Sotto
la Neve
Getto un’occhiata sbrigativa
all’orologio, fermando il
cammino. Sbuffo, infreddolita, nel buio della notte. Sono in ritardo,
per
l’ennesima volta.
Beh, per lo meno, sono arrivata a destinazione…
Sposto i capelli rossi dal viso, respirando piano, mentre
mi guardo attorno.
I fiocchi di neve cadono rapidi, davanti ai miei occhi e
su di me.
Il paesaggio urbano si tinge di bianco, creando un’atmosfera
surreale.
Non si vede anima viva, nel quartiere. Tutti rintanati in
casa, con le famiglie. Come dargli torto.
Un pensiero mi solletica. Potrei decidere di rimanere
qui, venire ricoperta totalmente e diventare un pupazzo di neve!
Rido da sola, in mezzo alla strada. L’idea non mi
dispiace. Magari scopro di avere delle doti nascoste. Ho già
il berretto e le
mani come due rametti, completamente bloccate dal freddo. Mi mancano
solo
carota e bottoni…
Mi volto indietro, guardando le impronte che ho lasciato
sull’asfalto.
Lungo il marciapiede, una scia infinita di passi, si mischiano ai miei.
Alla
festa, devono già essere arrivati tutti.
Batto i denti, affondando il viso nella sciarpa. Non è
stata una gran mossa venire a piedi. E pure lo sapevo che avrebbe
nevicato!
Alzo gli occhi, dandomi della scema da sola, e, guardando
fisso avanti a me, sorrido.
La casa è bellissima. Illuminata a festa, come un faro
nella notte.
Rufy, quando vuole, sa fare le cose per bene.
Probabilmente, anche Usop c’ha messo del suo.
Poggio una mano sul cancello d’ingresso, indecisa. Sospiro,
sprigionando una nuvoletta bianca.
Dalla casa, le note di ‘Silent Night’ mi
raggiungono,
insieme alla malinconia, che da sempre mi prende in questo periodo.
Che cosa ci faccio qui?
È freddo. Ho i capelli bagnati. Forse qualche linea di
febbre.
Dovrei essere a casa mia. Sotto le coperte. Con un thè
caldo. Un buon libro. Il cuore chiuso in cassaforte.
E, invece, sono qui. Ancora un’altra sera. Ancora una
volta…
Ma questa notte è diversa. Non potevo mancare, darmi
malata, occupata, morta.
È quasi Natale. Solo poche ore.
E tu sei lì.
Riesco a vederti.
Al di là della finestra del salotto.
Seduto in un angolo.
In camicia bianca.
A bere rhum.
Scuoto la testa, mio malgrado, divertita, scacciando un
po’ di neve.
Non lo sai che a Natale si sorseggia Champagne? O, al
massimo, Spumante?
Come sei prevedibile, Zoro…
Il sorriso scema, lentamente. Che cosa bevi non è certo
importante. Non è questo che mi interessa.
Il cuore prende ad accelerare, mentre aguzzo la vista.
Sei venuto con lei?
Ti prego, dimmelo subito… ti prego…
Voglio sapere se dovrò passare anche questa serata ad
evitarvi, morendo dentro un po’ di più, ogni volta.
La cerco con gli occhi, analizzando la porzione di
salotto che riesco a scorgere, dalla finestra senza tende. Riesco a
vedere Usop
e Franky, addobbare l’albero di Natale. Sanji svolazzare
attorno ad una Viola
ridacchiante, mostrandole un rametto di vischio. Ma di lei
nessuna traccia.
Mi rincuoro un po’, considerando però,
logicamente, che
potrebbe solo essere in cucina o in bagno.
Il sorriso che nasce spontaneo sulle mie labbra, è amaro.
Come mi sono ridotta…
Natale è il momento peggiore, quando vivi un amore non
corrisposto.
Se, durante il resto dell’anno, riesco facilmente a
nasconderti i miei sentimenti, sotto Natale mi risulta quasi
impossibile. La
tristezza prende il sopravvento sul buonsenso.
E vorrei scappare.
Lontano da tutti.
Lontano da te.
Lontano dal dolore che mi accompagna da una vita!
Perché io lo so, lo
so, che lei non fa per te. Lo so che non ti amerà
mai come ti amo io. E lo
so semplicemente perché lo vedo. Da sempre. Nel mio egoismo,
so che io sarei
quella giusta, per te!
Ma, allo stesso tempo, so che non fa alcuna differenza,
perché non importa quello che voglio io. Importa solo quello
che vuoi tu. E tu,
vuoi lei.
Non ci posso fare niente. Se lei ti rende felice, non
posso che esserlo anch’io. Anche se accettarlo non
è facile, ti amo troppo per
rovinarti la vita.
E mi odio per questo.
Perché so che io sarei perfetta per te. Sarei
perfetta…
L’attacco di ‘Adeste fideles’
mi ridesta.
Ho freddo. Sono ancora qui, sotto la neve, appoggiata al
cancello, cercando una scusa che mi permetta di fuggire via.
Scuoto la testa, fissandomi le scarpe.
Coraggio. Forza, Nami, ce la puoi fare!
Mando giù il nodo in gola e alzo gli occhi, decisa,
superando il cancello aperto e puntando alla porta d’ingresso.
Un attimo di esitazione e suono il campanello.
Ormai è fatta.
Tra poco qualcuno verrà ad aprire, dovrò esibire
il mio
miglior sorriso, fare moine e auguri a tutti. Mostrami mortificata per
il
ritardo ma felice di essere arrivata, per festeggiare insieme la
Vigilia di
Natale.
Verrò da te, ti abbraccerò, come ogni anno, per
farti gli
auguri.
E abbraccerò anche lei.
Sorridendo, le dirò quanto è bella nel suo
vestito, perché lo sarà davvero, non
è una bugia, e mi informerò su come vadano le
cose.
E sarò felice per voi.
Si, Zoro, non ridere… lo sarò davvero.
Dovrò esserlo, perché questo fa una buona amica.
E io sono davvero una buona amica!
Voglio esserlo, per te, per lei, fino a quando ci sarà
bisogno
di me.
Avrò tempo per piangere quando sarò a casa mia.
Realizzo il mio falso miglior sorriso di gioia, sentendo
la porta aprirsi.
Si, ce la farò anche quest’anno.
Stasera, amore mio, sarò solo la tua buona amica Nami.
“Oi, marimo.”
Alzo lo sguardo dalla bottiglia di rhum, controvoglia.
Sanji è in piedi sopra di me e mi fissa con sguardo torvo.
Alzo le spalle, noncurante, passando sopra al
‘marimo’,
solo perché è Natale e non ho voglia di litigare.
“Che diavolo vuoi?” non mi
trattengo, però, nell’evidenziare la mia seccatura.
Lui sbuffa, visibilmente infastidito. “Nami sarà
qui a
momenti! Piantala di bere per calmare i nervi, che non serve a niente!
Cerca,
piuttosto, di renderti presentabile!”
Sgrano gli occhi, sorpreso. Come ha fatto ad
accorgersene?
Apro la bocca, per dirgli di farsi i fatti suoi, ma mi
precede, con un tono più calmo e, oserei dire, complice.
“Questa potrebbe essere finalmente la tua occasione, per
dirglielo. Vedi di non sprecarla! Non è forse per questo che
hai lasciato
Tashigi?” mormora con un sorrisetto che è tutto un
programma, allontanandosi
verso Viola, che chiacchiera con Brook, sul divano. Io non riesco a
ribattere. Troppo
sorpreso abbia capito tutto.
“Ah, già!” fa lui, come avesse ricordato
improvvisamente
qualcosa. Torna indietro e mi lancia un oggetto, che afferro al volo.
Mi
ritrovo tra le mani un piccolo rametto di vischio. Guardo prima lui e
poi il
mio amico. Talmente sbigottito, da non sentire nemmeno il campanello
suonare.
Sanji ghigna. “Potrebbe servirti. Io ho già
dato…”
mormora, ammiccando, tornando dalla sua ragazza.
E mentre lo stereo fa partire ‘Last Christmas’, un
profumo familiare mi avvolge, facendomi voltare verso la sua
proprietaria,
nascondendo il rametto dietro le spalle.
Nami è arrivata.
Abbraccia Robin, scusandosi per il ritardo, mentre Rufy
chiude la porta, prima di catapultarsi a salutarla.
Sorride a tutti, felice di essere qui.
Mi perdo un istante a guardarla. È infreddolita, coi
capelli bagnati e piena di neve. Non mi ero accorto avesse iniziato a
nevicare…
Poco importa, lei è qui ed è bellissima, come
sempre. Non
so come ho fatto a non rendermene conto prima.
Mi passo una mano tra la zazzera verde, sospirando. Non
lo saprà mai da me, ma il maledetto torcigliolo ha ragione.
Ora che l’ho vista, capisco di aver fatto bene a lasciare
Tashigi.
Non potevo fare altrimenti. A lungo andare, la nostra
storia, sarebbe diventata una farsa e l’avrei solo fatta
soffrire di più.
Non è lei che mi fa battere il cuore da una vita. Non
è
lei la ragazza che voglio.
Non è lei quella perfetta per me…
Nami scioglie l’abbraccio con Chopper, districandosi tra
la calca dei nostri amici, che l’hanno circondata e,
finalmente, mi vede. Il
sorriso che mi regala mi mozza il fiato.
Ha l’espressione più tenera e dolce del mondo.
Stasera
non sembra nemmeno lei.
È impossibile che mi sia reso conto di amarla, solo di
recente. Lo so da molto prima.
Mi accorgo di avere il rametto di vischio, ancora in una
mano. E, mentre annego nei suoi occhi, vedendola avvicinarsi, sempre
sorridente, sempre bellissima, decido di accettare il consiglio del mio
amico.
Siamo faccia a faccia. Occhi negli occhi.
Si acciglia un attimo, scrutandomi. In una muta domanda,
capisco mi che mi sta chiedendo dove sia Tashigi.
Io rido, scuotendo la testa, mentre lei mi guarda
stupita. È troppo bella. Ha ancora della neve sui capelli.
Stringo un po’ di più il rametto, dietro le mie
spalle.
Si, questa sarà la mia occasione.
Non la sprecherò.
Angolo autrice:
……………………..ok……………………….
non linciatemi per sta cosa…..
Avevo voglia di qualcosa di dolce, caldo,
morbido……. E mi
è uscito questo……..
già…….
Avevo voglia di una fic senza pretese su di loro e sul
Natale…
Perché a Natale siamo tutti più buoni, no?
Fatemi sapere cosa ne pensate, se potete!!
Grazie a tutti e, se non pubblico altro prima di gennaio
(non si sa mai), BUON NATALE!!!
Un bacione!!
Momoallaseconda
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