Elizabeth

di EvrenAll
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Rinascita - Seconda Seduta
(Fifteen Fathoms, Counting - Bring Me The Horizon)








 

Continuavo a rifiutarmi di guardarmi allo specchio e di togliere la benda.

Non volevo sapere che cosa Axl avesse pensato per me fino a che non fosse stato finito.

-Sta venendo bene?-

Joe rise continuando ad armeggiare con i suoi attrezzi.

-Sì, decisamente sì. Il tuo ragazzo ha scelto un disegno perfetto-

-La cicatrice non è un problema?-

-Bisogna stare più cauti, l’inchiostro e il colore sono leggermente diversi rispetto a ciò che userei di norma, ma è perfetto-

-Chissà cos’è…- sospirai, chiudendo gli occhi.

-Raccontami la tua storia, intanto-

-La mia storia?-

-Sì Elizabeth, voglio provare a capire se davvero è questo il disegno per te-

Strinsi le labbra indugiando per un momento, poi sbirciai la zazzera scura e mossa di Joe e mi scappò un sorriso. Quel ragazzo era un personaggio, ed era parecchio bravo nel suo mestiere a giudicare di com’era gestito l’ambiente attorno a noi.

E poi si stava occupando lui di me.

-Va bene-

Presi un bel respiro ed iniziai a raccontare, dal principio fino a quando lui ebbe le mani troppo stanche.

-Finiamo la prossima volta, manca poco tesoro-

Crema e fasciatura.

La scapola mi doleva, ma non mi importava.

-Grazie-

Tornai a casa.











 

Axl era dannatamente impegnato a promuovere il nuovo album con concerti, interviste, servizi.

Faceva base a casa mia perchè diceva che solo lì riusciva a trovare il riposo che gli serviva.

Rientrava tardi, stanco, ma riuscivamo a cenare insieme, a parlarci ed a confortarci l’uno con l’altra.

Gli avevo confessato di voler lasciare in sospeso i miei lavori e partire: provare a parlare con papà, con Annah, recuperare Adriana dalla tossicodipendenza sempre più grave. Ricostruire i nostri rapporti e ricostruire me, sperando che farlo mi avrebbe indicato una strada da seguire nella mia vita come lui aveva trovato quella dei Guns.

Loro sarebbero partiti presto e la paura che avevo provato al concerto di Londra si faceva sempre più presente.

Non ne parlavamo.

Godevamo i nostri ultimi giorni come se ci aspettasse una vita insieme davanti, ma non era così, ed entrambi, in ogni attimo passato insieme, ne prendevamo sempre più consapevolezza.








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Perdonate l'immenso ritardo. 
Vi lascio così per la fine dell'anno, a due capitoli dalla fine di questa storia. 
A dir la verità oltre ad essere presa da questo periodo di pausa, forse sto cercando di rimandare l'ultimo momento che beh, arriverà molto presto.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia e fanno sentire la loro voce.

Buona fine, buon inizio 


Anita




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