<< Mi avevano rapito
tre ragazzini che conosco... Sono più grandi di me, si fanno
chiamare Bassottini.
Qualche giorno fa mi hanno aggredito mentre
stavo tornando alla fattoria e poi mi hanno portato in una casa
abbandonata. >>
Paperino spiegava la dinamica degli avvenimenti
a tutti i parenti, che si erano riuniti attorno a lui: c'erano la
nonna, gli zii Eider e Daphne, i loro coniugi e i loro figli, lo zio
Gedeone con Della e la famiglia Pitagorico al gran completo, con
Cacciavite, suo figlio Fulton con la moglie e loro figlio Archimede.
C'era anche lo zio Paperone, che però stava in disparte, seduto
sulla borsa che aveva portato con sé, appoggiata a terra, come a
voler nasconderla agli altri. Paperino era tornato a casa insieme a
lui... che il de' Paperoni, dal cuore di ghiaccio e bramoso solo di
denaro avesse alla fine pagato il riscatto? Ma come mai se ne stava
così in disparte e aveva un'aria così contrariata? Queste erano le
domande che Nonna Papera si faceva, mentre ascoltava Paperino.
<< Ma... come hai fatto
a liberarti? >> chiese alla fine la Nonna
<< Ovvio! Con le mie
doti da agente segreto! A furia di vedere i telefilm alla tv ormai
sono un esperto di fughe e evasioni! >> disse ridacchiando
Paperino.
<< Non dovevo inventare
la televisione, nel 1909... Frigge la mente dei giovani! >>
commentò Cacciavite.
<< Seriamente,
Paperino. Come sei uscito da quella casa? >> richiese Nonna
Papera.
<< Ehm... I tre
ragazzini mi avevano rapito per conto della madre. A quanto ho capito
loro madre era stata via per molti anni e loro erano stati cresciuti
dal nonno, e la mamma era tornata solo poco tempo prima per
incaricare i figli di rapirmi. Loro si chiedevano se la mamma fosse
tornata per restare,o solo per rapire me... E allora mi hanno
liberato, per vedere se la mamma sarebbe rimasta anche senza di me.
>> disse infine il paperotto. Paperone si alzò di scatto, con
un gesto isterico.
<< Ed è qui che arrivo
io! Stavo venendo qui per... Per riscuotere il tuo debito. Arrivo in
limousine e me lo trovo sulla strada mentre vaga confuso cercando la
strada di casa! C'è mancato poco che lo investissi! >> disse
Paperone con voce contrariata << Ma adesso
piantatela con la commedia. Ho capito benissimo! Voi, come avevo
ipotizzato, avete simulato il rapimento di Paperino per ottenere
soldi da me! Lui stava tranquillamente a giocare qua fuori e ora
state costruendo questa storiella commovente dei criminali bambini
abbandonati dalla madre per rendere la cosa coerente! E io che... Che
mi ero... BHA!! >> concluse Paperone con un misto di rabbia,
risentimento e tristezza.
<< Ancora con questa
storia! >> disse esasperata Nonna Papera << Ti sembra per
caso che io possa mandare mio nipote a giocare in mezzo a una strada
alle dieci di sera, per di più a dicembre, con indosso solo una
leggerissima blusa da marinaio? Non dire scempiaggini, Paperone! Il
fatto è che hai imparato a ragionare ponendo come unico scopo il
denaro, e non riesci a concepire che qualcuno ragioni in maniera
differente! Non mi servirei mai di un bambino per ottenere dei soldi!
Piuttosto tu... Tu te ne saresti servito? >>
<< Ehm... Ecco, io...
>> disse incerto il miliardario.
<< E poi perché tu
stavi venendo qui? >> domandò Cacciavite.
<< Cosa ti interessa?
Lo ho già detto: stavo venendo qui per riprendere i soldi del mutuo!
>> rispose con veemenza Paperone.
<< Davvero? Il Paperone
che conoscevo io non sarebbe mai venuto a togliere la casa a una
vedova con a carico un nipote di otto anni... Non due giorni prima la
scadenza del termine di pagamento, almeno! >>
<< UHN! Il Paperone che
conoscevi tu non esiste più da vent'anni! Da quando tu lo
abbandonasti e lo lasciasti solo! >> controbatté Paperone
cercando di contenere la rabbia.
Nonna Papera frattanto
continuava a ragionare... Come sosteneva Cacciavite, era infatti
strano che Paperone fosse venuto a prendere i soldi del debito prima
dell'ultimo giorno utile per il pagamento. Allora le tornò alla
mente la borsa di Paperone... Cosa conteneva? Aveva l'aria di essere
piena!
In casa c'erano molti bambini,
nonostante fossero tutti tranquilli. Erano stati anche loro agitati
per il rapimento del loro cuginetto Paperino, ed erano rimasti pure
loro in attesa e silenziosi, attanagliati dall'ansia. Ora
cominciavano a distendersi, a giocare e a scorrazzare
per la casa. Mentre Paperone era in piedi vicino alla borsa
appoggiata a terra, gli si mise accanto, gattonando, il piccolo
Paperoga. Silenzioso, aprì la borsa e cominciò a frugarci dentro.
Paperone, preso dalla discussione con Cacciavite, non si accorse di
nulla. Paperoga prese allora una banconota dalla borsa, la avvicinò
alla bocca e le diede un morso.
<< Puà! Che schifo! >>
disse il piccoletto sputando il pezzo di cartamoneta.
<< Acc! Che stai
facendo, piccola piaga sotto forma di anatra lattante vestita di
rosso?! >> sbraitò Paperone, rendendosi conto solo in
quell'istante di cosa stava combinando il paperotto. Si avvicinò
quindi Nonna Papera, per allontanare il bambino dalla borsa,
prendendolo in braccio.
<< Suvvia Paperone, è
un bambino, sii più gentile! >> rimproverò Nonna Papera.
Mentre si chinava verso il nipote, non seppe resistere alla
tentazione di dare uno sguardo alla borsa: era piena di denaro!
Paperone allora si affrettò a racchiudere la borsa e a raccoglierla
da terra.
<< Comunque, zio
Paperone... Io sono stato rapito sul serio! >> disse Paperino
<< I tre bassottini mi avevano rapito e portato da loro mamma
Ma' Bass e dal loro nonno Capitan Bassotto! >>
<< Capitan Bassotto? Tu
come fa a sapere che esiste un criminale chiamato Capitan... >>
Paperone finalmente si rese conto che tutto ciò che gli avevano
detto Nonna Papera e Paperino era vero, e si vergognò di come si era
comportato. << Capitan Bassotto... Ha cercato di nuovo di
vendicarsi, e stavolta lo ha fatto rapendo un semplice bambino che
aveva solo la colpa di essere mio nipote... E questo paperotto non ha
scelto di certo di essere mio nipote...! >> sussurrò il
miliardario, con aria pensosa. In pochi riuscirono a capire quel che
disse, forse solo Nonna Papera.
<< Scusate! >> riprese
con tono più forte << Scusate l'intrusione! Ora devo andare,
domani mattina presto ho impegni! >> disse per congedarsi.
Paperone uscì in fretta e si
diresse alla sua limousine che era davanti la fattoria. Non c'era
nessun autista... Evidentemente costavano troppo e Paperone preferiva
guidare da solo. Nonna Papera lo seguì. Ormai aveva quasi la
certezza di quello che era accaduto: Paperone dopo il colloquio avuto
tempo prima si era pentito, e aveva chiuso l'accesso al Deposito a
chiunque per stare da solo e ragionare su cosa fare, indeciso se
fidarsi e pagare il riscatto, oppure se tenersi i soldi. Alla fine
doveva aver deciso di pagare, ed era venuto alla fattoria per portare
i soldi del riscatto, ma sulla strada aveva trovato Paperino. Credendo
di essere stato imbrogliato, per imbarazzo aveva mentito fino a poco
prima dicendo di essere venuto per prendere i soldi del debito. O
almeno questo era quello che aveva capito lei. Prima di uscire e
seguire Paperone, aveva preso anche lei una borsa piena di soldi.
<< Paperone >>
disse al parente, che stava per salire sull'auto.
<< Cosa volete ancora?
>> rispose l'altro.
<< Ecco... qui ci sono
tutti i soldi per saldare il mio debito, dato che eri venuto a
riscuotere questo. >>
<< Oh... Grazie. Addio.
>> salutò seccamente.
<< Paperone... >>
Nonna Papera voleva dirgli ancora qualcosa... ma non sapeva cosa
dirgli << Paperone... Vorresti venire alla festa di Natale
organizzata da me e dai nostri parenti qui alla fattoria? È il 25 a
pranzo... >>
Paperone rimase interdetto.
Dopo qualche secondo di esitazione disse semplicemente:
<< Va... Va bene,
Elvira. Ti ringrazio per l'invito, ci vediamo il 25 allora. >>
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