Thousand Musses ~ ZoSan

di Lusty_Archivio
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[Edit del 19/11/11].

 

Blatereggiando.

Ebbene, questa raccolta è arrivata alla ventordicesima terza modifica. Credo. Le drabble sono rimaste tali e quali in realtà, ho solamente modificato la disposizione del testo e ritoccato qualche parolina qua e là in maniera impercettibile. Così è molto più figo. Credo.

Btw, se siete qui per la prima volta... beh, benvenuti! Ho iniziato questa raccolta ben due anni fa, quando ero ancora una pulzella tenera ed innocente (?) assolutamente convinta di poter scrivere non 100, bensì 1000 capitoli su quello che era il mio più grande OTP di un tempo. Ecco il perché del “Thousand” nel titolo. Ovviamente scrivere 1000 capitoli è un’impresa oltremodo impossibile, ecco perché ho preferito fermarmi ai consuetudinari 100. Grazie a questa raccolta ho conosciuto tante persone fantastiche, e nonostante tutto, nonostante l’amore per la ZoSan e per One Piece stesso sia scemato pian piano, non posso negare che questo è senza dubbio il lavoro a cui sono più affezionata.

Insomma, questo è quanto. La raccolta è dedicata a tutti coloro che amano la Zoro/Sanji, ovviamente. Grazie, grazie davvero a tutti coloro che hanno commentato – e commenteranno.

Rileggendo le prime drabble mi viene la pelle d’oca, comunque.

 

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Nami sarebbe morta soffocata con un mandarino molto tempo fa.


 

 

 

 

 

 

 

 

Thousand Musses ~ ZoSan

 

 

 

01.  » Hateful.

Erano tre le cose che Zoro odiava con tutto se stesso.

Primo: le sigarette.

« Idiota! Mi stai buttando tutto il tuo lurido fumo addosso! ».

« Oh. Me ne rammarico immensamente ».

Secondo: un certo colore.

« Prendimi ancora per il culo, testa gialla, e giuro che ti ammazzo ».

« Oh. sto tremando di paura ».

Terzo: una determinata parola.

« Marimo, passami il sale ».

« Chiamami ancora una volta marimo e giuro che ti faccio a pezzi ».

« Oh. Ok… marimo ».

E c’era una persona che accludeva tutte e tre le cose.

Ma quel soggetto, beh… era un’eccezione.

« Ti amo, stupido sopracciglio arricciato ».

« Ti amo anch’io, spadaccino da strapazzo ».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





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