Era salita in
auto con Saveliy, la direzione era casa sua o almeno era quello che
credeva lei.
Mentre se ne stava seduta con più pensieri a vorticarle in
testa fu Saveliy a voler interrompere il silenzio
<< Circa 6 anni fa ero stato assegnato ad una
squadra che
era incaricata di proteggere uno dei più importanti
personaggi,
non ti dirò di cosa. Ero di guardia quel giorno in hotel,
non
avevo mai visto il tizio per il quale avrei perso la vita se avessi
dovuto, non puoi immaginare come ero a quei tempi.
Erano circa le tre di notte quando sentii dei rumori provenienti
dall'interno di quella camera, bussai più volte e nonostante
i
rumori non cessassero nessuno apriva, di conseguenza sparai alla
serratura fiondandomi dentro. Una donna isterica lanciava tutto
ciò che gli capitava a tiro, mirai alla testa, si insomma
non
sapevo chi fosse e nessuno era entrato in camera quel giorno. Mi
fissava in modo truce e iniziò a lanciare tutto contro me,
lampade, cuscini, oggetti di ogni tipo che invano cercavo di schivare,
avevo affrontato ogni genere di situazioni tra omicidi, proiettili ma
mai mi sarei aspettato che una donna mi avrebbe messo in una
difficoltà tale da mettermi a parare colpi di quel genere.
Le
dissi di stare ferma ma non ne volle sapere quindi sparai alla gamba,
in quel momento incominciò a parlare e notai il suo accento
francese, fu li che mi resi conto che avevo appena attentato alla
stessa vita di colui che dovevo proteggere, ma colui era una colei. E
pur essendo ferita non so come, scoppiò in una fragorosa
risata,
ne fui sorpreso e immensamente rapito ma temetti che il mio lavoro
fosse finito li, che mi avrebbero cacciato via, fu ella stessa che
nascose il tutto, si! Zoppicava ma spiegò a tutti che si era
fatta male una caviglia che tenne fasciata per molto tempo e..
>>
<< Perchè mi stai dicendo tutto questo
>>
<< Per farti capire che mettiamo il lavoro prima di
tutto,
nonostante questo Ben ha persino rischiato di perdere tutto
ciò
per cui lavora da anni ormai, per te. Non poteva rivelarti tutto, ansi
non poteva rivelarti nulla. >>
<< Sono stata presa per il culo per mesi, fingendo di
tenere a
me, tutte quelle scene di gelosia, quei giorni in cui fingeva di starmi
vicino. Dimmi Saveliy, che fine ha fatto Ghebriel? Tu sai spiegarmelo?
>>
<< Sapevamo tutta la situazione di Ghebriel, il suo vero
nome era
Jhon Khel, a servizio della tua famiglia da quando aveva appena 13
anni. Abbiamo ascoltato tutto quello che vi siete detti, quel giorno
c'èra un auto ad attendervi davanti al locale, un auto che
la
tua stessa famiglia aveva mandato per Jhon. >>
<< Avete messo delle cimici in casa mia? >>
<< Signorina c'erano cimici, nella camera dove alloggiavi
quando eri all'università, e ci sono anche in casa tua,
abbiamo temuto di essere scoperti quindi per questo hanno mandato
qualcuno, cioe Benjamin che ha voluto mantenere il suo nome orginale
>>
<< Dove siamo diretti? Ultimamente tutte le volte che
dico di
voler andare in casa mia mi portano ovunque tranne che li
>>
<< Alla polizia >>
<< Come scusa? >>
Parve sopresa da quella risposta, perche proprio alla polizia?
<< Hai capito bene, non posso portarti con me, e li
c'è
gente di fiducia che ti terrà d'occhio almeno fino a quando
quel
folle di Benjamin non si decide a farsi vivo, e ci vorrà un
bel
po dopo la scenata di poco fa >>
<< Non voglio più rivedere quell'uomo
>>
<< Donne >>
<< Che fine ha fatto quella donna? >>
cercò di sviare il discorso
<< è mia moglie adesso >>
sorrise a se stesso, probabilmente al pensiero di lei, era forse la
prima volta che lo vedeva sorridere
<< è per questo che non puoi venire con me,
non
fraintendermi, lei è una donna comprensibile, ma conosco Ben
e
so benissimo che vorrebbe trovarti qua >>
disse ancora scendendo dall'auto insieme a lei. Si incamminarono verso
la stazione di polizia, una volta entrati Saveliy venne accolto da un
polizziotto sulla sessantina d'anni
<< Hey vecchio mio, non dovresti essere a nanna a
quest'ora ? >>
<< Guarda un po il russo spaccone dei miei stivali . Come
ti va la vita Saveliy >>
<< Si bene bene, ti ho portato qualcuno >>
l'uomo si voltò verso Georgiana che sembrò
visibilmente in imbarazzo
<< Tu sei?... >>
Sembrò pensarci su voltandosi verso Saveliy, ma Georgiana
non ebbe il tempo di rispondere che fu l'uomo stesso a farlo
<< Tu sei Georgiana, finalmente ti conosco di persona
>>
Georgiana sembrò non afferrare la cosa, tutti sembravano
conoscere lei più di quanto si conoscesse essa stessa.
L'uomo
gli si avvicinò con fare paterno abbracciandola, lei fu
spiazzata e rimase ferma senza saper che fare con gli occhi sbarrati
<< C-certo, va bene mi scusi emh! io? >>
<< Io sono Alfred, il capo di questa baracca che vedi, e
conosco
questi due tizi, Saveliy e Benjamin, da quando ancora portavano il
pannolino >>
<< Si certo certo, avrai tutto il tempo di raccontragli
la storia
che vuoi, adesso io vado Alfred, fa attenzione a lei, e a quel matto di
Ben, è andato via. Dovresti dargli un altra delle tue
diritte
>>
disse Saveliy mentre andava via salutando con un gesto della mano.
<< Vieni con me bambina >>
Georgiana lo segui senza storie fino a quello che doveva essere il suo
ufficio
<< Siediti tranquilla, se conosco Benjamin
verrà qui >>
Georgiana evitò lo sguardo di Alfred non per l'imbarazzo ma
per
non far trapelare possibilmente le domande che voleva far in quel
momento a lui, e lui parve afferrare il tutto, mettendosi comodo sulla
sedia dalla parte opposta alla scrivania.
<< Dimmi pure >>
sorrise di scherno e la sua confusione comparve ancor più
<< C-cosa signore? >>
<< Chiamami Alfred, e so benissimo che hai molte domande
da
farmi, quindi non farti problemi, fa pure, conosco ogni cosa di quei
due, ogni cosa >>
rise più a se stesso che a lei, e fu li dunque che Georgiana
si decise a parlare
<< Chi sei? >>
<< Vuoi dire chi sono io per Benjamin ? >>
L'uomo era davvero sveglio perchè sapeva benissimo
ciò
che voleva dire Georgiana, e molto probabilmente anche le domande che
voleva porre, tutte comprendevano Ben, e come biasimarla, adesso se pur
arrabbiata, voleva conoscerlo.