In quei giorni fra le classi del liceo Shohoku non si
sentiva parlare d' altro che della prima arrivata agli esami di metà trimestre.
Nei corridoi si sentiva spesso il suo nome. Ma il soggetto in questione se ne
interessava poco più di niente. Tanto che passava quasi innosservata.
La ragazza era sulle labbra di tutti non solo perché era arrivata prima agli
esami, ma anche perchè era il nuovo acquisto del club di canto.
-Hai sentito? Dicono per per il prossimo festival faranno cantare Shiomori!-
-Davvero?! Dicono che sia bravissima! E che la sua voce è bellissima!-
-Già già…e dicono anche che sia una bella ragazza!-
-Io non l' ho ancora vista…è davvero così carina?-
-Pare di sì! Dicono che somigli a una bambola!-
-Sul serio?-
-Aaaahhh! Mangari potremmo andarla a vedere al club!-
-Ma che dici? Non si può assistere alle prove, sai?-
-Davvero? Che peccato!-
In quei giorni tutti i ragazzi dicevano le stesse cose.
"Tanto anche se dicono queste cose non mi vedono neanche! In fondo questo
forse è un bene."pensò una ragazza mentre passava nel corridoio per
raggiungere la propria classe.
Era una ragazzina dalla statura bassa, la pelle chiara, capelli lunghi e mossi
di un colore chiaro, raccolti in una lunga treccia che le ricadeva dolcemente
davanti. Due grandi occhi color noce che li facevano sembrare quasi d' oro.
-Ciao Reika!-la salutò una bella ragazza snella e alta dai lunghi capelli neri.
-Ciao Yumiko…-la salutò a sua volta posando la cartella sul banco.
-Brutto umore anche oggi, eh?-
-Uff…quegli stupidi sanno solo dire "Shiomori è così e cosa'…", ma
alla fine non sanno proprio un bel niente!-sbuffò quasi annoiata.
-Be'…tu sei Reika Shiomori! La ragazza che è arrivata prima agli esami di metà
trimestre! La nuova star del club di canto! E cosa degna di nota…colei che
somiglia a una barbie!-scherzò Yumiko, la migliore amica di Reika.
-Smettila di scherzare…credi sia piacevole una situazione così? Tutti parlano
di me ma nessuno mi vede quando gli passo sotto al naso. E con sotto al naso
intendo proprio sotto al naso!-disse Reika sedendosi sulla sedia con un piccolo
tonfo. La sua bassa statura le impediva un bel po' di cose…
-Vedrai…quando debutterai al festival scolastico tutti ti conosceranno!-
-Ma se il festival è fra due mesi!-
-Non avere fretta! E poi pensavo che non ti interessasse la popolarità!-
-Infatti mi da' sui nervi…ma anche questa situazione non riesco a sopportarla!-
In quel momento un ragazzo entrò nella classe e cercava qualcuno con lo
sguardo. Alla fine individuò Yumiko.
-Suzuhara! Ti sta cercando senpai Miyakishi!-disse il ragazzo parlando con
Yumiko.
-Ah? Ok! Arrivo subito! Reika, ci vediamo dopo…-
La bella ragazza lasciò la classe sotto gli sguardi di una moltitudine di
ragazzi e ragazze invidiose della sua bellezza naturale.
"Scometto che Miyakishi le farà una ramanzina per aver saltato gli
allenamenti mattutini!"pensò Reika guardando fuori dalla finestra.
Yumiko Suzuhara e Reika Shiomori venivano entrambe dalle scuole medie Wako. Alle
medie Yumiko faceva parte della squadra di tennis, e vi si è iscritta anche
alle superiori al club di tennis. Anche se lei adorava quello sport non le
piaceva andare agli allenamenti, tuttavia era lo stesso molto brava. Mizuki
Miyakishi era la capitana del club di tennis femminile, e aveva notato quanto
talento avesse Yumiko, per questo voleva che si allenasse con costanza.
Reika era membro del club di giardinaggio alle medie, ma alle superiori decise
di dedicarsi a qualcosa come il canto. Non aveva mai amato gli sport, anche se
era molto agile e veloce vista la sua statura. All' inizio dell' anno venne
perseguitata da molti club sportivi perché lei vi si iscrivesse, perché sia lei
che Yumiko erano abbastanza note per le loro agilità fisiche.
Praticava giardinaggio perché adorava la natura e i fiori. La sua famiglia era
molto ricca. E non amando parlare né tanto avere troppe confidenze, tutti
pensavano che fosse una ragazza fredda, quando invece era molto solare.
Lei odiava uno sport con molta ostilità, molto più degli altri sport, ed era il
basket. Odiava quello sport con tutto il cuore, con tutto l' odio che aveva in
corpo, ed era un odio nato molto tempo fa…
Anche quel pomeriggio andò al club di canto.
-Bravissima! Sei davvero eccezionale!-diceva una ragazza mentre applaudiva.
-Grazie senpai Fuyukoda.-disse Reika.
-Il tuo deve essere davvero un talento naturale! Scometto che verranno tutti a
vederti!-
-Non esagerare…-
-No! Non esagero affatto! Bene! Per oggi abbiamo finito…sistemate le vostre
cose!-disse a tutti i membri del club.
Reika uscì dall' aula del club e si diresse verso l' uscita della scuola. Era
molto contenta. Prima non sapeva che cantare fosse così bello! Catando lei si
liberava di tutti i brutti ricordi! Era davvero una cosa meravigliosa…ma il suo
buon umore venne subito guastato quando vide un ragazzo molto alto dai capelli
corvini che stava andando sopra a un prato di fiori all' interno del cortile
della scuola.
-Ehi, tu!-gridò al ragazzo, ma quello non sembrò aver sentito.
-EHI! DICO A TE! CHE STAI FACENDO?!-urlò al ragazzo avviciandosi a questi e
scoprì che stava "sonnecchiando" in piedi!!
"Incredibile…si vede che nella mia vita non ho ancora visto
tutto!"pensò Reika un po' scioccata.
Quello aprì lentamente gli occhi e disse:
-Non perdono chi disturba il mio sonno!-detto ciò tirò un pugno dritto, ma il
pugno finì a vuoto, e quando il proprietario del pugno si svegliò completamente
non vide nessuno.
-Guarda…che io sono qui!-disse Reika…la differenza d' altezza che c' era fra i
due era davvero…incredibile! La testa della ragazza non arrivava nemmeno all'
altezza del petto del ragazzo.
-Una bambina delle elementari?!-disse quello vedendo la ragazza.
-Non sono delle elementari! Sono delle superiori!-disse la ragazza che si stava
innervosendo.
-Scherzi?!-
-Per niente…e comunque…non lo sai che non si pestano i fiori? Lo sai che anche
i fiori sono esseri viventi? Lo sai quanto impegno ci hanno messo coloro che li
hanno coltivati? Lo sai quanto altro impegno ci hanno messo per farli crescere
bene? E lo sai quanta felicità avranno portato questi fiori quando sono
cresciuti? La fatica per far nascere una nuova vita a un fiore è come quella di
una madre che cresce il proprio bambino! E poi…lo sai come saranno tristi
coloro che li hanno coltivati quando vedranno che sono stati distrutti? E non
hai visto il cartello "vietato calpestare le aiuole"? Comunque
siccome vedo che non sei né cieco, né sordo, né tanto meno un infortunato, non
dovresti causare questi tipi di incidenti!-terminò la ragazza.
Il ragazzo rimase imbambolato nell' ascoltare quella ragazzina che sarà più
bassa di lui almeno di una quarantina di centimetri, ma che gli stava facando
la predica! E lui che la lasciava pure parlare!
-Ci vediamo! E spero di non dover più vedere cose simili! Ehm...inoltre vedo
che probabilmente sei un senpai…quindi dovresti dare buon esempio a noi che
siamo vostri kohai!-detto ciò la ragazza si allontanò e dopo aver preso la sua
bici se ne andò lasciando il ragazzo di sasso.
"Che strana tipa…chissà chi era?"pensò il ragazzo, poi prese anche
lui la sua bici e se ne tornò a casa.
-Dai! Vieni con noi! Sarà divertente!-disse una ragazza tirando un braccio a
Reika.
-No! Vi ho detto di no!-disse Reika convinta.
-E dai! Cosa ti costa? Dai dai! Ti prego!-disse un' altra ragazza.
-Per favore!-disse una terza.
-Fa' questo favore a loro…Reika! O non ti lasceranno mai in pace!-disse Yumiko
a Reika. Era una mezzoretta che la stavano pregando.
-Uff…e va bene! Ma solo per questa volta!-
-Evviva! Ma vedrai che ti piacerà!-
-Se fossi io in voi…non ne sarei tanto sicura!-disse Yumiko alzandosi e
prendendo il borsone per andare agli allenamenti.
-Ci vediamo!-salutò uscendo dalla classe.
-Ciao Yumiko!-la salutarono le quattro ragazze.
Così…Reika venne costretta ad andare ad assistere a un allenamento di basket,
visto che quel giorno non aveva il club di canto.
Arrivate in palestra gli allenamenti erano già cominciati.
Reika notò senpai Fuyukoda che parlava con un ragazzo bassetto.
-Senpai!-la chiamò avvicinandosi ai due.
-Shiomori! Che ci fai qui?!-chiese meravigliata Fuyukoda.
-Mi ci hanno portata delle amiche. Tu invece che ci fai qui?-
-Volevo chiedere al capitano della squadra di basket di prestarci per qualche
volta la palestra per le prove del festival. Lui è il capitano Ryota Miyagi.-presentò.
-Piacere senpai Miyagi! Io sono Reika Shiomori.-fece un inchino Reika così come
Miyagi.
-Piacere. Allora sei tu la punta di diamante del club di canto di quest'
anno?-chiese il ragazzo.
-Sì! E' lei!-disse orgogliosa Fuyukoda.
Reika li lasciò parlare e andò dalle sue amiche.
-Ehi! Guarda! Ci sono sempre le fans di Rukawa!-disse una delle ragazze.
-Chi è Rukawa?-chiese Reika.
-Non lo sai?! E' l' asso dello Shohoku! Kaede Rukawa!-
-Non so chi è…-
-Guarda! E' quel ragazzo alto che sta facendo i canestri lì!- e detto ciò
indicò un ragazzo dall' aria familiare a Reika.
-AH! E' il tizio dell' atra volta! Quell' infestatore di fiori!-disse ad alta
voce Reika tanto che quasi tutti la sentirono.
-Che?!-le tre amiche non avevano mica capito bene.
Ma Rukawa sì. Infatti si voltò a guardare la ragazzina.
-Ehi…cos' hai detto piccoletta?-chiese uno con i capelli rossi.
-Quel tizio maltrattatore di fiori! Ed è pure un giocatore di basket! E
poi…GUARDA CHE HO 15 ANNI E NON CHIAMARMI PICCOLETTA! IDIOTA D' UN GIOCATORE DI
BASKET!-gridò in risposta Reika.
-EHI COME TI PERMETTI DI PARLARE COSì AL GRANDE GENIO SAKURAGI?!-gridò lui a
sua volta.
-VOI GIOCATORI DI BASKET SIETE TUTTI UGUALI! ADDIO!-detto ciò se ne andò
sbuffando. Stare in quella aplestra non le piaceva per niente, già…proprio per
niente.
-Ma chi è quella?-chiese Sakuragi.
-E' Reika Shiomori, del club di canto.-rispose una matricola che era in classe
con Reika.
-Reika shiomori…-mormorò Rukawa. Era abbastanza impressionato da quella
bizzarra ragazzina. Dalle sembianze così inoffensive ma così tagliente con la
lingua. Un bel caratteraccio! Una tipa interessante…
Era probabilmente un delle poche volte in cui pensava che una ragazza fosse
interessante…
Passarono circa tre settimane da quel giorno in palestra. Reika e Rukawa si
scontravano spesso nel parcheggio delle bici ma si ignoravano totalmente. Anche
quando si scontrarono in palestra quelle due volte per le prove di canto. Reika
non gli degnava nemmeno di uno sguardo. Ed era sicuramente una delle poche.
Quella era una domenica di sole e la mattina scorreva tranquilla. Reika
passeggiava nelle vicinanze di casa sua. Il giorno prima aveva piovuto tanto e
ovunque si vedevano delle pozzanghere d' acqua che rispecchiavano il cielo
azzurro.
Si allontanò dal quartiere dove abitava per finire in tutt' altro posto.
Un gruppo di ragazzi, forse quattor o cinque, videro la ragazza da sola e si
avvicinarono a lei con brutte intenzioni.
Rukawa pedalava la bici frettolosamente verso casa per farsi una doccia a causa
del suo solito allenamento mattuttino al campetto. Quando sentì della grida di
una voce a lui familiare.
-LASCIATEMI IN PACE BRUTTI CEFFI!-gridò Reika tirando uno schiaffo a quello che
pareva il capo. Come risposta ricevette uno schiaffo talmente forte da
sbatterla per terra tanto che dalla testa uscì del sangue. Poi le arrivarono
calci e pugni a volontà. Ecco che risentiva di nuovo del suo corpo troppo
minuscolo.
Urlava perché le faceva male ovunque, inoltre era caduta su una pozzanghera e I
vestiti erano fradici. Non riusciva a rialzarsi e non riusciva nemmeno a
reagire. Certo, in cinque contro una ragazza…
Si sentiva svenire quando qualcuno mandò K.O. I suoi agressori.
Riuscì a stento a vedere la faccia di quel ragazzo quando lui si abbassò per
prenderla in braccio.
-Ehi…stai bene?-chiese lui.
-Ru…ka…wa…?-balbettò a fin di vita.
-Ti porto in ospedale.-disse il ragazzo.
-No…no…ti…pre…go…non…in…que…quel…pos…posto…-balbettò stringendogli la felpa con
le mani supplicandolo.
-Ma…-
-Ti…pre…go…-
Aprì lentamente gli occhi. Le faceva male dapertutto…tentò di alzarsi a sedere
ma non ci riuscì a causa del dolore. Non indossava il suo vestito, ma una
grande maglia color blu. Tirò fuori la mano da quella calda coperta blu anch'
essa e si toccò la fronte. Era bendata. Non ricordava come avesse fatto a
finire lì, chi l' avesse cambiata, chi l' avesse curata.
In viso aveva cerotti ovunque e non solo in viso.
Si guardò intorno. Accanto al letto c' era un comodino alto quanto il letto,
sulla quale vi erano appoggiati una lampada da tavolo bianco, una sveglia
rotta, e due fascicoli sul basket.
Poi c' era una grande scrivania vicino alla finestra, dove c' erano altri
fascicoli e giornali, un astuccio e dei quaderni messi in ordine. La finestra
aveva delle tende bianche abbassate che facevano passare lievemente la luce.
Vicino alla scrivania c' era una libreria dove c' erano alcuni testi di scuola,
alcuni libri di fantascienza e avventura, e altri sul basket.
Sull' armadio color nero vi erano attaccati due poster, uno su ogni anta.
Di poster poi ce n' erano molti altri attaccati sulle pareti, quasi tutti sul
basket.
Era sicuramente la stanza di un ragazzo appassionato di basket.
Sulla sedia vicino alla scrivania c' era una tuta dello Shohoku.
Il suo sguardo cadde sulla foto appesa sopra alla scrivania. Ritraeva due
bambini insieme a quattro adulti. Uno degli adulti le ricordò Rukawa…e il
bambino accanto a quel signore sembrava un Rukawa in formato mini. Anche l'
altro bambino somigliava leggermente a Rukawa…ma Reika non lo conosceva.
"Devo essere finita a casa Rukawa."pensò sorridendo.
Poi pensò…"sarà stato lui a cambiarmi i vestiti? Ricordo solo che mi aveva
salvata e poi è tutto buio…"
Se era stato lui a cambiarla…l' avrà anche vista…senza vestiti…inoltre non
portava più il reggiseno…
"Ohoh…"pensò turbata Reika.
"Si spera che non mi abbia fatto niente…"mentre pensava a ciò sentì
la porta aprirsi e un ragazzo entrò. Non lo conosceva. Ma lui sembrava di sì.
-Ah, ti sei svegliata! Meno male…-disse quel ragazzo…somigliava parecchio al
bambino della foto.
-Dove sono? Chi sei?-chiese.
-Sei in casa Rukawa! Io sono Satoshi Yamida, piacere di conoscerti! Sai…avevo
già sentito parlare di te a scuola…ma non sapevo chi fossi…oggi però l' ho
scoperto! Somigli davvero a una bambola come dicono!-sorrise gentilmente il
ragazzo.
-Veramente non mi piace somigliare a una bambola…non so nemmeno difendermi da
sola…-
-Ah! Scusami…non volevo! Comunque sei molto carina!-
-Grazie…-arrossì leggermente-Sei dello Shohoku? Un amico di Rukawa?-
-Mh? Sì, sono dello Shohoku e sono cugino di Rukawa. Faccio parte del club di
calcio.-
-Non m' interesso molto di sport…-
-Però sei brava a cantare, vero? Me l' ha detto Kaede.-
-Kaede…dici Rukawa?-strano che lui le facesse complimenti dopo che lei lo aveva
trattato in quel modo…solo in seguito aveva saputo che Rukawa era popolarissimo
tra le ragazze.
-Sì…sai che lui…-non finì la frase che entrò Rukawa in quel momento.
-Ah! Kaede…ehm…io vado agli allenamenti! Ci vediamo stasera!-stava per
andarsene ma Rukawa lo fermò.
-Se ci vai di' ad Akagi che oggi non vado.-
-Sì, ok! Ciao Shiomori!-chiuse la porta e si sentì la porta sbattere al piano
di sotto.
-Stai bene adesso?-chiese a Reika.
-Sì…grazie…-arrossì visibilmente pensando al fatto che probabilmente Rukawa…
-E' stata mia nonna a curarti e a cambiarti.-spiegò vedendo la reazione della
ragazza.
-Ah, davvero? Dov' è tua nonna?-
-A fare la spesa.-
-Che ore sono?-
-Le 2:30 del pomeriggio.-
-EH? Ma è passato così tanto tempo…? Pensavo fosse ancora mattina!-
-Avrai fame…scendo giù a prenderti la minestra.-
-Ma…non devi…-ma il ragazzo era già uscito. Tipo strano, anche lui.
Risalì poco dopo con una ciotola e un cucchiaio.
Aiutò Reika ad alzarsi a sedere. Poi fece per darle da mangiare come ai
bambini.
-Guarda che sono capace di mangiare!-rise un po' alla premurosità di quel
ragazzo.
-Hai delle ferite sulle mani. Faccio io, non ti preoccupare.-
Così cominciò a darle da mangiare. Sembravano papà e figlia, che strana e
assurda situazione!
Dopo aver mangiato Rukawa portò la ciotola di sotto e risalì poco dopo.
-Ho già chiamato a casa tua…ho trovato il numero sulla rubrica che avevi nella
tasca.-
-Grazie…ehm…-non sapeva che altro dire.
-Stanotte puoi rimanere qui.-
-Ma no! Posso farmi venire a prendere!-
-Non dovresti muoverti troppo.-con questa frase era come se glielo avesse
ordinato, aveva un tono un po' autoritario.
sorrise fra sé e sé Reika. Aveva
sempre pensato che Rukawa fosse un ragazzo freddo, insensibile, che non si
preoccupava minimamente degli altri. E invece era molto gentile, forse ciò che
la induceva a pensare a lati negativi era perché non mostrava nessuna
espressione in viso e non amava parlare. Un po' come lei…Reika sapeva benissimo
che molte persone la credevano antipatica e menefreghista solo perché portava
sempre un' espressione fredda. Però lei…rideva volentieri con le persone che si
mostravano gentili e simpatici.
-Posso chiamare un attimo a casa?-
-Sì…però il telefono è fuori in corridoio…-
-Posso farcela.-
-Ti do una mano.-
La aiutò ad alzarsi e, con grande sopresa di Reika, non l' aiutò a camminare,
ma la prese in braccio.
-Ehm…posso camminare…sai?-arrossì lievemente. Forse quel ragazzo era anche un
po' troppo premuroso. Sembrava quasi un padre.
Appoggiò Reika sulla sedia che si trovava lì vicino e lei compose il numero di
casa.
Fu un signore che doveva aver una certa età a rispondere.
-Koshiro-kun? Sono io, Reika.-
+Signorina! Come sta? Stamattina ha telefonato il suo amico e ci ha detto che…+
-Io sto bene, non si preoccupi per me. Piuttosto vorrei che mi facesse portare
dei vestiti. Penso che per oggi non potrò tornare a casa.-
+Va bene signorina. Ma sono sicuro che il signore sarà molto in ansia, e anche
la signora.+
-Di' a loro di non preoccuparsi. Sto bene.-
+Ma perché non ha voluto andare in ospedale? I signori si sarebbero tolti un
gran peso…+
-No. Non andrò mai in quel posto per questo genere di cose. Dovresti saperlo
bene.-mentre lo diceva, Reika aveva il volto oscurato.
+Va bene, allora chiederò a Jun di portarle dei vestiti.+
-Grazie, ciao.-riattaccò dopo avergli detto l' indirizzo di Rukawa e poi venne
riportata in camera da Rukawa.
-Con chi stavi…-stava per chiedere Rukawa, ma venne interrotto dalla ragazza.
-Vuoi sapere con chi ero al telefono? Con il maggiordomo. Si chiama Koshiro.
Per quanto ne so lavora in casa mia da quando aveva sedici anni. Ora ne ha più
di sessanta.-
-Avete…-ma venne interroto di nuovo.
-Sì. Abbiamo un maggiordomo. Se vuoi saperlo, abbiamo anche tre cameriere, una
cuoca e un giardiniere. Abito nel quartiere di lusso. La mia famiglia è molto
ricca. Mio nonno è direttore di un grande ospedale, la mia famiglia è una
generazione di medici. Io abito insieme ai miei nonni paterni. Sono orfana di
genitori.-
-…-
-Sai…nella mia casa ci sono tante stanze, talmente tante che uno sconosciuto si
perderebbe. Abbiamo anche un grande giardino. Io ho una stanza tutta per me. Ma
mi sento spesso molto sola a stare lì. Perché i muri sono talmente spessi che
molte volte avrei voglia di scappare e tornare a vivere in quella casa dove
vivevano anche i miei genitori. Ma so che è impossibile.
-Nella casa vivono anche mio zio e la sua famiglia. Sai, hanno un bambino tanto
tenero che il prossimo mese compirà due anni. La zia invece si è sposata e vive
con suo marito.
-Mio nonno rimprovera spesso lo zio, sopratutto sul lavoro perché anche lui
lavora all' ospedale e un giorno ne diventerà il direttore ereditando il posto
di mio nonno.
-Io voglio molto bene ai miei nonni…ma vorrei tanto riavere la vita che avevo
cinque anni fa…-
Rukawa pensava che si sarebbe messa a piangere perché le tremava un po' la
voce, ma non successe. Quando alzò il viso lei sorrideva.
-Tu, invece…le persone di quella foto sono i tuoi genitori?-chiese Reika
indicando la foto.
-…sì. Ma non ci sono più. Nemmeno gli zii ci sono più. Io e Satoshi siamo
orfani e viviamo con nostra nonna.-
-Mi…mi dispiace…non volevo…infierire…insomma…-
-Anche tu mi hai parlato dei tuoi genitori, no?-
-Tu e Satoshi…tuo padre e sua madre erano fratello-sorella, vero?-
-Mh. Si capisce?-
-Sì. Si somigliano tanto…-
Rimasero in silenzio per un po'…poi Rukawa ruppe il silenzio.
-Perché…-si interrupe per pensarci un po'…
-Cosa?-
-Perchè…odi il basket? E I sport?-
Reika si sorprese un po', ma si aspettava una domanda del genere.
-Per…i miei genitori.-
-Eh?-come sarebbe a dire?
Reika abbassò lo sguardo per fissare quella coperta blu…blu…blu come la maglia
di suo padre…anche lei…in quel momento…indossava una maglia blu…
-Mio padre…era uno stimato giocatore di basket.-
Rukawa si meravigliò…ma non la interruppe.
-Amava quello sport più di qualunque altra cosa. Aveva cominciato a giocare fin
dai tempi delle elementari. Mio nonno non approvava molto tutto ciò, perché,
essendo il primogenito avrebbe dovuto ereditare l' ospedale al suo posto. Ma
visto che mio padre non demordeva ed era felice solo facendo quello sport. Gli
lasciò fare e presto anche lui cominciò a seguire lo sport amato dal figlio.
-I miei genitori si conobbero grazie al basket. Mio padre faceva parte della
squadra del suo liceo. Mia madre faceva da manager. Andarono anche all'
università insieme e dopo si sposarono. Mio padre entrò a far parte di una
stimata squadra. Mentre mia madre si prendeva cura di me.
-Io avevo amato quello sport proprio come mio padre. Venne chiamato anche in
nazionale. Io assistevo certe volte agli allenamenti, e avevo cominciato a
praticare quello sport.
-Ma…non avrei mai immaginato che ciò che più amava mio padre…lo potesse
uccidere.
-Circa cinque anni fa…accadde una tragedia. Ricordo ancora tutto. Io ero andata
a scuola come al solito. Papà era a una partita molto importante. La mamma era
andata a vederlo. Quella mattina arrivò una telefonata per me nel bel mezzo di
una lezione. Quando presi in mano la cornetta e sentii la voce di mia madre
tremare…mentre mi diceva…"Tuo padre…è morto…in mezzo al campo…".
-La cornetta mi cadde di mano e cominciai a tremare…poco dopo lasciai la scuola
per andare al campo dove si disputava la partita. Quando arrivai…il corpo di
mio padre era ancora disteso…in mezzo al campo, sotto al canestro, e indossava
la maglia della sua squadra…una maglia blu... La palla era vicino a lui. Era
una visione agghiacciante. Il sangue mi si gelò nelle vene a quella visione.
Non piansi. Rimasi ferma. Il mondo sembrava fermarsi in quel momento. Non
sentivo più nulla. Vedevo solo mio padre…disteso là…in quel campo, mentre tutti
i giocatori erano fermi sul campo.
-Sentii delle persone che ne parlavano. Dicevano che quando stava per fare una
schiacciata…morì sul colpo…senza nessuna ragione.
-Fu portato via da una barella…coperto da una coperta bianca. Individuai mia
madre che piangeva a dirotto e che mormorava…"perché…perché…"la
abbraccia per darle conforto. Era un momento davvero difficile.
-All' ospedale, dopo l' autopsia dissero che…era a causa del dopping…eccessivo…era
morto…così…perché voleva vincere…voleva…vincere…per colpa del suo amato
sport…morì…-
Reika si soffermò nel suo racconto. Rukawa rimase in silenzio. Era scioccato da
quel racconto. Com' era possibile che quella ragazza potesse ancora vivere
tranquillamente dopo aver visto il corpo del proprio padre giacere inerme in
mezzo a un campo da basket…?
-Mia madre…-continuò Reika-…non è morta. E' ancora viva. Ma credo che ormai non
ce la facesse più.
-Successe qualche mese dopo la morte di mio padre. Lei…non pensava più a nulla
e aveva smesso di mangiare…mangiava pochissimo. Io ero preoccupata, ma essendo
una bambina, non sapevo cosa fare. Mia madre era a pezzi. Durante il suo
ritorno dal cimitero…un incidente…lei guidava senza guardare avanti…e investì
su un camion. Venne portata in ospedale…ma rimase in coma…ancora adesso…si
trova in ospedale…io certe volte vado a trovarla…ma non andrei mai in ospedale
per nessun altro motivo. Così…io andai a vivere dai nonni.
-Io…ho perso entrambi i genitori…per colpa di un banale incontro di basket…di
una banale palla arancione striato di nero…ma per me…sarà sempre
insanguinata…mi ricorderà sempre la visione di mio padre…steso in quel
campo…io…odio il basket per questo…e mi ripugna pensare che una volta avevo
amato quello sport…e odio tutti gli sport perché…perché…sono morte molte
persone…in mezzo a un campo…proprio come mio padre…-
-Shiomori…io…penso…che…tuo padre…in realtà…-
Rukawa non finì la frase perché suonarono alla porta. Così scese per aprire
lasciando Reika ai suoi ricordi.
La porta della stanza si riaprì interrupendo i suoi pensieri. Apparve un
ragazzo alto dai capelli a spazzola.
-AKIRA-CHAN!-gridò Reika vedendo quel ragazzo.
-Ciao!-sorrise lui.
-Co…cosa ci fai qui?-
-I vestiti, li hai chiesti tu, no?-
-Ma…sì…però…pensavo me li portasse Jun…-
-Jun è occupato con il giardino. Siccome passavo per vedere la nonna sono
venuto a vederti. Allora, come si sta in casa Rukawa?-
-Be'…bene.-rispose. Mentre Rukawa guardava un po' storto Akira.
-Ehm…lui è…-stava per presentare Akira a Rukawa, ma i due solo a guardarsi
facevano già scintille!
-Sendo…-disse Rukawa quasi irritato.
-Rukawa…non sapevo fossi così buono! Comunque grazie!-disse sempre sorridendo
Akira.
-Vi…vi conoscete?-chiese Reika senza capire.
-Rei-chan…sia io che lui siamo giocatori di basket! Data la tua intelligenza,
dovresti aver già collegato che rapporto abbiamo, o no?-
-Be'…non ci avevo pensato! Uffa! Vuol dire che siete nemici, vero?-
-Diciamo di sì.-
-Ah! Rukawa…lui è mio cugino…-disse al ragazzo, ma Rukawa aveva un' espressione
oscurata…che faceva un po' paura…
-E'…il figlio di mia zia…-
Dopo un po' si sentì la porta di sotto aprirsi e Rukawa uscì dalla stanza.
-Dev' essere tornata sua nonna.-disse Reika ad Akira.
-Però…hai fatto amicizia con Rukawa?-chiese il ragazzo avvicinandosi ala
ragazza e posando la borsa che aveva in mano per terra accanto al letto.
-Mh…più o meno…-
-Pensavo non ti piacessero i sportivi, tantomeno giocatori di basket.-
-Allora dovrei odiare anche te?-
-Beccato in pieno!-
-Io…gli ho raccontato dei miei…e del motivo per cui odio il basket…-
-Cosa?! Ma se non ne parli mai con nes…ops…scusa…devo essere proprio un
insensibile a dire certe cose, vero?-
-Sei uno di quei pochi che conoscono molto bene se stessi.-
-Grazie mille…-fece Akira acido.
-Scusa…comunque…non so perché gliel' ho raccontato…-
-Ti piace?-
-Cosa?-
-Rukawa.-
-EH?! Ma che dici?-
-Sai…certe volte…capitano cose del genere…e poi Rukawa è un ragazzo
corteggiato…se non sbaglio. A ogni partita ci sono una montagna di sue fans che
gridano il suo nome.-
-Sul serio? Ma sai che la prima volta che gli ho parlato gli ho fatto una
ramanzina…-
-Una kohai che fa la ramanzina al suo senpai…solo tu potresti fare una cosa
simile!-
-Ma sentitelo! Piuttosto, come stanno gli zii?-
-Bene, e ti salutano da parte loro.-
-Salutali per me, allora.-
-Ovviamente. Allora, ho sentito che debutterai al festival della vostra scuola
il prossimo mese!-
-Sì…cantare mi fa sentire libera. A scuola parlano tutti di
Shiomori…Shiomori…ma alla fine non mi vedono nemmeno!-
-Cosa ci vuoi fare? Una ragazza che somiglia a una bambola…-
-Non capisco come mai in famiglia siete tutti così alti tranne me!-in effetti Akira
superava il metro e novanta, lo zio il metro e ottanta, il nonno raggiungeva
quasi i due metri, la zia superava il metro e settanta…suo padre raggiungeva il
metro e novantacinque…e lei…un metro e quarantacinque, era una cosa normale?
Era la più bassa della storia della sua famiglia, con tutte le probabilità.
-La zia non era molto alta.-
-Ma la mamma era sempre più alta di me!-
-Che ci vuoi fare? Magari crescerai ancora di qualche centimetro!-
-A quindici anni non posso più sperare un bel niente!-
-Quanto sei difficile! Smettila di ragionare sempre! Deprimi tutte le mie
possibilità di tirarti su di morale!-
-Uff…a proposito…tu e Yumiko non litigate, vero?-Yumiko e Akira erano fidanzati
da circa un anno.
-Ma che ti salta in mente? Va tutto a gonfie vele!-in quel momento Rukawa entrò
accompagnato da una signora anziana. Akira si alzò per salutare.
-Piacere di conoscerla, signora. Sono Akira Sendo e sono cugino di Reika.-
-Piacere. Io sono nonna di Kaede. Mi ha parlato di te. Sei un giocatore del
Ryonan, vero?-disse la signora.
-Sì.-
-Piacere, signora. Sono Reika Shiomori.-disse la ragazza inchianado il capo sul
letto poiché Rukawa le aveva proibito di scendere dal letto.
-Piacere mio…Kaede si è comportato bene?-
-Sì..certo! Suo nipote è un ragazzo davvero molto gentile.-sorrise Reika
guardando un po' Rukawa.
Dopo circa un' ora Akira andò via perché si ricordò che quel giorno aveva gli
allenamenti, e ora che era il capitano non poteva più fare ritardi…anche se era
già in ritardo!
Quella notte Rukawa dormì in un futon nella stessa stanza di Reika. La ragazza
non riuscì a dormire un granché…a parte il fatto che sentiva il ragazzo che
russava rumorosamente, pensava a quella strana giornata.
"Non avrei mai pensato di dormire in una stanza tappezzata di poster di basket.
Almeno non più. Una volta anche camera mia era simile a questa…ma ora sulle
quattro pareti della mia stanza si vede solo la carta da parati. Rukawa…non
pensavo che potesse essere così…in fondo siamo abbastanza simili…chissà come
mai né lui né Yamida hanno i genitori…inoltre Rukawa non sorride mai, mentre
Yamida mi sembra abbastanza allegro anche se nella stessa situazione del
cugino. Vorrei tanto chiederglielo ma non ne ho il coraggio! Potrei ferirlo. La
mia storia ho deciso di raccontargliela, in realtà potevo rifiutare, così come
con tante altre persone. Ma non ci sono riuscita. Gli ho raccontato tutto nei
minimi particolari…perfino della situazione e dei sentimenti attuali che mi
avvolgono. Non so perchè ma questo ragazzo che io pensavo di detestare sin
dall' inizio ora mi attira…mi affascina in uno strano modo…non so come mai…non
capisco cosa vuol dire ciò che provo in questo momento…stare qui in questo
letto…nel letto di un giocatore di basket…non mi sento a disagio come dovrei
sentirmi, ma mi sento bene…sotto queste calde coperte, mi sento quasi
protetta…chissà perché…Rukawa…perché mi trasmetti pretezione? Perchè somigli
tanto…a lui?"
Il giorno dopo Reika si svegliò e non trovò Rukawa nel suo futon.
Guardò la sveglia, ma si ricordò che era rotta. Chissà come.
Vide il suo orologio posato sul comodino, probabilmente ce lo aveva messo
Rukawa. Segnava le otto del mattino.
"Otto…"pensò Reika mezza assonnata, ma poi si accorse che…
-OTTO DEL MATTINO?!-era in ritardo! Era una cosa terrificante! Una capoclasse
che tarda a scuola!
Cercò di alzarsi, ma si sentì le ossa a pezzi e crollò sul letto dal dolore.
Certo che quei tizi l' avevano proprio fatta nera!
"E ora? Come faccio a giustificarmi? Non posso mica dire…'sono stata
picchiata a sangue da dei teppisti e quasi non morivo!'"
La casa piombò nel silenzio. Non c' era nemmeno un minimo rumore. Reika cercò
di alzarsi piano piano…in fondo le faceva meno male del giorno prima. Notò un
foglio sulla scrivania di Rukawa.
"Per me?"
C' era scritto:
X Shiomori.
Oggi rimani pure a casa mia e non andare a scuola. Andrò alla tua classe per
giustificarti. Oggi dovresti riuscire a muoverti. In cucina ho lasciato la
colazione e in frigo c' è il pranzo. Mia nonna è fuori a lavorare.
Non uscire. Ci vediamo oggi pomeriggio.
Rukawa.
-Be'…graize mille.-mormorò sorridendo.
A scuola, intanto, Rukawa era arrivato nella classe di Reika dopo aver chiesto
il permesso al professore della sua classe.
Nella classe c' era l' insegnante di matematica.
-Rukawa! Che ci fai qui? Dovresti essere in classe!-dise il professore.
Molte ragazze, appena lo videro entrare, si misero a mormorare fra di loro e ad
arrossire.
-Sono venuto per Shiomori.-
-Shiomori? Oggi è assente…anche se è molto strano.-
-E' a casa mia perché è ferita. Tornerà domani o dopodomani.-
-Ferita? A casa tua?-
-Non voleva andare in ospedale.-
"Immagino il perché…"pensò Yumiko fissando il banco vuoto di Reika e
ascoltando Rukawa.
-Ospedale? E' grave? Sta bene?-
-Sì. Sta bene.-dopo aver detto ciò che doveva dire uscì dalla classe sbattendosi
la porta dietro.
"Chissà come mai è a casa di Rukawa…"continuava a pensare Yumiko…dopo
le lezioni doveva cercare Rukawa.
Durante la pausa pranzo andò nella zona delle seconde a cercare il ragazzo.
Entrò nella classe per cercare Rukawa ma si scontrò con un ragazzo dai capelli
rossi.
-Ehi, ma guarda dove cammini!-dise il ragazzo.
-Mi dispiace, senpai, ma cercavo il senpai Rukawa.-disse Yumiko alzandosi.
-Rukawa?-
-Sì. E' qui?-
-Sì. Sta dormendo là.-le indicò un banco sulla quale un ragazzo dormiva beatamente.
Poi uscì dalla classe.
-Ehm…Rukawa senpai? Rukawa?-ma il ragazzo non accennava a svegliarsi.
"Ora proviamo con questo…"sorrise malignamente Yumiko, ma era uno dei
metodi più efficaci, o forse.
-SI AVVISA CHE STA PER ENTRARE IN CAMPO AKIRA SENDO, L' ASSO NUMERO UNO DI
KANAGAWA!-urlò all' orecchio di Rukawa.
L' idea di Yumiko ebbe l' effetto sperato e il ragazzo scattò in piedi
guardandosi intorno e individuando solo una ragazza che lo guardava storto.
-Sei stata tu?-la stava per fulminare.
-Sì. Mi dispiace, senpai, ma se non ti svegliavi non saprei come sta Reika.-
-Parli di Shiomori?-
-Sì. Sono la sua migliore amica, piacere, mi chiamo Yumiko Suzuhara e sono la
ragazza di Akira Sendo!-
-Mh…-le disse le condizioni di Reika e lei chiese di poterla andare a visitare.
-Yumiko!-esclamò Reika vedendo l' amica.
-Ehilà! Come stai, piccola barbie?-
-Non chiamarmi barbie!-
-Sì, scusami! Allora, stai bene? Rukawa mi ha raccontato tutto. Anche se a
parole veramente limitate.-
-Sto bene, e Rukawa?-
-E' rimasto giù.-
-E' un ragazzo premurosissimo, non me l' aspettavo.-
-Non è che per caso ti stai innamorando?-
-Ma tu e Akira siete veramente fidanzati! Vi intendete proprio! Fate persino le
stesse domande!-
-Non è perché siamo fidanzati! Ma il motivo stai in te. E' raro che tu ti fidi
di uno sportivo, e per giunta un basket-man.-
-Tu dici? Sai…gli ho raccontato perfino dei miei.-
-Sei innamorata. Decisamente.-concluse Yumiko facendo arrossire Reika.
-Non…non è vero! Non mi innamorerei mai di un giocatore di basket!-
-Reika…sai perché dici sempre così?-Yumiko diventò ad un tratto seria.
-Eh…?-
-Perché tu hai paura.-
-Paura…?-
-Sì! Paura! Tu hai paura di ammettere di esserti innamorata di un giocatore di
basket. Di una persona che è oltretutto simile a tuo padre! Perché hai paura.
Hai paura che faccia la stessa fine di tuo padre! Da questo punto di vista sei
egoista! Non vuoi vedere in faccia alla realtà! Perché hai paura. Paura che
anche lui muoia davanti a te come è successo con tuo padre! Non ti curi dei
sentimenti altrui, ma ti curi soltanto dei tuoi. Non ti accorgi di procurare
ferite perché ti preoteggi compiendo ciò. Ti proteggi da loro perché una volta
erano la felicità di tuo padre. E tu li rifiuti perché hai paura di vederli
fare la stessa fine di tuo padre. Non ti accorgi di ferirli cercando sempre di
proteggere te stessa!-era la prima volta che Yumiko parlava in quel modo. Era
sempre stata sullo scherzo. Non parlava quasi mai seriamente. Ma quel giorno
era diversa. Perché lei che conosceva Reika meglio di chiunque altro aveva
capito. Aveva capito che Rukawa era in effetti una persona diversa. Speciale
per Reika. Voleva che la sua amcia finalmente accettasse la realtà. Non voleva
che lei continuasse a fuggire dal suo destino. Non voleva che Reika basasse tutto
il mondo sul suo passato doloroso. Non voleva che Reika soffrisse ancora per
quello. Per questo lei doveva accettare la realtà. Accettare di essersi
innamorata di una persona simile a lui…a suo padre.
-Yu…Yumiko…-Reika rimase pietrificata…ciò che aveva detto Yumiko rispecchiava
la realtà…ciò che lei era…ciò che era stata e diventata in quei cinque anni…
-Reika…è ora che tu apra finalmente gli occhi. Non fuggire dal presente. Non
rifugiarti nel ricordo di un lontano passato.-
-Io…forse…hai ragione…dovrei…aprire gli occhi…-mormorò Reika fissando le
coperte blu.
-Devi! Per il bene del tuo futuro! Sono sicura che anche tua madre ne sarebbe
felice. Sono sicura che se un giorno dovesse risvegliarsi…non sarebbe felice di
vedere la propria figlia vivere rinchiusa nella gabbia di un lontano passato.-
-Sì…hai ragione.-sorrise finalmente Reika.
Era arrivato il momento di riaprire gli occhi. Era arrivato il momento che
quella nebbia che l' avvolgeva da anni si dissipasse…che quella benda che aveva
sugli occhi si togliesse…che la sua cecità diventasse luce…era arrivato il
momento di guardare in faccia alla realtà.
-Hai saltato gli allenamenti?-chiese Reika a Rukawa dopo aver parlato con
Yumiko.
-Mh.-
-Ma…sai che non dovresti! So benissimo che fra non molto cominceranno le
nazionali, anche se sei bravo, non dovresti saltare gli allenamenti!-lo
rimproverò Reika.
-Ma…-
-Niente ma! Sono sicura che il tuo capitano, Miyagi, se non sbaglio, sarà molto
arrabbiato! Ricordo che mio padre mi raccontava spesso che quando era capitano
c' era un ragazzo ceh saltava spesso gli allenamenti perché pensava di avere
talento, e in effetti era bravino, ma quel ragazzo alla fine quando era
arrivato il momento di affrontare un avversario non sapeva tenergli testa
perché non era ben allenato! Per questo dovresti allenarti costantemente,
sai?-Reika si stupì di aver scovato quella storia dai tanti ricordi di suo
padre che lei avrebbe voluto dimenticare ma che solo allora si rese conto di
non averne eliminato nessuno.
-…pensavo ti saresti sentita sola.-disse il ragazzo voltandosi dall' altra
parte per nascondere il leggero rossore che aveva in viso nel dire quella
frase. Reika sorrise di nuovo a vedere quanto di preoccupava quel ragazzo.
-Non importa! Comunque grazie mille, di nuovo! Non finirò mai di
ringraziarti!-fece un sorriso smagliante e il ragazzo arrossì di nuovo. Ma
questa volta non si voltò per lo stupore.
-Non pensavo che anche tu potessi arrossire…a scuola ti descrivono come un
ghiacciolo vivente!-
A quelle parole Rukawa arrossì di nuovo, ancora di più. Persino lui si
meravigliava dis e stesso. Non aveva mai mostrato a nessuno il suo lato gentile
a parte alla nonna e a Satoshi. Non da quando quell' incidente straziò i suoi
genitori e quelli di Satoshi. Quindi si mise una mano in faccia per nascondersi.
-Scusa! Devo aver detto delle cose stupide! La realtà è che oggi Yumiko..mi ha
detto delle cose che…be'…mi hanno sorprese e mi hanno fatto aprire gli
occhi..per questo oggi sono molto felice!-
Il sorriso di quella ragazza era bellissimo. Nella sua vita non aveva mai
provato quella strana sensazione. Era una sensazione molto bella, che lo
liberava dai dolorosi ricordi del suo passato. Una sensazione che innondava il
suo cuore di calore. Solo a vedere il viso di quella ragazza incontrata per caso
lo cambiava. Loro due avevano un passato simile, ma ora erano molto diversi.
Tuttavia…lui…si era innamorato di quella ragazza. Lui, che veniva
soprannominato "ghiacciolo", che aveva vissuto solo per il basket
fino ad allora, si era innamorato. Reika era l' unica ragazza, oltre ad Ayako,
con cui parlava liberamente, però era diverso da Ayako perché con lei…era come
troppo premuroso…come se avesse paura di ferirla perchè lei pareva così
fragile…
Si ricordava ancora il loro primo incontro. Lui stava per tornare a casa ma
finì con il dormire mentre camminava e quando venne svegliato si era trovato
davanto quella bizzarra ragazzina che gli faceva una ramanzina di cui si
ricordava ben poco. Quella piccola ragazzina dalla statura bassa che faceva la
ramanzina a un suo senpai. Era sicuramente una cosa incredibile.
Nessuno gli aveva mai fatto una ramanzina come quella. Almeno non una ragazza
come Reika Shiomori. Niente da dire…si era innamorato davvero di una strana e
bizzarra ragazza adorabile.
-Sai, Rukawa…io…una volta basavo tutta la realtà sul mio passato. Qualsiasi
cosa succedesse, andavo sempre a parare sulla faccenda di mio padre. Ma
ora…credo che da ora in poi sarà diverso…anche se…vorrei tanto riavere mio
padre. E' come se mancasse sempre qualcosa nel mio cuore…un buco che non viene
riempito…-
-Odi ancora…il basket?-
-No. Non credo…ora…penso che ora il mio odio si sia
volatilizzato…evaporato…scomparso come bolle di sapone…-
-Domani…vieni?-
-Intendi dire agli allenamenti? Sì…volentieri!-
-Mh.-
Quella sera l' autista della famiglia Shiomori andò a prendere Reika a casa
Rukawa e lei se ne andò indossando ancora la maglia di Rukawa perché lui le
aveva detto di tenersela. Alla fine i vestiti che le avevano portato furono
inutili.
pensò Reika guardando
fuori dal finestrino, mentre una leggera pioggia cominciava a cadere.
Il giorno dopo tornò a scuola avvolta da mormorii continui che Reika non
riusciva a comprendere.
Aveva ancora dei cerotti sul viso e dei lividi abbastanza evidenti. Portava una
fascia per nascondere la fasciatura alla testa.
-Accidenti Shiomori, sei conciata male!-disse una sua amica.
-Be'…per essere presa a calci e pugni sono già fortunata di poter stare in
piedi!-disse Reika.
-Sei proprio fortunatissima a essere salvata da Rukawa! Che invidia!-
-Guarda che nemmeno io pensavo che mi salvasse!-
-Comunque sei super fortunata! Rukawa non guarda mai nessuna ragazza!-
Proprio in quel momento entrò Rukawa nella loro classe.
-Shiomori!-la chiamò.
-Ah! Ciao Rukawa!-lo salutò allegramente avvicinandosi.
-Devi cambiarti la fasciatura.-
-Ok. Andiamo in infermeria?-
-Mh.-
-Ragazze, io vado in infermeria a cambiarmi la fasciatura, volete venire pure
voi? Ehm…a te da' fastidio?-chiese poi a Rukawa.
-No.-
Andarono tutti in infermeria insieme a Yumiko.
-Aaaah…deve farti male…che brutto livido!-
-In effetti…c'è anche una brutta ferita, guarirai per il festival?-
-Si spera di sì.-rispose Reika.
Quel pomeriggio Reika stava per andare al club di canto quando venne fermata da
tre ragazze malintenzionate.
-Vieni un attimo con noi.-la portarono dietro all' edificio.
-Cosa volete da me? Siete delle senpai, vero?-chiese Reika.
-Non deve interessarti. A noi basta che stai lontana da Rukawa.-
-Eh?-
-Hai capito! Stai lontana da Rukawa! Se continui a fare la civetta te la vedrai
con noi!-
-Ma…di cosa state parlando? Io non faccio la civetta! E sto con Rukawa quanto
mi pare perché è un mio amico!-
-Stai zitta! Sappiamo benissimo che hai fatto apposta a ferirti e farti trovare
da Rukawa! Hai approffittato della sua gentilezza!-
-Non capisco di cosa stiate parlando! Sono tutte scemenze!-
-Stai zitta, pensi di poter fare la superiore solo perché sei la nuova stella
del club di canto e perché piaci ai ragazzi? Allora ti sbagli di grosso!-
-E allora voi credete di poter fare le superiori solo perché siete fan di
Rukawa? Siete veramente superbe!-con quella frase aveva fatto sboccare l' acqua
del vaso. Le due ragazze si infuriarono e stavano per dargliele di santa
ragione. Una le tirò un pugno sullo stomaco e Reika si sentì svenire a causa
delle ferite dell' altro giorno.
Mentre stava per svenire già a quel primo pugno, qualcuno fermò il pugno che le
stava per arrivare in faccia.
-Ru…Rukawa!-gridarono le due ragazze.
-State lontane da lei!-disse minaccioso Rukawa. Poi prese in braccio Reika e la
portò via.
-Pare che tu sia destinato a salvarmi dalle botte!-cercò di ridere Reika anche
se le faceva un gran male.
-Non ti sforzare.-
-…-Reika rimase in silenzio. Era una bella sensazione stare in braccio a
Rukawa. Si accocolò sul petto del ragazzo e chiuse gli occhi. Poco dopo si
addormentò.
Rukawa fissò quella ragazza. Era veramente dolce. Aveva un viso angelico.
Reika si svegliò nel sentire rumori di una palla che rimbalzava sul parquet.
-Mh…?-si strofinò gli occhi. Si trovava in palestra. E aveva addosso la parte
superiore di una tuta dello Shohoku che le stava quattro volte più grande.
-Ben svegliata!-disse una bella ragazza dai capelli ricci.
-Grazie…-
-Sono Ayako, la manager della squadra, piacere.-
-Piacere mio. Sono Reika Shiomori.-
-Ah! Ma certo! La star del club di canto!-
-Be'…-
-Sei la ragazza di Rukawa?-
-CHE?! No! Non sono la sua ragazza!-si imbarazzò Reika.
-Ma dai! Rukawa non prenderebbe mai in braccio una ragazza! E' la cosa più
inverosimile del mondo!-
-Da…davvero? Veramente io penso che sia un ragazzo davvero molto gentile…-
-CHE?! Rukawa gentile? Scherzi? E poi con una ragazza! Di solito dice sempre a
loro "Sparite!" con un' aria minacciosa!-
-AH?-
In quel momento un ragazzo arrivò frettolosamente in palestra e guardò in giro.
-Yamida!-lo chiamò Reika. Anche Rukawa si girò a vedere.
-Satoshi…che ci fai qui?-gli chiese.
-Ho sentito che Shiomori è stata aggredita a scuola.-
-Infatti.-
-Ah! Shiomori, come stai? Ti hanno fatto del male?-le chiese avvicinandosi alla
ragazza.
-Sto bene, grazie Yamida.-
-Chiamami pure Satoshi!-
-Va bene!-
-Piacere, sono Satoshi Yamida. Sono del club di calcio.-infatti Satoshi
indossava ancora i vestiti dell' allenamento.
-Piacere, io sono Ayako.-
-Non vai ad allenarti?-gli chiese Reika.
-Ero agli allenamenti, ma sono venuto qui dopo aver sentito la notizia.-
-Non ti preoccupare, non è successo nulla.-
-Meno male! Se ti avessero fatto qualcosa le avrei fatto vedere io!!-
-Eheh!-sia Rukawa che Satoshi erano ragazzi davvero gentili. Inoltre Satoshi
era molto simpatico.
-Ero procupatissimo anche perché…-si avvicinò a Reika e le sussurrò:-…sei l'
unica ragazza che Kaede abbia mai trattato così bene! Penso proprio che si sia
innamorato…-si allontanò e le fece l' occhiolino. Mentre Reika era arrossita.
-Ciao!-Satoshi uscì dalla palestra inseguito dallo sguardo omicida del cugino
che a grandi linee poteva immaginare quello che aveva detto il ragazzo a Reika.
-Quel ragazzo…pare sia molto bravo a calcio.-disse Ayako.
-E' il cugino di Rukawa.-
-Davvero? Non lo sapevo! Non andava alle medie Tomigaoka!-
-Mh…-Reika pensò a ciò che aveva detto Satoshi…era vero? Guardò Rukawa che si
allenava. Be'…se fosse vero…sarebbe meraviglioso, no?
Poi…
-AAAH! Il club di canto! Sono già le sei! Come mai è già così tardi?!-si
ricordò impreovvisamente Reika.
-Perché hai dormito come un ghiro per tutto l' arco del tempo.-rispose Ayako.
Anche quella ragazza era una tipa fuori dal comune. Insieme a Rukawa facevano
proprio una coppia bizzarra.
Il giorno del festival coincideva più o meno con l' inizio del campionato
nazionale. Reika e Rukawa erano diventati molto amici. E Reika era guarita
abbastanza in fretta.
Yumiko andava d' accordissimo con Akira, e Satoshi affrontava il campionato di
calcio alla meraviglia. Insomma, tutto filava liscio come l' olio.
-Waaah! Il festival si avvicina! Sono così agitata!-diceva Reika saltellando
vicino ad Ayako. Quel giorno c' erano le prove per il festival in palestra.
Mentre loro provavano, i ragazzi si allenavano nell' altra metà campo.
-Già…ancora tre giorni e tutti conosceranno il viso della bellissima Reika
Shiomori!-scherzò.
-Ma dai! Nessuno riuscirà a vedermi bassa come sono!-
-Cosa c' entra? Ci sono molto idol che sono bassetti, ma sono famosi comunque!-
-Eheh!-
Yumiko era impegnata con il club di tennis, sia lei che Akira avevano davanti i
campionati nazionali. Insomma, tutti avevano qualcosa da fare. Erano tuti
impegnati. Solo che Reika, dopo il festival, avrebbe avuto mooolto tempo
libero. Se solo anche Rukawa, Satoshi, Yumiko e Akira ne avessero!
-Shiomori! E' ora delle prove dei singoli!-
-Arrivo!-Reika corse verso il palco e dopo aver sistemato bene il microfono.
Cominciò a cantare. Ovviamente il volume era stato abbassato o avrebbe attirato
troppa attenzione.
Molti giocatori si fermarono a guardare Reika. Aveva cominciato a cantare.
Aveva una voce davvero stupenda! Belissima…quasi angelica…
Rukawa rimase fermo a fissare quella ragazza. Non solo era bella ma aveva anche
una bellissima voce.
-Ok!-disse Fuyukoda mentre tutti gli altri applaudivano la ragazza.
-Grazie mille!-
-Fra poco proviamo la canzone a coppia con Ryo.-
-Sì.-
Reika ripassò mentalmente la canzone di coppia, mentre Ayako le si avvicinò per
congratularsi.
-Wow! Sei davvero bravissima!-
-Tu dici?-
-Ma certo! Sono rimasta scioccata.-
In effetti le altre prove erano state tenute nasconste agli occhi di tutti, e
quindi nessuno aveva ancora sentito Reika cantare a parte i membri del club di
canto.
Dopo gli allenamenti e le prove Reika, Rukawa e Satoshi tornarono a casa
insieme. Facevano un pezzo di strada insieme e poi andavano ognuno per la
prorpia strada.
-Fra tre giorni c' è il festival. Farai il tuo debutto!-disse Satoshi allegro
con la sua bici. Tutti e tre avevano delle bici.
-Mh. Sono emozionatissima! Fra tre giorni…sarò super tesa!-
-Verranno sicuramente tutti a vederti! In effetti sei già famosa a scuola!-
-Dici? Mah…non vorrei diventare come Rukawa…-pensò…allora sarebbe orribile,
perché lei era una ragazza, e avrebbe tutti i ragazzi dietro, mentre Rukawa
poteva liberarsi facilmente delle ragazze. Lei…che non aveva assolutamente
nulla di minnaccioso, come avrebbe dovuto fare?
-Ma no! Spero tanto che tu non diventi come lui!-
-Zitto, idiota.-sbuffò Rukawa. Perché dovevano trascinarlo in qualunque
discorso?
-Sempre il solito…be'…ci vediamo domani! Ciao!-Satoshi salutò Reika e insieme a
Rukawa tornarono a casa.
Anche Reika tornò a casa.
I tre giorni passarono in fretta. E arrivò il giorno del festival. La palestra
era stracolma di gente.
Reika da dietro le quinte sbirciava fuori mentre sudava freddo. Era tesa! Ma
doveva calmarsi o avrebbe fatto una figuraccia!
Erano presenti tutti I membri del club di basket, quello di calcio e anche
quello di tennis. C' erano anche dei ragazzi di altre scuole. Tra questi c'
erano quelli del Ryonan e Akira Sendo.
"Waaaaah! Sono tesa…ma devo calmarmi…calma…calma…oddio…aiuto…no!
Calma…calma…"continuava a ripetersi Reika nella mente.
Quando sentì pronunciare il proprio nome salì sul palco sorridente. Cercando di
essere il più naturale possibile. Anche se era quasi impossibile.
Indossava un vestito bianco e azzurro bellissimo, I capelli raccolti in una
coda alta da un nastro azzurro-bianco.
Appena salì tutti i presenti applaudirono. Era davvero bellissima quel giorno.
Tutti rimasero incantati da quella ragazza.
Rukawa non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Così come molti altri.
Quando Reika iniziò a cantare tutti rimasero in silenzio assoluto. E quando
finì ci fu un' ondata di applausi e anche qualche fischio.
-Però…quella Shiomori è davvero bella…e anche molto brava!-commentò Sakuragi.
-Non hai il diritto di dirlo. Idiota.-disse Rukawa.
Ma Sakuragi era talmente incantato che non gli fece nemmeno caso. Cosa
ovviamente rarissima visto che solitamente si prendevano a calci e pugni.
In realtà Rukawa era molto geloso perché tutti i ragazzi maschi stavano
mangiando con gli occhi Reika. E lui non voleva. Voleva Reika tutta per
sé…forse era un tantino egoista? Però..per l' amore sarebbe disposto anche a
quell' egoismo…
Il festival si concluse verso le sette di sera e Reika uscì per ultima perché
aveva paura di venire travolta. Visto che quando aveva tentato di uscire tutti
i ragazzi erano sulla porta ad attenderla.
Sbirciò fuori dalla fessura della porta e non individuò nessuno. Così uscì
lentamente e chiuse la porta.
Poi sentì una mano posarle sulla spalla…
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-lanciò un urlo tanto che il proprietario della mano la
lasciò andare di scatto.
-Ma…che hai?-chiese lui.
-Rukawa? Mi hai spaventata!-disse lei toccandosi al cuore.
-Scusa…non volevo…-
-Scusami tu! Ti avrò rotto i timpani con quell' urlo!-
-Mh….quasi…-
-Scusami scusami! Non volevo!-
-…-
-Mi perdoni?-
-Nh…-
-Thank you!-
-Vieni un attimo con me?-
-Certo!-
Rukawa portò Reika in un campetto da basket.
Posarono tutti e due le prorpie bici fuori dal campetto e si sedettero per
terra.
-…?-Reika non aveva mica capito perché l' aveva portata lì.
-Volevo parlarti dei miei genitori…-disse Rukawa.
-Eh?-
-Non ne ho mai parlato con nessuno…ma vorrei dirlo a qualcuno…-
-Di me ti puoi fidare, sai?-
-Mh…-
Poi Rukawa cominciò a raccontare.
-I miei genitori e i miei zii erano amici d' infanzia. Si conoscevano sin dai
tempi dell' asilo. E da grandi si sposarono. I genitori miei e di Satoshi
lavoravano tutti per la stessa azienda. La zia e mia madre si erano sposate
insieme. E rimasero incinte con un solo mese di differenza. Siccome erano
grandi amici decisero di vivere insieme, un giorno. Io e Satoshi avevamo sette
anni ed eravamo cresciuti insieme. Un giorno…i nostri genitori erano andati a
Tokyo per vedere una casa. Perché siccome l' azienda dove lavoravano si stava
per trasferire a Tokyo, andare e tornare sarebbe stato scomodo. Ma quando
stavano per tornare…sull' autostrada accadde un incidente. A causa della fitta
pioggia e delle strade scivolose la loro macchina venne investita da un' altra
e finirono giù dal ponte…morendo tutti e quattro insieme. Sul colpo. Da allora
ho smesso di sorridere. Satoshi era traumatizzato dall' incidente. Anche io. Ma
ero più tranquillo di lui. Lo convinsi che i nostri genitori erano morti per
malattia. Anche se nella sua mente i nostri genitori sono morti di
malattia…credo che lui ora sappia che non è vero. Ma almeno ho potuto salvare
lui. Ora sorride e scherza. Se si fosse covinto che i nostri genitori erano
morti cascati da un ponte…forse sarebbe diventato come me.-
-Per lui…tu sei una specie di padre…vero?-
-Forse…ho rimediato il buco del suo cuore…ma non la voragine del mio…-
-Anche io…ho un buco al cuore…sai?-
-Io non posso riempire que buco?-dissero in contemporanea. Reika arrossì e
anche Rukawa.
Reika rise. Rukawa sorrise.
-Hai un bel sorriso, sai?-disse Reika. Era vero. Il sorriso di un ragazzo che
non sorrideva da anni…era più bello di quello di chiunque altro.
-Allora…io posso…riempire quel buco?-chiese Reika a Rukawa sorridendo.
Come risposta lui le diede un bacio. Casto e puro…leggero…
E un nuovo amore era nato…
Epilogo
Il tempo passava molto in fretta. Il campionato nazionale era terminato…ed
erano passati alcuni mesi…era ormai quasi inverno…
-Signorina! Ho una notizia sconcertante per lei!-disse Kishiro correndo verso
la ragazza.
-Mh?-
-Sua…sua madre…si è svegliata!-
Reika rimase paralizzata a quella rivelazione…sua madre risvegliata?
Corse in ospedale…ma quando entrò nella stanza della madre…sentì il rumore di
una delle macchine di quella stanza fare "Biiip" e spegnersi.
Al posto dei balzi del battito cardiaco era comparsa una linea retta…
Sua madre…non c' era più.
Rimase ferma sulla soglia della porta mentre i suoi parenti si avvicinavano a
lei e la nonna l' abbracciò.
Poco dopo arrivò anche Rukawa.
La portò via…via da quel momento d' inferno…
-Kaede…lei…se n' è andata…è andata da mio padre…-due righe di lacrime scesero
dagli occhi della ragazza che si buttò fra le braccia del suo amore.
Il ragazzo le accarezzò la testa e disse:
-Sono sicuro che loro due saranno felici nella loro prossima vita.-
-Kaede! Aspettami!-una ragazza correva come una furia su una bicicletta verso
un ragazzo dalla statura alta su una bici anche lui. Si fermò e si girò verso
di lei. Mentre il ragazzo che era insieme al primo se ne andò pedalando il più
in fretta possibile per lasciare soli i due piccioncini.
-Ciao Reika.-la salutò.
-Ciao! Uff…oggi c' è la consegna dei diplomi per voi dell' ultimo anno!-
-Mh…-
-E' stato un miracolo che tu abbia superato gli esami con tutte quelle
insufficienze che avevi!-
-Fortuna.-
-Sì sì…proprio fortuna…senti…l' anno prossimo cosa farai? Continuerai a
giocare? O andrai all' università?-
-L' università è out. Forse…andrò in America.-ecco. Le aveva detto la sua
decisione. Anche se detto con un "forse" davanti…era un decisione
definitiva. Prima o poi ci sarebbe andato.
-…agli States per realizzare il tuo sogno?-
-Mh…senti…-voleva dirle che sarebbe ritornato presto ma lei lo interrupe.
-Vai! Sono sicura che diventerai famoso! Anche mio padre desiderava andare in
America. Ma non pote' andarci. Perché non realizzi il tuo sogno anche per lui?-
-Mh…-
-Sai che cosa ho pensato la prima volta che ti ho visto in una partita? Che
somigliavi tanto a mio padre. Anche lui era un individualista, faceva raramente
il gioco di squadra. Ed era un fuoriclasse che in effetti riusciva a tener
testa un giocatore esperto. Era un po'…l' uomo-partita come sei tu molte
volte…voi due…siete molto simili…forse…mi sono innamorata di te anche per
questo…perché vi somigliate…e ho ritrovato la figura di mio padre in te. Ma con
questo non voglio dire che ti amo solo per questo. Perché in fondo..tu sei tu e
lui era lui. Voi due siete e sarete sempre molto importanti per me. Quindi…io
non ostacolerò il tuo sogno come fece mia madre. Io voglio che lo realizzi.
Però promettimi che non farai mai come ha fatto lui…sarai sempre un giocatore
onesto.-
-Te lo prometto..-le avvolse le spalle con un braccio. Loro due avevano talmente
tanta differenza d' altezza che sembravano davvero padre e figlia…ma l' aspetto
esteriore non contava nulla…perché i loro cuori sarebbero rimasti sempre
legati…
Tre anni dopo…una ragazza sulla ventina scese da una lussuosa macchina nera.
Poi scesero due bambini sui due anni circa. Una femmina e un maschio. La
ragazza prese per mano i due bambini e insieme si incamminarono verso l'
entrata dell' aeroporto seguiti da un ragazzo.
-Satoshi…sei sicuro che l' orario sia giusto, vero?-chiese la ragazza.
-Reika…me lo hai chiesto più di dieci volte!-disse il ragazzo.
-Scusa…ma sai…dopo tre anni…-
-Tu non sei cambiata affatto…per essere madre di due bambini…-
-Chissà…magari lui è cambiato.-
-Non capisco perché non hai voluto dirgli di Ryu e Kira…-
-Tanto i nomi li ho decisi io…chissà che nomi avrebbe dato lui! Vuol dire che
li useremo come secondi nomi…-rise Reika al pensiero di vedere la faccia di
Kaede.
Dopo un po' arrivarono due ragazzi all' aeroporto e si avvcinarono a loro.
-Ciao Yumiko, ciao Akira!-li salutò Reika.
-Ciao! Ehi…le due pesti…dove correte?-li inseguì Yumiko mentre i due bambini
correvano al riparo. La loro futura zia li perseguitava spesso…
Anche se avevano poco più di due anni…erano molto intelligenti e imparavano
molto in fretta.
-Guarda com' è euforica futura signora Sendo!-scherzò Reika con Akira.
-Anche se ci sposeremo la settimana prossima…sono più teso io di lei…-
-Teso? Per favore! Io non sono stata tesa nemmeno quando ho scoperto di essere
incinta!-
-Però stamattina chi era quella che mi ha chiesto più di dieci volte se l'
orario era giusto?-disse Satoshi.
-Nhgggg! Sta' zitto! Che sei l' unico single del gruppo!-
-Guarda che sono io che voglio rimanere single!-
-Lo sappiamo, lo sappiamo!-dissero Akira e Reika. Mentre Yumiko giocava con i
due bambini.
Satoshi giocava in una squadra di calcio molto stimata, tuttavia voleva
rimanere single. Diceva che voleva godersi quella libertà ancora per un po'. Ma
quando anche lui incontrerà la donna della sua vita…allora sarà il destino a
decidere!
+Avvisiamo che il volo xxx New York-Tokyo delle ore 15:30 sta per atterrare…+
-Sta arrivando!-
Dopo circa un quarto d' ora la porta dei arrivi si aprì eil primo a uscire fu
proprio Kaede…
Reika rimase ferma a guardarlo. Lui invece si avvicinò.
-Bentornato.-disse Reika sorridendo.
-Ciao.-disse semplicemente lui. Ma i due cuori stavano palpitando all'
impazzata.
-BENTORNATO KAEDE!-dissero in coro gli altri tre. Yumiko portava in braccio
Kira. Mentre Akira Ryu.
Dal punto di vista di Kaede sarebbero Yumiko e Akira a essere dei
genitori..anche sei i due bambini assomigliavano terribilmente a lui e a Reika.
Reika prese in braccio Kira. Mentre Akira porse Ryu a Kaede.
-Questi sono Ryu e Kira…ti piacciono questi due nomi?-chiese Reika sorridendo a
Kaede…be'…era proprio vero…una bella famigliola riunita…
-Auguri!-dissero tutti I presenti al matrimonio. O meglio…al doppio matrimonio
perché anche Reika e Kaede si sposavano…visto che non si erano sposati prima.
I due bambini portavano ognuno un mazzo di fiori. Anche se in effetti non ne
capivano il motivo.
Le due coppie salirono nelle rispettive macchine. Anche Kira e Ryu salirono su
quella dei propri genitori sedendosi fra i due.
Kaede non doveva più tornare in America perché aveva deciso di rimanere anche s
ein America era diventato abbastanza famoso. Avrebbe giocato nella nazionale. E
dopo insieme ad Akira.
Le due macchine partirono per un strada semplice…ma che avrebbe condotto i suoi
passeggeri su una via di felicità…
FINE
Note: questa stroai avrebbe dovuto essere molto più corta…ma non ho resistito a
scrivere tutte quelle cose e così l' ho lasciato lungo. L' epilogo forse era
opzionale…ma fa lo stesso. Volevo scriverlo. Per chi non sapesse cosa vogliono
dire i termini giapponesi apparsi:
Kohai=compagno o collega più piccolo
Senpai=compagno o collega più grande
Se ci sono cose che non capite potete scrivermi al fermo-posta o al mio
indirizzo: relie_89@yahoo.it.
Forse la storia avrà un seguito(che racconterà forse dei loro figli). Ma non ho
ancora deciso nulla. Grazie per aver letto questa storia.
Relie
PS. Tutta la storia, note comprese, è stata scritta un po' di tempo fa, questa
è una versione riveduta, ma ci sono comunque parecchi errori(sigh ;_;).
Perdonate questa povera ragazza. |