What
if we were…
Miguel
sta guardando il tramonto oltre le pareti dorate
di El Dorado, al di là delle verdi colline di quella terra
così lontana e
diversa dalla sua madre patria Spagna. Gli piace quella
città, più precisamente
l'oro, la ricchezza, forse anche
l'idea di essere così importante, addirittura idolatrato, da
quella gente che
lo crede una divinità, e se fosse per lui ci rimarrebbe per
sempre.
Continua
a fissare il punto dove il sole sta lentamente
scomparendo, accompagnato da un cielo sempre più rosa,
azzurro e blu, con le
stelle che fremono per illuminare la notte dove ogni sera splende una
luna
impossibile da quanto è bella.
Accanto
a lui, Tullio fa lo stesso, ma ad occhi chiusi,
semplicemente rilassato, sdraiato su un tappeto intrecciato di tessuti
pregiati
e con le braccia piegate sotto la testa per stare più
comodo. Ogni tanto apre
un occhio, ma non per lo spettacolare panorama, no,
quello ormai lo ha visto fin troppe volte ed è sempre lo
stesso
che c'è a Barcellona o a Madrid, controlla invece che Miguel
sia lì, vicino a lui, con lui, come è giusto che sia
e come deve sempre essere.
Osserva
la sua schiena incurvata in avanti, la maglia
rossa e larga che gli ricopre le spalle e lascia scoperto il collo
abbronzato,
i capelli biondi che risplendono e gli danno un'aria quasi regale, come
se
fosse nato per essere adorato. Lo guarda e si tranquillizza nel saperlo
in sua
compagnia, a vivere quell'avventura fuori da qualsiasi immaginazione.
Sa
a cosa sta pensando, lo intuisce dallo sguardo
trasognante che rivolge alla città sotto di loro e capisce
che non può lasciare
che si innamori di qualcosa, o qualcuno, che potrebbe facilmente
portarglielo
via.
Per
carità, anche Tullio cova con gli occhi tutto
quell'oro, ma non ha dimenticato che casa sua, la loro
dimora, è in Spagna. Dovranno ripartire, prima o poi, e deve
avere la certezza che Miguel sarà con lui.
«Chi
l'avrebbe mai detto che ci saremo ritrovati qui.»
mormora, rilassandosi e intercettando lo sguardo del biondo, il quale
si volta
non appena Tullio apre bocca per ascoltarlo. Fa spesso così,
lo tiene sempre in
considerazione, ha rispetto di quello che dice, anche se poi sviluppa
idee e
pensieri diversi e fa comunque quel cazzo che vuole. Tullio lo apprezza
per
quello.
«Già,
ancora non ci credo.» concorda Miguel, sdraiandosi
accanto a lui e mettendosi ora a contemplare il cielo sopra di loro,
aspettando
che l'altro continui.
«Secondo
me significa che possiamo essere qualsiasi cosa,
se lo vogliamo.» riflette Tullio, assumendo quell'espressione
pensierosa che lo
caratterizza, inarcando un sopracciglio e arricciando le labbra
sottili,
accarezzandosi nel frattempo il pizzetto scuro sul mento.
Miguel
annuisce con più convinzione. «Potremmo essere dei
conquistatori.»
«O
dei politici.»
«O
dei leoni.»
«O
dei re.»
«O
Dei.»
sogghigna Miguel, dandogli una gomitata complice e facendolo
sghignazzare.
Tullio
apprezza quei contatti, apprezza qualsiasi cosa
che riguarda il suo biondo amico, tutto pur di saperlo vicino, di
sentirlo
parte di sé. Miguel è tutto quello che ha al
mondo, è più importante della Spagna,
dell'oro, delle donne, di qualsiasi stupido piacere effimero.
«Però
saremmo sempre in due, non è vero? Dei, re, non importa,
purché siamo tu ed io.» se ne esce a quel punto il
biondo, troncando i suoi
pensieri e strappandogli via il respiro con quel modo tanto genuino e
sincero.
Tullio
lo guarda per alcuni istanti che gli sembrano
infiniti, mentre Miguel sorride, convinto di quello che afferma e
sicuro di
ottenere una risposta affermativa che, infatti, alla fine arriva.
«S-si.»
mormora il moro ancora sconvolto, il quale spera
che l’altro non si sia accorto della sua voce traditrice e
tremula, con il
cuore che batte tanto forte da
fargli
quasi male. «Ovvio che sarebbe così, razza di
idiota.» dice, sbuffando fintamente
scocciato e chiudendo gli occhi per celare quell'emozione che rischia
di farlo
capitolare.
Il
biondo ridacchia ancora un po', respirando poi
profondamente e rilassandosi, le braccia lungo il corpo e la mano che
sfiora
quella di Tullio.
Miguel
adora El Dorado, ma Tullio viene prima
di qualsiasi città d'oro.
Tullio
ama la Spagna, ma, sopra ogni cosa, ama
Miguel.
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