Capitolo
1
Le
due principesse
Il
corridoio buio era illuminato solo da una flebile luce, che pian piano
si
faceva sempre più intensa.
Lungo
le pareti di pietra si stendevano due prolungate ombre scure, definite
e
tremolanti.
Un
improvviso lampo squarciò il cielo, e attraverso una
finestra illuminò a giorno
il corridoio. Le due figure che lo percorrevano trasalirono,
stringendosi tra
loro, ma continuando imperterriti a camminare.
-
Julie, tutto bene? – fece la figura più alta, un
uomo.
Lei
annuì con il capo, stringendo forte al petto un fagotto di
stoffa bianca.
-
E tu, Marian, come stai? – mormorò la donna,
spostando un lembo della stoffa.
Da
sotto, spuntò fuori un dolce visino di neonata, dalle
guanciotte rosse e
paffute, e un paio di splendenti occhi verdi.
La
bimba sorrise, sbavando un po’, e facendo dei versi di
approvazione.
-
Almeno lei è tranquilla! Non capisce quello che sta
accadendo... – sospirò
Julie, sorridendo.
L’uomo
si avvicinò ad una porta, chiusa con un grosso lucchetto
arrugginito.
Toccò
il lucchetto con un dito, e questo, all’istante si
illuminò e si aprì.
-
Vieni, Julie, tra poco saremo liberi! – disse
l’uomo, spalancando la porta.
Una
calda luce li avvolse...
-
Miyuki! Miyuki sbrigati! – esclamarono Tomoe e Harumi.
Una
ragazza bionda, dai brillanti occhi verdi, corse verso le due amiche,
che la
aspettavano impazienti.
-
Scusate, ma davanti a questa meraviglia sono rimasta a bocca aperta!
– si
giustificò lei, sorridendo.
Miyuki
aveva quindici
anni, e frequentava la prima superiore al liceo Kameyama di Tokyo.
Quel
giorno, con la sua
classe, era andata
a fare una visita
educativa al vecchio castello posto su una collina fuori dalla
metropoli. Era
decadente e ricoperto di muschio verde sulla maggior parte della
superficie, e
addirittura una parte era crollata anni addietro, ma la parte rimasta,
rispecchiava
la vecchia bellezza medievale, quasi magica.
Era
strano vedere una
costruzione in stile europeo proprio li in Giappone, tra tutti quei
templi
orientaleggianti e le antiche dimore degli shogun.
Tuttavia,
quella vista
faceva battere forte il cuore di Miyuki, facendole immaginare storie di
maghi e
cavalieri, principesse e sortilegi.
-
Ragazzi, da questa
parte. – disse la professoressa, guidando gli alunni
all’interno.
I
ragazzi la seguirono
fino all’ingresso, dove si fermarono.
-
Hiro non è ancora
arrivato? – disse una voce squillante a Miyuki.
La
ragazza trasalì e si
voltò, trovandosi faccia a faccia con un’altra
ragazza, dai capelli bruni
lunghi fino alle spalle e con gli occhi azzurro cielo.
-
Hikari, non devi
urlarmi nelle orecchie, sai che mi spaventi ogni volta! –
esclamò Miyuki,
traendo un sospiro di
sollievo.
-
Scusa tanto,
sorellina, la prossima volta ti avviso, quando voglio spaventarti!
– rise Hikari,
spettinando Miyuki con una mano.
In
effetti però, era
vero, di Hiroyuki, il migliore amico di Miyuki e Hikari, non
c’era neanche
l’ombra.
-
Ehi, sono qui! –
esclamò una figura, che si avvicinava al castello di fretta
e furia.
Finalmente
era arrivato
anche lui. Hiro era un ragazzo carino,
simpatico,
sempre allegro e...
-
Sempre in
ritardo!- disse la Miyuki sorridendogli. Hiro arrossì un
poco.
Ad
accogliere la classe arrivò una giovane donna, che indossava
una divisa rossa
da guida turistica.
-
Benvenuti
a tutti! Io sono la guida del castello, chiamatemi Nellie. Durante il
nostro giro
vi mostrerò antichi oggetti risalenti al XIII secolo,
appartenuti agli abitanti
di questa fortezza. –
I
ragazzi
seguirono diligentemente Nellie, che li conduceva per le varie ali del
castello.
Miyuki
si
guardò intorno meravigliata.
Quei
soffitti voltati... quelle pareti decorate con mosaici colorati, che
rappresentavano scene non appartenenti alla tradizione nipponica...
quegli
archi a sesto acuto raffiguranti motivi di tralci e fiori...
Era
come se
Miyuki avesse già visto tutto quello, sembrava un ricordo
perso nella notte...
Eppure
lei
sapeva di non essere mai andata a visitare quel maniero, nemmeno con i
suoi
genitori...
Scosse
la
testa, smettendo di pensarci, seguendo il suo gruppo che si allontanava.
La
guida portò
i ragazzi in un grande salone rettangolare, dalle pareti intonacate di
bianco,
e l’alto soffitto affrescato.
-
Che
meraviglia! – mormorò Miyuki, sospirando.
-
Ma fammi
il piacere... – brontolò Hikari, ma anche lei
dovette ammettere che quella sala
toglieva davvero il fiato!
Le
altissime
finestre ad arco acuto erano ornate con vetrate colorate, e i colori si
riflettevano
sul pavimento creando bellissimo giochi di luce.
Sul
fondo
della stanza si trovava un palchetto, più alto rispetto alla
pavimentazione, su
cui si ergevano maestosi quattro troni.
Erano
in
legno bianco, decorati con motivi floreali dorati, e i morbidi cuscini
di
velluto erano rossi, con le nappe dorate.
-
Quelli...
– disse la guida, - sono i troni dei sovrani che un tempo
regnavano su queste
terre. Era una stirpe molto antica e prestigiosa, che dalla lontana
Europa
compì un lunghissimo viaggio fino a qui. I documenti che
siamo riusciti a
tradurre non ci spiegano il motivo di questo spostamento, ci dicono
solo che i
due sovrani, la regina Thalia e il re Diaspron, costruirono questo
castello e
il borgo che lo circondava in brevissimo tempo. Purtroppo con il
passare del
tempo il borgo è andato perduto, ma si può vedere
ancora il suo antico
perimetro... –
Miyuki
ascoltava la guida, affascinata da tutta quella storia.
In
realtà
lei aveva già sentito il nome “Thalia”
ma non ricordava ne dove ne quando.
-
Ma...
Nellie... – chiese Hikari. – Questi sovrani che ha
nominato erano solo due, no?
Perché i troni sono quattro? –
La
guida
sorrise, lanciando uno sguardo un po’ misterioso nella
direzione della ragazza.
-
Beh, il re
e la regina generarono due gemelle, e divenute adulte ereditarono il
titolo di
regine. Gli altri due troni erano destinati ai loro rispettivi sposi.
Da allora
i sovrani mantennero la tradizione di far salire al trono due donne,
possibilmente sorelle. –
-
Oooh! –
fece Miyuki, sempre più conquistata da ciò che
raccontava la guida.
Nellie
mostrò ai ragazzi una teca di vetro, che conteneva quattro
manufatti in oro.
Erano quattro cerchietti in filigrana molto fini, cesellati con motivi
di
edera, e due di essi presentavano un piccolo cristallo colorato, uno di
rosa e
l’altro di azzurro.
La
guida
spiegò che erano le corone degli antichi sovrani.
Proseguirono
la visita, e Nellie mostrò alla classe due manichini che
reggevano dei bellissimi
abiti in broccato, ricamati elegantemente ma non eccessivi nei
particolari. Erano
entrambi bianchi, con particolari rosa e azzurri, nel tipico stile
medievale
europeo.
Fecero
un
giro per i sotterranei del castello, dove si trovavano le prigioni e i
magazzini
per il cibo, visitarono le antiche botteghe, dove erano esposti gli
attrezzi da
artigiano e da fabbro.
-
Nellie,
qui cosa c’è? – chiese Hikari ad un
certo punto.
I
ragazzi
procedevano lungo un largo corridoio in pietra, su cui si aprivano
molte porte
in legno, rinforzate in ferro.
Una
in
particolare attirò l’attenzione di Hikari,
perché era chiusa da un grande
lucchetto d’ottone arrugginito.
-
Oh, li...
non c’è niente di interessante... è
meglio che ti allontani... – fece la guida,
vaga.
-
Avanti,
Nellie, ci dica cosa c’è qui, siamo tutti molto
curiosi... – disse Hiro, con
tono zuccheroso.
La
ragazza
si avvicinò alla grande porta, e vi poggiò una
mano sopra.
-
Va bene,
ve lo dirò, ma è molto importate che voi non vi
avviciniate più qui dopo di adesso.
–
Trasse
un
sospiro e riprese a parlare.
-
Vedete,
ragazzi, si dice che in questa stanza, dimori... uno spirito.
–
A
quelle
parole Miyuki sbiancò come un lenzuolo, mentre Hikari
finalmente trovava
qualcosa di emozionante in quella visita d’istruzione.
-
Sapete, da
quando io lavoro qui... – continuò Nellie, - mi
è capitato varie volte di assistere
a strani fenomeni... Per esempio... un giorno, dopo la chiusura,
dovetti
svolgere la ronda quotidiana per vedere se qualcuno si era attardato
troppo ed
era rimasto chiuso dentro il castello. Quando passai qui davanti sentii
un
rumore davvero molto strano. Allora aprii la porta e notai che la
finestra era
aperta. Corsi a chiuderla immediatamente, assicurandomi che fosse ben
serrata,
e mi accorsi che per spostare le pesanti ante ci volevano due mani. Mi
chiesi
allora come aveva fatto la finestra ad aprirsi da sola... La mattina
dopo non
potei resistere dall’entrare di nuovo in questa stanza.
Quello che vidi mi
tolse il fiato: la finestra era di nuovo aperta! –
I
ragazzi si
fissarono increduli l’un l’altro, chi terrorizzato,
chi infervorato.
-
Delle
altre guide, c’è chi giura che abbia sentito dei
passi provenire proprio da
qui, e addirittura una voce, una melodiosa voce di ragazza...
– concluse
Nellie.
Hikari
si avvicinò
di soppiatto alla sorella...
-
Miyukiiii... sono venuta a cercartiiii... –
sussurrò, soffiandole
nell’orecchio.
La
ragazza
trattene uno strillo acuto, mentre i capelli le si drizzavano sulla
nuca.
-
Oh, per
favore, Hikari, non mettertici anche tu adesso! Mi è
già venuta abbastanza fifa
ascoltando le storie della guida! –
-
Non dirmi
che hai paura dei fantasmi! Stavo scherzando! – rise Hikari,
dando un colpetto
sulla spalla della sorella.
-
Ragazzi,
dovete promettere una cosa. Dimenticate questa storia del fantasma e
tutto il
resto, e non avvicinatevi per alcun motivo a questa porta. Anzi,
dimenticate
anche questa! –
Dopo
aver
detto questo, Nellie condusse i ragazzi in un’altra ala del
castello, dove
un’altra guida si sostituì a lei.
Nellie
salutò il gruppo, spiegando che doveva accogliere
un’altra classe.
-
Ora
saliremo sulla torre maggiore, in cui sono conservati dei manoscritti
risalenti
all’epoca della regina Thalia... –
spiegò la nuova guida.
Hikari
fece
un piccolo passo indietro, poi un altro e un altro ancora.
-
Psss! –
bisbigliò Miyuki, lanciando uno sguardo alla sorella.
-
Torna qui!
Dobbiamo salire sulla torre! –
Hikari
scosse la testa, e, ghignando, fece ancora qualche passo indietro.
-
Ma dove
vai? –
La
classe
ormai era salita sulla torre, e non si era minimamente accorta
dell’assenza
delle due ragazze.
-
Vado a
sbirciare un po’ nella stanza del fantasma! –
-
Cosa? Ma
sei impazzita? Non ricordi più quello che
ci ha detto Nellie? – esclamò Miyuki,
già terrorizzata.
-
E da
quando in qua io faccio quello che mi si dice? – rise Hikari,
dirigendosi alla
porta.
Hikari
esaminò accuratamente il pesante lucchetto.
-
Mhmh...
questo lucchetto sarà una grana... –
mormorò.
-
Ma che
peccato!- disse Miyuki con falso dispiacere. – Beh... mi
dispiace molto...( bugia!)
ma visto che è chiuso non possiamo farci niente... e... e
poi se gli altri non
ci vedono più si preoccuperanno... –
-
Non tutto
è perduto!- fece Hikari, togliendo una forcellina dai suoi
capelli. Un lungo
ciuffo le ricadde davanti agli occhi, e lei lo spostò con un
soffio.
Inserì
la
forcina nella serratura e cominciò a girarla in tutti i
sensi, fino a che non
sentì scattare il meccanismo.
Si
girò
trionfante dalla sorella: il lucchetto si era aperto!
-
A...
aspetta, non vorrai mica... – mormorò Miyuki,
intimorita, ma Hikari non la
ascoltò nemmeno.
Con
un
piccolo sforzo tirò la maniglia di ottone, e la porta si
schiuse.
Hikari
rimase un po’ delusa.
Quella
dove
erano entrate era una semplice stanza per gli ospiti. Sulla destra si
trovava
un letto a baldacchino dalle coperte di velluto verde, mentre nella
parete di
fondo c’era un’ampia finestra alta fino al soffitto.
Infine,
alla
parete sinistra era poggiata una scrivania, alla quale era seduta una
ragazza
dai capelli neri.
-
Ma tu... –
fece per dire Hikari, quando sentì un tonfo alle sue spalle.
Si
voltò e
vide che Miyuki era sdraiata per terra, bianca come un cencio, con
un’espressione di puro terrore sul volto.
-
Ma tu sei
Nellie, la guida! – concluse la frase Hikari.
-
Santo
cielo! La principessa è svenuta!- esclamò la
guida andando a soccorrere Miyuki.
-
Probabilmente ti ha scambiata per un fant... come l’hai
chiamata?- Hikari si
voltò di scatto verso Nellie, e stranamente notò
solo in quel momento come era
vestita: portava un ampio vestito blu chiaro, con le maniche che
arrivavano fin
sopra il dorso della mano. L’abito terminava con una gonna
con lo strascico.
-
L’ho
chiamata principessa! Perché, non sapete che voi...- la
guida mise una mano davanti
alla bocca. – I vostri genitori non vi hanno detto niente?-
disse la ragazza
stupita.
-
Che cosa
avrebbero dovuto dirci?- chiese Hikari con voce acida. – E
comunque non credo
che tu conosca i miei genitori... - disse rabbuiandosi.
La
guida si
schiarì la voce: - Bentornate, future regine di questo
castello!-
-
Che cosa? –
esclamò Hikari.
Non
poteva
credere a quello che sentiva. Nel frattempo era riuscita a far sdraiare
Miyuki
su letto, e le faceva aria con una mano.
-
Senti, se
vuoi prendermi in giro fai pure, ma non puoi uscirtene fuori con una
cavolata
del genere! –
-
Non è
affatto uno scherzo! Non mi prendi sul serio?- disse la guida.
-
E come
potrei farlo? Secondo te una persona sana di mente crederebbe ad una
storia del
genere? Sei davvero svitata! –
Nellie
si
avvicinò alla porta, a con uno scatto la chiuse.
In
quel
momento Miyuki si riprese, e cercò di mettersi seduta.
-
Stai
meglio sorellina? Prova ad alzarti, ce ne andiamo da qui, questa tipa
ha
qualche rotella fuori posto... –
Miyuki
si
aggrappò ad Hikari, e riuscì a mettersi in piedi.
-
Non potete più andarvene...
– mormorò
Nellie, con uno strano tono. – È
troppo
tardi ormai...
–
Hikari
ebbe
un brivido, mentre Miyuki, che non aveva capito niente, rimase a
fissarla con
un’espressione da ebete.
-
Mi sono
stufata di tutte queste stupidaggini!- disse Hikari, che prese per un
braccio
sua sorella e aprì la porta, ma...
Davanti
ai loro occhi increduli,
sfilarono un corteo di cameriere indaffarate. Portavano pile di abiti,
alcune
anche il piumino per spolverare, e alcune si fermarono davanti a loro.
-
Siete tornate principesse!
Finalmente!- disse una.
-
Come siete vestita strana,
principessa...- fece un’altra.
-
Ma come? Questo castello non era
un museo? Pensavo fosse disabitato!- esclamò Miyuki tutta
animata. Hikari
invece andò su tutte le furie: - Voglio andare viaaaa! Fammi
tornare subito dai
miei compagni!!!-
-
Non si può, bambine. - disse una
voce alle loro spalle. Le ragazze si voltarono e videro...
-
Mamma!- dissero in coro. – Che ci
fai tu qui?-
-
Io, modestamente, sono la regina
di questa catapecch... voglio dire, di questo meraviglioso castello!
Uahahaha!-
disse la mamma, con la risata da maniaca.
Le
due sorelle si guardarono
sconcertate.
-
Non dirmi che anche tu fai parte
dello scherzo!- disse Hikari sgomenta. Infatti anche la madre aveva un
vestito
in stile medievale, e portava una strana pettinatura.
-
Non è uno scherzo! Come te lo devo
dire? Ora te lo dimostrerò.- la mamma chiuse le mani a coppa
davanti a se,
all’altezza del viso.
Improvvisamente
le sue mani si illuminarono, formando una piccola sfera luminosa, che
mandava
scintille tutto attorno.
Miyuki
e
Hikari fissarono quel prodigio con gli occhi spalancati, incredule ma
anche affascinate.
Poi,
in
quell’istante, alcune scintille magiche colpirono un arazzo
appeso alla parete,
che prese fuoco in un attimo.
Le
ragazze
si ritrassero, mentre la mamma, con un altro incantesimo estinse le
fiamme.
-
Umpf,
tanto quell’arazzo non mi era mai piaciuto! –
affermò, lasciando le figlie di
stucco.
-
M...
mamma... da quando in qua tu riesci a... –
balbettò Miyuki, ma Hikari la
interruppe.
-
È ovvio
che sono trucchi da prestigiatore! Non prenderci in giro anche tu,
mamma! –
La
donna
scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli castani.
-
Non mi
credete ancora? – sospirò. – Allora
questo fugherà ugni dubbio... –
Giunse
di
nuovo le mani davanti a se, questa volta a forma di corolla di un fiore.
Nell’incontro
tra le dita cominciò a convergere un turbine di aria, poi
Miyuki e Hikari
iniziarono a fluttuare e vennero avvolte dal turbinio. I loro abiti
cominciarono ad allargarsi e a prendere una nuova forma.
Lentamente
il turbine le posò per terra, e quando finalmente si
dissolse, le due ragazze
indossavano degli eleganti abiti medievali.
-
Hikari!
Hai visto? Questa è una magia! Nostra madre fa le magie!-
esclamò Miyuki incredula.
-
Già, già,
ho notato, ma... PERCHÉ MAI DEVO AVERE UNA GONNA?-
gridò la sorella,
facendo ondeggiare le pieghe del suo abito color cielo.
-
Perché è
quello che si conviene ad una principessa, ovvio, no?- disse la mamma
con un sorriso!
Miyuki
si
guardava intorno, e non credeva ai suoi occhi. – Mi sembra un
sogno!-
-
Vorrai
dire un incubo...- mormorò Hikari.
-
Bene,
visto che io non servo più vado a finire la mia partita con
la PS2! Ciao!- fece
Nellie, poi rientrò nella stanza e si chiuse la porta alle
spalle.
Le
due
sorelle si lanciarono uno sguardo, poi fissarono la madre.
-
Credo che
tu ci debba delle spiegazioni. – disse Miyuki.
La
mamma
annuì con il capo. – Allora seguitemi... da questa
parte... –
La
mamma
portò le due ragazze in una stanza ampia e spaziosa.
-
Questa è
la sala del parlamento.- spiegò.
Al
centro
della stanza c’era un lungo tavolo ovale, circondato da
numerose sedie.
Nell’ultima sedia in fondo, era seduta una figura.
Era
una
ragazza, dai capelli e gli occhi rossi. Portava un velo verde sopra la
testa,
che però non copriva il viso. Indossava un abito con le
maniche larghe, la
gonna lunga, e tra le mani teneva una sfera. Questa sfera era poco
più piccola
di un pallone da calcio, e galleggiava nell’aria.
La
ragazza
all’improvviso alzò lo sguardo, e fece per
dirigersi verso le principesse con
un sorriso stampato in faccia, ma inciampò
sull’orlo dell’abito e si spiaccicò
per terra.
Miyuki
e
Hikari si mossero per aiutarla, ma lei alzò veloce la testa
e si rimise in piedi.
Due rivoli di sangue scorrevano dalle sue narici, ma lei sorrideva come
se
niente fosse.
-
Tutto
bene?- fece Miyuki, avvicinandosi sconcertata.
-
Non c’è
problema!- disse la ragazza. Si passò una mano davanti al
naso, e senza neanche
sfiorarlo, quando la tolse tutto tornò normale, senza
neanche una macchiolina.
-
Io sono Ylia! Tanto
piacere!-
-
Piacere! Io sono
Miyuki!-
-
E io Hikari!-
-
In realtà...- disse la
mamma, – I vostri veri nomi sono Marian per Miyuki e Luce per
Hikari...-
-
Che cosa? E non potevi
dircelo da quando siamo nate?- esclamò Luce.
-
Vedete, è una faccenda
complicata... - fece la mamma con aria grave.
-
Sedetevi, vi
racconteremo la storia.- disse Ylia.
“
Tanti
secoli fa, i regni della magia si trovavano sulla Terra, e umani ed
esseri
magici coabitavano e interagivano tra loro.
Questa
convivenza pacifica durava da tanti anni, finché accade un
evento irreparabile.
A
quel
tempo, il regno degli elfi era governato dalla regina Thalia. La regina
Thalia
era amata e benvoluta da tutti, e non c’era principe, re o
imperatore sia umano
che non, che non desiderasse averla come sposa. Un giorno, la regina
accettò la
proposta di matrimonio di un bellissimo principe delle terre del nord.
Una
settimana prima delle nozze, però, conobbe un giovane uomo,
Diaspron, che di
mestiere faceva il medico. I due, purtroppo si innamorarono e Thalia
decise di
annullare il matrimonio. Il principe, infuriato e pieno di gelosia,
mandò dei
sicari al villaggio per cercare di uccidere il medico, invano. La
regina lo protesse
grazie alla sua magia, e insieme scapparono in un posto lontano,
proprio in
Giappone.
I
mortali,
nel frattempo vollero vendetta, e scatenarono una feroce guerra contro
il popolo
degli elfi. Questi ultimi, dal canto loro si scagliarono contro la
regina e il
suo compagno, ritenendoli responsabili del conflitto.
La
guerra
coinvolse soprattutto i mezz’elfi, nati dall’unione
di umani ed elfi.
Considerati mezzosangue, non vennero accolti ne da una fazione ne
dall’altra, e
anzi, vennero perseguitati. La loro unica speranza fu di raggiungere la
regina
Thalia e Diaspron, che nel frattempo avevano costruito un castello nei
pressi
dell’antica Edo, l’attuale Tokyo.
Uno
sfortunato giorno le due fazioni scoprirono il rifugio di Thalia e
cercarono di
distruggerlo. La regina fece allora un’azione che ancora oggi
condiziona la
vita di ognuno di noi. Trasportò il suo borgo in
un’altra dimensione e la
sigillò grazie ad un oggetto tanto potente quanto pericoloso
che creò lei
stessa: il “Drago di Cristallo”!
”
Il
Drago di
Cristallo è un diadema di cristallo, che è
conservato nei sotterranei di questo
castello. Al suo interno è contenuto il
potente spirito di un drago, che
permise alla regina Thalia di sigillare questa dimensione e a
proteggerla.
Ancora oggi, per permettere gli spostamenti tra le varie dimensioni, si
utilizza questo enorme potere. La stanza attraverso cui siete passate
è appunto
una sorta di ascensore tra il nostro mondo e la Terra. È
necessario entrarvi e
chiudere le porta, per essere condotti qui.
E
adesso si
comincia a parlare di voi...
Dopo
questa
divisione, è accaduto un fatto molto drammatico per noi. Gli
umani hanno
iniziato a dimenticare la magia. Tutti i loro problemi non potevano
più essere
risolti con i nostri incantesimi, e si sviluppò un
malcontento generale. La
gente si affidava alla scienza, e l’ insoddisfazione
cresceva. Quello che non
potevano sapere era che questo malcontento, nella nostra dimensione
prendeva
forma e diventava un essere pensante.
Fu
così che
nacquero le Forze Oscure.
Queste
Forze
riversarono su di noi tutto l’odio degli umani, che in tanti
anni trascorsi era
aumentato notevolmente, tanto che sedici anni fa tentarono di
distruggere
questo regno. Era proprio quando nascesti tu, Marian.
Quando
però
io e Will fuggimmo, le Forze Oscure non si rassegnarono, e aspettarono
il
momento buono per attaccare. Da quel momento, in questo regno ci furono
molti
attacchi, tutti respinti, fortunatamente, ma ultimamente si stavano
facendo più
intensi... ”
Miyuki
e Hikari, anzi,
Marian e Luce, fissarono la madre con un misto di sconcerto e
incredulità.
-
Quindi... vorreste
dirci che se tutta questa storia è vera, noi siamo in
pericolo di vita? –
chiese Marian.
-
Non dire sciocchezze!
Secondo te avrei fatto in modo di ricondurvi qui se sapevo che eravate
in
pericolo di vita? Sarei una madre degenere! –
esclamò la mamma, indignata.
-
Veramente quello lo
sei già! – mormorò Luce.
-
Ti ho sentita, sai? –
sibilò la madre.
Marian
non capiva. – Ma
allora perché ci hai riportate qui? Secondo quello che ci
hai detto eravamo più
al sicuro sulla Terra, no? –
-
Ylia è una veggente.
Ha avuto una premonizione su voi due... – disse la mamma.
Marian
e Luce si
voltarono verso la ragazza, che sorrideva allegramente.
-
Ha visto nel futuro. –
continuò la madre. – Ha visto che voi riuscirete a
portare la pace nel nostro mondo!
–
Le
ragazze rimuginarono
un po’ su tutto quello che era stato loro rivelato.
-
Però è ancora
incredibile! Fin da piccola il mio sogno era quello di diventare una
principessa...
- ammise Marian. – Ma ora che lo sono
c’è qualcosa che non quadra... mi sembra
che non sia reale, mi sembra un sogno... -
-
Però ti piace?- chiese
Luce ammiccando.
Marian
ci pensò un po’
su.
-
Si!- rispose alla
fine.
In
quel momento, Luce si
bloccò.
-
Che hai tesoro? –
chiese la mamma.
La
ragazza fissò lo
sguardo azzurro in quello della donna.
-
Mi è venuto in mente
un pensiero improvviso... – mormorò. –
Io non posso essere la seconda
principessa... –
-
Perché mai? – fece la
mamma.
Luce
abbassò lo sguardo,
rattristandosi.
-
Lo sai benissimo... non sono tua figlia...
– disse.
La
mamma le si avvicinò
e le poggiò le mani sulle spalle.
-
Anche se non sei mia
figlia biologica, io e papà ti abbiamo adottata
perché ti volevamo
bene come
fossi sangue del nostro sangue. Tu sei la nostra polpettina, e nulla
cambierà
questo fatto, nemmeno la successione al trono. –
Luce
cercò di trattenere
le lacrime, mentre anche Marian le si avvicinava.
-
Se tu non diventi
principessa con me, ti immagini che noia? Non ci sarebbe nessuno che mi
fa
spaventare, o che mangia dal mio piatto, oppure che mi fa tanto ridere!
- esclamò
la ragazza, circondando con un braccio le spalle della sorella.
La
mamma si alzò e
all’improvviso disse: - Bene, smettiamola con tutte queste
svenevolezze!
Dobbiamo fare i preparativi per il banchetto!-
Marian
e Luce si
guardarono negli occhi.
-
Di che banchetto stai
parlando? – chiese Marian.
-
Ma è ovvio, no? Di
quello per il festeggiamento del ritorno delle principesse! –
Le
due sorelle si
guardarono negli occhi.
-
Che cosa? – esclamarono
all’unisono.
La
madre rise, con fare
civettuolo.
-
Ylia vuoi venire con
noi?- chiese Luce.
Ma
Ylia si era bloccata.
Era in piedi con gli occhi vuoti e le mani che penzolavano. La sua
sfera
fluttuava davanti a lei, e si illuminava dei colori
dell’arcobaleno.
-
Due ragazzi... - disse
Ylia con voce posseduta. – Dai capelli colore del fuoco e
color... melanzana,
due fratelli... proteggeranno le principesse a costo della vita... -
Poi
la ragazza si
accasciò su una sedia e riprese coscienza.
-
Cosa mi è accaduto?-
-
Hai avuto una
premonizione Ylia. - disse la regina.
Che
ne dite?
Movimentato, come primo capitolo!
Sono
sempre
io, Marian! Non la Marian di cui avete letto, è ovvio, lei
è tanto diversa da
me (ma forse non troppo)... sarà meglio presentarvela, non
credete?
Breve
intervista a Marian
Puoi
dirmi il tuo nome completo?
Mi
chiamo Marian Yagami,
anche se sulla Terra il mio nome era Miyuki.
Quanti
anni hai? Quand’è il tuo compleanno?
Ho
quindici anni, quasi
sedici... il mio compleanno è il 14 febbraio, il giorno di
San Valentino.
Oh,
che carino! Quindi il tuo segno zodiacale è
l’acquario,
giusto?
Esattamente!
Quanto
sei alta?
Accidenti,
non me lo
ricordo esattamente... circa un metro e sessanta, credo...
E
quanto pesi?
Ma
che domande mi
fai(arrossisce)? Uff, te lo dico... cinquantaquattro chili...
Come
hai gli occhi? E i capelli?
I
miei occhi sono verde
scuro, con qualche tono smeraldo, e i capelli sono biondi, lunghi fino
alla
schiena.
Colore
preferito?
Uhm...
rosa. Ma mi
piacciono anche tutti gli altri colori...
A
che cibo non potresti mai rinunciare?
E
me lo chiedi? Al
cioccolato, soprattutto quello bianco!
Puoi
dirci qualcosa di te?
Dunque...
sono molto
affettuosa, cerco sempre di dare un aiuto a chi me lo chiede, anche se
a volte
è molto difficile...
Mi
piace cucinare, ma
molto meno mettere a posto! Adoro anche fare lunghe passeggiate,
soprattutto
quando pioviggina.
Ho
una paura matta di
ragni e fantasmi, anche se molti (compresa mia sorella) trovano queste
fobie assolutamente
da mocciosi! Povera me! ç__________ç
Grazie
per questa breve intervista, puoi lasciarci una tua
foto?
C...
che cosa? Oddio,
che vergogna! Mhmh... va bene, eccola!
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