Rebellion

di hudsonvalentina
(/viewuser.php?uid=986021)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


La neve si posava tutto intorno a lei senza toccarla. I capelli lunghi e castani le incorniciavano il viso,  gli occhi color tormalina faticavano ad abituarsi alla luce del giorno. Portò la testa tra le braccia, mormorando parole insensate per protesta. 

La neve su cui poggiava il suo esile corpo cominciava a sciogliersi lentamente, inzuppandole i vestiti. Una foglia ingiallita le cadde vicino al viso, provocandole un sussulto. Alzò debolmente la testa e lanciò una rapida occhiata al luogo che la circondava. 

Una radura coperta da un sottile strato di neve si estendeva davanti a lei, mostrando di rado qualche dente di leone ormai morente, resistito alle basse temperature del periodo. Sotto di lei si scorgevano delle radici coperte dalle vecchie foglie. 
Probabilmente si erano staccate dall'albero che le aveva ospitate per la loro breve vita da poche settimane. Non osò girarsi. Poteva già benissimo immaginare cosa ci fosse alle sue spalle: una foresta. 

L'idea la fece agitare, lei odiava le foreste. Si alzò con fatica da terra e si pulì con poco interesse i vestiti. 
Avanzò di qualche passo e la neve cominciò a depositarsi sul suo viso e tra i suoi capelli. Sentì il peso del cappuccio sulla schiena e lo tirò con forza sulla testa. Si fece un po di coraggio e si voltò. 

La foresta, sebbene le mettesse paura, era l'unico posto in cui potesse trovare un minimo di rifugio dalla neve, che ora stava cominciando a scendere più forte e più compatta. Avanzò timidamente tra le radici di due possenti alberi e abbassò lo sguardo, come se potessero afferrarle i piedi e imprigionarla da un momento all'altro. 

Cominciò a pensare ad altro, a farsi delle domande e si ritrovò ad avere un passo svelto. Girava senza meta per la foresta cominciando a preoccuparsi sempre di più. Ogni domanda nuova che le si formulava in testa sembrava peggiore della precedente. 

Si mise a correre. 

Correva e inciampava di continuo nella foresta, e quando le lacrime cominciarono a bagnarle le guance si accasciò a terra esausta.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3592553