yoi
Eros.
Yuri
Plisetsky,
detto anche Yurio Plisetsky o “la Fata russa”.
Aggraziato era
probabilmente la parola con cui lo avrebbe descritto meglio. Mentre si
muoveva in pista non sembrava neanche umano, quanto più una
sorta di angelo che scivolava sul ghiaccio. Così esile, dai
movimenti così fluidi e leggeri… sì,
sembrava volare. Eppure, non appena si spostavano gli occhi dal suo
costume argentato e luccicante, ci si rendeva conto di quanto
pericoloso potesse effettivamente essere quel tanto grazioso
angioletto. Gli occhi adombrati dalla concentrazione, i muscoli che
guizzavano in ogni direzione per quanto erano tesi, le labbra strette
in una linea così sottile da diventare quasi invisibili e
dei capelli di un biondo così luminoso da sembrare tanti
sottilissimi fili d'oro.
《Prima
le signore!》gli aveva anche detto lui per stuzzicarlo durante
una gara.
Beh,
non aveva mai fatto errore più grande che considerare quel
russo come una ragazzina troppo piatta per la sua
età. Era bastato qualche anno e il passare del
tempo aveva cambiato tutto.
Yuri
Plisetsky adesso era "sensuale",
per Jean.
Quella
che all'inizio era stata una piacevole rivalità per il
canadese -un po' meno invece per il russo-, si era poi trasformata in
una vera e propria ossessione. Non che non potesse vivere senza avere
la sua presenza vicina ogni attimo… ma era proprio quando
Yuri gli era vicino che quello che anni prima era stato un angelo lo
trascinava verso l'inferno più incandescente.
Uno
sfiorarsi di mani gli faceva andare a fuoco la pelle. Un minimo soffio
del suo profumo lo inebriava a tal punto da fargli girare la testa.
Quanto
lo voleva. Lo voleva così tanto da fare male. Persino
osservarlo mentre si allenava lo faceva fremere dalla felicità certe
volte, facendogli capire il motivo per cui quel ragazzo aveva attirato
così tanto la sua attenzione, ormai. Era innamorato? Forse. Sapeva solo di avere bisogno di lui.
《Ottimo
lavoro, Yuri》sentì esclamare Jean dal vocione intenso
dell'allenatore della squadra russa, cosa che lo fece riscuotere dai
suoi pensieri.
Il
russo si passò una mano tra i lunghi capelli biondi, lunghi
fino a metà schiena, cresciuti ancora di più da
quando, dopo i vent'anni, aveva fatto voto di non tagliarseli fino alla
sua successiva sconfitta. Aveva la fronte imperlata di sudore e il
respiro pesante per l'affanno, un insieme di cose che fece soltanto
rabbrividire il canadese per il piacere.
Era
incredibile. Un vero portento nonostante fosse ancora nel fiore degli
anni, qualcosa in grado di far tremare per qualche attimo le gambe al re.
《Ho
fatto di meglio》 rispose semplice Yuri in un borbottio.
《…Molto meglio.》
Jean
non poté fare a meno di ammirarlo mentre il ragazzo si
legava i capelli in una coda di cavallo, osservandolo scivolare verso
l'uscita dell'anello di ghiaccio. Perché? Perché
doveva essere così dannatamente sensuale,
sempre e comunque? Era irraggiungibile. Era da
così tanto tempo che aspettava di poter sentire come minimo
il sapore delle sue labbra che quasi dava per autentico quello che si
era immaginato da solo, più e più volte.
《Jean》
Si
era ritrovato a passare notti insonni a causa del suo bisogno, la
necessità di poter mettere mano su Yurio anche solo una
volta...
《Jean!》
…Si
era graffiato il corpo per la frustrazione, aveva morso il cuscino per
poter trattenere delle urla esasperate, ma alla fine tutto finiva come
al solito: una doccia fredda per potersi distrarre e calmare. A volte
riusciva persino a sentire la sua voce tanto quel bisogno diventava
disperato.
《OI,
LEROY! IDIOTA! Ti vuoi levare sì o no dai piedi?!》
Solo
a quel punto Jean riuscì a tornare in sé, con la
realtà che gli era piombata addosso con la violenza di una
mandria di tori imbestialiti. Si era ritrovato con Yurio davanti, reso
qualche centimetro più alto grazie alle lame dei pattini che
lo alzavano da terra.
《C-come?》
Jean si schiarì la voce ripetutamente, ma l'unico suono che
usciva era formato da parole sussurrate roche. Il ragazzo russo lo
squadrò con aria critica da capo a piedi, per poi battere un
piede a terra con una certa decisione. Che diamine, quel canadese
sembrava non volergli prestare attenzione negli unici momenti in cui
avrebbe dovuto farlo!
《Togliti.
Devo passare. Uscire, andare a cena, hai presente? La mia vita. Che
vorrei continuare a vivere. Fuori di qui.》Yurio si mise le mani suoi
fianchi, lasciando ricadere da un lato la testa mentre i suoi occhi
continuavano a vagare sul volto del canadese. Poteva giurare di non
averlo mai visto così agitato e… arrossato. Anzi,
sì, quando gli aveva tirato una palla fatta più
di ghiaccio che di neve dritta in faccia, ma quella era un'altra storia.
Jean
scosse la testa una, due, tre volte, mordendosi furiosamente le labbra
prima di riuscire a trovare le parole per continuare il discorso per
non pensare a chi aveva davanti.
《…Scusami,
Yuri-chan.
Sai che quando ti ho davanti perdo completamente la testa, no?》chiese
ironicamente lui, con un ghigno divertito che gli alzava gli angoli
della bocca. Yurio si limitò ad osservarlo con aria
corrucciata. E subito dopo partì la sua mano verso il viso
di Jean, colpendolo con così tanta forza da fargli girare la
testa dal lato opposto. Rimasero fermi in una posizione statica per dei
secondi che al canadese sembrarono eterni prima che uno dei due si
muovesse. Jean si portò una mano ad accarezzarsi la pelle
gonfia e arrossata.
Quel caratterino pepato… lo adorava! Un giorno sarebbe
riuscito ad averlo, e quel giorno Yurio avrebbe avuto la notte
più pazzesca della sua vita. Si lascia sfuggire una risata
di cuore, percependo un fiume di adrenalina invadergli le vene che
altro non faceva se non fargli girare ancora di più la testa.
《…Wow!
Sai che mi piace violento, Yuri-chan!》
Forse
non aveva ricevuto il bacio dalla bella principessa come invece avrebbe
voluto, ma gli bastava poter vedere il naso arricciato del biondo per
il disgusto provocato dalle sue parole.
Yurio
sarebbe caduto ai suoi piedi. Non c'era scelta, sarebbe successo e
basta. Nessuno poteva resistere al fascino di Jean-Jacques Leroy,
dopotutto… quale folle non si sarebbe piegato al volere di
un re? Ci sarebbe stato solo un modo per descrivere il russo, un giorno.
Yuri
Plisetsky. La sua... regina.
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