Quando un filosofo incontra un brigante...

di Illidan
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Un giorno Epicuro incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!- ruggì il brigante sguainando la spada.

-Temo di non avere molto da darti.- rispose il filosofo con calma prendendo il borsello da sotto la tunica –Non giro mai con molti soldi e oggi ho fatto pure la spesa.- Così dicendo indicò la scarsella che portava a tracolla, e svuotò il borsello nella mano sinistra: conteneva solo tre piccole monete di rame. Il brigante le arraffò, ma una smorfia di delusione si dipinse sul suo volto.

-La mala sorte mi perseguita, per Eracle! Non mi capita quasi mai che qualcuno si lasci derubare in pace, e quando succede mi toccano solo quattro soldi!- si lamentò, riponendo la spada.

-Mio buon uomo, mi dispiace per la tua infelicità, ma credo che ti sbagli: la sorte, o il fato, o gli dei, se preferisci, non hanno preso te come bersaglio per le sciagure, non più di alcun altro uomo almeno. Gli dei infatti sono esseri immortali e felici, che non si curano certo delle nostre effimere vite, essendo così aliene alla loro perfezione. E quella che tu chiami mala sorte è soltanto il caso, qualcosa di totalmente imprevedibile e incontrollabile: dunque non lamentartene, ma cerca piuttosto nella tua vita le ragioni della tua insoddisfazione.-

-Dici che sono infelice perché mi ostino a voler rapinare la gente? Ma lo faccio per ottenere tanti soldi, ehm, facilmente e potermi poi divertire per qualche giorno fra osterie e postriboli.- rispose il brigante, e aggiunse timidamente grattandosi il capo –Ecco, a dire il vero, immagino che mi piacerebbe farlo, se mai riuscissi a portare a termine un solo furto…-

-Ma anche se riuscissi una volta, dopo dovresti farlo di nuovo e saresti al punto di partenza. Non vedi piuttosto quanti dolori ti causa questa ricerca di piaceri smodati e non necessari? Per essere felici occorre in realtà molto poco: una vita frugale e modesta, priva di smanie per desideri smodati e di timore degli dei o della morte.- rispose Epicuro con calma. –Vuoi venire a pranzo da me? I miei amici mi aspettano al Giardino, saremo lieti della tua compagnia.-

E così pranzarono assieme sobriamente, mentre Meneceo e gli altri discepoli interrogavano il filosofo sulle ultime novità della teoria atomistica.
Epicuro avrebbe voluto che il brigante restasse con loro, magari trovandosi un lavoro onesto. Tuttavia, non essendo quest’ultimo un cittadino ateniese, non trovò nessuno disposto ad assumerlo per settimane: era infatti tempo di crisi e parecchie volte il brigante si sentì gridare in faccia ‘prima gli ateniesi!’. Non volendo quindi il masnadiere vivere a scrocco, ripartì.




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