The turtle and the hyena.
Sofia p.o.v.
Natale mi è sempre piaciuto con le sue luci, le sue
decorazioni e la sua atmosfera festosa.
Non che l’abbia sentita molto nella mia famiglia, mio
padre è stato cacciato di casa, mia madre mi ha picchiata e
sfruttata come
modella fino a farmi tentare il suicidio e sviluppare un disordine
alimentare
come l’anoressia, ma da due anni a questa parte le cose sono
andate meglio.
Da due anni a questa parte sto con Tony Perry e la mia
vita è migliorata un sacco, mi sono liberata
dell’identità di Marianne
Blanchard, la modella, per diventare di nuovo Sofia Ortega, il tecnico
della
chitarra di Tony e la sua ragazza.
All’inizio non è stato facile, ma poi tutto
è andato per
il meglio, questi due anni sono stati un sogno: girare il mondo facendo
il
lavoro cha amo, accanto alla persona che amo e aiutarla nello scrivere
Misadventures, l’ultimo album dei Pierce The Veil.
Sono felice e lo voglio gridare al mondo, ma penso sia
già chiaro dalle foto che postiamo su Instagram, non che le
fan ci abbiano
accettato subito, tuttora ce ne sono alcune che dicono che Erin
è più adatta di
me a Tony, ma ce ne sbattiamo.
Oggi è l’otto dicembre e Tony è in
soffitta a recuperare
l’albero e le decorazioni, io sto studiando dove metterle,
non è molto che
viviamo da soli, fino a qualche mese fa mia sorella Viviana viveva con
noi,
adesso abita da Jaime, il suo ragazzo.
“Sofia!”
Sento un urlo disperato, io accorro facendomi due piani
di casa.
“Cosa c’è, Tony?”
“Dammi una mano a portare tutta questa roba
dabbasso.”
Il tono è disperato e se non fosse che non voglio offenderlo
scoppierei a
ridere.
“Ok.”
Prendiamo le varie scatole e le portiamo tutte in salotto, sono tante,
cavolo!
Non mi ricordavo che fossero così tante l’anno
scorso,
poi mi viene in mente che siamo andati a un mercatino di Natale e mi
è venuto
un attacco di shopping compulsivo e ho comprato non so quante stronzate
inutili.
“Tony, avevi ragione.”
“Su cosa? E così raro che tu mi dia ragione che
voglio sapere su cosa.”
“Il mio attacco di shopping maniacale. Avevi ragione, non ci
serviva nulla di
quelle cose.”
Lui mi abbraccia da dietro e mi dà un bacio sulla nuca.
“Lo so, ma ti ho vista così felice che non ero
proprio
serio sulla storia delle decorazioni.”
Io sorrido.
“Tony, sono troppo autoritaria?
Sono una cattiva fidanzata?”
Lui mi fa girare verso di li e mi scosta i capelli azzurri dalla faccia.
“Amore, cosa succede?”
“Non lo so. Tutti i commenti delle fans e tu sei
così
distante.”
“Allora annulliamo le distanze.”
Mi prende il volto tra le mani e mi bacia con passione, io gli salto in
braccio, spingendo il mio bacino verso il suo e giocando con i suoi
capelli
corti.
Presa dalla passione non mi accorgo nemmeno che siamo
arretrati sino al divano se non quando le gambe di Tony si scontrano e
lui
grugnisce.
Con gentilezza mi appoggia sul divano, io mi tolgo subito
la felpa e la maglia invitandolo a raggiungermi con lo sguardo, lui si
toglie
la maglia e rimane a dorso nudo causandomi fitte piacevoli al basso
ventre.
Con la sua solita dolcezza si sdraia su di me e riprende
a baciarmi, accarezzandomi dolcemente
la
pancia, io emetto un basso mormorio soddisfatto e gli accarezzo il
petto
scolpito.
Lui scende dolcemente a baciarmi il mento e poi il collo,
succhiando e mordendo leggermente soprattutto dietro
l’orecchio, il mio punto
debole.
“Tony…”
Gemo io, portando le mie mani sempre più in basso, verso il
cavallo dei
pantaloni.
“Non avere fretta, piccola blu.
Non avere fretta.”
Mi soffia sulle labbra, poi con un dito traccia maliziosamente il
contorno del
reggiseno.
“Lo togliamo?”
“Uhm, sì.”
“No.”
Torna di nuovo a baciarmi sulle labbra, io mi stringo di
più a lui facendo scontrare le nostre intimità e
strappandogli un gemito.
Lui mi toglie i pantaloni e mi accarezza da sopra le
mutande piano, infilando solo per pochissimo tempo un dito sotto. Ha
deciso che
vuole farmi impazzire.
Finalmente mi toglie il reggiseno e accarezza i miei
seni, poi prende un capezzolo in bocca, lo lecca e lo succhia, mentre
tortura
l’altro con le mani.
“Vuoi farmi impazzire?”
“Mh, sì. Ti sei lamentata della distanza e adesso
devi pagare.”
Mi dice con un ghigno diabolico in faccia.
Cambia seno e io gemo sempre più forte, allungo una mano
verso la mia intimità che pulsa impazzita, ma lui la ferma.
Dopo avermi fatto
impazzire sul seno scende finalmente al mio centro, mi toglie le
mutandine e
inizia a succhiare e leccare e a massaggiare il clitoride con un dito,
ma
quando sto per arrivare al culmine tra gemiti e chiamando il suo nome
si ferma.
“Tony….”
Dico supplicante, lui riprende, ma si ferma ancora.
Ripete questo giochetto ancora un paio di volte, poi mi
lascia finalmente raggiungere l’orgasmo e io gli stringo la
testa tra le gambe
urlando di gioia.
Lui sorride soddisfatto e si toglie i boxer, il suo
membro è già bello eretto, io lo prendo in mano e
inizio a muovermi seguendo
il ritmo che detta
lui.
A un certo punto non ce la fa più ed entra in me con una
spinta decisa che fa gemere entrambi, spinge forte ancora un paio di
volte e
poi rallenta il ritmo portandoci lentamente all’orgasmo.
Quando lo raggiungiamo lui urla il mio nome e io il suo,
poi lui si accascia su di me, che gli accarezzo i capelli sudati. Sa
che mi
piace sentirlo dentro di me anche dopo.
“Allora, sono ancora così lontano?”
“No e sì. Sei qui vicino al mio cuore, ma sento
come se mi stessi nascondendo
qualcosa.”
“È una sorpresa, piccola blu. Se te la dicessi non
sarebbe più tale. Sappi che ti amo,
però.”
“Ti amo anche io.”
Mormoro soddisfatta.
“Non abbiamo fatto l’albero.”
“Qualcuno si lamentava che non ero abbastanza vicino a
lei.”
Io gli mollo un pugnetto sul petto.
All’improvviso qualcuno bussa, Tony ci nasconde sotto la
grande coperte messicana del divano, chi diavolo sarà?
“Vivi, perché non rispondono?”
“Non ne ho la più pallida idea.”
Sono Viviana e Jaime, ma non so cosa ci facciano qui.
Li sento spostarsi dall’ingresso e spiare dal salotto.
“Quei sono in camera da letto, a giudicare dai vestiti
ovunque.”
Tony ride.
“Sh! Se ti muovi sapranno che siamo qui e noi siamo nudi
come vermi.”
Lui si calma.
“Dai, Jaime andiamo.”
Sento mia sorella dirlo al suo ragazzo.
“Cazzo, Sofia. L’abbiamo scampata bella, sarebbe
stato il
momento più imbarazzante della mia vita.”
“Anche il mio. Oddio.
Sei una tartaruga arrappata.”
“E ti una iena lasciva.”
All’improvviso qualcuno solleva la coperta e il faccione
ghignante di Jaime fa la sua comparsa, avevano solo fatto finta di
andarsene!
Tony scatta in piedi e mette le mani sugli occhi del suo amico, nudo
come un
verme.
“Non guardare la mia ragazza, non la guardare, cazzo.
O ti cavo gli occhi.”
C’è anche Viviana nella stanza e mi accorgo che
sta guardando come ipnotizzata
il mio ragazzo, non so bene se il culo o quello che
c’è davanti. Scatto in
piedi anche io, avvolta nella coperta e le metto le mani sugli occhi
ringhiando.
“Hai Jaime, lascia stare Tony.”
“Tony, piantala di muoverti come un ossesso! Sentire il tuo
cazzo che
sbatacchia mi fa venire voglia di bere un po’ di
candeggina.”
“Jaime!”
“È vero!”
Alla fine accompagniamo i due ospiti inattesi fuori dal salotto e ci
rivestiamo
in silenzio.
Ci vuole coraggio ad affrontare le persone dopo la figura
peggiore della tua vita
Io vorrei sotterrarmi e Tony si è messo – senza
ragione –
un cappellino e una bandana che gli copre mezza faccia, nemmeno dovesse
rapinare una banca.
Alla fine apriamo la porta, mia sorella e Jaime entrano,
si stanno spaccando in due dalle risate.
“Smettetela di ridere, cretini!
La prossima volta vengo io a disturbarvi mentre scopate!”
“A giudicare da come ti sei conciato sei pronto a farlo
anche stasera, Tony.”
“Jaime, la mia pazienza è al limite. Sono tentato
di romperti in testa una
delle mie chitarre, come segno di affetto di affetto, ovvio.”
Jaime sbuffa platealmente.
“Non è colpa mia se voi vi siete messi a scopare
oggi che
dovevamo mangiare il chili con carne di Sofia.”
Io e Tony ci guardiamo senza capire.
“Ma è domani.”
“Davvero? Che giorno è oggi?”
“L’otto.”
Jaime controlla sul cellulare.
“Hai ragione, è domani!”
“Sofia, vammi a prendere la chitarra. Mi prudono le
mani.”
Viviana si mette in mezzo coraggiosamente.
“Ok, abbiamo sbagliato, ci dispiace.
Possiamo mangiarlo oggi.”
“Va bene, io e Tony andiamo a prepararlo.”
“Perché non tu e Viviana?”
“Perché ho paura che tu possa davvero spaccare una
chitarra in testa a Jaime e
chi lo spiegherebbe a Vic?”
Tony sbuffa.
“Ok, per oggi non lo ammazzo.”
Io gli sorrido.
“Bravo, amore.”
Io e mia sorella andiamo in cucina e iniziamo a cucinare preparando io
la salsa
di pomodoro, lei i fagioli.
“Allora, come va con Jaime?”
Le chiedo.
“Oh, benissimo! Sono davvero felice con lui, mi
sento…
completa.
Come quando trovi la leggendaria metà della mela, quando
vado in para lui mi ferma e quando lui fa troppo il buffone lo fermo.
Mi fa
ridere e tanto ed è la cosa più bella di tutte
perché non ho mai riso tanto in
vita mia.
Mi sento leggera, come se nulla potesse andare storto e
boh…. Sono solo felice.”
Mi dice con gli occhi che brillano e un sorriso che va
dall’orecchio all’altro.
“E tu, Sofia?”
“Va tutto bene.”
“Ma?”
Mi chiede lei.
“Ma cosa?”
“È ovvio che ci sia un ma sospeso da come hai
detto la
frase.”
“Ok. Allora, va tutto bene. Abbiamo una buona intesa, mi
sento finalmente a
casa e sento che tutti i problemi che avevamo si sono risoli.
Ci bilanciamo, litighiamo a volte, ma facciamo sempre
pace, solo che ultimamente lo sento un po’lontano e sono un
po’preoccupata.”
“Prima non sembravate lontani.”
Io le tiro un asciugamano.
“Scema. Non intendevo in quel senso, è come se mi
stesse
nascondendo qualcosa. Gli ho parlato e lui mi ha detto che è
una sorpresa e io
ho una paura fottuta.”
Viviana mi sorride.
“Sofia, non tutte le sorprese sono brutte, alcune sono
anche belle. Non avere paura.”
“È che ogni volta che mamma arrivava con una
sorpresa
solitamente era un nuovo servizio fotografico con qualcuno di
importante e
significava un regime alimentare da lager.”
“Tony non è la mamma e adesso stai per riempirti
qualcosa con un piatto che è
tutto fuorché leggero.”
Io sorrido.
“Se mamma lo sapesse e sapesse che è anche
messicano
impazzirebbe dalla rabbia, sai che non voleva che ci considerassimo
messicane.”
“Mamma era stronza e razzista, cerca di
dimenticarla.”
“Lo so, lo so.
Per fortuna che non si è fatta più viva da quando
le
guardie del corpo di Tony l’hanno allontanata.”
“Già, bene il cibo è quasi pronto.
Di’ agli ometti di casa di preparare la
tavola se non si sono uccisi.”
Io annuisco e vado in salotto, Jaime e Tony stanno
giocando alla play e il bassista sorride così tanto che la
mascella rischia di
staccarsi dalla sua faccia bonaria.
“Ragazzi, il cibo è quasi pronto, potreste
preparare la
tavola?”
“Va bene!”
Dicono in coro, Jaime è il primo ad alzarsi.
“Come mai così allegro, fratellino?”
“Segreto.”
Io corrugo le sopracciglia.
“Cosa sono tutti questi segreti?
Non mi piacciono i segreti!”
“Tesoro, il bello delle sorprese è che siano
segrete o non sono sorprese.”
Mi risponde.
“Lo so, ma a me le sorprese fanno paura.”
“A me fa più paura rimanere senza cibo.”
Io gli do un pugnetto sulla pancia.
“Non ti preoccupare, fratellino. Non succederà, io
e Vivi
abbiamo cucinato delle porzioni abbondanti.”
Loro preparano la tavola e poco dopo portiamo in tavola una gigantesca
pirofila
piena di chili con carne, gli occhi di Jaime si illuminano.
Io faccio le porzioni e poi mi siedo a tavola, Tony
guarda sorridendo il mio piatto pieno di cibo.
“Pensi di riuscire a mangiare tutta quella roba?”
“Voglio mangiarla tutta.”
“Brava.”
Mi dà un bacio sulla tempia e inizia a mangiare.
Tony continua a preoccuparsi del fatto che mangi, anche
se l’anoressia è ormai un ricordo, la trovo una
cosa tenera, significa che ci
tiene a me.
Il Ringraziamento è passato, ma se c’è
una cosa di cui
sarò sempre grata al Signore è di avere messo
Tony sulla mia strada. È stato un
inizio difficile, ma poi è stata la cosa più
bella che mi sia mai capitata.
“Sofia, tutto bene?”
Mi chiede Tony.
“Sì, va tutto bene.”
Va proprio tutto bene.
Il venticinque è arrivato senza che nemmeno me ne
accorgessi.
Abbiamo fatto l’albero, decorato la casa, messo le lucine
di Natale sulla testiera del nostro letto e Tony ha acconsentito a
lasciarle
per tutto l’anno.
Ho comprato i regali di Natale per tutti, incluso quello
di Tony, vorrei regalargli una tartaruga, ma sia una di terra che una
semiacquatica richiedono cure assidue e costanti, cosa che noi non
possiamo
fare.
Non potremmo portare la tartaruga in tour con noi,
Viviana non se ne potrebbe prendere cura e nemmeno i genitori di Tony,
anche se
mi hanno accettata e trovata simpatica.
Sarebbe chiedere loro troppo.
Adesso sono nel nostro letto, stretta tra le braccia del
mio amore che dorme ancora a guardare la neve che cade. Non nevica mai
a San
Diego di solito, ma quest’anno il meteo ha deciso di
regalarci un bianco Natale
e la cosa mi rende felice.
Se c’era una cosa che mi mancava di New York era la neve,
mi è sempre piaciuta e non parlo della cocaina, ma del
fenomeno meteorologico.
Rende tutto così magico, come se fossimo in una cartolina di
Natale o in un
mondo che ormai non c’è più: quello
passato, dell’Ottocento con i suoi vestiti
fruscianti, i busti, gli smoking e le ghette.
Mi viene da ridere mentre immagino Tony pieno di tatuaggi
com’è in un impeccabile completo con un frac a due
code e il cappello a
cilindro. Probabilmente la mia risata lo sveglia perché apre
gli occhi
sorridendo.
“Buongiorno, iena.”
Mi bacia a stampo, io ricambio.
“Buongiorno, turtle, e buon Natale.”
“Buon Natale anche a te. Svegliami più spesso
ridendo, amo il suono della tua
risata.”
“Va bene.”
“Come mai ridevi, comunque?
Russavo? Parlavo nel sonno?”
“No, sembravi un angelo.
È che stavo riflettendo sulla neve, dà
l’impressione di
essere in una cartolina o in un mondo che non c’è
più, l’Ottocento e poi ti ho
immaginato come un gentiluomo vittoriano.”
Lui ride.
“No, è un abbigliamento che non fa per me e
nemmeno per
te con quei capelli blu e i piercing.”
“Hai ragione.”
Mi alzo dal letto e mi metto una maglia di Tony.
“Tesoro potresti metterti quella sottoveste nera?”
Io gli lancio un’occhiata di sbieco.
“Non voglio arrivare in ritardo dai tuoi perché
abbiamo
fatto sesso.”
Lui scoppia a ridere.
“No, non è per quello.
È per la sorpresa.”
Io alzo un sopracciglio, questa dannata sorpresa mi sta facendo venire
un’ansia
che sfiora l’attacco di panico.
In ogni caso faccio come dice, mi metto la sottoveste
nera e un golf, poi scendo al piano inferiore, Tony arriva poco dopo
vestito di
tutto punto e con i capelli ancora umidi per la doccia che si
è appena fatto.
“Non facciamo colazione, tanto mamma ci riempirà
come
tacchini il giorno del ringraziamento.”
“Ok.”
Prendo fiato.
“Tony, se mi vuoi lasciare non è necessario che ti
metta
in ghingheri.”
Lui mi guarda stralunato.
“Non voglio lasciarti, fa parte della sorpresa.”
Cazzo, che ansia!
“Tony, sto impazzendo dall’ansia.”
“Non dovresti, è una cosa bella. La sto preparando
da
settimane, siediti sul divano.”
Lui accende l’albero di Natale e il camino, poi si siede sul
divano con me.
“Atmosfera natalizia creata.”
“Allora ti do il mio regalo, cosa ne dici?”
“Che è un’ottima idea.”
Mi alzo e vado a prendere una borsetta rossa e gliela porgo sorridendo.
“Non sapevo cosa regalarti, così ti ho preso
quello che
c’è dentro. Spero ti piaccia.”
Lui apre curioso la borsetta e i suoi occhi si
illuminano.
“Ma è un abbonamento allo zoo di San Diego per due
persone.”
“So quanto ti piacciano la tartarughe e visto che non
possiamo tenerle, ho
pensato che così potremmo vederlo quando ci pare.”
Lui mi abbraccia stretta.
“Amore, è un regalo bellissimo! Era il mio sogno
da
piccolo, grazie mille!”
“Sono felice che ti piaccia, buon Natale, Tony.”
“Buon Natale a te, Sofia.
Adesso tocca a me.”
Si mette in ginocchio davanti a me che sono seduta sul divano e tira
fuori una
scatolina di velluto blu, io mi porto le mani davanti alla bocca.
“Sofia Ortega, vuoi prenderti cura per tutta la vita di
questa tartaruga timida e pazza?
Al massimo mi dai in consegna allo zoo.”
“Fossi scema!”
Poi scoppio a piangere come una fontana.
“Sofia, ho sbagliato qualcosa?
Pensavo mi saresti saltata in braccio o qualcosa del
genere non che saresti scoppiata a piangere, la mia proposta ha fatto
così
schifo?
Non mi vuoi sposare?”
“Oh, sta zitto!
Sono lacrime di gioia, Tony!
Sono così felice che potrei scoppiare da un momento
all’altro.”
“Ok, prima di scoppiare potresti darmi una risposta?
Adesso sono io che sono in un’ansia tremenda.”
Io alzo gli occhi su di lui e mi accorgo che è pallido come
un cencio, anche se
tenta coraggiosamente di sorridere ancora.
“Mille volte sì, Tony!
Tu, oddio… Tu hai cambiato la mia vita in meglio come
nessuno aveva fatto. Hai curato tutte le mie ferite – una
famiglia a pezzi, una
madre violenta, la droga, l’anoressia – e mi hai
reso la persona che sono oggi.
Una persona felice, che fa quello che le piace, che si
sente amata e sente che potrebbe prendere a calci il mondo.
Quindi… Sì, voglio
sposarti e vivere con te il resto della mia vita.
Per la prima volta in vita mia voglio persino diventare
madre.”
Lo abbraccio stretto e lo riempio di baci, lui mi rivolge
il suo sorriso più luminoso e apre la scatolina, dentro
c’è un anello di oro
bianco a forma di tartaruga con una pietra blu-azzurra cangiante su
carapace.
Me lo mette sull’anulare con mani tremanti, io lo
contemplo estasiata, non è il tipico anello di fidanzamento,
ma mi piace
tantissimo.
“Tony, è bellissimo.”
Commento con voce rotta dall’emozione.
“Sono felice che ti piaccia.”
“Tony, la tua sorpresa è stata
bellissima.”
“Ecco perché ho fatto tanto il
misterioso.”
Io sorrido e lo abbraccio di nuovo, per poi baciarlo con
passione, come se non ci fosse un domani.
Gli faccio appoggiare una mano sul mio petto.
“Hai il mio cuore, non te lo scordare mai.”
“E tu hai il mio.”
Ci baciamo ancora e ancora, dimentichi del pranzo di Natale.
Questo è il miglior Natale della mia vita così
com’è..
Tutti i miei pezzi sono andati al loro posto, niente più
vuoti, solo un’immensa gioia.
Angolo di Layla.
Buone feste a tutti :)
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