Title: No Alcohol, Please!
Anime/Manga: Vampire Knight
Pairing: KanamexZero
Disclaimer: -La storia originale e tutti i
personaggi appartengono a Matsuri Hino- ndRan&Jane
Avviso: One-shot, Shounen-ai, OOC
Genere: Comico, Commedia, Romantico
Note: -Assolutamente OOC!!!-
ndRan&Jane
- … - parlato
" … " pensato
Dedicato a: Myriam Malfoy
Summary: "La prima cosa che
sentì una volta sveglio fu il lancinante mal di testa. Cos’era successo ieri per
ridurlo così?
[…]
Con uno sforzo enorme cercò di riordinare gli eventi della sera
precedente. Ricapitolando:
1. Era andato allo Yoru Bar. Fin qui ci siamo, niente di strano.
2. Aveva preso la Vodka. Huh, ok … E poi? Cos’era
successo?"
No Alcohol, Please!
Era una limpida e tranquilla sera di ottobre. Nonostante fosse
autunno inoltrato l’aria era ancora calda e si poteva girare tranquillamente
anche senza giacca. Nel nero della notte i dolci raggi lunari e gli infiniti
punti luminosi illuminavano il paesaggio circostante.
Zero camminava quietamente per le strade della città vicino
all’accademia che frequentava, la Cross Academy. Quella sera aveva deciso di non
indossare la divisa, anche perché non voleva attirare troppa attenzione, ma
aveva optato per un paio di jeans scuri e un camicia bianca.
Come ogni sabato sera si stava dirigendo allo Yoru Bar [1]. Ormai era
passato già qualche mese da quando aveva iniziato a frequentarlo. Si trovava nel
centro della piccola cittadina, era facile e veloce da raggiungere e in più non
era frequentato da molta gente. Gli piaceva appunto perché era un posto
tranquillo e non troppo affollato, dove per qualche ora poteva rilassarsi e non
pensare a niente.
Una volta arrivato salutò con un cenno del capo il barista per poi
andargli in conto al bancone
-Aki- Disse solo l’argenteo a modo di saluto
-Hey Zero- Salutò il barista -Il solito?- Chiese poi. Zero annuì in
risposta.
Akira gli stava simpatico. Era un bravo ragazzo sui vent’anni, alto
con corti capelli neri e occhi verdi. Una volta gli aveva raccontato che
lavorava lì per poter pagare gli studi della sorellina. Era anche bravo ad
ascoltare, soprattutto lui e tutti i suoi casini. Se ci pensava bene quel
ragazzo era ciò che più si avvicinava ad un amico per lui. Veniva quel giorno
proprio perché sapeva di trovarlo.
Aveva iniziato ad andare lì per dimenticare per qualche ora ciò che
era: un ex-umano, un level D, un vampiro … qualcuno che contava meno di
zero. La prima volta aveva iniziato ad ordinare alcolici di tutti i tipi ma era
rimasto incredibilmente lucido. Non si sentiva come aveva sempre sentito dire:
non gli girava la testa, non si avvertiva la mente annebbiata, non era nemmeno
un poco brillo. Assolutamente niente, stava come al solito.
Ci aveva riprovato anche il sabato successivo provando alcolici
diversi ma aveva ottenuto gli stessi risultati. Si era chiesto da dove veniva
tutta quella tolleranza all’alcool, probabilmente qualcosa di genetico. Fu solo
la terza volta che Akira gli diede la vodka.
Era impressionante come litri e litri di altri alcolici non gli
facessero niente, mentre una singola goccia di vodka lo mandava completamente
fuori. Diventava una persona completamente diversa, o meglio poteva essere
liberamente il se stesso che non aveva mai mostrato a nessuno dopo
l’incidente Shizuka.
Dopo quella prima volta però non aveva mai più provato ad berla.
Infatti la mattina dopo si era svegliato con mal di testa da record e non era
stato in grado di alzarsi dal letto per tutto il giorno successivo. Quella volta
gli era decisamente bastata e quindi ora andava al bar solo per distrarsi un po’
e fare quattro chiacchiere con Akira.
Ma quella volta era diverso, assolutamente diverso. Non gli importava
di star male, anzi tanto meglio. Voleva, doveva dimenticare. Dimenticare
quegli occhi rossi, quei capelli castani, quella voce che gli faceva venire i
brividi ogni volta che la sentiva e quelle dannate labbra da cui non riusciva a
togliere lo sguardo.
Doveva dimenticare i sentimenti che provava per quel dannato principe
purosangue!
-Aki … dammi una vodka-
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Kaname salì sulla sua macchina sospirando. Anche quella riunione con
il concilio degli anziani era stata particolarmente dura e stancante, quasi
massacrante. In più essendo un giorno di scuola Takuma era rimasto all’accademia
per sostituirlo e tenere d’occhio la Night Class.
-Kaname-sama, torniamo?- Chiese l’autista
-Sì- Rispose lui. Sentendo la stanchezza nella voce del purosangue,
l’uomo si concentrò sulla guida lasciando riposare il vampiro. Kaname si rilassò
contro lo schienale con gli occhi chiusi; il viaggio sarebbe stato piuttosto
lungo e ne avrebbe approfittato per riposare un po’. Dopo quasi un’ora di
viaggio si stava per addormentare, ma fu riportato alla realtà quando i suo
sensi percepirono una presenza famigliare.
"Zero?" Pensò -Tetsuya-san, fermati un attimo, per favore. Devo
controllare una cosa. Aspettami qui- Disse all’autista. Una volta sceso dalla
macchina si mise subito a cercarlo. Aveva notato da un po’ di tempo che ogni
sabato notte dopo il suo compito di prefetto spariva. Spesso aveva voluto
seguirlo per scoprire dove andava, ma non poteva lasciare l’accademia se non per
adempire ai suoi compiti di purosangue … come quella sera. Ora che ne aveva la
possibilità avrebbe capito dove andava, cosa faceva e, soprattutto, con
chi era.
Da quando Zero aveva preso il suo sangue e si era formato un blood
bond univoco non riusciva a toglierselo dalla mente. Da tempo aveva ormai
ammesso, almeno a se stesso, di esserne attratto, per lo meno sul piano fisico.
Ma questo non spiegava perché provava il forte impulso di allontanare chiunque
si avvicinasse troppo al ragazzo. Ultimamente accadeva spesso anche nei
confronti di Yuuki che gli stava sempre così appiccicata. Si era trattenuto solo
perché era lei. Forse, ma forse, ciò che provava per Zero andava oltre alla pura
attrazione fisica, ma questo non era ancora riuscito ad ammetterlo del
tutto.
Non ci mise molto a trovarlo, a quanto pare era in un bar dall’altra
parte della strada. Che strano. Zero Kiryuu che andava in un bar a quell’ora
della notte? Incuriosito iniziò a camminare verso la porta. Il posto non era
molto grande poiché occupava solo una vetrina, sopra la porta la scritta in
rosso Yoru Bar. Con decisione entrò nel locale.
Come aveva previsto il bar non era enorme ma nemmeno troppo piccolo.
Nonostante le luci fossero lievemente soffuse, il giallo chiaro e panna dei muri
in contrasto con il legno scuro del bancone e dei tavoli, rendeva l’atmosfera
calda e accogliente. In più non sembrava molto frequentato, ai tavoli c’erano
giusto una manciata di persone
"Il tipo di posto che potrebbe piacere a uno come Zero: tranquillo e
sobrio" Pensò il vampiro
Ma la sua attenzione fu presto attirata dal bancone, o meglio da chi
stava dietro il bancone. La figura di un ragazzo non più che sedicenne,
sicuramente ubriaco, era attaccato al collo del barista. Quest’ultimo non
sembrava badare troppo alla vicina presenza del ragazzo, che continuava a
strusciare una guancia contro la sua, anzi continuava a pulire il bicchiere che
teneva in mano con un piccolo sorriso divertito sulle labbra.
A causa della poca luce non riusciva a distinguerne la figura.
Rimaste completamente sorpreso quando sentì la voce del misterioso ragazzo
esclamare
-Aki-chan! Ti voglio bene!!- Il purosangue impiegò diversi secondi
per assimilare non tanto ciò che aveva sentito, ma chi l’aveva detto. Quella
voce, nonostante fosse più felice e spensierata del solito, era assolutamente
impossibile non riconoscerla. Senza dubbio quello era
-Zero?- Nonostante fosse stato solo un lieve sussurrò le fini
orecchie dell’ex-umano l’avevano percepito. Sorpreso Zero alzò lo sguardo e
Kaname non ebbe più alcun dubbio. Tatuaggio sul collo, capelli argentati e occhi
lilla. Senza dubbio Zero Kiryuu.
Kaname poté giurare di aver visto quegli occhi illuminarsi e brillare
nel momento stesso in cui avevano incontrato i suoi. Un enorme sorriso comparve
sul suo volto, mentre gli correva incontro
-Kaname, sei qui!- Quasi urlò, mentre gli allacciava le braccia
intorno alla sua figura e affondava il viso nel suo petto. Il purosangue rimase
sorpreso, non si aspettava di certo una reazione del genere da parte dell’altro
-Ti amo tanto Kaname!- Se possibile il nostro povero vampiro quasi non svenne
per la sorpresa. Non aveva mai immaginato di poter sentire quelle parole
lasciare le labbra di Zero, soprattutto se rivolte a lui.
Non sapendo cos’altro fare, a sua volta il purosangue cinse le sue
braccia intorno all’esile vita del minore. L’argenteo alzò la testa guardando
negli occhi l’altro e gli sorrise. Che strano, era la seconda volta in pochi
minuti che lo vedeva sorridere e in più si comportava in modo insolito … che
l’alcol gli facesse quell’effetto?
Quello sembrava essere un altro Zero, una sorta di altra personalità
nascosta, più felice, solare, allegra, spensierata. Probabilmente il ragazzo si
sarebbe comportato sempre così se la sua vita non fosse venuta a contatto con la
pazza purosangue. Kaname sospirò
-Zero, sei ubriaco- Disse non sapendo cos’altro dire. L’hunter mise
il broncio riposando la testa sul petto del level A. A quella vista Akira si
lasciò sfuggire una lieve risata, ma se ne pentì appena incontrò lo sguardo
della serie parla-o-ti-uccido del brunetto. Sostenendo lo sguardo disse
-Quindi tu sei il famoso Kaname- E questo cosa voleva dire? Era
rimasto sorpreso un’ennesima volta in una manciata di minuti. Zero non solo
parlava di lui con un barista, ma usava anche il suo nome … c’era qualcosa che
gli sfuggiva -Alloggiate nella stessa accademia giusto? Potresti accompagnarlo?
Io finisco tra due ore e per allora starà già dormendo come un sasso- Continuò
Akira. Ad un cenno affermativa da parte del vampiro più grande il barista lo
ringraziò e tornò al suo lavoro.
-Hai sentito Zero? Torniamo alla Cross Academy-
-Di già?- Si lamentò
-Sì, Zero- Rispose deciso. Il sole sarebbe esorto tra poche ore e lui
voleva assolutamente sdraiarsi nel suo letto e dormire
-Okay- Disse quasi sbuffando. Poi si rivolse ad Akira -Sayonara,
Aki-chan- Il suddetto gli sorrise salutandolo con un mano prima che l’argenteo
fosse letteralmente trascinato fuori dal locale. Quando furono a contatto con
l’aria notturna Zero tremò lievemente. La temperatura si era abbassata un po’ da
quando era uscito qualche ora prima. Per riscaldarsi si stringe maggiormente
contro l’altro vampiro.
In qualche modo riuscirono ad attraversare la strada e ad entrare in
macchina. L’autista guardò incuriosito il ragazzo abbracciato al purosangue,
mentre il suddetto vampiro non sembrava dispiacersene più di tanto.
-Torniamo alla Cross Academy, Tetsuya-san- L’uomo annuì, alzando il
finestrino oscurato che divideva i posti anteriori da quelli posteriori, in modo
da lasciare ai due un po’ di intimità.
Kaname sospirò. In che situazione si era cacciato. Abbassò lo sguardo
verso il ragazzo che ancora lo abbracciava, incrociando un sorriso mozzafiato
invece che uno dei soliti sguardi omicidi. In fondo … non era poi così male
stargli così vicino … sentire il suo respiro sul suo collo … le sue morbide
labbra sulla sua pelle …
Si era perso qualcosa … Quand’è che Zero gli era solito a cavalcioni
sulle gambe? Non se ne era accorto … Però di certo non era una sensazione
spiacevole e di certo non aveva la minima intenzione di spostarlo da dov’era.
Sentì il ragazzo reprimere una piccola risata mentre posava delicatamente la
testa sulla sua spalla sinistra, le labbra che sfioravano appena la pelle del
collo. Poté sentire su di essa un ennesimo sorriso, mentre pronunciava le
fatidiche parole
-Kaname, mi ami?- Nella sua voce un misto di speranza e una certa
convinzione
Davvero, bella domanda. Lo amava? Certo gli piaceva sul piano fisico,
questo era mai appurato ma, da lì ad amarlo … ne passava di acqua sotto i ponti.
Però c’era anche il fattore gelosia da tener conto e non era mica una cosa di
poco conto volersi sbarazzare di chiunque gli si avvicinasse troppo. Poi c’era
inoltre il fatto che la sua sola presenza in quei minuti gli aveva fatto
dimenticare la fatica e stanchezza precedenti … In fondo sarebbe stato bello
svegliarsi tutte le mattine con il dolce peso della sua testa sul proprio petto,
circondato dalle sue sottili braccia e il suo corpo caldo premuto contro il suo
… Avrebbe aperto gli occhi e avrebbe visto il mondo brillare nei suoi occhi
lilla e nel suo sorriso …
… Huh … Forse non era poi così lontano dall’amarlo, no? … Forse lo
amava davvero …
I suoi pensieri vennero interrotti da un suono simile ad un
singhiozzo. Anzi, togliamo il simile, era decisamente un
singhiozzo.
Ancora un volta non aveva notato gli spostamenti del ragazzo che non
era più appoggiato a lui, ma comunque ancora a cavalcioni, le mani strette a
pugni sulle sue cosce e lo sguardo basso. Tremava impercettibilmente. Un altro
singhiozzo trattenuto a stento gli fece stingere il cuore, con una mano gli alzò
il mento e quasi non gli mancò il respiro quando vide i suoi occhi resi lucidi
dalle lacrime che minacciavano di scendere. Ma le parole che vennero dopo ebbero
quasi il potere di distruggerlo
-Kaname … non mi ami?- Questa volta la domanda era densa di
insicurezza e … paura
No! Ti amo! Avrebbe voluto dire, ma le
parole non gli uscirono dalla bocca. Nello stesso instante la macchina si fermò
e l’autista abbassò il finestrino dicendo
-Siamo arrivat…- Ma non fece in tempo a finire la frase che Zero era
già fuori dall’auto. Subito Kaname gli fu dietro. Gli effetti della vodka si
fecero sentire, dopo solo due passi il mondo di Zero prese a vorticare
freneticamente e sarebbe sicuramente finito a terra se Kaname non l’avesse preso
in tempo.
Ma appena ebbe riacquistato un po’ di equilibrio si staccò dal
purosangue ed indietreggiò fino ad appoggiare la schiena contro un albero. La
mano sinistra era appoggiata al tronco dietro di se per cercare di reggersi in
piedi poiché le sue gambe non rispondevano più ai suoi comandi, mentre il retro
della destra era premuto con forza sulla bocca in modo da nascondere i
singhiozzi che non riusciva più a trattenere. Calde lacrime ora bagnavano le sua
chiare guance.
-Perché, perché non mi ami!- Disse in un urlo di disperazione. Kaname
stava per rispondergli ma Zero continuò a parlare, questa volta la sua voce era
più bassa e più rassegnata -In fondo è normale, nessuno può amare un essere come
me. Sono una nullità, meriterei solo di morire- Un sorriso triste e malinconico,
così diverso da quelli precedenti, aleggiava sulle sue labbra, gli occhi
semichiusi rivolti al cielo.
Kaname non resistette. Perché Zero doveva soffrire a quel modo? Non
aveva fatto nulla di male. Senza pensarci troppo, velocemente gli si avvicinò e
lo abbracciò staccandolo dall’albero e appoggiandolo contro di sé. Inspirò
profondamente. Poter sentire di nuovo il suo profumo così intenso e così vicino
lo rilassò in una maniera incredibile. Con un dolce sorriso lo guardò negli
occhi
-Non sei una nullità, Zero- Disse rimuovendo con una mano qualche
ciocca argentea dai suoi occhi, spostandosi poi ad accarezzargli lievemente una
guancia. Il ragazzo chiuse gli occhi cercando di ottener un maggior contatto
-Per me sei importante, Zero. Davvero importante- Le sue guance si colorarono di
un lieve rossore mentre ascoltava quelle parole. Nessuno dopo i suoi genitori
gli aveva mai detto di essere importante
-Dici sul serio?- Il purosangue annuì sorridendogli non preparato a
quello che avvenne dopo. Il ragazzo senza preavviso allacciò le braccia intorno
al suo collo premendo le proprie labbra contro le sue. Ma Kaname si riprese
subito dalla sorpresa e ricambiò con altrettanto fervore, passando un braccio
intorno alla sua vita e affondando l’altra mano tra i suoi capelli per poterlo
avere più vicino.
Oltre il sapore di alcol, era forse vodka quella?, poteva
sentire il suo vero sapore. Non riusciva ad identificarlo o definirlo, ma sapeva
solo che non ne poteva più fare a meno ora che ne aveva assaggiato un po’. Le
loro lingue si rincorrevano curiose e le loro mani finirono sotto i vestiti
dell’altro. Durante il bacio Kaname aveva bloccato l’argenteo contro l’albero di
prima e ora fissava la visione di un Zero senza camicia, con il respiro
affannato e le guance rosse mentre cercava di slacciargli i jeans.
Si fermò quando sentì un gemito più di dolore che di piacere.
Stranito alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere il ragazzo svenirgli
addosso. Probabilmente gli effetti della vodka avevano dato i suo frutti.
Sospirò rassegnato. Con calma prese la sua camicia per terra e prese tra le
braccia il corpo addormentato di Zero, incominciando ad incamminarsi per il Moon
Dorm.
Per fortuna gli studenti della Night Class erano tutti nelle loro
camere, così riuscì ad arrivare alla sua stanza senza essere visto da nessuno.
Dopo aver depositato il ragazzo sull’enorme letto, si fermò un momento ad
osservare la sua figura addormentata. Era così carino e dolce quando dormiva.
Sorridendo si mise sotto le coperte abbracciando il corpo caldo dell’hunter
mentre sprofondava nel Mondo di Morfeo.
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La prima cosa che sentì una volta sveglio fu il lancinante mal di
testa. Cos’era successo ieri per ridurlo così? Oh, ora si ricordava. Si era
ubriacato per dimenticare i sentimenti che provava per Kuran Kaname.
Argh, non riusciva a muover un muscolo … Cioè dai, non poteva essere
ridotto così male da non riuscire neanche a girarsi, vero?
Insomma, non è che non riusciva a muoversi per colpa della sbronza, non solo
almeno, ma c’era qualcosa, qualcuno che lo teneva bloccato … Aspetta
aveva appena pensato ciò che aveva pensato …
L’hunter si costrinse ad aprire gli occhi nonostante il grande sforzo
che richiedeva, soprattutto se la luce della mattina filtrava dalle tende. Da
quando la finestra della sua stanza dava verso l’alba? E da quando il suo
cuscino era così duro?
Quando i suoi occhi si furono abituati alla luce poté constatare che
non si trovava nella sua stanza. E la sua testa non poggiava
assolutamente su di un morbido cuscino, ma bensì su di un forte e
muscoloso petto. Ciò che lo bloccava erano due forti braccia allacciate intorno
alla sua vita.
Ma il colpo di grazia avvenne quando volle scoprire chi lo stava
abbracciando con così grande passione. Per poco non gli venne un infarto quando
vide il suo volto: quello non era niente meno che il principe purosangue Kuran
Kaname, cioè la sua cotta segreta. Che forse non era poi più così tanto
segreta.
Sospirò sollevato quando si accorse di essere vestito per metà.
Qualunque cosa fosse successa non erano andati fino in fondo. Se mai era
successo qualcosa. Non seppe dire se si sentiva sollevato o dispiaciuto.
Con uno sforzo enorme cercò di riordinare gli eventi della sera
precedente. Ricapitolando:
1. Era andato allo Yoru Bar. Fin qui ci siamo, niente di strano.
2. Aveva preso la Vodka. Huh, ok … E poi? Cos’era successo?
Gli sembrava di ricordare di aver abbracciato Akira, huh … Poi … Poi
… Bhe poi era arrivato Kaname … … … COSA!? Ora si ricordava! Era arrivato e lui
cos’aveva fatto? Oddio, lo aveva abbracciato e gli aveva detto …
No … No, no, no, no, no, no … Gli aveva detto o per meglio dire quasi
urlato di amarlo. Dannazione! Ma andiamo avanti, che forse era meglio. Erano
saliti in macchina e … Gli si era praticamente strusciato contro!! Forse era
meglio fermarsi qui con i ricordi!
No, doveva capire come era finito lì con lui. Scesi dalla macchina si
ricordava di aver pianto, anche se non rimembrava il motivo … Poi Kaname lo
aveva consolato e lui cosa faceva per ricambiarlo? Ovvio, lo baciava. NO! Ma
cosa gli era preso!
Rammentava le mani del purosangue armeggiare con i suoi jeans e poi
il nulla. Cioè si era addormentato mentre si stavano facendo??? Ma come era
potuto succedere?
Riassumendo: gli aveva dichiarato i suo sentimenti, aveva
flirtato palesemente con lui, aveva pianto davanti a lui, lo aveva
baciato ed infine era collassato nel bel mezzo del rapporto
fisico. Fantastico, davvero fantastico. Peggio di così non poteva andare.
Quest’ultimo pensiero fu smentito quando sentì una lieve risata
vicino al suo orecchio. Zero alzando lo sguardo incontro un paio di iridi rosse
che lo guardavano divertite.
-Devo dirtelo Zero. È stato divertente vedere le tue espressioni
mentre ricordavi cos’è successo ieri notte. Assolutamente adorabile. Questa è la
prima volta che ne vedo così tante tutte insieme- Se possibile Zero divenne
ancora più rosso di prima. Ora sarebbe stato carino se una botola si fosse
aperta sotto di lui per farlo sparire. Il che era impossibile dato il fatto che
era praticamente sdraiato sul vampiro.
Quindi rimaneva solo un’altra opzione: la fuga.
Ma purtroppo tra il mal di testa incessante, i dolori ai muscoli e le
braccia di Kaname non riuscì a muoversi di un millimetro. Quindi ora anche
l’opzione fuga era da scartare. Cosa poteva fare? Non poteva neanche far finta
di non ricordarsi nulla!
-L-lasciami andare- Protestò debolmente. Il purosangue per tutta
risposta inverti le posizioni bloccando sotto di lui il prefetto, che, sorpreso
dal veloce movimento, lo guardava con enormi occhi lilla. Kaname non resistette
alla tentazione. Voleva assaggiare di nuovo quelle labbra e lo voleva fare
ora.
Zero arrossì quando sentì le loro labbra premute insieme. Quello era
il suo primo vero bacio, o almeno il primo da sobrio. Fu molto più casto
rispetto alla sera prima. Ma quando Kaname cercò di approfondire il contatto,
Zero spalancò gli occhi e si mise a sedere di scatto staccandosi dal
purosangue.
Non è che si stava pentendo o non volesse quel bacio. Dannazione lo
desiderava più di qualsiasi altra cosa. Ma purtroppo la vodka aveva deciso di
scegliere quel momento per tornare su. Quindi nonostante i suoi mille dolori
scese il più velocemente possibile dal letto e corse in bagno. Fortuna che
Kaname ne aveva uno privato.
Il suddetto preso un po’ in contro piede, si alzò per andare a
controllare la condizioni dall’altro. Zero era seduto vicino al water, la
schiena poggiata al muro e lo sguardo basso. Kaname gli si avvicinò e si
inginocchiò davanti a lui
-Zero, come stai? Meglio?- L’hunter alzò lo sguardo guadandolo con i
suoi lucidi occhi lilla. Ma il contatto visivo durò poco poiché Zero aveva
abbassato la testa, vergognandosi di farsi vedere in quello stato pietoso da
Kaname.
-Sì, decisamente meglio- Rispose in un sussurro lievemente ironico.
Emise un piccolo suono di sorpresa quando si sentì sollevare dal purosangue per
poi essere posato sul bordo della grande vasca vicino al lavandino
-Tieni lavati i denti con questo- Disse porgendogli spazzolino e
dentifricio. Una volta finito cercò di alzarsi ma perse l’equilibrio essendo
ancora debole e frastornato. Kaname lo afferrò prima che cadesse e poi lo prese
fra le braccia portandolo di nuovo sul letto
-K-Kaname! L-lasciami andare- Si lamentò debolmente. Non è che gli
desse fastidio, era solo … strano. Insomma loro cos’erano? Una coppia? Amanti?
Si erano baciati già due volte ma non sapeva cosa l’altro provasse per lui.
Alla richiesta il maggiore rise lievemente mentre lo posava
delicatamente sul letto. Si sdraiò ed accolse tra le sue braccia il prefetto
come aveva fatto quella notte. Era bello poterlo tenere così vicino a se.
-Zero, risponderesti ad una domanda?- Il ragazzo fu sorpreso di
sentire la sua voce così seria. Seppur un po’ riluttante accettò -Quello che mi
hai detto ieri … stavi straparlando perché eri ubriaco oppure eri serio?-
L’hunter fu preso alla sprovvista da quella domanda. In realtà erano
entrambe, essendo ubriaco gli aveva detto ciò che da sobrio non sarebbe mai
stato capace di dire. Avrebbe voluto dirgli che non era niente di serio ma …
dopo tutto quello che era successo il giorno prima non poteva certo dirgli ‘No
guarda, ero ubriaco e non sapevo ciò che facevo’ … il che era anche vero, ma non
nel senso che intendeva lui e … era tutto così dannatamente complicato,
dannazione!!
Però aveva deciso. Non poteva andare avanti secoli con quelle sue
seghe mentali. Glielo avrebbe detto e avrebbero posto fine alla questione. Cosa
poteva succedergli? Se Kaname non lo aveva ucciso dopo quella notte non correva
più rischi, giusto? Avrebbe giocato il tutto per tutto
-È vero, ero ubriaco- Ammise. Per un secondo gli sembrò che Kaname si
fosse un po’ irrigidito, ma forse se lo era solo immaginato -ma quello che ho
fatto … o detto … erano tutte cose che non avevo mai avuto il coraggio di fare
da sobrio. La vodka mi fa quest’effetto-
Questa volta era sicuro di aver sentito un sospiro di sollievo da
parte del purosangue. Sorpreso, alzò lo sguardo per incontrare un paio di iridi
rosse che irradiavano felicità e sollievo. Zero sentì le sue guance diventare
lievemente rosse alla vista.
-Sono contento di sentirtelo dire- Fece una pausa poi gli chiese
-Vuoi ancora andartene?- Zero non rispose verbalmente ma si limitò a stringersi
di più a Kaname, il quale, essendo ancora giorno, stava pian piano scivolando
nel mondo dei sogni cullato dal regolare respiro dell’hunter.
-Kaname?-
-Huh?- Il tuo tono era assonnato
-Aishiteru [2]- Il purosangue sorrise e rispose
-Ti amo anch’io-
-Stiamo insieme ora?-
-Certo- Ci fu un momento di pausa prima che Zero continuò
-Kaname? La prossima volta ricordami, niente alcool, okay?- Kaname si
sarebbe messo a ridere se non fosse stato così assonnato
-Certo, Zero. Certo-
*Owari*
Dizionario: [1] Yoru =
Notte
[2] Aishiteru = Ti amo
-Konichiwa!!- ndRan&Jane
-Ahhh, mi sono divertita a scrivere questa storia!
NdRan
-Per una volta sono d’accordo con te- ndJane
-Devo dire che questa volta Zero è OOC al massimo, ma
era ubriaco quindi è naturale- ndRan
-Già! Questa idea ci è venuta in mente quando in gita a
Firenze vagavamo senza meta alla ricerca di un pub- ndJane
-L’unica cosa che non mi convince è il finale.
Sinceramente non sapevamo come farla finire ad è venuto fuori così- ndRan
-Questa ficcy come è già stato detto l’abbiamo dedicata
a Myriam Malfoy per la sua stupenda recensione di ‘Forever Here Within My Arms’-
ndJane
-Sì è vero ci ha fatto davvero tanto piacere e speriamo
che anche questa ti sia piaciuta- ndRan
-Quindi leggete e recensite- ndJane
-Sayonara- ndRan&Jane
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