Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa
fiction
non è stata scritta a scopo di lucro.
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-Titolo :
Smiling Promise – Un sorriso per una promessa
-Autore:
Beat
-Rating:
Verde
-Genere:
Generale, Introspettivo.
-Personaggi:
Sai, Sakura, Sorpresa
-Trama:
Durante la festa per il compleanno di Naruto, Sai si trova a cercare di
dipanare la matassa delle relazioni interpersonali. Tentando di svelare
i misteri che circondano gli altri, si troverà ad affrontare
se stesso, sostenuto da un insospettabile aiuto.
-Note
dell’autore: Questa presentazione fa schifo. Non
sono capace di scrivere le presentazioni! Chiedo anticipatamente scusa
per l'introduzione penosa...
E anche il titolo: so bene che non è la traduzione
letterale. Ma “Promesse sorridenti” non rendeva per
niente bene!
Comunque sia, una precisazione seria ce le ho: questa è una
One-shot. Da questa premessa, la coppia SaixSorpresa è solo
accennata. Perché io non credo nell'amore che fiorisce in
poche pagine. Ha modo di sbocciare, ed è quello che accade.
Ma non può verosimilmente maturare così in fretta.
Buona lettura!
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Smiling Promise
– Un sorriso per una promessa
La festa per il sedicesimo compleanno di Naruto era l'evento
più rumoroso e confusionario a cui Sai avesse mai
partecipato.
Come lui, anche tutti gli altri giovani shinobi di Konoha erano stati
invitati a festeggiare, e il risultato era che buona parte della
popolazione del Villaggio della Foglia era stipata in quei pochi metri
quadri che erano l'appartamento di Naruto.
Impossibilitati dalla concreta mancanza di spazio, molti degli invitati
erano stati costretti a rimanere fuori. Anche se per tutto il giorno il
sole era stato oscurato da una fitta coltre di nubi, e il cielo plumbeo
non faceva che promettere le piogge torrenziali tipiche di quel periodo
dell'anno, fortunatamente quella sera non si era ancora vista una sola
goccia d'acqua. In questo modo, gli invitati in eccesso avevano potuto
stare all'aperto, e in strada erano state portate numerose sedie e
addirittura qualche tavolo, in modo che la festa potesse essere vissuta
anche fuori da quell'appartamento decisamente troppo piccolo.
Ciononostante, le persone all'interno erano ancora decisamente in
soprannumero.
Naruto stava facendo avanti e indietro tra dentro e fuori per salutare
personalmente tutti gli invitati e non riusciva a stare fermo nello
stesso punto per più di un paio di minuti di seguito.
La confusione era pressoché insopportabile: il
chiacchiericcio che producevano le dozzine di invitati si sommava al
tintinnio delle posate e dei bicchieri continuamente presi e poggiati
sui tavoli.
Tutti parlavano con tutti, scambiandosi battute e facezie in un
caleidoscopico miscuglio di rumori indistinti.
Sai ammirò tutto questo con un moderato stupore.
Forse non avrebbe mai voluto prendere parte di proposito ad un evento
del genere, ma Sakura gli aveva vivamente consigliato di partecipare,
sia in nome dell'amicizia che ormai lo legava a Naruto, sia in nome del
suo “addestramento” sulle comuni norme di
socializzazione.
“Le feste sono il momento migliore per fare amicizia con gli
altri! Dai, vieni anche tu!” gli aveva detto il giorno prima,
alla fine dell'allenamento.
Gli aveva sorriso dolcemente...perlomeno, dolcemente quanto lo poteva
essere Sakura quando voleva che qualcuno facesse quello che lei stava
chiedendo.
In pratica era un ordine, ma Sai ebbe il buon gusto di non farglielo
notare; si limitò ad acconsentire gentilmente.
Da quando avevano messo piede nell'appartamento di Naruto, Sakura non
lo aveva mai lasciato solo. Si era accorta di come l'amico si fosse
istintivamente irrigidito quando aveva notato quanta gente era stata
invitata, e quanto fosse tremendo il livello del rumore prodotto dal
festeggiamento.
Lo aveva preso sotto braccio e lo aveva guidato in quella giungla di
persone, presentandolo a chi ancora non lo conosceva e continuando a
stimolarlo a fare un po' di conversazione con gli altri.
“Quattro chiacchiere non hanno mai ucciso nessuno, lo
sai?” gli disse ridendo, quando Sai si era trovato senza
sapere assolutamente che dire davanti ad una persona che, nel rumore,
non aveva nemmeno capito come si chiamasse.
Sai sospirò leggermente. Quella sera non stava proprio
facendo progressi.
C'era troppa gente, e a volte non riusciva nemmeno a sentire quello che
i suoi occasionali interlocutori gli stavano dicendo.
Si sentiva molto perplesso riguardo tutta quella situazione.
Non capiva come Sakura potesse riuscire a gestire tutto quello che le
stava vorticando attorno. Troppi volti, troppe voci, troppi nomi.
Eppure la ragazza non perdeva un colpo.
Sai sospirò di nuovo. Forse quel genere di festa non faceva
per lui.
Fu anche tentato di riferire la sua scoperta a Sakura, ma era quasi
certo che la ragazza gli avrebbe risposto con uno dei suoi sorrisi che
stavano a significare “tu fai quello che dico,
perché io ho ragione” e lo avrebbe convinto che
era solo questione di abitudine.
Era decisamente in trappola.
Dovette fermarsi qualche minuto a riflettere, per riuscire a trovare
una scappatoia alla sua situazione. Vagliò molte opzioni di
fuga, ma fu costretto a scartarle tutte. Sebbene stava cominciando a
non sopportare più quella situazione, non avrebbe certo
rischiato di scatenare l'ira di Sakura e la delusione di Naruto per
essersene andato quando la festa era ancora nel suo vivo.
Quindi, l'unica opzione che gli rimaneva era quella della ritirata
strategica.
Aveva adocchiato in un angolo dell'appartamento un divano, che per
tutta la serata era stato ignorato da chiunque. Era vecchio e consunto
e non aveva un'aria molto rassicurante. Anche il fatto che sopra vi
fosse depositato un leggero strato di polvere stava chiaramente ad
indicare che nemmeno lo stesso proprietario lo usava con assidua
frequenza. Ma Sai non si lasciò impressionare dalle cattive
condizioni del mobile. Anzi, lo fissava, speranzoso che le pessime
condizioni del mobile scoraggiassero altri a sederglisi accanto.
Con veloci occhiate studiava ora Sakura, che stava parlando
animatamente con Ino Yamanaka, ora il divano. Attese il momento
propizio in cui la sua personale guardia del corpo si distrasse, per
scivolare elegantemente verso la sua salvezza.
Senza troppa fatica, riuscì a raggiungere il divano.
Vi si sedette quasi trionfante, deciso a rimanere lì...era
quasi certo che Sakura l'avrebbe definito “a far da
tappezzeria”.
Impercettibilmente rilassò le spalle.
Per la prima volta in tutta la serata gli sembrava di poter ritornare
al suo consueto ritmo. Non doveva più stare dietro al
frenetico susseguirsi di persone quasi sconosciute. Poteva stare
lì seduto, tranquillo.
Si perse nella contemplazione degli altri invitati, cercando di venire
a capo di tutte quelle interazioni sociali che ancora non gli erano
chiare. Studiò con attenzione particolare le espressioni dei
visi.
Era quasi un anno che ormai stava in squadra con Naruto e Sakura, ma
alle volte ancora non era sicuro di quale espressione doveva usare in
situazioni a cui non era abituato. Come quella, ad esempio.
Aveva notato che la maggior parte degli invitati sorrideva
pressoché in continuazione – anche quando
parlavano con lui senza conoscerlo – ma le persone erano
molte e i sorrisi molto diversi. La stessa Sakura che ormai poteva dire
di conoscere discretamente bene, lo aveva lasciato dubbioso
più di una volta durante la serata: mentre parlava con
alcune persone le sembrava perfettamente serena e felice, mentre con
altre, sebbene continuasse a sorridere, sentiva che era più
rigida e spigolosa. Eppure il sorriso era il medesimo e Sai non avrebbe
saputo dire con esattezza quando fingeva e quando invece era sincera.
Per cui si prese la libertà di studiare con attenzione i
presenti. Scivolava da un viso all'altro, studiava i sorrisi e le
espressioni, soffermandosi quando queste non erano quelle che si
sarebbe aspettato di trovare. Annotò mentalmente tutti i
dettagli, sperando di riuscire a trovare nuove informazioni da
riutilizzare in futuro.
Stava scrutando in maniera particolarmente interessata la faccia di
Sakura mentre stava ancora parlando animatamente con la Yamanaka,
quando sentì il divano abbassarsi leggermente alla sua
destra. Voltandosi, vide che Shino Aburame gli si era seduto accanto.
Il ragazzo non si era girato per guardarlo, e Sai ritenne opportuno non
fissarlo per più del tempo considerato educato. Rivolse di
nuovo la sua attenzione alla folla davanti a lui quando all'improvviso
si rese conto di una cosa a cui non aveva mai fatto caso: non sapeva
nulla di Shino Aburame. E non era solo per il fatto di non avergli
praticamente mai rivolto la parola, ma anche per il fatto che non lo
aveva mai nemmeno visto in volto. Le poche volte in cui le rispettive
squadre si erano trovate a collaborare, o le rare volte che lo aveva
incrociato per strada, lo aveva sempre visto con il cappuccio della
giacca tirato sopra la testa, gli immancabili occhiali scuri, e il
colletto sistemato in modo che non gli si vedesse nemmeno la parte
inferiore del viso. In effetti, doveva ammettere che non sapeva
minimamente che aspetto potesse avere il ragazzo.
Con la coda dell'occhio, Sai spostò la sua attenzione al
ninja che gli stava accanto.
Silenzioso, imperturbabile, estremamente discreto. Sarebbe stato un
perfetto membro della Radice.
Voltandosi quasi impercettibilmente, lo guardò con
più attenzione. No, niente di quello che gli appariva
davanti riusciva a dargli una qualche impressione sulla persona che si
nascondeva dietro.
“È maleducato fissare”
mormorò all'improvviso Shino, anche lui voltandosi di
qualche grado.
Sai sentì le sopracciglia che gli si sollevavano per lo
stupore. Non aveva captato segni rilevatori che gli facessero intendere
che l'Aburame si fosse accorto che lo stava fissando.
“Scusa” replicò allora, forzando le
labbra a piegarsi leggermente all'insù.
Shino non gli rispose, ma invece di tornare a scrutare la gente come
stava facendo prima, rimase fermo voltato verso di lui. Sai supponeva
che lo stesse fissando, ma non ne poteva essere certo.
“Perché indossi gli occhiali scuri anche di
sera?” domandò dopo un momento Sai, stuzzicato da
quella stranezza di cui solo in quel momento aveva preso piena
coscienza.
“Per non rivelare niente ai miei nemici” rispose
immediatamente e in modo quasi lapidario.
“Ma non ci sono nemici qui” osservò
perplesso Sai “Siamo tutti amici!”
proclamò, ripetendo una delle numerosi frasi convenzionali
che Sakura gli aveva ripetuto per tutta la serata.
“Affermazione opinabile” ribatté Shino,
con un'osservazione che suonava come se avesse detto la cosa
più ovvia del mondo.
“È una festa...” osservò
sempre più perplesso Sai. Non capiva il comportamento di
quel ragazzo.
Rimasero senza dire nulla per un bel po'.
Il ragazzo non rispose e Sai non sapeva più che altro dire,
anche se si sentiva stranamente curioso nei confronti di
quell'enigmatico ragazzo. Da parte sua, Shino non sembrava in alcun
modo interessato ad intavolare una conversazione.
Solo che ogni tanto Sai si girava, furtivo, a sbirciarlo con la coda
dell'occhio.
Voleva disperatamente capire cosa si celava dietro la maschera di
indifferenza e spietata riservatezza di Shino Aburame.
“Mi stai ancora fissando” notò questi
dopo l'ennesimo tentativo dell'altro di guardarlo senza venir scoperto.
Sai questa volta non si scusò.
Fu sincero.
“Non ti capisco”
“In molti non mi capiscono”
“Perché?”
“Perché io non voglio”
“Come mai?”
“E come mai tu sei così curioso?”
Sai ragionò un attimo prima di dargli una risposta.
“Vorrei provare a capirti.” ammise alla fine,
sincero.
“Perché?” Shino gli ribaltò
la domanda fatta in precedenza.
Sai aprì la bocca per rispondere ma all'ultimo si rese conto
che non conosceva nemmeno lui la risposta.
Era semplicemente...incuriosito. Incuriosito e affascinato.
Prima di allora non aveva mai incontrato nessuno che, al di fuori della
Radice, potesse vivere senza sentimenti apparenti.
Tutte le persone che aveva incontrato e conosciuto erano in qualche
modo legate le une alle altre. Indipendentemente da quale legame fosse,
non vi era nessuno che non provasse qualcosa per almeno un'altra
persona.
Tranne, apparentemente, Shino Aburame.
Il giovane rifiutava qualunque contatto umano che esulasse dalla mera
collaborazione durante le missioni. Da quello che ne sapeva, anche gli
stessi compagni di squadra non erano mai riusciti ad introdurlo con
successo nella “loro” cerchia. Teneva le distanze
con tutti.
E questo per Sai era quantomeno incomprensibile.
Perfino lui, che era stato addestrato a rimuovere qualunque tipo di
sentimenti e legami, non appena aveva avuto la facoltà di
scegliere, aveva deciso di integrarsi con il resto del mondo, per
quanto la cosa gli risultasse ancora parecchio difficoltosa.
“Posso farti una domanda?” chiese di getto Sai, per
una volta ricordandosi le lezioni di Sakura sulle “buone
maniere”, chiedendo prima il permesso.
Shino si voltò di nuovo verso di lui, accennando vagamente
ad una alzata di sopracciglio.
Che voleva dire?
Stava a significare che era perplesso?
O scocciato, forse?
O magari non era nemmeno quello?
Sai si sentì scrutare da dietro quegli impenetrabili
occhiali scuri, ma attese con cortese pazienza che Shino decidesse se
valeva la pena stare ad ascoltarlo o meno.
“Chiedi.” quasi un ordine, impartito con benevola
accondiscendenza.
“Perché non dai mai confidenza a
nessuno?”
“Non ce n'è bisogno”
Questa volta fu Sai a sollevare un sopracciglio.
Decisamente perplesso.
“Cosa intendi dire?”
Shino lo fissò di nuovo prima di parlare.
Pareva stupito per l'insistenza di Sai.
Evidentemente anche lui lo aveva sempre considerato un tipo riservato,
e gli pareva quantomeno strano che improvvisamente si fosse interessato
a lui e a quello che pensava.
Solitamente le persone si stancavano in fretta del suo modo lapidario
di rispondere alle domande, e questo era un modo efficace per far loro
abbandonare quanto prima ogni tentativo di – solitamente
inutile – conversazione.
Ma Sai non sembrava voler perdere interesse per lui.
“La maggior parte delle persone palesa i propri pensieri e
sentimenti in maniera eccessiva” cominciò a dire,
incrociando le braccia al petto mentre esponeva le sue teorie.
“Prendi Naruto” continuò, indicando con
un cenno della testa il biondino che era appena sfrecciato davanti a
loro “Si capisce subito quello che ha per la testa solo
guardandolo in faccia. Ma come se non bastasse, ci pensa lui stesso a
dirtelo, sbandierando ai quattro venti quello che sta
pensando!”
Sai seguì con gli occhi il suo compagno di squadra. In
effetti il ragionamento di Shino non faceva una grinza. E ripensando a
tutte le esperienze che aveva avuto con Naruto, non poté che
dare ragione all'Aburame.
“Ho capito quello che dici” e aggiunse subito dopo
“Ma ancora non capisco perché non dai mai
confidenza a nessuno”
“Proprio per il motivo che ho appena detto. Non trovo nulla
di interessante in persone così banali che puoi capire con
un solo sguardo. E queste persone solitamente sono anche quelle che non
si preoccupano realmente degli altri individui, perché sono
troppo concentrate su di loro stesse per badare agli altri. Al massimo
qualche domanda di pura cortesia formale...totalmente inutile! Non si
può conoscere una persona solo perché la si
saluta tutti i giorni!”
Shino aveva concluso il suo discorso con un'insolita energia.
Appariva completamente diverso dal ragazzo imperscrutabile che Sai
aveva sempre visto.
Era sinceramente convinto di quello che stava dicendo.
“Piuttosto che fare finta di essere amico di gente del
genere, preferisco non averci niente a che fare” concluse
poi, riprendendo senza problemi il suo solito modo di fare, calmo e
quasi indifferente. Come se avesse semplicemente espresso un parere sul
tempo.
Sai si prese qualche minuto per riflettere su quello che Shino aveva
appena detto.
Non aveva mai provato a vedere la questione delle relazione
interpersonali da quel punto di vista. La cosa lo aveva lasciato
parecchio scombussolato.
In quell'anno passato nel Team Kakashi, sia Naruto che –
soprattutto – Sakura, avevano sempre continuato a spingerlo a
cercare nuove amicizie e a consolidare quelle vecchie, stimolandolo a
interessarsi agli altri e ad aprirsi con loro.
Ma ora il discorso di Shino gli aveva completamente rimescolato le
convinzioni che credeva di avere sull'amicizia e tutte le condizioni
affini.
“Temo di essere confuso. Quello che dici non è
quello che Sakura mi ha insegnato. E nemmeno quello che, a quanto pare,
tutti quanti pensano riguardo l'amicizia e i legami. Però
non mi è sembrato nemmeno che il tuo discorso fosse
sbagliato...”
“Io non sono contro l'amicizia, bada bene. Non sopporto le
gente falsa ed egoista, tutto qui”.
“Io ti sembro così?” chiese d'un tratto
Sai. Non seppe bene nemmeno lui da dove gli era uscita quella domanda,
ma all'improvviso sentì di dover sapere se anche lui era una
di quelle persone che si concentravano solo su di se stessi, senza
preoccuparsi degli altri.
Shino si voltò per guardarlo bene in volto. Lo
studiò con cura, anche se da dietro le lenti scure Sai non
sapeva esattamente che cosa stava fissando.
“Tu hai paura di te stesso. Ti serve una guida. O pensi che
ti serva. Segui i consigli di Sakura e cerchi di integrarti in questo
mondo. Cerchi di adattarti, ma non lo capisci appieno.”
“Mi vedi così?!”
Shino abbassò la testa in maniera quasi impercettibile,
prima di continuare.
“Da quel che so, conoscevi molto bene quello che eri, nella
Radice. Tuttavia, adesso non sai bene quello che sei...e nemmeno come
diventerai. Per questo le gente ti considera bizzarro,
quantomeno.”
Sai fissò a lungo il ragazzo, sbattendo le palpebre a
metà tra il perplesso e lo stupito.
Ma poi si trovò ad annuire tra sé e sé.
Era vero quello che stava dicendo Shino.
A lungo si era sentito smarrito di fronte alla sua nuova vita, e a
volte ancora adesso non era del tutto certo di quello che faceva...e di
quello che era diventato.
E nessuno gli aveva mai detto nulla del genere.
“A quanto pare riesci a capirmi molto bene”
commentò Sai dopo un momento.
“Non direi. Sei molto più enigmatico del resto
della gente”
“Ma hai detto tutte cose vere...”
I due ragazzi tornarono a guardare a folla davanti a loro. La festa era
al suo culmine, e gli invitati erano sempre più scatenati.
“Pensi che io sia un egoista? O una di quelle persone che non
sopporti?”
“Perché lo vuoi sapere? Che ti importa di quello
che penso io?”
“Perché credo che ne valga la pena.”
Shino ci mise qualche secondo per rispondere.
“No...perché non sei falso. Nonostante le tue
incertezze ti possano portare a sbagliare, non credo che tu sia una di
quelle persone che detesto. Non penso proprio che tu sia egoista. Si
capisce da come ti comporti con gli altri.”
A Sai la testa scattò quasi in automatico verso l'altro
ragazzo. Lo guardò decisamente stupito, ma fu ancora
più stupito quando vide il suo volto.
Fu solo per un breve momento.
Ma Sai era sicuro di averlo visto.
Anche se non poteva vedergli le labbra, Sai era certo che le
sopracciglia stranamente distese, le guance più alte
rispetto il solito, le spalle rilassate e soprattutto il tono di voce
con cui aveva parlato, non potevano dire che una cosa.
“Hai sorriso!” esclamò, incredulo.
Shino era ritornato immediatamente con la sua solita espressione.
Ma non aveva negato.
“Perché non sorridi mai?”
“Ma lo sai che fai un sacco di domande?”
“Davvero?!” Sai non se ne era accorto fino a qual
momento. Ma facendovi mente locale, si rese conto che, effettivamente,
quella sera entrambi avevano parlato un sacco. O meglio, Shino aveva
parlato un sacco. In compenso lui aveva fatto molte domande.
“Beh, però tu mi hai sempre risposto...”
fece notare.
Shino si sciolse dalla sua rigida posizione a braccia conserte. Nel
girarsi completamente verso l'altro ragazzo, si spostò anche
più vicino a lui, come per sottolineare che quello che stava
per dire era molto serio.
“Credo che con te ne valga la pena”
Sai sentì un sorriso affiorargli spontaneo sulle labbra.
Anche se accadeva più spesso rispetto un anno prima, per lui
capitava comunque di rado sorride in maniera così genuina.
“Posso vederti senza occhiali?” chiese, tornando ad
un'espressione seria che però non nascondeva del tutto il
precedente sorriso.
“Non stasera..!”
Ma non era un rifiuto.
Nemmeno la miglior maschera scorbutica di Shino poteva celare la sua
vera espressione, rilassata e aperta come non lo era mai stato con
nessuno.
Non era stato un rifiuto.
Pareva anzi una muta promessa.
La promessa di un inizio.
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Angolo dell'Autrice:
Questa fiction ha partecipato al contest "Sai in Pairing"
indetto da Princess21ssj,
classificandosi quarta.
Sono arrivata quarta...QUARTA! Io!
*___* Soddisfazione alle stelle!
Davvero, sono contentissima di questa posizione.
Mi sono molto impegnata per scrivere questa storia, e sono davvero
felice che sia stata premiata in questo modo. *__*
Riporto il giudizio della giudice, che ringrazio infinitamente:
Stile e grammatica: 8.
Trattazione del tema: 8.
Personaggi: 9.
Originalità: 7.
Media tra i quattro voti: 8.
[cit. “Tutte
le persone che aveva incontrato e conosciuto erano in
qualche modo legate le une alle altre. Indipendentemente da quale
legame fosse, non vi era nessuno che non provasse qualcosa per almeno
un'altra persona.”]
Tranne lui. E non vi svelerò il suo nome nella recensione
per non rovinarvi la sorpresa.
Lo devo ammettere: il pairing mi ha sconvolta. E’ risaputo
che ognuno
ha propri gusti -anche io ho le mie preferenze, diamine!- e ho cercato
in ogni modo di passarci sopra per essere imparziale, ma confesso che,
letto il nome, mi sono scoraggiata. E parecchio.
Se non fosse stato per la bravura dell’autrice, probabilmente
non avrei mai neppure immaginato una possibile relazione con Sai e
nemmeno l’avrei considerata plausibile.
Tuttavia la narrazione, benché non sia stata contornata da
una
situazione particolarmente innovativa o inesplorata, è
svolta
benissimo, grazie ad un IC quasi inappuntabile dei personaggi. La
caratterizzazione del personaggio sorpresa è perfetta, tanto
da darmi
l’idea di leggere un estratto del manga.
Ho molto apprezzato anche la scelta di un finale aperto,
all’insegna del detto “se son rose,
fioriranno”. Insomma, nell’insieme
è ben bilanciata, delegando spesso ai dialoghi la
centralità della
scena. Le battute, le domande, le risposte evasive sono assolutamente
brillanti.
L’unica pecca della storia, se così si
può definire, sembra
essere la lunghezza dei periodi: in alcuni casi risultano troppo lenti,
in altri aggiungono dettagli inutili, appesantendo la lettura.
D’altro canto le regole di grammatica sono state sempre
rispettate, quindi non è necessario soffermarcisi.
Un ultimo post scriptum per l’autrice, visto che ne ha
parlato nelle
note: per l’introduzione comincerei citando una parte focale
della
storia, credimi, può colpire più di un sunto
lungo tre righe^^. Ed il
titolo in inglese calza a pennello xD!
Brava!
Kiss^*^
Totale: 32/40
Per favore, fatemi sapere i vostri commenti,
pareri o critiche!
Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti
leggeranno e basta.
Beat
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