Il risvolto della medaglia

di incommensurabilmente
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La corona aveva indubbiamente il suo peso e lo avevo imparato a mie spese in tutto quel tempo...responsabilità, decisioni amare, tutto ciò che avevo dovuto passare senza fiatare... ero nel mio studio a leggere, sfogliavo le pagine con una leggerezza d'animo che riusciva a stupire pure me stesso, leggevo le parole senza nemmeno capirne il significato, erano solo misere linee nere a confronto con ciò a cui stavo pensando, quella che un tempo era mia figlia... stava forse percorrendo la navata della chiesa per andare a sposarsi. Dal primo accenno di quell'evento la mia decisione era stata sicura, non sarei andato. Non potevo fare altro, se fossi andato l'avrei riconosciuta di nuovo come mia erede e la cosa non doveva accadere, non sarebbe accaduta. Chiusi il libro dato che era inutile leggere se lo facevo senza concentrazione, lo poggiai sul tavolino accanto alla mia poltrona nera e mi alzai piano, respiravo stranamente piano... percorsi lentamente lo spazio che mi separava dalla grande vetrata che faceva filtrare luce nella stanza, sfiorai piano il vetro... freddo... come ero sempre stato io, come mi definivano gli altri e come avevo finito per sentirmi... freddo fino alla fine, sospirai per poi posare lo sguardo sulle mie mani, le aprii fissandole in silenzio. Quelle mani che avevano ucciso fin troppi uomini durante svariate imboscate, che avevano applaudito fin troppi sovrani e padroni, che avevano impugnato molte armi e che avevano sfiorato fin troppe monete... quelle mani con cui … poggiai lo sguardo sul piccolo anello che avevo al dito, l'anello d'oro... quello dentro il quale c'era il nome di Selene... il matrimonio era senz'altro una cosa positiva se basato sull'amore e quella mia figlia se non altro ne avrebbe avuto uno felice, non riuscivo però ad essere contento per lei... dopo avermi dato mille delusioni ciò che avrebbe ricavato era sempre e solo gioia e amore, sorrisi amaramente pensando a cosa avevo dovuto passare io per guadagnarmi una moglie, i sacrifici che avevo dovuto fare per arrivare ad essere di un rango abbastanza alto. Dal mercenario che ero, arrivare ad essere il sindaco... non era stato facile rimuovere tutte le croste di sangue dalle mie mani impure ma avevo dovuto farlo. Quella ragazza invece non aveva fatto molto, aveva vissuto nel lusso più sfrenato non facendo ciò che le veniva detto di fare, niente di niente, e poi si concedeva anche un matrimonio a Firenze. Scossi piano la testa massaggiandomi le tempie vagamente irritato dalle conclusioni a cui ero arrivato. Ormai non potevo più fare nulla in ogni caso, strinsi i pugni e mi dissi che non dovevo più pensarci, tornai a sedermi sulla mia poltrona cercando di scacciare i brutti pensieri, ripresi in mano il libro e lo riaprii davanti a me sfogliandolo e leggendo poche parole per cercare il punto in cui avevo interrotto la lettura, la trovai in poco tempo e ci passai sopra la mano come a voler spianare ogni preoccupazione, ogni pensiero molesto. Mi immersi di nuovo in quella storia che preferivo di gran lunga alla realtà che stavo vivendo... mi lasciai trasportare svuotando la mente e fui in grado di sorridere...  





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