Aly&Aj.
I
am moving through the crowd trying to find myself . And i tell myself no one, no
one, don't wanna be no one, but me... You are moving through the crowd
trying to find yourself. Feel like a doll left on a shelf, will someone
take you down? / Mi sto spostando tra la folla cercando di trovare me
stesso e mi chiedo chi voglio essere. E mi dico nessuno, nessuno, non
voglio essere nessuno, ma me... Stai passando attraverso la folla
cercando di trovare te. Ti senti come una bambola posata su un ripiano,
qualcuno ti tirerà giù?
Proprio in quel momento andai a sbattere contro qualcosa o qualcuno.
Non riuscii a capire cosa fosse. Lo capii, solo quando alzai gli occhi
e mi ritrovai davanti il petto di un ragazzo. Era alto, molto alto, sul
metro e ottanta, calcolando la mia altezza. Alzai il viso per vedere
chi fosse. Vidi i suoi occhi, azzurro ghiaccio, un azzurro diverso da
quelli di Emanuele. I capelli erano corti ricci, di un color molto
scuro, quasi neri.
-S...scusa- balbettai, indietreggiando.
Lui mi sorrise, il suo sorriso era così grande che riuscii a
vedere i suoi denti bianchi e lucidi. Perfetti, come il resto,
d'altronde.
-Non fa niente- mi rassicurò lui.
Aveva una voce profonda, era una voce da uomo. Non come quella dei miei
compagni di classe, a cui ero abitutata.
-Mi... mi dispiace, non volevo- ripresi, imbarazzata.
-Ma non preoccuparti, davvero- disse lui, scrutandomi -stai...
piangendo?-.
Maledizione. Si vedeva così tanto?
-E' una storia lunga e complicata- risposi, vaga.
Il ragazzo fece un leggero cenno di assenso col capo. -Capisco. E poi
io in effetti sono uno sconosciuto, è più che
comprensibile se non me lo vuoi dire-.
-Non è quello, è che veramente, è
troppo lungo... e poi non mi va nemmeno di parlarne, peggiorerei solo
la situazione-.
Lui annuì, senza aggiungere altro.
-E' meglio che vada- mi affrettai a dire -ehm, ci... vediamo-.
Lui mi accennò il suo splendido sorriso,
dopodichè mi salutò.
Ecco perchè avrei tanto voluto che quel giorno fosse stato
piovoso, così nessuno avrebbe mai capito che avevo appena
pianto.
*Questa volta ci ho messo un po' di più del solito. E' che sto attraversando un brutto periodo. Forse è per questo che in questi ultimi capitoli (soprattutto questo) è un po' triste la storia. Intanto volevo ringraziare tutte quelle meravigliose persone che hanno messo questa fic tra le preferite/seguite. E anche quelle che hanno recensito (io_crazy e sashinapicciolina, sono davvero contenta che vi piaccia ^^ E anche, e soprattutto, Leslie per aver letto, recensito, corretto e aggiunto la storia tra le seguite ^^). Mi rendete davvero felice, un enorme grazie. A voi, ma anche a tutti quelli che hanno solo letto. Alla prossima continuazione, allora ^^ Un bacio, LaLLa. |