15 - Vendetta
- Vendetta -
4 Settembre 1999, Inghilterra, campagna Londinese, Villa Black - Grimm, Mattina
Talisia guardò disgustata l'uomo di fronte a lei.
La fuga non faceva per Fenrir Greyback. Era già una bestia di
suo, ma stava scappando da troppo tempo - dalla fine della guerra - e
lo spostarsi continuamente da un luogo all'altro, con la paura continua
di essere trovato, lo aveva segnato nel profondo.
Aveva il volto scavato, era smunto, pallido, sporco e disordinato.
Probabilmente non mangiava da giorni considerato come si era lanciato
sul vassoio di tartine che la Black gli aveva piazzato davanti. E non
si lavava da settimane, a giudicare dall'odore nauseante che emanava.
La donna si appuntò mentalmente di far lavare il salotto dagli
elfi domestici almeno una decina di volte, quando tutto si sarebbe finalmente concluso.
"Devo dire che mi ha sopreso il tuo invito qui, Black." Le
comunicò lui con voce rauca. "E il fatto che tu mi abbia offerto
rifugio e protezione dagli Auror... e da Harry Potter. Cosa ti ha
spinto a farlo?" Chiese incuriosito.
"Oh, sai com'è." Gli rispose lei in tono leggero, sorridendo.
"Bellatrix era la cugina preferita di mio padre. E tu hai fatto
così tanto per lei. Adesso che sia lei che l'Oscuro Signore sono
morti, dobbiamo aiutarci tra noi. Potrei farti rimanere anche qui... per sempre. Cosa non si fa per la famiglia, in fondo?" Chiese calcando le ultime parole e sorridendo divertita.
Greyback era in fuga da troppo tempo, di sicuro non poteva sapere che
la sua famiglia non erano più i Black, ma Brian e Hans.
Schioccò le dita e, come da copione, un elfo domestico comparve
davanti a lei inchinandosi. Portava in braccio suo figlio.
"A proposito di famiglia... lo sai che mi sono sposata quasi due anni fa? Questo è mio figlio. Ha otto mesi e ha fatto da poco i suoi primi passi."
Continuò prendendolo in braccio e stringendo contemporaneamente
la presa sulla bacchetta. Aveva già visto lo sguardo famelico
del mannaro poggiarsi su di lui.
Il movimento della sua mano non sfuggì neanche al lupo. "Oh
andiamo Black, mi hai ospitato in casa tua, pensi davvero che potrei
fare del male a tuo figlio?" Chiese infatti, non riuscendo ancora a
collegare i pezzi. "Come si chiama a proposito? E chi è il
fortunato che ti ha avuto in sposa? David Saintclaire come previsto?
Avete fatto in fretta a sfornare il pargolo!"
Talisia, a quelle parole, allargò il sorriso. "Oh no, quel
contratto è saltato. Perchè sono rimasta incinta, prima
del matrimonio, di un altro uomo. Fortunatamente, si trattava di un
purosangue." Fece una pausa, notando quanto le sue parole iniziassero
ad infastidirlo. Fece un passo indietro, stringendo di più a
sè il bambino, mentre il suo cuore batteva all'impazzata,
pensando a ciò che stava per fare. A ciò che stava per
dire. "Comunque si chiama Hansel." Disse rispondendo finalmente alla
domanda. "Hansel Grimm."
Gli occhi di Fenrir si sgranarono di botto mentre, di colpo, tutti i pezzi del puzzle andavano al loro posto. Mentre quel "Potrei farti rimanere anche qui per sempre"
assumeva un significato completamente nuovo nella sua
testa. Talisia Black - Talisia Grimm si corresse mentalmente - non
l'aveva chiamato lì per fornirgli protezione. L'aveva chiamato
lì per farlo ammazzare.
Con la mente completamente annebbiata dalla rabbia e dalla follia, si
lanciò verso di lei, con l'intenzione di sbranare e uccidere, di
colpire lei e il figlio in un qualsiasi punto.
Ma un lampo di luce lo colpì prima che potesse muoversi,
sbattendolo contro la parete con violenza e stordendolo, mentre Brian
Grimm tornava visibile. Era rimasto tutto il tempo accanto alla
moglie, nascosto da diversi incantesimi che lo celavano sia alla vista
che a tutti gli altri sensi.
Talisia approfittò della situazione per smaterializzarsi con il figlio tra le braccia.
Brian aveva finalmente campo libero. E la possibilità di ottenere quella vendetta che andava cercando da anni.
"Hai finito di scappare." Sussurrò il Grimm, avvicinandosi con la bacchetta spianata e colpendolo di nuovo.
"Pensavo fossi troppo nobile... per colpire alle spalle." Fece fatica a
sbiascicare Fenrir. I due colpi erano stati violentissimi.
La sua ora era arrivata.
"Creature come te meritano solo la morte dopo una lunga sofferenza. Non
importa come." Fu il commento dell'altro, mentre con un gesto della
mano lo legava con catene d'argento.
Appena queste lo sfiorarono, profonde vesciche comparvero nelle zone
toccate, facendolo urlare. E sembravano dotate di vita propria,
perchè lo sollevarono velocemente a mezz'aria, lasciandolo a
penzoloni a testa in giù.
Brian, con uno scintillio pericoloso negli occhi, guardò disgustato il mannaro dimenarsi inutilmente. Con un colpo di bacchetta insonorizzò la stanza.
"Urli già?" Chiese in tono ironico. "Tanto non ti sentirà nessuno. Crucio." Le urla si intensificarono. "Con
tutto quello che hai fatto passare alle tue vittime, ti basta
così poco per urlare? Spero che tu possa resistere di
più, perchè ho appena iniziato. Sectusempra."
"Maledetto."
Riuscì solo a sbiascicare Fenrir tra un urlo e l'altro, mentre
la sua voce si indeboliva sempre di più.
Il Grimm aspettò che un po' di sangue colasse a terra, prima di cominciare il controincantesimo. Farlo morire dissanguato subito non era nei suoi piani.
"Ho giusto un paio di incantesimi di mia invenzione, non ho idea di
quanto possano fare male... non li ho mai usati prima. Per fortuna, ho
finalmente un volontario. 'Kreuzfolter'!"
4 Settembre 1999, Ministero della Magia Inglese, Londra, Dipartimento Auror, Sera
La segretaria entrò urlando nell'ufficio di Kingsley, senza bussare.
Sia lui che Harry Potter si voltarono a guardarla straniti.
Julia Parker lavorava per loro da due anni e non aveva mai fatto una cosa simile.
"Julia!" Esclamò sorpreso il primo Ministro. "Cos'è successo?"
"Brian Grimm è qui fuori. Credo voglia entrare per riscuotere la taglia." Spiegò agitata.
"Quale taglia?" Chiese Harry Potter drizzando le orecchie. Aveva
sentito già parlare di quell'uomo tedesco che aveva sposato una
delle ultime Black.
"La taglia che avete messo su Fenrir Greyback. E' qua fuori con il
corpo. A quanto pare l'ha ucciso." Rispose istericamente lei.
Stava riordinando dei documenti quando Brian Grimm le era comparso
davanti, con il corpo caricato sulle spalle. L'aveva gettato sul
pavimento esclamando "Il Ministero stava cercando questo figlio di
puttana, per caso?"
Julia aveva cacciato uno strillo spaventato alla vista del corpo
trasfigurato e dissanguato e poi era scappata nell'Ufficio del Ministro.
Entrambi gli uomini estrassero le bacchette, poi si recarono lentamente nell'anticamera dell'Ufficio.
Il tedesco stava dritto di fronte a loro, appoggiato alla parete con le
braccia incrociate. Ai suoi piedi c'era il cadavere di Greyback. "La
vostra segretaria è parecchio impressionabile." Commentò
ironico. "Sicuri che possa reggere, lavorando al dipartimento Auror?"
"Oh per Merlino!" Borbottò Harry Potter, mentre rivedeva dopo
mesi il corpo del mostro che aveva causato così tanti problemi a
lui e ai suoi cari.
Kingsley fece invece gesto all'uomo di accomodarsi su una poltrona,
mentre con la bacchetta chiudeva la porta ed insonorizzava la stanza.
"Voglio sapere tutto."
"Semplice Ministro. Vi ho portato il cadavere della bestia che state
cercando da più di un anno. Forse il più ricercato dal
mondo magico inglese. E ve l'ho portato morto. Non potrà
più nuocere a nessuno."
"Come è successo?"
"E' entrato in casa nostra. Probabilmente sperava di riuscire ad
ottenere aiuto da mia moglie, visto i nostri rapporti di parentela con
Bellatrix Lestrange. Lo stavamo cacciando quando è entrato nella
stanza nostro figlio. Ha 8 mesi, sta iniziando a camminare e quando non
cammina gattona. Greyback gli si è lanciato contro e io ho perso
la testa. Ho solo difeso la mia famiglia, ma essendo un Grimm credo di
averci preso un po' la mano." Spiegò tranquillo. Aveva
progettato ogni cosa nei minimi dettagli, comprese le prove che avrebbe
mostrato loro per risultare credibile, se ce ne fosse stato bisogno.
"Non mi sembra una mossa molto furba, per un lupo mannaro, entrare nella casa di un Grimm." Ragionò il Ministro.
"Infatti non lo è stata, per lui." Non riuscì a
trattenersi dal commentare ironicamente Brian. "Ma era in fuga da
parecchio tempo. Probabilmente neanche sapeva che nel frattempo mia
moglie è diventata una Grimm."
"Di sicuro nessuno ne sentirà la mancanza." Rispose con voce
pacata Kingsley, riferendosi al lupo mannaro che giaceva ai loro piedi.
"E immagino che adesso vorrai riscuotere la taglia presente sulla sua testa." Concluse Harry.
"In realtà no. Non mi servono i vostri soldi. Ne ho fin troppi."
Rispose a sorpresa l'uomo. "Ciò che voglio, è rientrare
in possesso della mia eredità. Quella lasciata a tutto il mondo
magico dalla mia antenata, Aurora. E vi ricordo che noi Grimm abbiamo ancora la ubelspurl in tutto il mondo, Inghilterra compresa."
"Cioè?" Chiese Potter.
"Quello che sta dicendo, Harry, è che è stata Aurora
Grimm a fondare l'ordine Auror. E tutti i Grimm, per attività di
famiglia, hanno una corsia preferenziale per entrarci immediatamente,
se ne fanno richiesta."
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5 Settembre 1999, Ministero della Magia Inglese, Londra, Ufficio del Primo Ministro, Mattina
Harry Potter entrò dopo aver bussato, con un fascicolo in mano.
"Hai appena autorizzato Brian Grimm a diventare Auror?"
Shackelbot chiuse la porta con un colpo di bacchetta, prima di dire
"Siediti Harry." Aspettò che il prescelto si siedesse prima di
continuare. "Sì, ho firmato le carte stamattina."
"Perchè?"
"Harry... i Grimm sono una famiglia magica molto particolare."
Iniziò a spiegare lui. "Sono la più antica di cui si ha
notizia. Si stabilirono in Germania e assunsero quel cognome nell'800,
quando giunsero lì seguendo la corte di Carlo Magno, ma nel
corso dei secoli hanno lavorato per tutte le famiglie potenti d'Europa
e del mondo. Servivano già i Faraoni, così come servirono
i Tolomei, la famiglia Giulio Claudia, i Carolingi, gli Asburgo... "
"Perchè mi stai facendo una lezione di storia?" Lo interruppe perplesso il prescelto.
"Perchè devo farti capire in che contesto sto agendo." Riprese
il discorso il Ministro. "Se non capisci la famiglia Grimm, non capirai
mai Brian. Sono abituati ad avere carta bianca, a fare ciò che
vogliono. E i mezzi per agire in questo modo non gli mancano. Hanno
soldi e potere. Non gli è mai interessato chi fosse il loro committente,
babbani o maghi, purchè questi pagassero bene e aumentassero il
loro prestigio e la loro fama. Almeno è stato così fino
allo Statuto di Segretezza. Non gli è mai interessato
perchè l'unica cosa importante per loro è sempre stata
una sola: svolgere l'attività di famiglia. La caccia ai Sondereith.
Sono una famiglia di cacciatori da secoli e sono i più abili
sulla piazza. Non mi piacerebbe avere uno di loro come nemico. Ieri
sera Brian Grimm ha ucciso Fenrir Greyback e così facendo ha
fatto solo un favore al mondo, ma è un cane sciolto. Non sappiamo come in futuro potrebbe agire.
Perciò preferisco averlo qui, come mio sottoposto, per sapere
sempre cosa fa e obbligarlo a seguire le nostre leggi, piuttosto che
lasciarlo libero di scorazzare per il paese, dando la caccia e
uccidendo chi lui ritiene indegno di vivere. Facendolo
diventare Auror, sarà obbligato dallo stesso vincolo magico del
giuramento ad obbedire alle nostre leggi, cosa che non farà se
resterà invece un comune cittadino."
"E i controlli a casa sua per verificare se è effettivamente accaduto ciò che ha detto ieri sera?"
"Potremmo mandare anche là una intera squadra Auror e non
troveremmo un bel niente, se non quello che lui vorrà farci
trovare. Ne ho spediti due stamattina, giusto per seguire la procedura,
ma ogni particolare conferma ciò che lui ci ha già detto. Quindi, da domani mattina, Brian Grimm inizierà a lavorare per noi."
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Lo so, lo so!
Sono stata assente un secolo e non ho neanche scritto la scena del matrimonio come invece avevo promesso, ma l'ispirazione per quello proprio non arrivava. In compenso ho scritto questi due capitoli (questo e quello che probabilmente pubblicherò domani) da secoli e non volevo tenerli lì ancora a lungo.
E poi volevo chiudere anche questa saga.
Perciò lo dico ufficialmente: questo sarà il penultimo capitolo (siete liberi di lanciarmi i pomodori!)
A presto!
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