Perché abbiamo promesso, Pietra Nera. di Arwen88 (/viewuser.php?uid=57766)
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sai in pairing INEDITO PER CONTEST
**Questa
fan fiction si è classificata settima a pari merito al
Contest "Sai in pairing!" indetto dal Sai FC**
Non
riuscivo a decidere su quale di questi due mettere e così
alla fine li ho messi entrambi!! Son troppo belli!!!
Titolo:
Perché abbiamo promesso, Pietra Nera.
Autore: Arwen88
Rating:
Arancione.
Genere:
Malinconico, Sentimentale, Introspettivo.
Avvertimenti:
One-shot, Alternative Universe, Shonen-ai.
Personaggi:
Naruto Uzumaki, Sai, Shikamaru Nara, Kiba Inuzuka.
Trama: Sai entra
nella band di Naruto pochi giorni prima del loro
concerto, dopo le prove Naruto decide di portargli del materiale
perché si possa preparare adeguatamente all'evento ma
finisce
per scoprire un doloroso segreto di Sai. Da quel momento il biondo
inizia ad interessarsi seriamente al nuovo arrivato del gruppo.
Note
dell’autore: Il titolo della storia si riferisce a Black
Stone di Gackt, canzone di cui riporto la mia traduzione dall'inglese
in fondo alla storia: nella fan fiction appartiene alla band di Naruto,
in realtà appartiene solo ed unicamente al grande Gackt.
Naruto
qui
non lo si vedrà fare il buffone (sono contraria a certi
stereotipi), a mio parere nella serie Shippuden ha dimostrato
ampiamente di essere maturato, anche il comportamento di Kiba
è
giustificato:
l'amore rende ciechi e alcuni diventerebbero pure sordi pur di
proteggere una propria pseudo-relazione.
Ci sono scene
forti che mi hanno portata ad alzare il rating.
L'artefice del dolore di Sai rimane senza un nome perché non
ritengo si meriti nemmeno che gliene trovi uno e purtroppo in quella
figura ci si possono riconoscere molte persone cattive, anche per
questo non gliene ho dato uno. Ci tengo molto all'argomento trattato e
spero di averlo fatto bene, perché in caso contrario mi
vergognerei di me stessa.
Perché abbiamo promesso,
Pietra Nera.
Naruto
sollevò una mano: -Ancora una volta: da capo!-
Le bacchette di
Kiba diedero il tempo e la melodia riprese dall'inizio.
La band provava
ormai da quattro ore quando il biondino disse che per quella sera
poteva bastare.
Kiba
mormorò un basso "grazie.." sgranchendosi le mani e tutti
cominciarono a stiracchiarsi chiacchierando con calma. Mentre rimetteva
a posto la propria chitarra Naruto notò che, oltre Shikamaru
e
Choji, Sai stava rimettendo a posto il proprio strumento senza dire una
parola a nessuno.
Il cantante lo
fissò pensieroso: quel ragazzo smilzo e vagamente
apatico gli aveva praticamente salvato la vita... Il loro secondo
chitarrista si era preso la varicella a solo una settimana circa dal
concerto e la band era piombata nella disperazione finché
Shikamaru non gli aveva portato lì un suo compagno di
facoltà presentandolo come "Sai", sin dalla prima prova il
gruppo era rimasto entusiasta del talento del giovane e Naruto l'aveva
subito accettato nella band.. tuttavia il ragazzo non mostrava mai i
propri sentimenti e la sua musica ne risentiva.. senza contare il fatto
che così non legava con gli altri e lui non riusciva mai a
capire se trovasse le prove troppo pesanti. Il biondo decise di
chiederlo direttamente a lui e si avvicinò al nuovo acquisto
battendogli una mano sulla spalla:-Sai, tutto ok?-
Il ragazzo volse
su di lui due grandi occhi neri e gli fece un breve
sorriso.. che di gioia non aveva proprio niente:-Sì,
perché?-
Naruto si
grattò la testa:-Beh, pensavo che magari le prove potevano
essere state un po' dure..-
Il moro
negò col capo:-No, nessun problema.-
La spalla del
cantante ricevette un colpo e voltandosi il biondo si
ritrovò davanti Kiba:-Noi stiamo andando al bar, vi unite a
noi?-
Ok, come frase
era normale, l'unica cosa anomala fu l'occhiata scettica
che il ragazzo rivolse al moro mentre finiva la frase: questo lo
osservò brevemente con attenzione per poi scuotere la testa.
-No, grazie.-
Al cantante
però non sfuggirono la nota amara nella sua voce
nè il mezzo sospiro sollevato dell'amico.
C'era qualcosa
che non andava, decisamente: la band lo stava rifiutando.
Il ragazzo si
girò velocemente e urlò agli amici che li
avrebbe raggiunti per poi concentrarsi sul moro al suo fianco.
-Senti, si
può sapere che hai? Non sorridi mai, non commenti,
non ti stufi, arrabbi, non imprechi.. non mostri mai nessuna emozione!
Dovresti provare a sorridere...-
Sai gli rivolse
uno sguardo indifferente prima di finire di chiudere la custodia della
sua chitarra.
-Io non ho
emozioni.-
Naruto
sbuffò incrociando le braccia al petto:-Che cavolata, tutti
hanno emozioni!-
Gli occhi
d'onice si fermarono nei suoi:- Ti ho già detto che io non
ne ho.-
Il biondo
lasciò andare le braccia lungo i fianchi.
-Ma
perché dici questo? Pensi forse che provare sentimenti sia
da deboli?-
E finalmente lo
sguardo del moro cambiò: con un piccolo ghigno
soddisfatto Naruto si rese conto che in quegli occhi era spuntato un
barlume d'interesse.
Era un buon
inizio.
-In effetti
sì: penso che sia da deboli. Nella vita non contano le
emozioni, conta solo raggiungere i propri obbiettivi.-
Il biondo era
completamente scioccato:-Ma chi ti ha detto una cosa simile?-
-Il mio tutore.
Ciao.-
Il ragazzo prese
lo strumento e prima che il compagno potesse fermarlo ormai era uscito.
Il cantante
scosse il capo, incredulo: se uno veniva allevato con
simili insegnamenti non c'era molto da stupirsi che poi da grande
sembrasse uno psicopatico.
Il ragazzo stava
per chiudere la saletta quando notò dei fogli
su una sedia, avvicinandosi li riconobbe per i pezzi che aveva
fotocopiato per Sai in modo che il giorno dopo, anche se non potevano
riunirsi, lui avrebbe potuto comunque esercitarsi. Se li era
dimenticati
sulla sedia. Il giovane imprecò grattandosi la testa: ci
teneva
che il nuovo arrivato arrivasse alla serata coi pezzi bene in testa.
Non gli rimaneva che una cosa da fare.
Naruto camminava
per strada a passo svelto, ormai era buio e voleva
arrivare a casa del ragazzo prima dell'ora di cena in modo da non
disturbare. Sbuffò ripensando ad una mezz'ora prima: era
entrato
al bar dove c'era il resto del gruppo e aveva subito chiesto a
Shikamaru se sapesse l'indirizzo del nuovo arrivato. L'amico non aveva
fatto domande e l'aveva semplicemente cercato, ma Kiba non era stato
altrettanto tranquillo: l'aveva guardato scioccato per poi chiedergli
con voce più alta del normale se volesse veramente andare di
notte a casa "dello psicopatico". Naruto si era veramente irritato,
quello era un membro della band ora, meritava di essere trattato alla
pari. Ma Kiba gli aveva lanciato un'occhiata strana, quasi ferita.
Il biondo aveva
ancora in testa la sua domanda "È solo
perché sta nella band?", davvero non era riuscito a
capire a che si riferisse ma proprio in quel momento Shikamaru aveva
trovato l'indirizzo e gliel'aveva dato.
Naruto aveva
lanciato al ragazzo un occhiata perplessa prima di chiudere la
conversazione e tornare in strada.
Ed ora eccolo
lì nel quartiere dei ricchi a cercare la casa del moro.
All'improvviso
si fermò e guardò prima il numero della
casa di fronte a sé e poi il bigliettino che teneva in mano,
aveva superato la casa giusta. Tornò indietro per poi
fermarsi
davanti ad un cancello metallico.
Sbuffò:
probabilmente se avesse suonato sarebbe stato costretto
ad incontrare quello psicopatico del tutore (perché
sì,
il tutore per dare certi insegnamenti doveva per forza essere
psicopatico).. Un ghigno si dipinse sulle labbra del giovane e il
ragazzo prese ad arrampicarsi sul cancello per poi atterrare
dall'altra parte con un tonfo attutito.
Si diresse velocemente verso quella casa silenziosa che era la sua meta.
Arrivato in
prossimità della facciata di davanti si
appiattì al muro: nella casa sembravano essere accese solo
due
luci, Naruto sbirciò dalla finestra illuminata al piano
terra e
vide un uomo dargli le spalle in quello che sembrava uno studio. Sai
doveva essere nella stanza illuminata al primo piano.
Il ragazzo si
guardò attorno, c'era un albero di lì a
qualche metro, si avvicinava alla parete e là c'era una
grondaia
dalla quale avrebbe potuto arrivare alla stanza del ragazzo.
Probabilmente
chiunque l'avrebbe trovato un piano stupido, soprattutto
perché non aveva considerato la strada del ritorno e la
pericolosità dello stare in piedi su una grondaia.. ma per
Naruto non era solo geniale, era "divertente".
I primi dubbi
gli vennero al secondo scricchiolio della grondaia
ma ormai c'era quasi e così continuò. La finestra
non
solo era ancora illuminata ma era anche aperta e, quando la raggiunse,
il biondino vi sbirciò dentro: sì, era
decisamente la
stanza di Sai, perfettamente in ordine e senza nemmeno una traccia di
vita.
Ma Sai dov'era?
Naruto se lo
chiese mentre poggiava le mani sul davanzale e si issava
all'interno, ma presto ebbe la sua risposta e per poco non
cacciò un urlo.
Il ragazzo era
steso a faccia in giù a terra, affianco al letto,
non portava più la maglia nera che aveva indossato fino a
nemmeno
un ora prima. Ma non fu questo a colpire di più il biondo:
fu il
sangue.
Sul pavimento
c'erano piccoli schizzi di sangue e sembravano freschi, e dovevano
esserlo a giudicare dalla schiena di Sai.
La pelle bianca
era aperta da parecchie ferite rosse di sangue, il ragazzo stava fermo
immobile.
Naruto gli corse
accanto e si inginocchiò al suo fianco
prendendogli un polso, appena fu sicuro che il cuore battesse
capì che il ragazzo doveva aver perso i sensi e si
guardò
attorno disperato, corse al comodino e apertone il cassetto
trovò ciò che cercava. Non era tanto ma era tutto
ciò che poteva fare: aprì un pacchetto di
fazzoletti e
prese a tamponare quelle ferite, durante l'operazione si rese conto che
quelli non erano gli unici segni su quel corpo. Naruto toccò
coi
polpastrelli quelle che erano decisamente vecchie cicatrici, ormai
bianche. Si riscosse quando l'altro mosse appena la testa riprendendosi.
Subito il biondo
si accostò a lui, il moro gli rivolse uno sguardo appannato.
-Sono io,
Naruto: mi riconosci?-
Il ragazzo
annuì appena.
L'espressione
del biondo si rabbuiò:- È stato il tuo tutore a
farti questo?-
Il moro
esitò un attimo ma poi annuì ancora.
Se si fosse
lasciato andare sarebbe sicuramente sceso a prendere a
pugni quel vecchio ma ora Sai aveva bisogno di lui lì e
Naruto
cercò di calmarsi.
-Devo portarti
all'ospedale.-
Sai chiuse gli
occhi e aprì la bocca sussurrando piano:- No.-
-Perché?
Sei ferito, devi farti..-
Il moro lo
interruppe:- No.- riaprì gli occhi incontrando quelli
azzurri dell'altro - Se vado all'ospedale daranno la colpa a lui.. ma..
è stata colpa mia.-
Il biondo
sbuffò incredulo:-Cosa mai puoi aver fatto per meritarti una
cosa simile?-
Il ragazzo
richiuse gli occhi:- Ho cercato di sorridere.-
E tutto d'un
tratto Naruto capì perché su quella schiena
non c'erano cicatrici recenti: era passato molto tempo dall'ultima
volta che Sai aveva sorriso.
-Facciamo un
patto.- La voce del ragazzo era seria, aspettò che
l'altro riaprisse gli occhi per continuare -Io per stasera non lo
denuncio, ma tu verrai con me da una dottoressa che conosco e ti farai
controllare.-
Il moro
esitò, ma alla fine annuì.
Di ritorno dalla
facoltà Shikamaru e Naruto camminavano fianco a
fianco, il biondo aveva raccontato i fatti della sera prima all'amico:
lui non era un granché nel capire certe cose ma sapeva che
l'altro era un genio e che parlargli di quel problema l'avrebbe aiutato
a risolverlo.
-Cosa ha detto
la dottoressa?-
-Dice che le
ferite non sono molto profonde, per almeno un paio di
giorni però non potrà appoggiare la schiena. L'ha
medicato e fasciato.- il biondo scosse il capo -Gli ha detto che chi
l'aveva fatto meritava di essere denunciato.-
Il castano gli
rivolse un occhiata seria:-E lui?-
Naruto rispose
stizzito:-Ha detto che non l'avrebbe fatto. Che era
stata colpa sua e non sarebbe più successo..- il ragazzo
allargò le braccia -Shika, io non lo capisco!
Perché lo
difende? Perché si assume la colpa?-
Il ragazzo
sospirò:-Talvolta può capitare che le vittime
di abusi difendano coloro che gli fanno del male, soprattutto se
l'abuso è anche psicologico: se quel tipo l'ha convinto sin
da
piccolo che sorridere è sbagliato e che all'errore
è
associata la punizione fisica, questo spiegherebbe il motivo per cui
lui ora pensa che sia veramente colpa sua.-
Il volto del
cantante esprimeva tutto il suo disgusto:-Vorrei prenderlo a pugni.-
Shikamaru scosse
la testa:-Lascia perdere, non servirebbe a niente.
Andrebbe denunciato, ma l'unico testimone si rifiuta.. purtroppo
dipende tutto da Sai.- il ragazzo si voltò verso l'amico
-Piuttosto, che ne è di lui?-
Il ragazzo
agitò una mano:-Tutto a posto: l'ho convinto a
rimanere a casa mia. Per il momento è al sicuro.. per lo
meno
fino al concerto: si è rifiutato di rimanere oltre.-
-Meglio di
niente..-
Naruto
uscì dal bagno sfregandosi un asciugamano sui capelli
bagnati per la doccia appena fatta, si fermò un attimo e
invece
di entrare direttamente nella sua stanza si diresse invece in quella
degli ospiti dove stava Sai. Bussò alla porta aspettando il
permesso per entrare. Un "avanti" gli giunse ovattato dal legno ed
entrò: il moro era seduto sul letto con le gambe incrociate,
un
libro in mano.
-Ti da fastidio
se parliamo un po'?-
Il ragazzo
soppesò la domanda:-No.. Non mi da fastidio.-
Il biondo si
andò a sedere sulla sedia davanti alla scrivania,
voltandola in modo da stare di fronte all'ospite. Continuò a
sfregarsi i capelli meditando su quale potesse essere l'approccio
migliore per parlare di ciò che era successo col tutore, non
gli
veniva in mente niente. Nel frattempo, visto che l'amico non dava segno
di voler parlare, il moro tornò a concentrarsi sul libro.
-Come mai hai un
tutore?-
Il giovane
sollevò lo sguardo dalla storia che stava leggendo
fissandolo negli occhi azzurri dell'altro.
-Mi ha
adottato.- Ricevendo uno sguardo perplesso dal ragazzo Sai
decise di spiegarsi meglio nella speranza che le domande cessassero
presto lasciandolo tornare al libro. -Stavo in orfanotrofio sin da
piccolo, un giorno lui è venuto e mi ha adottato.-
-Si è
comportato sempre da bastardo?-
Il moro rivolse
un occhiata gelida al ragazzo rispondendo con
altrettanta freddezza nella voce:-Non si comporta da bastardo,
semplicemente desidera che io rispetti gli insegnamenti che mi ha
impartito.-
Naruto
sbuffò:-E questo comprende l'essere massacrato di botte?-
-Quello
è successo perché ho sbagliato.- Il biondo
sentì la voce del ragazzo incrinarsi appena e si diede del
deficiente. Decise di avvicinarsi e si andò a sedere sul
letto
vicino al moro.
-Cosa leggi?-
Forse cambiare argomento per un po' avrebbe aiutato.
Il giovane
lanciò un occhiata perplessa al biondo che gli si era
avvicinato ma quando quella zazzera scompigliata si sporse davanti al
suo viso per leggere l'intestazione del libro non poté fare
a
meno di sentirsi avvolgere dal profumo di vaniglia che quel ragazzo
emanava. Era decisamente buono. Quando Naruto risollevò il
viso
verso l'amico, lo trovò con lo sguardo perso e le pallide
guance
vagamente tinte di rosa. Sai si tirò appena indietro quando
si
accorse di quelle iridi azzurre troppo vicine alle sue.
Il biondo
sorrise furbescamente:-Ti piace la vaniglia?-
-È un
buon profumo.-
Il ragazzo mise
su un piccolo broncio:- Potresti sprecarti un po' di più...-
Il moro
scrollò le spalle:-Scusa, ma non mi viene bene: è
passato molto tempo dall'ultima volta che ho parlato molto.-
Naruto
tornò serio:- Quando è stata l'ultima volta che
ti
sei lasciato andare?- notando però lo sguardo smarrito
dell'altro si spiegò -Intendo dire l'ultima volta che hai
parlato a lungo di te, sfogandoti, dicendo ciò che ti
passava
per la testa, senza restrizioni...-
Lo sguardo
d'onice vagò per la stanza senza fermarsi su niente in
particolare, riunendo le idee.
-Credo sia stato
quand'ero piccolo, per un periodo una donna
all'orfanotrofio ci faceva parlare molto... seduti su una poltrona le
dicevamo tante cose..-
Il biondo rimase
molto colpito dalla fragilità che emanava dal
ragazzo al suo fianco. Dopo un attimo di esitazione diede voce ai suoi
pensieri:-Se ti va, io posso stare qui ad ascoltarti...-
Il cantante si
sentì trapassare da quello sguardo serio,
calcolatore.. poi il giovane annuì e si stese piano
all'indietro
sulla schiena lasciando che il biondo si sistemasse meglio sul letto
intanto che raccoglieva i propri pensieri.
Naruto si
ritrovò seduto vicino alla testa del moro e, mentre
questi chiudeva gli occhi pensando, lui passò il proprio
sguardo
su quel corpo magro, segnato troppo presto dalle sofferenze... eppure
c'era una certa bellezza in lui.. un innata eleganza dei lineamenti e
nel comportamento...
qualcosa che nemmeno anni di violenze erano riusciti a far sparire e il
ragazzo si ritrovò a ringraziare mentalmente che non tutto
si
fosse perduto.
Mentre Sai
prendeva a parlare, lentamente, come se ogni parola dovesse
essere pensata attentamente prima di essere detta, Naruto si
ritrovò a vedere con gli occhi della propria mente i fatti a
cui
quelle labbra sottili davano vita.
Un infanzia
iniziata con lo spettro di un incidente stradale che
tornava a far visita negli incubi notturni di un bambino troppo piccolo
per poter capire cosa succedeva attorno, anni passati in un edificio
che sembrava troppo grande per uno scricciolo di appena un metro
d'altezza, la tristezza che lo avvolgeva tutte le notti quando il sole
tramontava e che arrivava insieme al freddo di un abbraccio che non
arrivava e poi il cambiamento... Un uomo finalmente lo sceglieva per
essere la sua nuova famiglia, ma qualcosa diceva al bambino
già
prima che la macchina lucente si fermasse in un vialetto scricchiolante
di ghiaia che non andava tutto bene. Gli insegnamenti del nuovo padre
erano duri, aveva seguito lezioni in una scuola privata e lì
aveva conosciuto altri bambini e loro sorridevano cercando di
convincerlo a giocare, ma il nuovo padre non voleva... E poi un giorno
aveva scoperto cosa lo aspettasse nel caso sbagliasse mettendo in
pratica gli insegnamenti ricevuti: aveva fatto male, male da sentirsi
spezzare in due. E dopo quella volta ne erano arrivate altre... non
aveva più accettato di giocare con gli altri anche se questo
lo
rendeva triste, e piano, col tempo, il dolore fisico era arrivato
più di rado e poi era cessato. Ma Sai non ci riusciva, per
quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare quando si fosse reso
conto che il dolore non arrivava più ma che al contempo non
arrivavano nemmeno i sorrisi... sapeva solo che ad un certo momento non
era più riuscito a ricordare che differenza ci fosse tra la
gioia ed la tristezza.. non era riuscito più a sorridere,
forse
però non ci aveva più nemmeno tentato,
né a
piangere...
E aveva
continuato a crescere, uno stirare di labbra che accontentava
molti e che lo liberava da domande stressanti, troppo spesso ripetuto,
fino a dimenticarne la motivazione che teoricamente l'avrebbe dovuto
accompagnare... nessuno si era più avvicinato a lui...
dicevano
che era strano.. che forse aveva la mente malata perché non
sorrideva.
Sai
scostò le braccia che aveva portato sugli occhi mentre
parlava, per spiegare a Naruto al suo fianco che era passato molto
tempo da quando l'ultima persona gli aveva detto che avrebbe dovuto
provare sentimenti e che proprio lui, con le sue parole, gli aveva
fatto desiderare di provarci ancora una volta, anche se erano passati
anni, ma ciò che vide lo lasciò senza parole.
Il biondo lo
guardava con gli occhi seri, senza perdersi neanche una parola, le
guance solcate da umide scie di lacrime.
Il moro si
accorse solo in quel momento che una mano del ragazzo era
tra i suoi capelli e che gli aveva donato gentili carezze passando le
dita tra i suoi ciuffi d'ebano per tutta la durata del racconto.
Gli occhi neri
scrutavano il viso dell'amico:-Perché hai pianto?-
Il biondo
passò la mano libera sulle guance asciugandole per poi
scuotere il capo rivolgendo all'amico un sorriso:-Lascia stare, ora
sono felice che tu ti sia aperto con me. Potrai farlo tutte le volte
che vuoi.-
-Basta...- La
voce lenta di Shikamaru risuonò nella saletta
durante un secondo di silenzio facendo sì che il cantante si
voltasse verso di lui per poi osservare tutti i compagni, notando le
espressioni stanche decise che c'era bisogno di staccare per un po'.
-Ok, facciamo
una pausa di qualche minuto.-
L'amico
appoggiò il proprio basso al supporto e si
stiracchiò, presto anche gli altri lasciarono i loro posti
per sgranchire i muscoli e rilassarsi chiacchierando.
Naruto vide il suo
temporaneo coinquilino poggiare la chitarra e andare
al proprio zainetto, aprirlo e, dopo averci brevemente frugato dentro,
richiuderlo con un espressione leggermente imbronciata. Il biondo gli
si avvicinò con calma:- Sai, tutto ok?-
Il moro si
girò verso di lui e annuì
brevemente:-Sì, sono solo un po' disidratato.-
-Tutto qui?- Il
ragazzo armeggiò velocemente col proprio zaino
fino a levarne una bottiglietta d'acqua -Puoi bere la mia acqua!-
Il bassista
guardò con evidente desiderio l'acqua per poi
rivolgere uno sguardo al cantante ma vedendone il sorriso aperto
ringraziò a bassa voce, accettando l'offerta.
Naruto aveva
appena dato la bottiglietta a Sai e lo guardava svitarne
il tappo, felice di averlo potuto aiutare nel suo piccolo, quando un
colpo sulla spalla non lo fece voltare: davanti a lui c'era Kiba, il
volto scuro.
-Posso parlarti?-
-Cavoli, si gela
qua fuori..- Naruto si strinse nel giubbotto seguendo l'amico in strada.
Il castano si
voltò per affrontarlo:-Si può sapere che fai? O
meglio: "perché".-
Il biondo lo
guardò perplesso:-Si può sapere a che ti
riferisci?-
Il ragazzo fece
un gesto stizzito col braccio in direzione della porta
dalla quale erano usciti:-Prima! Dare la tua acqua a quello! Non sai se
ha malattie! Non lo conosci!-
Il cantante si
risentì vagamente di quelle parole.
-Innanzi tutto
non è "quello": ha un nome, si chiama Sai. E poi
cosa dovrei fare secondo te? Lasciarlo morire di sete? E poi...-
-È
uno psicopatico!- il castano interruppe l'amico con foga -E se poi..-
-Non
è psicopatico!- Stavolta fu il biondo a interrompere le
parole dell'altro, l'espressione furiosa sul suo viso lasciò
senza parole l'amico -Non puoi giudicarlo solo per due o tre frasi che
gli hai sentito dire o che hai sentito sul suo conto: apri gli occhi,
devi giudicare con ciò che vedi! E non mi risulta che tu
l'abbia
mai visto comportarsi male.. Anzi a dirla tutta mi pare che tu proprio
non l'abbia visto: è quasi una settimana che suona con noi e
non
mi sembra che tu l'abbia mai trattato come se facesse parte del gruppo,
non hai mai cercato di conoscerlo, di parlarci! Si può
sapere da
cosa deriva tutta questa rabbia nei suoi confronti?-
La voce del
castano suonò più calma e bassa rispetto a
prima.. tuttavia ciò che colpì il biondo furono
il
tremore che vi sentì e le parole:- È per come
è:
sin da quando è arrivato sapevo che sarebbe successo, che ti
saresti "affezionato" a
lui.- Kiba sollevò lo sguardo dall'asfalto per
fissarlo
negli occhi azzurri dell'altro, un sorriso amaro sulle labbra.-Forse
non te ne accorgi nemmeno tu.. ma finisci sempre per legarti a quelli
che hanno più o meno chiaramente problemi. E ora dimmi
perché: perché per una volta non puoi innamorarti
di un
ragazzo normale...-
Naruto scosse il
capo in silenzio, gli occhi sbarrati per la sorpresa:- Kiba... io non..-
Il batterista
emise una breve risata che somigliava vagamente ad un
latrato:- Non dirmi che non ti piace! Pensi che sia al centro dei tuoi
pensieri solo perché sta nella band?- il ragazzo scosse il
capo
prima di continuare -Ma se avrò ragione io, se ti
ferirà..- il castano incatenò il suo sguardo in
quello
dell'altro -..in quel momento, verrai finalmente da me?-
Finalmente era
la sera del concerto, tutta la band aveva i nervi a fior
di pelle ed ognuno reagiva a modo suo: Choji aveva fatto fuori tre
pacchetti di patatine in venti minuti, Kiba non faceva altro che
battere le bacchette su qualunque superficie abbastanza vicina e Naruto
camminava avanti e indietro... gli unici calmi sembravano essere
Shikamaru e Sai, il castano fumava tranquillamente una sigaretta mentre
il moro rimaneva semplicemente seduto composto su una sedia, la schiena
dritta e l'espressione indifferente, seguiva con lo sguardo il biondo
misurare a grandi passi la stanza.
-Credo che ci
siamo quasi.- Shikamaru si scostò dal muro al
quale era appoggiato:-Vado a dare un ultima controllata alla
strumentazione.- Uscì dal camerino seguito dal suo migliore
amico.
Poco dopo Kiba
mormorò qualcosa ed uscì anche lui.
Naruto smise di
camminare e rivolse uno sguardo attento a Sai: nella stanza erano
rimasti solo due.
-Devo parlarti.-
Il moro
fissò gli occhi nei suoi:-Conosco i pezzi.-
Il biondo scosse
la testa:- No, non è di questo che ti devo parlare..-
Il ragazzo si
alzò dalla sedia e con voce atona lo interruppe:-Credo sia
meglio avvicinarsi.-
Erano
già a metà corridoio quando Naruto riprese il
discorso.
-È a
proposito dei sentimenti.. e dei sorrisi. Dovresti
sorridere più spesso, le persone che ti stanno vicine ne
sarebbero
contente. Ma non a quel tipo!- il tono del ragazzo si fece concitato
mentre rivolgeva un occhiata furiosa all'altro -Quel vecchiaccio non si
merita nemmeno mezzo di un tuo sorriso!-
Il moro
sbuffò ed il biondo fu sicuro di intravedere un mezzo
sorriso su quelle labbra sottili, si calmò e
continuò a
parlare.
-E dovresti
anche provare a mostrare un po' più le emozioni...-
Sai lo
interruppe:-Lo so, lo so: la mia musica ne gioverebbe... ma te l'ho
detto, io non provo emozioni.-
Naruto
fermò il ragazzo per una spalla e lo
fronteggiò:-Questo non c'entra niente con l'esibizione,
vorrei
che tu mostrassi di più le tue emozioni perché..
ti
farebbe bene e..- il biondo sentì le proprie guance
arrossire ma
continuò -Farebbe piacere anche a me...-
Il moro scosse
la testa:-Io non..-
Sai si
interruppe mentre l'amico lo spingeva delicatamente contro il muro
premendo le labbra contro le sue.
Sentì
la lingua del biondo scivolare sulle proprie labbra e per
la sorpresa le dischiuse, lasciando così libero accesso
all'altro. Si sentì investire da un fiume di sensazioni
mentre
percepiva quel corpo caldo premere contro il proprio e quel bacio
crescere in passione, capì di essere sul punto di perdere il
controllo di sé stesso.
Naruto
separò la sua bocca da quella del moro solo quando ne fu
costretto dal bisogno di ossigeno. Sentiva le labbra gonfie e un enorme
piacere lo invase guardando il viso dell'altro, generalmente pallido,
ora acceso di un rossore assolutamente adorabile.
-Anche tu provi
emozioni.-
Gli occhi
d'onice incontrarono quelli azzurri dell'amico, esitò un
attimo ma poi negò col capo:- No.-
Ma il biondino
lo sconcertò ancora quando un piccolo ghigno
sorse su quelle labbra:-E allora perché mi tieni
così
forte..?-
Dopo un attimo
di confusione Sai guardò le proprie mani: le
teneva sulle spalle del cantante e dal colore delle nocche sembrava che
le stesse stringendo veramente forte.
Sentì
la propria voce esprimere in un soffio quello che lui si
rifiutava di voler ammettere con se stesso:- Perché non
voglio
che ti allontani da me.-
Sollevò
lo sguardo in quello dell'altro e vi lesse
felicità mischiata a qualcos'altro che non riusciva a
definire
ma che lo rese a sua volta felice.
Il biondo
sorrise con dolcezza e riavvicinando il viso a quello del
moro soffiò sulle sue labbra:-Mi piace questo tuo
sentimento...
non preoccuparti, non vado da nessuna parte senza di te...-
Naruto sorrise
alla folla mentre questa ondeggiava sotto il palco, illuminata dalle
luci colorate.
La chitarra
elettrica del cantante attaccò il pezzo forte del gruppo e
il pubblico urlò ancora di più.
Quando
mi voltavo indietro, ho sempre saputo che il tuo sorriso sarebbe stato
lì
Ma
prima che me ne accorgessi, quella realtà è
diventata una gentile memoria
Kiba
alla batteria ce la metteva tutta, Shikamaru muoveva la testa a tempo
con la musica.
Quando chiudo gli occhi, il tuo viso sorridente è ancora
lì
Sempre, mi hai dato più forza di qualsiasi altro
Pietra nera
Sai
si accorse dell'incredibile energia che emanava il ragazzo biondo
davanti a sé..
Forse era stata
quella ad attrarlo.
All'improvviso, noi potevamo fare qualcosa di ribelle e stupido
Era indifferente e impulsivo
La realtà di quei giorni è diventata un
insostituibile tesoro
Forse
anche lui poteva fare una cosa stupida ed impulsiva...
Quando chiudo i miei occhi, il tuo viso sorridente è ancora
lì
Sempre, mi curi quando sono ferito
Naruto
gli aveva dato tanto, forse in quel modo l'avrebbe potuto ricambiare.
Sorrido perfino quando mi sento solo
Perché al mio fianco, tu sei...
Tu sei lì
Lui non
l'avrebbe abbandonato: per lui poteva farlo.
Quando chiudo i miei occhi, il tuo viso sorridente è ancora
lì
Perché io credo che prima o poi ci incontreremo ancora
Il
cantante notò un cambiamento nella musica e
capì che ora si sentiva anche il sentimento provato dal
secondo
chitarrista. Si voltò a guardare il moro.
Perché abbiamo promesso
Sai
sorrideva, nessuna falsità: un sorriso aperto, fiducioso e
felice. E Naruto lo ricambiò con gioia.
PIETRA NERA
Sono arrivata settima!!
Sono arrivata settima!!! Sono davvero felice della posizione raggiunta!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno la mia storia e coloro che
decideranno di lasciare un commentino. I miei complimenti alle altre
partecipanti e alla giudice!!
7°
Posto a pari merito - “Perché abbiamo promesso,
Pietra Nera” di Arwen88
Stile e grammatica: 7.
Trattazione del tema: 8.
Personaggi: 8.
Originalità: 7.
Media tra i quattro voti: 7,5.
La lettura di questa storia ha sortito l’effetto di un
abbraccio caldo, avvolgente. L’ho trovata sin dal principio
romantica, nel senso convenzionale del termine, eppure abbastanza ben
articolata da non apparire scontata. Il finale con le strofe della
canzone chiude degnamente la narrazione.
Una one-shot Alternative Universe niente male, benché tratti
argomenti piuttosto inflazionati.
Naruto, Kiba, Shikamaru e Choji formano una band, alla quale si
è momentaneamente aggiunto un nuovo membro: Sai. Tuttavia
è chiaro fin dal principio che egli non piace ai componenti
del gruppo: è chiuso in se stesso, tanto da apparire
antipatico e addirittura psicopatico. Non sorride mai, evita di
esternare le proprie emozioni, di qualsiasi natura esse siano, e non
cerca in alcun modo di avvicinarsi agli altri.
Solo Naruto è toccato dal suo comportamento ed è
allora che decide di indagare su di lui, per scoprire chi si nasconde
dietro quel muro di impenetrabile apatia.
Per togliere i dubbi all’autrice, posso assicurare che gli
argomenti delicati sono stati toccati con il dovuto tatto, senza
scadere nel noioso stereotipo melodrammatico da autrici angst immature.
I personaggi principali sono IC, soprattutto Naruto, che, relazionato
al sedicenne dello Shippuden, appare forse anche più maturo.
Si capisce perfettamente che è lui attraverso tanti piccoli
dettagli che lo caratterizzano –ad esempio, quando porge a
Sai la bottiglietta d’acqua-. Per ciò che riguarda
Sai mi ritengo abbastanza soddisfatta: la fragilità
attribuitagli può calzare^^.
Mi ha lasciata leggermente perplessa lo stile impiegato: avrebbe potuto
certamente portare a qualcosa di più, se meglio curato.
Premetto di non aver trovato errori di grammatica, né
sviste, però ho sentito spesso la mancanza di
fluidità nel discorso.
Specifico che il numero dei punti di sospensione è tre, non
due; inoltre si potrebbe cominciare la frase successiva con la lettera
maiuscola. Comunque sia, spesso li ho trovati superflui, mentre in
alcune frasi mancavano le virgole. I dialoghi invece, quando
è stato utile, sono risultati davvero incisivi.
Ultima nota: personalmente non gradisco l’uso di
“il biondo”, “il moro”,
“il castano” per determinare i personaggi. Lo trovo
poco elegante, stona quasi. Meglio ripetere il nome, o sostituirlo con
“il ragazzo” et similia^^.
In conclusione posso affermare con certezza che mi è
piaciuta molto, che avrebbe meritato di più…
Basta un po’ di esercizio?
Un buon lavoro davvero, complimenti^^.
Kiss^*^
Totale: 30/40
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