Incontro con la morte

di sakuraenn
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Dove Sono? Che Luogo è questo?
Sto camminando, non vedo nulla, solo buoio.
In lontananza odo delle voci che parlano concitatamente; incuriosito mi avvio in direzione del luogo da cui le sento provenire.
A mano a mano che mi avvicino, il corpo si fa più pesante e le voci prima distanti assumono un tono basso quasi mettallico, continuo ad avanzare fino a che non vedo una porta.
E' pesante, grigia e massiccia, è l'unica cosa che si vede in questo vasto buio, le voci provengono dalla stanza dietro essa.
Sento il corpo paralizzato e un terrore crescermi dentro, il mio corpo si fa gelido e in breve comincio a tremare di freddo.
Mi faccio coraggio e mi avvicino spalancando la porta.
C'è un tavolo e di fronte a me, seduta una figura incappucciata.
Il suo volto sembra un teschio di animale, non lo vedo bene ma so che è così.
Mi fissa con quei suoi occhi vuoti senza pupille, senza orbite e sorride. La figura al suo fianco è in penombra non la vedo ma distinguo la sua sagoma; è alta e porta un cappotto con delle piume ne distinguo vagamente i contorni.
La figura incappuciata davanti a me alza lo sguardo e ride, mi volto di scatto.
La fisso a mia volta, lei prende dal suo fianco una falce e me la punta addosso.
Per un attimo la guardo ad occhi sgranati poi capisco, deglutisco, una strana e terrorizzante calma si impadronisce di me, quella che ho davanti è la morte.
Lei ride beffarda fra le scheletriche labbra << Vattene non è luogo per te questo ma sappi, che molto presto; verrò a reclamarti.>>
Mi sveglio sedendomi di scatto sul letto, sudo freddo. Ora lo so, ho incontrato la morte e presto dovrò lasciare questo modo.
Mi alzo agitato, apro le tende; il panorama della città è sempre lo stesso e la luna piena che si staglia in tutto il suo pallido bagliore, sembra infinitamente grande questa notte.
Sospiro, tutto come al solito, il rumore delle auto, i semafori e la gente che litiga per le strade.
Va tutto bene è stato un incubo. Sto per richiudere le tende quando sento un click, spaventato mi volto; sento un boato come uno sparo poi di nuovo buio.




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