THE GAME IS ON

di Occhi di nebbia
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Silly, lovely things


Mycroft osservava suo fratello che dormiva, attaccato al respiratore.
Sher era così bello, pensò. Si diede subito del rimbecillito, come si fa a pensare una cosa del genere del proprio fratello?
La verità era che il suo affetto per il fratellino era infinito.
Certo, non l’avrebbe ammesso per nulla al mondo ma ora il sollievo aveva a poco a poco preso il posto della paura. E poi la felicità. E quando Mycroft era felice, faceva sempre cose stupide. Molto stupide. Come mobilitare tutto l’ospedale, minacciando il disastro atomico, perché salvassero il suo fragile fratello detective. Sherlock aveva l’innata capacità di cacciarsi nei guai, ogni dannatissima volta.
E toccava a lui tirarlo fuori. Se questa volta fosse finita male, Mycroft non se lo sarebbe mai perdonato.
Erano ore che se ne stava in piedi nel suo completo gessato, appoggiato al suo ombrello. Non gli staccava gli occhi di dosso. Da dietro il vetro aveva osservato il silenzioso ed impercettibile movimento del petto di Sherlock abbassarsi e alzarsi da almeno cinque ore.
- Signor Holmes, ora può entrare. -
L’uomo si diresse con passo deciso nella camera e si mise accanto al letto, in piedi.
Unalacrima furtiva si fece strada sulla sua guancia. Mycroft si guardò intorno con fare sospettoso. Via libera. Si abbassò e diede un bacio sulla fronte di Sherlock.
- Tu non hai idea di quanto la tua morte mi spezzerebbe il cuore. -
Eh già, il grande Mycroft Holmes aveva un solo punto debole, il suo adorabile fratellino detective.





 




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