La prima volta che Credence
incontra Percival Graves è in un vicolo.
Le mani del ragazzo
sanguinano dopo l'ennesima punizione e lui sta rannicchiato su sè
stesso in un angolo, tra polvere e neve che presto si mescoleranno
per diventare fango.
Il dolore va e viene dalle
escoriazioni sui palmi e lui non sa cosa fare. Se si concentrasse
potrebbe fare quella cosa per farlo passare, ma... no! Oh, no!
Quello no! È un peccato e lui non vuole vendersi a Satana. Già
è nato marchiato, non vuole bruciare all'inferno per ottenere
un attimo di sollievo. Quel dolore è buono e lui lo sopporterà
in silenzio, pregando per avere la forza necessaria.
Con gli occhi appannati
dalla lacrime che non vuole versare, Credence non si accorge di una
figura con un lungo cappotto grigio ferro che lo ha raggiunto nel
vicolo.
Solleva lo sguardo solo
quando un lembo del cappotto lo sfiora e uno sconosciuto si è
accoccolato accanto a lui.
-Come stai?-
Gli chiede l'uomo, come se
si conoscessero da sempre.
Credence non sa cosa
rispondere perchè onestamente sta provando troppe cose tutte
insieme per poterle spiegare.
-Stai sanguinando. Lascia
che ti aiuti-
-No! Il dolore è
buono. Io sono cattivo-
Lo ripete da una vita ormai,
tanto da essersene convinto.
-Cattivo? No, ragazzo mio,
sono sicuro che tu non sei cattivo-
Credence sgrana gli occhi.
Nessuno gli ha mai parlato così.
La voce dello sconosciuto è
bassa, calda, gli sembra una promessa troppo bella per poterla anche
solo pensare.
Il ragazzo lo studia
attentamente.
Quell'uomo gli fa una strana
impressione.
Emana autorità, ma è
un'autorità diversa da quella di Madre.
La forza di Madre fa paura,
quella dello sconosciuto è qualcosa che gli promette sostegno.
-Sei ferito. Tu non meriti
queste ferite-
Le mani dell'uomo sono calde
quando si richiudono sulle sue.
L'inverno è freddo a
New York. E Credence è solo un ragazzo con le mani escoriate
dai colpi di cinghia, ed è intirizzito dal freddo perchè
Madre vuole purificare il suo sangue deviato attraverso la
mortificazione corporale.
E c'è un uomo che gli
offre conforto dal freddo e dal dolore.
-Shh... tranquillo, puoi
fidarti di me. Io non ti farò del male-
Quando l'uomo gli gira il
palmo delle mani all'insù usa una delicatezza che Credence non
ha mai sperimentato.
Il calore si è
diffuso in tutto il suo corpo e lo fa stare bene come non ricorda di
essere mai stato.
Lentamente l'uomo sfiora i
tagli uno per uno con una cura ed una tenerezza completamente
sconosciuti, e sotto le sue dita le mani di Credence tornano quasi
intatte.
-Perdonami, ragazzo mio. Mi
dispiace di non poter fare più di così, ma se
guarissero completamente saresti punito di nuovo-
Credence è come
intontito da quel nuovo benessere. Le sensazioni gli arrivano
ovattate e deve fare un grosso sforzo per esprimere l'idea che gli è
venuta in mente.
-Lei come sa che...-
-Lo so e basta. E so che non
è giusto. Non c'è niente di giusto nel modo in cui
questi umani trattano le persone come noi-
In quel momento Credence
realizza le tre cose più importanti della sua vita: la prima è
che lui non è solo, la seconda è che la magia non è
uno strumento del demonio e la terza è che anche se lo fosse,
a lui non importerebbe più.
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Nel cerchio della
Strega
Benvenuti.
Dopo aver visto il film ed
aver collezionato mucchi di fanart a proposito di Credence e di
Percival Graves ho deciso che dovevo dare anche io il mio contributo
alla causa.
Il rapporto tra loro due è
costruito straordinariamente bene. Non sto assolutamente
giustificando il modo di agire di Grindewald, anzi lo trovo
spregevole, ma proprio perchè lo trovo spregevole sono
contenta che lo abbiano portato sul grande schermo.
Il non affidarsi mai
completamente a qualcuno è sempre un buon insegnamento.
Quanto alla mia storia, non
preoccupatevi se trovate che Percival Graves sia troppo sdolcinato:
ricordate che è solo il punto di vista di Credence.
Grazie per aver letto questo
primo capitolo e spero che anche gli altri possano essere
interessanti.
Lady Shamain
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