-“ho bisogno di parlarti”-...
È questa la frase che odio più al mondo,ogni
volta che la sento ho un dolore allo stomaco talmente forte che ho
voglia di accasciarmi sul pavimento diventando invisibile.
Vi chiederete come mai,bhe tutto è successo tre anni fa...
Era il mio primo giorno alle superiori,il liceo a dirla tutto non mi
sembrava affatto difficile per me era una passeggiata e poi la mia vita
non poteva andare meglio: i miei voti erano fantastici tra i miei
genitori non c’erano più litigi e io avevo un
ragazzo bellissimo anzi strepitoso era fichissimo. Sinceramente non
riuscivo a capire come potesse stare con una come me, so soltanto che
eravamo felici.
Almeno lo credevo...
La mia felicità stava per essere sotterrata, tutto a causa
dell’amuleto di Triora.
Finalmente era arrivato il giorno della tanto attesa gita scolastica a
Triora la città delle streghe così nota per la
leggenda che la rappresentava.
A dir la verità la cosa che più mi
rabbrividì fu il museo, era pieno di strani oggettini e di
ridicoli quadri. Tutto mi terrorizzava non soltanto la storia ma anche
la guida, era orribile e aveva una voce cupa e tenebrosa,forse sto un
po’ esagerando ma la verità è che
quell’uomo mi fissava in modo strano e io avevo paura.
-ogni sabato le streghe svolgevano un raduno sacro,giungevano a cavallo
di scope o di demoni trasformati in caproni e si accalcavano attorno a
satana seduto su di un trono nero per salutarlo e baciarlo-
più parlava e più mi innervosivo mi sembrava
tutto così ridicolo in fondo non era mica la
verità eppure avevo una tale fifa che iniziai a tremare.
All’ improvviso per un brevissimo momento la luce si spense e
io senza rendermene conto lanciai un urlo. Alla fine mi resi conto di
aver fatto una figuraccia, tutti mi guardavano stupiti e io dovetti
inventarmi una scusa, che ridicola che sono tutte a me succedono.
Ma il bello deve ancora arrivare;dopo che quello stupido della guida
terminò di parlare ci portarono in una sala
bellissima,c’erano delle statue tutte colorate non riuscivo a
capire cosa rappresentassero ma a dir la verità dalla forma
che avevano non avrei voluto saperlo per non parlare di quei fantastici
medaglioni che indossavano le streghe tutti così
dettagliatamente decorati. Adoravo quella stanza ma ciò che
più attirò la mia attenzione fu uno strano
amuleto era come se mi stesse chiamando. Si trovava in una cupola di
vetro c’era scritto -”NON TOCCARE”-,ma la
mia curiosità era troppo forte che non riuscì a
resistere.
Era così affascinante delicato ed emanava una strana
sensazione, era come se mi avesse ipnotizzato,con tutti quei colori e
improvvisamente la parte superiore dell’amuleto si
aprì e iniziò a diffondere una soave melodia
simile ad una ninna nanna. Era come se fossi in un’altra
dimensione, quando sulla mia spalla si posa una mano fredda,
terrorizzata mi voltai di scatto, era la guida avevo paura che potesse
rimproverarmi per ciò che avevo fatto ero nervosa avevo
persino iniziato a sudare. Di colpo l’amuleto mi scivola di
mano finendo sul pavimento, sentì un forte dolore allo
stomaco avevo voglia di piangere ma non mi sembrava il posto
appropriato, mi voltai lentamente verso la guida con occhi bassi
pensavo che mi avrebbe sgridato che avrebbe continuato a guardarmi in
modo starno e invece mi sorrise, capite mi sorrise.
-perché diavolo sta ridendo ho appena fatto cadere per terra
un prezioso oggetto del museo,dovrebbe punirmi-
-perché dovrei punirti in fondo l’amuleto non si
è rotto-
-questo che vuol dire ho comunque commesso un qualcosa di sbagliato-
-si è vero. Ma quella che ci rimette sei tu-
-in che senso scusi?-
- bhe vedi... c’è una leggenda che dice che
chiunque farà cadere l’amuleto di
Triora, verrà colpito da una maledizione da cui non
potrà più liberarsi e che le procurerà
una serie di sfortunati eventi, e la sua vita non sarà
più come la stessa.-
- mi sta mentendo vero? Vuole solo spaventarmi giusto?-
-no perché dovrei non ci guadagno niente io, sei tu ora che
devi accettare le conseguenze delle tue azioni. io non centro niente in
questa storia.-
Rimasi paralizzata mi fissò un’ultima volta poi
andò via.
E adesso se il cappellone dice la verità, che devo
fare?
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