Che stupida.
Ma sì, andiamo tutti a cena fuori, che sarà mai un vestito scollato fino allo sterno. Allo sterno!
Ora sta lì a tenermi il muso perché le ho detto che quel vestito le sta male. Il che è vero se lo indossa per andare in giro. L’altra volta a cena con me nella cucina di casa nostra le stava una meraviglia. E dopo senza lo era ancora di più. Ma era solo con me, dannazione.
Ora no, stiamo andando a Kyoto per una “promozione” di Kudo e lei ha voluto fare la splendida indossando quel vestito che sarà lungo nemmeno un metro. Tanto vale andarci nuda in mezzo a tutti quei colleghi. Perché una bella donna come lei, la ragazza di Hattori Heiji, deve mettersi in mostra. Ma lo sa che l’attenzione la cattura lo stesso? A diciassette anni mica si truccava ed erano tutti pronti a farle il filo.
È scesa dalla macchina e continua a non degnarmi di una parola, fortuna che tra tre mesi ci sposiamo…
Eccola là, sta entrando e già immagino i primi bavosi che si girano a fissarla.
Che odio.
La chiamo. Non si può continuare così questa serata, deve ancora iniziare.
«Senti Kazuha… »
Ora va molto meglio. Eccola al mio fianco, abbracciata a me, sotto al mio braccio e con sulle spalle il mio giacchetto.
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