IF OUR LOVE IS TRAGEDY WHY ARE YOU MY REMEDY?
IF OUR LOVE IS TRAGEDY WHY ARE YOU MY REMEDY?
Il tornado era davanti a lei.
La fredda pioggia batteva sul suo volto e si
mischiava alle sue calde lacrime
Il suo tornado, quello che le sue azioni avevano
creato, stava per distruggere la sua città. Perché lei lo aveva permesso.
La foto che aveva strappato, ora era persa nella
forza nel vento, insieme alle barche che erano ancorata al molo.
La mano di Chloe si strinse alla sua ed insieme
rimasero a guardare l’uragano scontrarsi con la costa.
Non si sentivano le urla della gente, solo i rombi
dei tuoni e delle case che si staccavano dal terreno. Max non riuscì più a
guardare quello straziante spettacolo, i sensi di colpa che la opprimevano le
facevano rivedere i volti di Joyce, degli studenti della Blackwell, dei clienti
della tavola calda, quindi si strinse a Chloe che l’avvolse in un abbraccio
protettivo.
La punk avrebbe guardato al posto suo. Lei avrebbe
sopportato quello spettacolo, perché Max l’aveva salvata, per l’ennesima volta,
anche se non se lo meritava affatto. Lei era viva e doveva vedere cosa questo
aveva comportato.
Avevano lasciato Arcadia Bay senza nessuno luogo
dove andare, avevano soltanto preso il pick up di Chloe e si erano lasciate
alle spalle tutta quella morte e distruzione. La mano della punk non aveva mai
lasciato la spalla di Max, un po’ per infonderle coraggio, un po’ per
infonderlo un po’ a se stessa.
Per la notte si coricavano entrambe nei sedili,
sotto una coperta trovata all’interno dell’auto, strette come quando erano bambine,
e cercavano di dormire, zittendo i popri demoni personali.
La fotografa però era perseguitata da urla
immaginarie e volti familiari, che la incolpavano della loro morte, di aver
preferito la vita di una singola persona alla loro.
-Mi sono fatto prendere a pugni da Nathan per
difenderti e questa è la mia ricompensa? Non pretendevo che ricambiassi i miei
sentimenti, ma potevi dirmi la verità! Potevi avvisarmi, ti avrei creduto!- le
disse Warren, il viso tumefatto come lo ricordava.
-Potevi avvertirmi di andarmene, ero solo una
senzatetto… come tutti nemmeno tu mi hai visto, giovane ficcanaso…- mormorò la
signora anziana che aveva trovato dietro alla tavola calda.
-Avrei fatto bene ad ucciderti quella volta alla
discarica insieme a Chloe Price- urlò Frank, mentre Pompidou abbaiava e
ringhiava al suo fianco
.
-Avrei dovuto inquadrarla meglio signorina
Caulfield, era forse lei con la pistola nei bagni?- continuò la voce del
Preside Wells.
-Mi hai salvato la vita per poi condannare tutta la
città? Pensavo fossimo amiche Max, invece mi hai abbandonato. Non ti
interessava realmente di me quindi, volevi solo sembrare una santarellina agli
occhi di tutti!- disse singhiozzando Kate.
-Allora Max, come ci si sente ad uccidere?- rise il
professore Jefferson, scattandole una foto prima di continuare –Sì sì! Quella è
l’espressione che cercavo in tutto questo tempo!.- disse scattando altre foto.
Max si svegliò grondante di sudore e Chloe la
strinse subito a sé, accarezzandole i capelli per calmarla.
-Sei qui con me, sei qui con me, è tutto ok.- le
sussurrava mentre tremava nella sue braccia.
-Loro erano tutti qui e… e c’era anche Jefferson e…
Dio Chloe cosa ho fatto?- iniziò a singhiozzare aggrappandosi a lei, come se
avesse paura di perderla.
-Cosa abbiamo fatto. C’ero anche io in quella baia,
io ti ho fatto usare i poteri. Anche io sono responsabile, non ti permetterò di
prenderti tutte le responsabilità!- le disse staccandosi leggermente per
guardarla negli occhi
Max fece per replicare ma non le lasciò dire altro,
appoggiando dolcemente le labbra sulle sue. La fotografa si aggrappò a quel
bacio come se ne avesse bisogno per respirare, prima di tornare a stendersi,
portando l’altra giù insieme a lei ed accucciarsi al suo fianco.
Chloe la osservò riposare, mentre le accarezzava il
fianco e le ultime parole che si erano scambiate al faro le tornarono in mente,
quindi fece ancora una volta un voto silenzioso.
Le asciugò le lacrime che ancora le bagnavano il
volto, sistemandole i capelli dietro le orecchie, prima di poggiare leggermente
le sue labbra sulla fronte, in un tenero bacio.
L’avrebbe portata a Portland, dove volevano andare
una volta aver ritrovato Rachel.
L’avrebbe portata in quella città e l’avrebbe fatta
divertire come non aveva mai fatto. Le avrebbe fatto dimenticare tutto quello
che era successo e l’avrebbe rimpiazzato con lo splendido sorriso che aveva Max
quando erano piccole.
L’avrebbe portata a Portland e poi chissà.
L’abbracciò protettiva ancora una volta, prima di
scivolare lentamente nel sonno, cullata dal rumore dei loro cuori che battevano
all’unisono. Erano lì ed erano vive questo importava.
Il loro futuro era incerto, ma solo di una cosa era
sicura: non si sarebbe mai separata da lei, dalla sua SuperMax, dalla persona
che aveva fatto tornare il sorriso sul suo volto.
-Max… I’ll
always be with you -
- Forever -
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