Gioie e dolori
Avverto il freddo del pavimento ferire il mio corpo, il duro marmo indolenzirmi.
Sono ancora qui, accasciata al suolo, con indosso il pigiama a fissare
il vuoto davanti a me. Un anonimo muro incolore, specchio interiore del
mio essere.
Mi sento persa, sola, vuota,
proprio come quando la nonna è morta. L’unica differenza
è data dal fatto che non ho nemmeno la forza di piangere, di
ripensare ai momenti vissuti insieme, ai battibecchi, alle risate, a
nulla. Sono completamente vuota. Uno stupido involucro
senz’anima, il cui unico segno di vita è dato da un cuore
pulsante e un lento respiro.
Muscoli involontari, che
lavorano in modo autonomo, senza il bisogno del comando umano.
Così ci hanno insegnato a scuola e così purtroppo
avviene. La certezza mi è data dal fatto che in questo momento
io il mio cuore non lo avverto. Pulsa, certo, ma io non ne sento la
presenza, non ne avverto la necessità. Percepisco solo il dolore del vuoto che lo sostituisce.
Una lieve e umida carezza salata inizia a rigarmi il volto, timido
tentativo da parte del mio corpo di lenire le mie pene, ma, a mio
avviso, l’effetto provocato è il contrario. Il bruciore al
petto aumenta ad ogni lacrima e il mio pianto viene incrementato da
esso.
Vengo percorsa da spasmi, ma
è come se non li avvertissi. Ormai nemmeno loro riescono
veramente a smuovermi. Hanno perso importanza. Hanno perso il loro
potere di rendermi, in qualche modo, viva. Per la seconda volta sono
riuscita a farmi abbandonare dalle persone a me care e come la prima
volta sono incapace di reagire; ma ora è diverso, deve essere diverso.
Avverto il fastidioso e acuto squillo del telefono ed emetto un sospiro
di rassegnazione. L’ennesima telefonata di Kohaku,
l’ennesima tortura da
sopportare, che però non ho intenzione di subire. Mi trascino
sgraziatamente fino al telefono, pronta a staccare quella stupida e
odiosa spina, quando avverto una voce femminile salutarmi.
Animata da non so neanche io da quale forza o speranza, mi affretto ad alzare quella cornetta e rispondere al telefono.
-Kagome! Ciao, scusa ero… non ho fatto in tempo a rispondere. Come va? -
La sua voce gioviale e
cristallina riempie la mia mente, occupandola interamente, ma tuttavia
non presto particolare attenzione ai suoi saluti, seppur molto
affettuosi. L’unica cosa che voglio sentirle dire è se
Sesshomaru si trova lì. Sento una grande agitazione dentro me,
ma cerco di essere il più gentile e naturale possibile,
ricambiando le sua cortesi attenzioni.
-Grazie, ricambia i saluti, ovviamente, e dà un enorme bacio a
Sumire. Comunque… dimmi, come mai mi hai telefonato?
- Volevo solo ringraziarti per il fatto che ti prendi cura di
Sesshomaru. Sai, per la giornata di ieri! È difficile che si affezioni
a qualcuno e tu devi essere davvero una persona speciale se sei
riuscita a conquistare il suo rispetto. Non lo avevo mai visto
così disinvolto con qualcuno che non fosse uno di noi.
Al suono di quelle parole mi abbandono nuovamente al pavimento,
strisciando stancamente contro la parete, mentre le lacrime iniziano ad
offuscarmi vista e rigare il mio volto. No, non è vero. Non
è vero che sono importante per lui, non è vero che ho
conquistato la sua fiducia. Se n’è andato, ho rovinato
tutto. E’ finito tutto.
- Io… Kagome mi spiace… io non sono la persona che tu
credi. Ieri abbiamo litigato, l’ho trattato male e oggi
l’ho visto andare via su un taxi. Non credo tornerà. Io
penso di aver combinato un disastro. Lui se n’è
andato… -
Avverto per alcuni attimi il silenzio provenire dall’altro capo
del telefono, dopo questa mia sconnessa e confusa confessione. Uno
straziante dolore si spande all’altezza del petto fino ad
attraversare tutto il corpo, mentre singhiozzi, sempre più
rumorosi, infrangono la campana di mutismo che a cui io stessa ho dato vita. L’ho delusa,
ho deluso anche lei. In soli cinque minuti ho distrutto tutto quello
che avevo attorno, ma poi, di nuovo, la sua voce suadente culla il mio
animo tranquillizzandolo.
-Rin, calmati, non se n’è andato. Tornerà ne sono
sicura. Ho visto i suoi occhi quando ti guarda o parla di te. Rin,
Sesshomaru ti vuole bene e quando un no Taisho sceglie la persona da amare, niente e nessuno può fargli cambiare idea.
Sesshomaru ha un modo di dimostrare il suo affetto un po’
particolare, ma ciò non vuol dire che non sia sincero. Rin, lui
non ti farà mai una serenata al chiaro di luna, né una
confessione in grande stile, mettendosi in ginocchio con un mazzo di
rose in una mano e un anello nell’altra. Ma, credimi, non ti
abbandonerà mai. Lui non ama con le parole gentili o con gesti eclatanti,
anzi i suoi modi sono spesso un po’ rudi, all’apparenza
freddi, ma sempre rivolti al bene della persona a cui tiene. Lui ha
vissuto una vita difficile, nessuno gli ha insegnato ad amare, e lui lo
fa con i soli modi che conosce; non sottovalutare le sue attenzioni e
non fraintendere i suoi modi. A volte può arrabbiarsi, ma non abbandonerebbe mai una persona cara. Molto
probabilmente aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare o
doveva sbrigare qualcosa, ma vedrai che tornerà! Lui ci tiene a
te. Fosse anche l’ultima cosa che farà, tornerà in
quella casa... se non altro, perché un no Taisho non lascia mai
le cose a metà! -
La solennità della sua voce ad inizio discorso lascia posto ad
una goffa imitazione del marito circa la serietà della loro
famiglia, per poi concludere con una tenera risata di conforto, a cui
io rispondo con un timido distendersi di labbra, in un’insicura
mezzaluna purtroppo invisibile ai suoi occhi. Asciugo impacciata le
ultime lacrime dal mio volto col dorso della mano, mentre, con voce
ancora incerta, le chiedo conferma delle sue parole.
- Te lo giuro, Rin, tornerà. E nel remoto caso in cui non
succedesse, ce lo trascinerò io a forza e poi gliele potrai
suonare di santa ragione per ciò che ti ha fatto passare! -
Questa volta sono io a ridere, seppur mestamente, alle sue parole. Mi
sento rincuorata e molto più tranquilla. Continuiamo a parlare
ancora un po’ del più e del meno in una conversazione
futile da lei stessa intrapresa, credo, con l’unico scopo di
accertarsi che mi fossi realmente calmata. Infine, dopo quasi
un’ora, conclude la telefonata ripetendomi con voce materna, per
l’ultima volta, che Sesshomaru tornerà. Ormai ne sono
quasi convinta.
Vago annoiata per casa alla ricerca di qualcosa da fare, ma, anche se
le “idee” si fanno largo nella mia mente, non ne attuo
nessuna. In realtà non ho voglia di fare niente, in realtà vorrei fare tutto, in realtà
l’unica cosa che faccio è aspettare di vedere
un’auto gialla fermarsi davanti al vialetto di casa e far
scendere Sesshomaru.
Ringraziando i Kami di non dover aspettare molto tempo prima che
ciò accada, anche se a me sembra ne sia passato fin troppo.
Appena avverto il rumore di un motore avvicinarsi alla casa e poi
brontolare mesto e paziente davanti al vialetto, mi fiondo davanti alla
finestra per accertarmi che si tratti proprio dello youkai che sto
aspettando io. Lo vedo. Sesshomaru scende composto ed elegante dal
mezzo, per poi dirigersi con altrettanta disinvoltura verso casa.
Mi dirigo di corsa sull’uscio di casa mia, aprendo la porta e
attendendo con le mani ai fianchi che egli arrivi. Un misto di emozioni
imperversano in me, rendendomi incapace di decifrare completamente
ciò che provo. Sono felice, arrabbiata, indispettita, sollevata.
Attraversa tranquillo il corridoio fino a ritrovarsi davanti a me. Le
uniche parole che escono dalle sue labbra sono un atono
“Buongiorno”. Lui e la sua dannata capacità di
rimanere sempre impassibile e inespressivo.
Tento di imitare il suo comportamento, mentre una leggera irritazione
s’impossessa di me. Rispondo quasi distaccata al suo saluto, ma
ancora prima di terminare quella stupida frase, sento già la
lacrime solcare il mio viso e i singhiozzi spezzare la mia voce.
Mi getto letteralmente fra le sue braccia, affondando
il viso sul suo petto. Piangendo a dirotto come una bambina, biascico
quello che dovrebbe essere un “sei tornato” e lo ripeto
più volte, tentando di scandire le lettere il più
possibile. In realtà, però, le ripeto più a me
stessa che a lui.
Lo avverto per qualche istante incerto,
ma non me ne stupisco particolarmente. Mentre mi fiondavo tra le sue
braccia, ho intravisto, per quel poco che ho potuto,
un’espressione di sorpresa
attraversare i suoi occhi. Ora, invece, cinge protettivo la mia vita
con un braccio, mentre l’altro è posto sul mio capo a
rinsaldare la mia posizione sul suo petto.
Non dice niente, non si lamenta, non fa domande. Semplicemente mi lascia sfogare
e, quando finalmente avverte il miei singhiozzi più smorzati, mi
prende tra le braccia e mi porta nel suo appartamento, adagiandomi su
un divano.
Rimango per qualche secondo da sola e sfrutto quei brevi attimi per
cercare di asciugare le lacrime e tentare di rendermi vagamente
presentabile. Sono sicura di avere un aspetto orribile, ma in pochi
secondi è impossibile far sparire il rossore dagli occhi. Sapevo
sarebbe andata a finire così, eppure ora non riesco a pentirmi
di ciò che ho fatto. Semplicemente, avrei preferito
“sfogarmi” un po’ meno.
Vedo Sesshomaru tornare con un bicchiere colmo d’acqua, dove, a
giudicare dal sapore, deve aver aggiunto dello zucchero. Si siede
silenzioso davanti a me ed io mi sento in dovere di spiegare la mia
innaturale reazione di poco fa.
- I-io credevo te ne fossi andato. Stamattina ti ho visto salire sul
taxi e noi ieri avevamo litigato e..- Sento di nuovo le lacrime
impossessarsi dei miei occhi e, automaticamente cesso di parlare, nel
tentativo di riuscire a fermare anche quelle impertinenti stille salate
che i miei occhi sono incapaci di trattenere. Ho il volto chino a
fissare il pavimento e la frangia corvina ne copre la parte superiore
fino al naso. Non riesco a veder la sua espressione, ma perlomeno
nemmeno lui riuscirà a vedere la mia.
Mi vergogno terribilmente,
eppure non sono riuscita a frenare il mio istinto di gettarmi tra le
sue braccia, a smorzare la felicità e la contentezza di riaverlo
nuovamente accanto.
Lo sento alzarsi, avvicinarsi a me e chinarsi sulle ginocchia fino a
ritrovarsi alla mia altezza. Alza dunque il mio viso, ponendo le sua
mani a coppa per asciugare le mie lacrime con i pollici.
- Sciocca! -
Lo dice guardandomi negli occhi, con un serietà e dolcezza che
non avevo mai scorto prima in lui. Con un’unica parola,
all’apparenza quasi un insulto, è riuscito a farmi
spuntare un timido sorriso sulle labbra e a calmarmi.
Prende il bicchiere ormai mezzo vuoto dalle mie mani tremanti,
soffermandosi appena qualche istante su di esse, per poi dirigersi in
cucina e continuare quello che doveva essere un discorso. Quello che
identifico quasi come una tacita giustificazione.
- Sono stato dal medico per visitare la gamba. -
Il suo tono sembra tornato quello di sempre, compito e pacato, eppure mi sembra di avvertire anche una piccola nota di impazienza, cosa che mi sembra scorgere anche sul suo viso ora che mi è di nuovo visibile.
Sono a pochi passi da lui, imbarazzata e un po’ nervosa, ma non
importa. Devo liberarmi di questo peso il più presto possibile.
Faccio appello a tutto il mio coraggio e guardandolo negli occhi mi
accingo a pronunciare quelle che dovrebbero essere delle scuse.
- Sesshomaru, per ieri io… -
- Le scuse sono solo sinonimo di debolezza. -
Interrompe, perentorio ma pacato, il mio discorso, ma io, con
altrettanta serietà e calma, mi prendo la libertà di
avere l’ultima parola.
- Strano, ho sempre creduto fossero sinonimo di forza. -
Ci scrutiamo negli occhi per alcuni istanti, entrambi
irremovibili sulle nostre posizioni, eppure consapevoli della mezza
veridicità di entrambe le nostre frasi. Come tutte le cose,
anche “le scuse” hanno una doppia faccia; dipende poi dalle
situazioni estrapolarne la vera forma.
Ad ogni modo ho compreso il gesto di Sesshomaru. Non è
arrabbiato per come mi sono comportata ieri e non voleva farmi pesare
ulteriormente il fardello che mi portavo da allora. Decido quindi di
evitare l’argomento domandandogli invece l’esito della
visita. M’impongo categoricamente di non rinfacciargli il fatto
di non avermi informata della cosa, concentrandomi invece sulla parte
importante della situazione.
- Pare che quelle erbe abbiano avuto un effetto particolarmente
efficace e che ormai io sia quasi del tutto guarito. L’unica
raccomandazione è stata quella di “riabilitare” la
gamba senza compiere sforzi troppo grandi. -
- Qualche… giorno, bene e... volendo quantificare questo
“qualche giorno”, quanto sarebbe? Una settimana? 5 giorni?
2 giorni? -
Avverto l’ansia
invadermi non solo per le sue parole, ma per il fatto che,
pronunciandole, ha distolto il suo sguardo dal mio. Avverto questo suo
gesto come un cattivo segno e sento nuovamente quel peso, quel
bruciore, riaffiorare prepotente intorno al mio cuore.
Poggio la mia mano sul suo braccio in quella che io definirei una
presa blanda e inutile, in un tentativo poco convito di richiamare la
sua attenzione. In realtà ho paura, terribilmente paura di sentire la sua risposta.
Dopo un periodo di tempo che a me sembra interminabile, vedo Sesshomaru
voltarsi verso di me e catturare il mio sguardo con le sue iridi
dorate. Lo sento, sta per pronunciare quelle che per me saranno delle
parole di condanna, ma, vigliacca, lo blocco.
- A- aspetta, sento il telefono dal mio appartamento, s-sarà di sicuro Kagome. Aveva chiamato questa mattina e… -
Ci dirigiamo entrambi verso il mio appartamento, silenziosi e avvolti
da quella che io avverto come una nera cappa di pesantezza. Tuttavia,
non appena mettiamo piede in casa, sento la segreteria innescarsi e una
voce maschile
- Ciao Rin, sono sempre io. Non hai mai risposto a nessuno dei miei
messaggi e non ti biasimo per questo. Tuttavia ho il bisogno di
parlarti, di spiegarti ogni cosa, e ormai sono convinto che il modo
migliore per farlo sia venire da te. Non ho mai avuto la forza per
farlo, ma credo che ormai sia giunto il momento di prendermi le mie
responsabilità. Domani sarò da te. Ti prego fatti trovare. -
Eccomiiiiiiiii! Allora, piaciuto il capitolo?? Spero di sì!
Ne sono successe di cose: belle, brutte, interessanti… Voi cosa ne pensate?
Vi è piaciuta la telefonata di Kagome?
Com’è stato il “ritorno” di Sesshoumaru?
Soprattutto… cosa pensate dell’intento di Kohaku?
Mi auguro con tutto il cuore che quest’aggiornamento sia riuscito
ad emozionarvi e ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno
commentato lo scorso capitolo! Siete stati tutti davvero troppo buoni,
ma sono felice che il capitolo vi sia piaciuto!
Vorrei tanto darvi degli spoiler com’è mio solito fare,
purtroppo, però, in questi giorni non sono riuscita a scrivere
molto, quindi il capitolo successivo è praticamente inesistente,
se non per qualche sporadica riga e un’idea da realizzare. Posso
però anticiparvi che manca poco alla fine. Uno o due capitoli al
massimo.
Ed ora i ringraziamentiiiii
KaDe, cara, è un piacere
leggere le tue parole! Io ero (e purtroppo) sono ancora delusa da quel
capitolo, non so,credo di non averlo affronto con la giusta
serietà…mi fa comunque piacere di aver raggiunto il cuore
di voi lettori, ovviamente spero che questo capitolo sia stato ancora
più interessante e coinvolgente del precedente!
Come sempre ti porgo un ringraziamento particolare per l’aiuto che puntualmente mi offri nella correzione del capitolo,
e in questo caso anche per la scelta del titolo :P un bacione immenso cara e grazie ancora di tutto
lua82 ecco se per rin è
sesshomaru la sua cura tu sei la mia x quanto riguarda
l’autostima : ) ti ringrazio infinitamente per il commento e i
complimenti!! Mi hanno messa davvero di buon umore! Alluuura che dire
sono felicissima che l’identità di papà gambalunga
non sia più un mistero per te ma ora anche Rin
dovrà scoprirla! si si, dovranno fare una bella chiacchierata
quei due ci sono cose che vanno assolutamente affrontate! Come ho
già detto non ho steso ancora il prossimo aggiornamento ma
prevedo anche per lui una quantità importante di cosucce. Che
altro dire se non un altro immenso ringraziamento e un invito a farmi
sapere le tue impressioni su questo cap? un bacione cara e a presto
callistas ciaooooooooooo gioia
non lo faccio apposta davvero quel capitolo proprio nn mi ha
soddisfatta,a mio avviso è stato affrontato con troppa
leggerezza ma sono felice che ti sia piaciuto e sono ancora piu felice
del fatto che hai notato un particolare di rilevante importanza! Ovvero
la reazione di Rin nei confronti della propria abitazione! Ora il suo
rifugio basato sulla “pulizia” sta cedendo, quindi anche i
suoi disturbi stanno per essere superati! Cmq grazie infinite per il
commento! Spero di riceverne un altro x questo cap un bacioneeeeee tvb
achaori, spero che la tua
curiosità sia stata sedata! : ) e spero che il capitolo ti sia
piaciuto!!!! Come avevo detto adoro questi due insieme, non potrei mai
tenerli lontani per molto!! Spero che l’aggiornamento ti sia
piaciuto e di poter leggere le tue impressioni su di esso! Un
bacioneeeee
LilyProngs ciaoooooo!! Grazie
grazie grazie!! Sono felice che il cap precedente ti sia piaciuto io
sinceramente continuo a non amarlo particolarmente…
comunque cosa ne pensi di questo?? Hai visto? Sesshomaru non se ne era
andato! Non poteva certo abbandonare Rin! Come ha detto Kagome
“quando un no Taisho sceglie la persona da amare, niente e
nessuno può fargli cambiare idea.”
Spero che questo aggiornamento sia stato più piacevole del
precedente per contenuti :P e mi auguro di poter leggere le tue
impressioni su di esso, un bacione grande grande e a presto : )
Un grazie immenso anche ai lettori di questa FF che siete davvero tanti
e a coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti e/o le seguite
con l’invito se vogliono e possono a lasciare un commento
Un abbraccio
Mikamey
invadere lo spazio circostante.
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