Dolci ombre del passato

di Kim_Won_Sarang
(/viewuser.php?uid=843503)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Quella sera non riuscì a prendere sonno , non riusciva più a levarsi dalla mente quella casa , i dubbi la affliggevano e ogni volta che riusciva a trovare un momento di pace se ne creavano di nuovi per questo la mattina seguente sfruttò le prime luci dell’alba e ricostruì il percorso che aveva fatto il giorno prima grazie ai punti di riferimento che si era precedentemente presa per riuscire a tornare a “casa”.
Arrivata finalmente all’abitazione un sentimento di inquietudine misto a curiosità la pervase , a questo punto non restava altro da fare che capire quale delle due fosse predominante , rimase davanti al cancello per un tempo imprecisato davanti al cancello ,continuava a fissare la porta d’ingresso ,maestosa anch’essa come il resto della costruzione , continuava a pensare a quanto fosse stata stupida e impulsiva a venire in quel posto senza nemmeno un piano , non poteva semplicemente suonare sperando di essere accolta come se nulla fosse , doveva inventarsi qualcosa e alla svelta.
Improvvisamente la porta si spalancò e ne uscì un ragazzo moro e dalla carnagione chiara , un normalissimo ragazzo asiatico probabilmente della sua stessa età , che si avvicinò e cominciò a parlarle << are you ok? >> a questa domanda lei rimase zitta , come d’altra parte avrebbe fatto con qualsiasi alta interazione vocale che richiedesse una sua risposta , anche un banale si o un no , a questo punto il giovane la guardò negli occhi e , quasi come fosse un veggente affermò << spero di non sbagliarmi ma credo proprio che tu sia italiana , lo si capisce dai tuoi occhi e dal tuo aspetto , perdona la mia pronuncia , studio l’italiano da quando sono piccolo ma ancora non mi sono allena abbastanza , probabilmente perché da queste parti di italiani non se ne vedono molti e parlare da soli non è il massimo >> lei mostrò un grande stupore , aveva indovinato e , contrariamente a quello che aveva appena dichiarato , la sua pronuncia era fantastica!
Eleonora annuì per far capire al ragazzo che non si stava sbagliando e lui le porse la mano << io mi chiamo Han Chin-Mae , ma tu puoi chiamarmi Chin se ti è piu semplice >>
Di sicuro lei non si fidava di lui , un estraneo entrato così all’improvviso nella sua vita non era di certo uno affidabile ma pensò che conoscere qualcuno che poteva parlare la sua lingua , cosa che dopo quello che aveva passato le sembrava solo un miraggio , poteva farle comodo.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3591533