Quel Che Resta Del Mondo Di Kiku

di Doppia A
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Le poche ore di sonno che Kiku si concedeva significavano molto per lui.Oltre al fatto che così avrebbe recuperato le sue forze,il dolce dormire gli concedeva la possibilità di sognare.La sua vita era sempre legata al frenetico ritmo del lavoro esasperato come fosse uno schiavo da miniera,e la sera,di ritorno a casa,guardava svogliatamente degli anime alla tv;ma anche il relax serale non gli dava pace dalla sua violenza autoimposta;sempre pensava affannosamente ai compiti da svolgere,e mai si prendeva uno stralcio di tempo per riposare,o pensare a cose belle,come prendere il tè verde,disegnare stampe Ukiyo-e,andare al Kabuki,e altri intrattenimenti che sempre hanno fatto grande la sua terra.Ultimamente il buon Kiku non riusciva più a provare emozioni positive,e neppure gli ansiolitici lo facevano star sereno.Però esiste ancora qualcosa che riesce a dare un senso alla vita di Giappone:i sogni notturni.Quante avventure offre l’attività onirica!
Milioni e milioni di suggestioni derivano dai suoi vivaci sogni da cui ottiene quel poco di carica per poter affrontare la giornata senza il desiderio di morire!
Nella vita quotidiana e reale Kiku viveva apatico,ma la notte poteva tornare alla pace del Periodo Edo,combattere vittoriosamente giganteschi robot,visitare foreste incantate,scalare montagne e incontrare le persone a lui care,i suoi antenati.
Quando mai potrà di nuovo visitare in santa pace i giardini Zen di Kyoto,o giocare con le famose console Nintendo?
Il suo vecchio amico Italia gli diceva spesso di prendersi una pausa,ma le parole di Feliciano nulla servivano a far rilassare Kiku,che anzi diventava sempre più irriducibile fino all’estremo.Le stragi di Hiroshima e Nagasaki del 1945 furono ciò che più minarono la sua serenità e resero Kiku un automa produci-soldi.
A Giappone oramai restava solo il sogno,l’unico amico che gli riduceva le pene del cuore,dell’anima e del corpo.




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