Capitolo
30
(LA
SPINA NEL FIANCO)
«Mara.»
si udì da fuori la pesante voce di Badlands.
«Entra.»
rispose semplicemente lei, in tono compattamente duro e tuttavia annoiato,
smettendo di camminare avanti e indietro nervosamente e rivolgendosi verso
l’ingresso della tenda, in tempo per vedere i lembi di tela cerata che venivano
scostati dal pesante braccio del mezzo lupo, ben presto seguito da tutto il
resto dell’abbondante corporatura.
Badlands
entrò nella tenda, lasciando ricadere i lembi dell’ingresso alle sue spalle, e
rimase fermo dov’era, quasi irrigidito nella sua posa che aveva un che di
ufficiale che quasi la fece ridere di scherno. Tuttavia, in quel momento si
sentiva decisamente più irritata che propensa al sarcasmo.
«Allora?
Vuoi parlare oppure devo compilarti un invito in carta bollata?» buttò fuori,
infastidita, visto che lui continuava a rimanere lì immobile a fissarla come se
stesse aspettando di ricevere una specie di qualche ordine formale da un
superiore.
Il
grosso mezzo lupo sembrò riscuotersi, con un accenno di contrito stupore. «Mi
dispiace ma… la ragazza… Nickj… Non sono riuscito a
recuperarla.» ammise. Anche a giudicare dal suo tono sembrava molto preso da
quella che a lei sembrava una specie di involontaria parodia di un rapporto
militaresco.
«Ah!»
esclamò Mara, con accento inconfondibilmente e pesantemente sarcastico «Non mi
dire! Chissà come mai, lo avevo sospettato dal fatto che non ce l’avessi con te
ora. E dove sarebbe finita, quella stupida cosina?»
Badlands
corrugò la fronte, concentrandosi al suo meglio nonostante il nervosismo «Il
mezzo lupo rinnegato dice che l’ha fatta portare lontano. Quelli di guardia
dicono che li hanno visti uscire stamattina, tutti e quattro: il mezzo lupo
rinnegato, i suoi due amici umani, quelli che sono arrivati per ultimi cioè, e Nickj. Dicono che se ne sono andati con l’auto dei due
umani, perciò non hanno nemmeno provato a seguirli. Il mezzo lupo rinnegato…
l’ho incontrato che tornava verso l’appartamento da solo. Quindi credo che Nickj sia rimasta con i due umani, che l’abbiano portata
via con l’auto. Il mezzo lupo rinnegato non ha voluto dirmi dove. Avrei potuto…
potrei ancora costringerlo a parlare, se tu volessi… Non l’ho ancora fatto solo
perché tu hai detto che…»
«So
benissimo quello che ho detto, grazie!» lo interruppe Mara tra i denti stretti,
irritata. Ricominciò a camminare avanti e indietro per tutta la lunghezza della
tenda, le braccia incrociate sul petto. Qualche istante dopo tornò a gettargli
uno sguardo distante, e gli rivolse un’espressione lontana e infastidita.
«Piantala
di stare lì immobile, siediti o spostati dall’ingresso almeno. E ascoltami. Ho
pensato che dovremo fare qualcosa, per questo problema.» gli disse.
Badlands
si spostò, ubbidientemente, e dopo un lungo momento di indecisione, concluse di
mettersi a sedere per terra in un angolo della tenda. Fissando Mara senza mai
distogliere lo sguardo, anche se ciò lo costringeva a muovere le pupille avanti
e indietro per assecondare il nervoso e irato camminare su e giù di lei, si
limitò ad aspettare in silenzio, la schiena dritta e le mani appoggiate sulle
ginocchia delle gambe incrociate, in paziente attesa del proseguo del discorso.
Finché Mara non tornò a fermarsi e lo bersagliò con un’occhiataccia penetrante.
«Hai
capito quello che ho detto? Mi senti o sei forse diventato sordo?» lo
interpellò, con un’irritazione fredda e rabbiosa al contempo.
Badlands
rimase a fissarla ad occhi leggermente allargati e uno sguardo tra il vacuo e
il disperatamente impegnato a riflettere, dando evidentemente impressione di
non riuscire proprio a raccapezzarsi. Muovendosi un po’, inconsapevolmente,
come se volesse mettersi nervosamente più comodo, rispose il più in fretta
possibile, con fare ubbidiente quanto sulle spine.
«Certamente…
certamente, ti ho ascoltato Mara. Ti ascolto sempre. Hai detto di spostarmi
dall’ingresso della tenda…» iniziò a ricapitolare, il tono che virava per un
momento su una nota speranzosa che sembrava voler sottolineare che per quanto
riguardava quella parte aveva già prontamente e perfettamente eseguito le
istruzioni ricevute «…di ascoltarti…» proseguì, rizzandosi ancora più dritto
come tentando di dimostrare anche fisicamente il più possibile quanto stesse
pendendo dalle sue labbra «…e che dovremo fare qualcosa per questo problema.»
Mara
rimase a fissarlo con un’espressione di compassata pena ironica, le braccia
ancora incrociate al petto e i fianchi inclinati, in una posizione di
sufficienza e di sicurezza in se stessa. Alla fine si risolse a muovere le
braccia per fare un piccolo, lento e assolutamente sarcastico applauso a
beneficio di Badlands, il quale d’altro canto continuava a guardarla con fedele
attenzione e irrecuperabile incapacità di comprendere appieno cosa significasse
quel gesto. La mezza lupa ci rinunciò, lasciando ricadere le braccia lungo i
fianchi e sbuffando sonoramente. Roteò ampiamente gli occhi, e infine tornò a
fissarlo.
«E
hai capito a quale problema mi sto riferendo?» gli domandò, il tono annoiato,
guardandolo dall’alto in basso con quella che sembrava un’ostentazione di
pazienza svogliatamente concessa ad un caso disperato. Qualcosa le diceva che
la sua era una domanda che definire superflua sarebbe stato un eufemismo; era
abbastanza sicura che la risposta fosse in ogni caso negativa.
Osservò
il modo in cui la fronte di Badlands si corrugò per lo sforzo di concentrazione
e di riflessione, assecondando il curioso e imperscrutabile fascino che trovava
avessero a volte le persone così inappuntabilmente idiote, specialmente se
confrontate con la sua superiore intelligenza.
«Hem… beh, a proposito della giovane fuggita? Nickj?» tentò Badlands, incerto. Aveva la sensazione che
qualcosa gli sfuggisse, ma come gli capitava spesso quando cercava di stare
dietro a Mara, non aveva la più pallida idea di che cosa si trattasse. D’altro
canto, anche se non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto minaccia di morte,
riteneva che lei avesse l’abitudine di rendersi fin troppo difficile da
interpretare, se non anche semplicemente qualche difficoltà a farsi capire
chiaramente. Era per questo che lui aveva imparato a preferire nettamente
quando lei gli dava ordini chiari, semplici e lineari, e lui non doveva far
altro che portare a termine l’incarico, e a trovare estremamente fastidioso
invece l’aver qualsiasi conversazione con lei. Non di raro aveva l’impressione
che il modo in cui lei lo guardava stesse sottintendendo che se lui avesse
sbagliato le parole, Mara non ci avrebbe pensato due volte a staccargli la
testa di netto, con la stessa naturalezza con cui ci si toglie un sassolino dalla
scarpa.
Fu
precisamente quello il tipo di sguardo, raggelante e freddo come il metallo di
una canna di fucile, che lei gli rivolse in quel momento. Con enorme sollievo,
l’occhiata durò solo qualche istante, dopodiché la vide scostare lo sguardo da lui
come se avesse appena appurato che era completamente inutile, e che persino
prendersela con lui in qualche modo sarebbe stato totalmente vano. La guardò
riprendere a camminare avanti e indietro per la tenda, degnandolo solo di
un’attenzione marginale, e si trattenne a stento dall’emettere un sospiro di
sollievo. Ormai la conosceva abbastanza da sapere che Mara era entrata nella
fase in cui, sebbene parlasse ad alta voce, tutto ciò che si richiedeva da lui
era che la ascoltasse cercando di farle pesare il meno possibile la sua
presenza. Quello era qualcosa che poteva sicuramente fare, e ci si impegnò
immediatamente, spalancando bene le orecchie, mantenendo lo sguardo incollato
su di lei nel caso che le capitasse di rivolgergli una breve occhiata per controllare
che lui la stesse ascoltando parola per parola, e per il resto rimanendo così
immobile che solo trattenere il fiato fino a morire avrebbe potuto rendere
ancora meno palese la sua presenza.
Mara
emise un breve verso stizzito, l’unico commento che riteneva meritasse ciò che
Badlands aveva appena detto, poi ci ripensò e, considerando quanto quel mezzo
lupo fosse terribilmente stupido, decise di replicare brevemente tra i denti
«Non mi importa dove diavolo sia finita quella scema, su due o quattro zampe.
Per quel che mi riguarda può felicemente crepare quando preferisce in un punto
qualsiasi del globo.»
Badlands
si azzardò a muovere appena la testa in un conciso cenno d’assenso per darle
segno di aver capito che la ‘faccenda Nickj’ era
chiusa, sebbene Mara non lo stesso degnando di uno sguardo.
«Mi
stavo riferendo a quello che è veramente un problema al momento. Il nostro
maggiore problema. E mi riferisco a Danny.» proseguì Mara.
Sebbene
il suo tono fosse diventato più discorsivo, c’era sempre quella nota di
sinistra minaccia omicida che aleggiava attorno a quel nome quando lei lo
pronunciava, e che nemmeno stavolta mancò di far rabbrividire appena Badlands.
Non gli piaceva affatto quando saltava fuori quell’argomento. Aveva la
sgradevole impressione che Mara fosse particolarmente portata a perdere ogni
controllo e dedicarsi interamente e immediatamente allo sterminio tout-court,
ogni volta che le sentiva pronunciare quel nome. Deglutì nel modo meno evidente
possibile, sebbene lei sembrasse così immersa nelle sue riflessioni da non aver
alcuna intenzione di degnarlo di attenzione, e si fece particolarmente attento.
Aveva una sola, debole speranza: che qualsiasi cosa Mara stesse per dire,
potesse terminare con il farla finita con quel giovane lupo rinnegato la cui
presenza era ingombrante persino a distanza, in un modo o nell’altro, e poter
continuare la loro vita come se non fosse mai esistito, lasciandoselo alle
spalle per sempre, e preferibilmente morto magari, giusto per sicurezza,
affinché non ci fosse nessun rischio che ci si tornasse a inciampare nemmeno
per sbaglio.
«Sai
cosa è sempre stato per me Danny, Badlands?» continuò Mara.
Badlands
si irrigidì da capo a piedi. Nemmeno nei suoi peggiori incubi lei gli aveva mai
rivolto una domanda così diretta e difficile, chiamandolo direttamente per
nome, interpellandolo proprio sull’argomento che sembrava avere il potenziale
di scatenare in un istante tutta la furia omicida di lei. E considerando che
Badlands aveva già avuto occasione di vedere all’opera in tutta la sua libera
forza quella furia quando si trattava di questioni non personali, imparando a
temerla come si teme un tornado nei confronti dei quali l’unica prospettiva di
salvezza è sperare di non finire accidentalmente sul suo percorso, non aveva
mai nemmeno osato immaginare cosa sarebbe successo se si fosse scatenata a
proposito di qualcosa di personale. Ma Mara continuò imperterrita a parlare e a
camminare avanti e indietro senza degnarlo, e lui tirò mentalmente un sospiro
di sollievo, realizzando che quella terribile domanda era stata posta a fini
puramente retorici. Tuttavia, il tono della mezza lupa continuò a farsi
gradualmente più cupo e minaccioso.
«Una
spina nel fianco.» sancì Mara, con lapidaria nettezza «Ecco ciò che è quella
patetica imitazione di un lupo che lui è. E mi sono decisamente stancata di
giocare con quel suo amico umano, è diventato terribilmente noioso. Se fosse
stato solo per me, a quest’ora ti garantisco che Danny non avrebbe più
occasione in alcun modo di inquinare le nostre esistenze con la sua
sopravvivenza. Ma in questi ultimi anni sono stata molto occupata a pensare a
cose più importanti di quell’avanzo di cane, e così ho finito per rimandare
troppo a lungo quello che avrei dovuto fare già molto tempo fa. Però, adesso
non possiamo permetterci di perdere tempo. Questi giorni sono decisivi, come tu
ben sai. Ben presto sarà la nostra notte, la notte di tutti i lupi, la notte in
cui il regno degli esseri umani tramonterà definitivamente per lasciare spazio
al nostro, a quello dei lupi. E nel nuovo mondo che sorgerà quella notte non ci
sarà spazio per quelli come lui, per i lupi che si sono resi degli schifosi
cani striscianti e piagnucolanti legati alle caviglie di qualche essere umano.»
Mara
si fermò, con una rapida ed elegante mezza piroetta priva di sforzo si voltò
dritta verso di lui e lo guardò, incrociando le mani dietro la schiena e
assumendo una posa da vera e propria nobile oratrice, sebbene l’inconfondibile
mezzo sorrisetto insidioso che le incurvava la bocca in una piega sinistra e
crudelmente sarcastica spiccasse in tutta la sua efficace sottigliezza agli
occhi di Badlands, togliendo ogni possibile dubbio a riguardo del fatto che le
sue intenzioni al momento erano tutt’altro che particolarmente nobili o leali.
Badlands si fece attento con ogni sforzo del suo essere, riconoscendo le
avvisaglie che precedevano il momento in cui Mara gli avrebbe richiesto di
essere di nuovo partecipe in qualche modo al suo monologo.
«Nella
nostra situazione, Danny al momento è un ostacolo. Questo è precisamente quello
che è. Lui e il suo manipolo di umani da strapazzo potrebbero anche farsi
disgraziatamente attraversare il cervello dall’infelice idea di infastidirci in
qualche modo. Niente di veramente tedioso, naturalmente. Potremmo spazzarli via
in un attimo e senza fatica. Ma perché fare domani quello che si può fare oggi?
E nel nostro domani avremmo ben altre cose di cui occuparci. Non ho alcuna
intenzione di rischiare che questo ostacolo rovini in qualche modo lo splendore
dei primi giorni del nostro futuro regno. Dunque, dimmi Badlands, che cosa si
fa con gli ostacoli?» lo interpellò Mara.
Badlands
ingoiò saliva e si concentrò bene sulla scelta di ogni singola parola. «Si
tolgono di mezzo?» tentò.
Un
luccichio inquietantemente vivace si accese per un momento come una vivida
brace negli occhi di Mara nell’udire quelle parole, e lui osò sperare di aver
detto proprio quello che lei voleva sentire.
«Esattamente.»
lo premiò lei, anche se non sembrava particolarmente impressionata dal fatto
che lui avesse parlato «Ed è proprio quello che farò. Con le mie stesse mani,
dal momento che a quanto pare l’unico modo qui in cui le cose siano fatte come
devono essere fatte, è quelle di farsele da sé.»
A
Badlands non sfuggì l’inclinazione di critica significativa che aveva preso il
suo tono.
«A
questo proposito…» proseguì Mara, facendosi riflessiva ma con accento
pragmatico, guardandolo ora con maggiore attenzione «Credo proprio che ci sia
una faccenda che è rimasta in sospeso, qui.»
Badlands
si innervosì all’inverosimile, e iniziò disperatamente a sondare tutto ciò che
sapeva, alla disperata ricerca di qualcosa che potesse combaciare con quello a
cui Mara si stava riferendo.
Lei
scosse la testa ed emise un verso di stizza insofferente. «Mi riferisco a quei
ragazzini!» lo informò, alzando la voce con impazienza «Quegli idioti che hanno
ucciso quell’essere umano in mezzo ai campi e che hanno attaccato quella
stupida che se l’è data a gambe! Nemmeno a te può essere sfuggito quanto sia
grave quello che è successo. Ero stata molto chiara a proposito delle cose che
non si dovevano fare, in nessun caso, e tra queste ricordo perfettamente che
erano incluse esattamente le due cose che quegli incapaci hanno fatto! Non
farsi notare dagli esseri umani prima del momento giusto, e non aggredirsi gli
uni con gli altri tra di noi.»
«Oh,
certo, certo…» si affrettò a concordare Badlands, annuendo con vigorosi
movimenti della sua grossa testa, e assumendo un contegno estremamente serio e
severo «Infatti mi sono occupato personalmente della cosa. I ragazzi hanno
avuto quello che si meritavano direttamente dal sottoscritto.»
Mara
emise un accenno di risata sornacchiante, a beneficio della sua intenzione di
deriderlo palesemente. «Oh, Badlands…» gli disse, con tono colmo di pena «Tu non
hai idea di che cosa voglia dire far veramente capire qualcosa a qualcuno. Non
si tratta di istruirli.» chiarì, calcando sulle parole «Non sono i tuoi
maledetti figli, e non sono dei poppanti che non sono ancora capaci di reggersi
sulle loro zampe. Sono solo un branco di giovani maschi idioti che pensano che
andare in giro a sfogare le loro stronzate da testosterone senza cervello possa
essere un ottimo modo per passare il tempo. Non devono capire, devono solo
sapere che cosa li può far sopravvivere e che cosa li potrebbe uccidere, e
l’unico modo di tenerli sotto controllo sul serio, è di insegnarli una volta
per tutte che ciò che non possono fare è esattamente quello che potrebbe
portarli alla morte. Ricordi cosa ho detto a tutti quanti, che cosa dico a
tutti quelli che arrivano qui, Badlands? Che se infrangeranno le mie regole,
sarà a me che ne dovranno rispondere. Con la loro vita. Ora, ti sembra forse
che io sia una lupa che non rispetta la sua parola, Badlands?»
«No,
assolutamente!» si affrettò a rispondere Badlands, scuotendo la testa un paio
di volte per enfatizzare il concetto.
«Molto
bene.» concesse Mara, sorridendo con buona parte della sua migliore espressione
decisamente sinistra. «Dunque, portami qui il loro capetto. Ora.»
Badlands
impallidì così rapidamente che sembrò che il sangue gli venisse letteralmente
drenato via dalla faccia con qualche metodo artificiale.
«Ma…
in realtà… ecco… ho già dato loro una lezione con le mie mani, e mi è sembrato
che abbiano capito molto bene che se solo si azzardano a rifare di nuovo
qualche casino del genere, o anche meno, se ne pentiranno… gliel’ho garantito
e…» tentò, timidamente quanto disperatamente.
Mara
gli tolse le parole di bocca inchiodandolo semplicemente con uno sguardo
profondamente tagliente. «Badlands.» sancì, con voce non meno netta e lapidaria
«Non mi importa che cosa ti è sembrato. Portami qui il loro capetto. E non
farmelo ripetere.»
Quello
era precisamente il tono che tendeva a far comprendere immediatamente a
Badlands che il momento in cui Mara avrebbe potuto accettare una sola altra
oncia di replica o di esitazione nell’eseguire un comando era finito, e che se
ne fossero giunte altre le avrebbero dato il via libera per puntare
direttamente alla giugulare di chi stava osando tanto da irritarla
intollerabilmente. Era più un gesto di reazione istintiva e profonda che
qualcosa di ragionato, il modo in cui quel tono fu istantaneamente capace di
far balzare in piedi Badlands, e farlo precipitare in direzione dell’uscita
della tenda per eseguire immediatamente l’ordine ricevuto.
Aveva
giusto fatto in tempo a scostare un lato dell’apertura della tenda per uscire,
quando la voce di Mara si alzò di nuovo alle sue spalle, colma di quella gelida
calma che era più che sufficiente a farlo immobilizzare immediatamente per
ascoltarla, con completa attenzione e il lieve sospetto che potesse trattarsi
di una semplice comunicazione a riguardo del fatto che lui stava per morire per
mano sua.
«Oh,
e… Badlands? Quando avrò finito con quel ragazzino, toccherà a te un
chiarimento a riguardo del fatto di come, quando dico che qualcosa va fatto,
non accetto che non sia fatto. Ti avevo esplicitamente chiesto di tenere a bada
i lupi più giovani e/o più esagitati qui. E, a quanto pare, questo è
esattamente ciò che non hai fatto, dal momento che alcuni lupi hanno dovuto
andare a nascondere le tracce di un essere umano ucciso e della sua auto, e che
una stupida lupetta idiota si è fatta venire la
geniale idea di andare a chiedere aiuto e protezione proprio a quell’avanzo di
cane e ai suoi amici scaccia-spettri. Spero tu possa immaginare quanto tutto
questo mi abbia molto deluso da parte tua, Badlands. Ed estremamente irritata.»
Il
tono era quanto mai evocativo a riguardo di quanto Mara non si sarebbe
risparmiata nel fargli pesare la sua disapprovazione, e Badlands seppe con
certezza che se lei non gli si era ancora avventata contro era solo perché
aveva già programmato esattamente quando farlo secondo l’ordine delle altre
cose che aveva intenzione di ‘sistemare da sé’.
«Certo…
Mara… capisco benissimo.» fu tutto ciò che riuscì a replicare. D’altro canto,
non avrebbe certo potuto darle torto, perché quello che lei aveva appena
delineato non faceva alcuna piega nella sua logica. Dopotutto, avevano un
intero raccoglimento di mezzi lupi da gestire, e occuparsi dei più giovani era
un incarico che lui si era assunto con piena consapevolezza e serietà. E
Badlands sapeva che ciò che era successo con Nickj e
gli altri era una prova evidentissima proprio del fallimento che Mara gli stava
ricordando, sebbene non ve ne fosse alcun bisogno: aveva fallito, era indubbio,
quanto era indubbio che lei gliene avrebbe fatto pentire.
Badlands
si riteneva una persona di parola, e pensava che esserlo fosse una
caratteristica imprescindibile per le persone – o i mezzi lupi – tutti d’un
pezzo. Aveva mancato alla sua parola con quel fallimento. E una delle cose che
gli avevano fatto apprezzare Mara fin dal primo momento che l’aveva incontrata,
era che anche lei era una persona estremamente di parola. Solo col passare del
tempo aveva scoperto quanto ciò fosse particolarmente vero quando lei
assicurava che qualcuno avrebbe dovuto pentirsi per mano sua di ciò che aveva
fatto o detto.
Sì,
Mara era perfettamente di parola in quel frangente, rifletté Badlands, mentre,
uscito dalla tenda, si incamminava a pesanti passi tra le tende
dell’accampamento, alla ricerca di Mitch. Ma talvolta
avrebbe voluto quasi che lei non lo fosse così tanto. Almeno, non quando ciò
doveva ricadere su un giovane lupo scapestrato come quello che stava andando a
prendere per portarlo da lei. Non c’era bisogno di molta immaginazione per
prefigurarsi che cosa Mara gli avrebbe fatto, perciò persino Badlands poteva
dipingerselo fin troppo bene, e la cosa non solo non gli piaceva, ma gli faceva
persino provare quella che sembrava sospettosamente simile ad una stretta al
cuore. Mara lo avrebbe deriso se avesse saputo che aveva una sensazione come
quella, ma poi si sarebbe sicuramente fatta mortalmente seria, e gli avrebbe
sicuramente ricordato che quello era un genere di cose da sentimentalismi
zuccherosi da esseri umani, e non certo qualcosa di degno della fiera forza di
un lupo.
E
Badlands riteneva che davvero lei fosse la più perfetta incarnazione di quello
che un lupo avrebbe dovuto essere. Inoltre, lei lo incarnava con una
spontaneità e una naturalezza che avevano sempre dell’incredibile ai suoi
occhi. La ‘crudeltà’ era solo un appellativo da giudizio morale umano, dovette tuttavia
ricordare a se stesso intanto che cercava Mitch con
lo sguardo tra i lupi disseminati per il campo, mentre tutto ciò che un lupo
metteva in atto, con pura ferocia quando necessario, era solo sistemare le cose
nel modo più giusto. Anche questo Mara gliel’aveva spiegato diverso tempo
prima, ed era una delle volte in cui lui era rimasto più incantato
dall’ineccepibile sensatezza naturale delle sue parole.
Soundtrack: A girl like you (Edwyn Collins)
Note
dello scribacchiatore: ebbene sì, mi
rendo conto che ho inserito questo capitolo lasciandovi in sospeso sulla sorte
dei nostri narcotizzati Danny e Uther, ma volevo proprio metterlo per dare un
po’ di spazio in più ai personaggi di Mara e Badlands. Un po’ perché alla fin
fine tendo ad affezionarmi in vario modo ad ogni singolo personaggio delle mie
storie, chi più chi meno. E poi perché non vi fornisco sprazzi di personaggi
proprio a caso, lo ammetto. Eh sì, questi due sono da non sottovalutare troppo.
Comunque sia, sperando che non me ne
vogliate troppo per questo intermezzo al prossimo capitolo torno subito dai
nostri “belli addormentati” (questa la trovo decisamente da Kumals…).
Oh, e per chi volesse sapere che fine
toccherà a Mitch… non preoccupatevi, si scoprirà…