Crazy in love ||johnlock||

di xx_cla_xx
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Era un giorno piovoso a Londra. Era l'inverno del 2010, e il ragazzo stava seduto alla sua poltrona guardando fuori dalla finestra con aria malinconica. Negli ultimi tempi Sherlock Holmes rimaneva molte ore da solo, a pensare, alla finestra. Solitamente pensava a risolvere vari casi. Pensava alle prove disponibili. Ma quel giorno era diverso. Da quando i suoi genitori l'avevano chiamato avvertendolo che sarebbero andati a trovarlo e con loro avrebbero portato un suo vecchio amico, un amico d'infanzia, lui era in agitazione. Era cresciuto in una piccola cittadina fuori Londra, Holmes Chapel (non credo sia vero lo aggiungo io), e lì era rimasto fino all'inizio dell'Università, quando era scappato dalla casa dove viveva il fratello maggiore, che continuava a deriderlo. Era tutto il giorno che si scervellata cercando di capire chi potesse essere quell'amico d'infanzia. Patetico. Amico d'infanzia? Dubitava perfino di avere mai avuto degli amici. Non aveva mai avuto degli amici, si disse. Aveva sempre preferito rimanere in casa a cercare soluzioni contro pericolosi veleni. Non aveva mai avuto il tempo né la pazienza di giocare con altri bambini. Lui ricordava di essere sempre stato distante dai sentimenti e dalle emozioni. Ma non era così. Si era convinto di questo, quando la verità era solo che era successo molto molto tempo fa, quando aveva all'incirca 7 anni. Stava facendo il giro del paese in bicicletta, quando giunse davanti ad un grande parco, con tante pietre con delle scritte sopra, e vide un corteo di persone dirigersi verso l'interno, le teste basse, in silenzio. Decise di aggregarsi al gruppo per chiedere cosa facessero, e così fece. Molti lo azzittirono, altri non lo ascoltarono. Ad un certo punto si fermarono, e lui si fece spazio tra la folla, passando in mezzo alla gente per vedere cosa succedesse. E, arrivato davanti a tutti, si ritrovò davanti una buca, con una cassa di legno accanto e una signora, in lacrime e con il trucco sbavato, davanti. Quella iniziò a parlare. -É sempre stato un buon uomo mio marito, non meritava una fine così triste. Accoltellato. Povero il mio tesoro. Riposa in pace- e singhiozzava -non aveva mai fatto male ad una mosca, non aveva- continuava la poveretta. Quando Sherlock notò la polizia si rese conto che il signore era stato assassinato. Ebbe subito la curiosità di sapere tutto. Ma quel giorno non avrebbe saputo nient'altro, sarebbe solo tornato a casa, con tanti interrogativi in testa. Quel caso non sapeva che sarebbe stato lui a risolverlo, anni dopo, facendo un favore alla polizia. Ma una cosa la sapeva: da quel giorno, si promise, non sarebbe più stato dalla parte dei sentimenti, ma dalla parte della logica. I sentimenti ti fanno sentire male-pensava lui- la logica no, dà spiegazioni. E questo per la sua mente bastava. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ spazio autrice ciao! come va? allora, siamo arrivati a 150 visualizzazioni, e per me è bellissimo. se vi va, vorreste lasciarmi scritto un commento? mi farebbe piacere sapere se vi piace o se avete delle cose/errori da segnalare. sarebbe stupendo. grazie per l'attenzione, Claudia p.s. questo primo capitolo fa abbastanza schifo, please non lasciatemi qui :)




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