Eccomi col primo capitolo,
spero vi piaccia. All’inizio la narrazione sarà un po’ lenta
e mi soffermerò molto sui personaggi e sui loro momenti di vita
quotidiana per far capire quanto sia profonda l’amicizia che lega i personaggi.
Ciao e recensite mi raccomando!
Capitolo 1
“Will you stay
with me, will you be my love?
Among the fields of
barley
We’ll forget
the sun in his jealous sky
As we lie in fields
of gold”
(Sting – Fields of
gold)
“Mammaaaa, sono
arrivati!”-gridò Hermione affacciandosi
al balcone che dava sul giardino.
“Va bene tesoro, arrivo subito.”-rispose la
signora Granger togliendosi i guanti da giardinaggio
e posandoli delicatamente sulla panchina di legno sotto la grande e maestosa
quercia dove spesso lei, il signor Granger e Hermione si sedevano per mangiare in giardino.
Hermione fece scorrere la
porta-finestra del balcone e corse subito al piano di sotto da dove era
arrivato il suono del campanello. Mentre correva verso
le scale, il parquet scricchiolava leggermente sotto i suoi piedi e dopo aver
fatto i gradini della scala di castagno a due a due, arrivò al portone
che nel frattempo aveva suonato ancora. Si fermò e guardandosi allo
specchio che c’era all’entrata, si aggiustò i capelli che
per la corsa, si erano tutti arruffati in tanti piccoli ricci che le cadevano
su tutta la faccia coprendole gli occhi color cioccolato.
Davanti alla porta intanto, Harry
e Ron avevano posato i bagagli per terra e per la
stanchezza vi si erano seduti sopra.
“Ma quanto ci mette ad
aprire? Sono stanchissimo! E poi fa un
caldo…”-disse Ron sbuffando e indicando
la propria maglietta completamente bagnata di sudore, come se fosse stata un
trofeo per la sua pazienza.
Harry sorrise, ma era
completamente assorto nell’osservare la casa di Hermione
che, anche se non ne sapeva il motivo, gli dava un senso di serenità e
di pace. Il vialetto d’ingresso era di terra battuta grigiastra e di
ghiaia di un bianco opaco. Su entrambi i lati vi era
un prato verde smeraldo che, in estate mostrava il suo colore migliore. Sparso
qua e la, qualche
albero da frutto, che contribuiva, insieme allo steccato appenda
ridipinto di un bianco rifulgente, a dare a quella casa un aspetto di cura e di
amore per la bellezza. Il porticato sotto il quale lui e Ron
si trovavano era molto alto e due colonne, bianche
anch’esse, lo sorreggevano. Sulla porta vi era inciso il numero dorato
“36” tutto
arricciato e allungato, che rendeva la casa ancora più raffinata.
Il portone, aprendosi, fece rinsavire Harry
con un piccolo sussulto. Dal portone sbucò la testolina di Hermione che vedendoli, gli fece un grosso sorriso.
“Grazieeeeee milleeeeee Hermione, per averci
lasciato sotto il sole a bruciare vivi per tutto questo tempo…Ma da
dove vieni?-chiese stizzito Ron.
Harry sentiva odore di guai. Ron adorava punzecchiare Hermione
in quella maniera, e inesorabilmente iniziavano a litigare ed erano capaci di
non parlarsi per giorni usando Harry come tramite per
scambiarsi il “buongiorno” o la “buonanotte”. Harry era pronto all’esplosione di rabbia di Hermione che invece con gli occhi luccicanti, li
abbracciò entrambi facendoli cadere all’indietro sui bagagli.
Iniziarono a ridere e dopo essersi alzati faticosamente,
entrarono in casa ancora ridendo come pazzi, dove la signora Granger li accolse calorosamente prendendogli i bagagli.
“Venite, venite, cari
ragazzi. Aaaah, tu devi essere Harry
Potter!- disse
abbracciandolo- e tu devi essere ….Draco Malfoy….giusto?” – chiese incrociando gli
sguardi dei ragazzi.
Il colorito pallido di Ron divenne
dello stesso colore dei suoi capelli rossi
fiammeggianti.
Harry ed Hermione
se la risero sotto i baffi mettendo una mano davanti alla faccia per nascondere
le lacrime.
La signora Granger si
preoccupò e chiese dispiaciuta:
“Ho detto qualcosa che non và….?”
“Niente…signora! E’ solo che…
che…io non mi chiamo Draco Malfoy”-
rispose Ron cercando di
mantenere la calma anche dopo essere stato offeso in quel modo.
Intervenne Hermione che, ancora
con le lacrime agli occhi e ridacchiando, spiegò alla madre che lui era Ronald Weasley e che Draco Malfoy era il loro acerrimo
nemico: la persona più falsa, antipatica e snob di tutta Hogwarts. La signora annuì e un po’
imbarazzata propose di dimenticare lo scambio di nomi con una bella granita
all’arancia.
I tre ragazzi approvarono l’idea soprattutto Ron che aveva la gola secca e un caldo incredibile.
“Hermione, fai accomodare i
tuoi ospiti in giardino, mentre vado a prendere le granite in cucina”.
“Va bene mamma…!”. – esclamò
la brunetta sistemando le valige.
“Oh…e per favore vai a chiamare tuo padre che
è nello studio” – proseguì la signora-
“Ok!”-rispose Hermione che accompagnò i ragazzi in
giardino-“Torno subito. Voi potete sedervi sotto la quercia, ok?”.
Harry e Ron
annuirono e Hermione si allontanò correndo
verso una porta all’estremità del giardino ricoperta di edera rigogliosa che dava allo studio dentistico dei
signori Granger.
Harry si alzò e si
stiracchiò approfittando di un venticello fresco appena spirato che
faceva muovere le foglie della quercia che emettevano un suono simile ad un
canto. Ron invece si stese sul prato e in un attimo,
cadde tra le braccia di Morfeo.
”Ron sei incredibile! Riesci ad
addormentarti in un attimo in qualsiasi posto ti trovi…!”- esclmamò Harry con un
pizzico d’invidia. Non sapendo che fare, iniziò a girovagare per
il giardino camminando con le mani incrociate dietro la schiena sul sentiero di
lastroni di pietra plumbea sfumati di nero e bianco.
Passeggiando fra aiuole piene di profumati giacinti, dalie e
colorati tulipani, Harry notò
un pioppo rigoglioso e pieno di vita: le foglie erano di un verde splendente, i
rami e le radici erano salde e forti e offrivano una
sensazione di vigore, robustezza ed energia. Ad un ramo ciondolava una piccola
altalena che, con le catene che si muovevano al vento, producevano un grazioso
tintinnio. Harry lo osservò a lungo,
com’era bello quell’albero e si
poggiò al ramo, spinto dal desiderio di protezione che quella pianta
ispirava.
Fu un lampo, un
momento, un attimo…una sensazione di stordimento lo colpì alla
testa, questa divenne dolore …si sentiva svenire …avrebbe voluto urlare ma le parole si trasformavano in fievoli gemiti che
sicuramente Ron non avrebbe sentito. Vedeva intorno a
lui il giardino girare,girare, girare, sempre
più veloce, finché…iniziò a precipitare sempre
più giù in un baratro senza
fondo…nell’oscurità che lo avvolgeva sempre più e
poi…niente. Né dolore, né
sofferenza solo una sensazione di calma e quiete. Harry
aprì gli occhi, pensò che era morto, una
immensa paura lo prese. No, non voleva morire, perché era morto, cosa era successo? Si alzò a sedere di scatto
e davanti a a lui
c’era l’albero come lo aveva lasciato e tre persone che non aveva
mai visto prima d’allora. Harry si
stropicciò gli occhi, forse stava sognando…eppure era sveglio e
sapeva che era vivo…era vivo…
Ancora incredulo si alzò, ma era ancora troppo debole
e mentre era sul punto di svenire nuovamente, si appoggiò alla schiena
dell’uomo che aveva di fronte. Dopo essersi ripreso, Harry chiese scusa,
ma l’uomo rimase fermo e immobile, come fosse stato pietrificato. Harry scostandosi da lui si diresse verso la giovane donna
al suo fianco che sembrava avere subito la stessa sorte.
Entrambi dovevano avere una ventina
d’anni: la donna aveva fra i lunghi e morbidi capelli ricci color del
grano un fermaglio bianco, occhi azzurri e indossava un vestito a fiori gialli
e rosa; l’uomo invece aveva i capelli castani molto ricci e sotto un paio
di piccoli occhiali, aveva un paio d’occhi bruni molto intensi. Harry non capiva cosa fosse loro successo e dopo averli
chiamati invano e averli scrollati senza ottenere risultati, si voltò in
direzione di ciò che stesse catturando la loro attenzione e i loro sguardi cosi intensamente.
C’era una bambina di circa cinque anni seduta
sull’altalena e li salutava con la mano. Harry
riconobbe che aveva un’aria familiare e si avvicinò per guardarla
meglio. Fece un passo verso l’albero, ma sentì un boato e la terra
iniziò a tremare. In un batter d'occhio si aprì un baratro sotto
i piedi di Harry che, preso
alla sprovvista, non ebbe neanche il tempo di indietreggiare, che
inesorabilmente vi cadde dentro piombando di nuovo nell’oscurità.
“Harry?! Harry rispondi?! Stai bene? Harry ti
prego, svegliati”…
Harry si rese conto che doveva
aver urlato, perché quando aprì gli occhi e mise a fuoco, vide le
facce angosciate di Ron, Hermione
e dei signori Granger che lo fissavano preoccupati.
“L’albero…l’altalena…Ron, Hermione…..c’era una bambina che…una voragine…il
pioppo...”.
La signora Granger ebbe un
sussulto. Ron ed Hermione
si guardarono perplessi:
Harry fai un bel respiro e
raccontaci cosa è successo…” – gli disse Hermione in tono fermo–“ricomincia con calma
dall’inizio e spiegaci cosa è successo”.
Allora, che ne pensate? Recensite, recensite,
recensite!