Josh non capiva. Lui non capiva gli altri, e gli altri non capivano lui.
O, semplicemente, non voleva capirli. Non aveva mai voluto capire nessuno. Fino a quando non lo vide.
Aveva le mani strette in due pugni, la mascella contratta. Le guardie lo tenevano per le braccia, non molto sicure che le manette avrebbero retto.
Faceva profondi respiri, gli occhi chiusi ed i piedi guidati dalle guardie che lo trascinavano.
Non gli importava, dove lo stessero portando. Sapeva solo che lo avrebbero rinchiuso in una stanza angusta e buttata via la chiave.
Al posto di un cioccolatino, sul cuscino, avrebbe trovato le sue pillole. Le avrebbe ingoiate, da bravo paziente, e avrebbe dormito aspettando di placare le vertigini.
Non gli piaceva, quel posto.
Troppa calma, troppo silenzio, troppi sorrisi tirati.
Si guardò gli indumenti bianchi fornitigli dall'ospedale, e sbuffò.
Tutto troppo bianco, troppo vuoto.
Il bianco non gli piaceva. E strinse ancor più i pugni, le unghie che si infilavano nel palmo.
E proprio quando credeva di non riuscire a sopportare oltre, inciampò.
Spalancò gli occhi, le guardie che lo trascinavano pesantemente sù.
Fu una frazione di secondo, quella che ci mise per accorgersi di quella figura seduta nel bel mezzo del prato.
I capelli castani gli ricadevano sulla fronte, un pò lunghi. Gli occhi erano chiusi, quasi in uno stato di pace, le ciglia lunghe che accarezzavano delle guance pallide.
Era vestito anche lui di bianco, con una camicia troppo leggera per l'aria fredda di gennaio.
A Josh sembrò un angelo.
Spazio Autrice :
Hola!
Okay, premettendo l'oscenità del capitolo, non mi vengono in mente cose intelligenti da dire. Come sempre.
Quindi boh, seguite e recensite e viva i Joshler.
Io vado.
Baci ,
Ninox |