Adoro la
magia!
**
“Non
riesco
a capire perché tu lo abbia fatto”
“Non
occorre che tu lo capisca” ribatté piccato.
Il bagno
guasto del terzo piano aveva un odore nauseante e Sasuke non aveva
nessuna
intenzione di stare lì un secondo di più,
però era altrettanto deciso a non
andarsene fintantoché l’idiota Grifondoro non gli
avrebbe risposto.
Che a
undici anni Sasuke Uchiha, nobile purosangue convinto di essere
superiore a
chiunque, fosse stato smistato a Serpeverde non era stata una grande
sorpresa,
nemmeno ci si era dovuti stupire se si era mostrato immediatamente un
eccellente e diligente studente. Maghi come lui nascevano solo una
volta ogni
cento anni, asserivano commossi i professori dalla sua
genialità. Lo stesso non
potevano dire di Naruto Uzumaki, scapestrato Grifondoro con le dita
perennemente
sporche di inchiostro e una disastrosa media che faceva sempre
vergognare gli
insegnanti.
Non
c’era
da stupirsi, quindi, se fra i due non scorreva buon sangue.
Già il fatto che
fossero l’uno Serpeverde e l’altro Grifondoro li
portava a lanciarsi
incantesimi addosso o, ancora più spesso, a picchiarsi
direttamente.
La
povera
Madama Chips aveva perso il conto delle innumerevoli volte che se li
era
trovati in infermeria ammaccati e con qualche osso rotto. E dovevano
stare
necessariamente con cinque lettini di distanza altrimenti chi li
sopportava
più?
Nessuno,
l’unica
che pareva sopportare entrambi nella stessa stanza era Sakura Haruno,
paziente
quanto violenta Corvonero, che dal primo anno era costretta a far da
ambasciatrice fra i due litiganti.
Il fatto
è,
quindi, stringendo, che i due non ci azzeccavano nulla con
l’altro ed era fin
troppo ovvio che si trovassero insopportabili e si facessero i dispetti
alla
stregua di due infanti. Andiamo, l’abbiamo tutti quella
persona che vorremmo
pigliare a sberle senza nessun motivo apparente.
Comunque.
Le cose
stanno così e non avrei altro da dire sulla faccenda se non
ci fosse stato un
singolo episodio al quinto anno che aveva avuto il potere di ribaltare
l’intera
situazione.
Naruto
stava ai margini della Foresta Proibita in attesa del professor Hagrid
e nel
mentre ammirava e accarezzava con devozione dei Thestral che
pascolavano poco
distanti dal gruppetto di studenti. Solo lui, ovviamente, aveva fatto
caso agli
animali e si ara avvicinato. Come ogni qualvolta succedeva gli altri
ragazzini
si erano limitati ad alzare gli occhi al cielo e sorvolare sul fatto
che un
loro compagno si fosse messo ad accarezzare l’aria.
Però
non l’Uchiha
che dopo averlo squadrato da capo a piedi nella sua uniforme di terza
–facciamo
anche quarta—mano aveva chiesto con una certa bruschezza
“Chi ti è morto?”
lasciando di stucco Naruto, quasi gli avesse lanciato un pietrificus
totalus,
che lo aveva guardato con la bocca spalancata e la mano ferma a
mezz’aria.
“Chi
è
morto a te, piuttosto!” aveva camuffato la risposta in una
domanda.
Sasuke
non
aveva risposto, si era limitato a sistemare meglio il mantello sulle
spalle. “Tze,
allora non sei così stupido” aveva ribattuto prima
di andarsene
Da
allora
il loro rapporto era diventato più stretto—oddio,
forse non è la parola esatta—soprattutto
da quando, con orrore, il professor Lumacorno estrasse dal calderone i
nomi di
Uchiha e Uzumaki.
Da
lì alla
fine del quadrimestre i due sarebbero stati compagni a pozioni.
Già prevedeva
morte e distruzione e non mancava a presentarsi in classe con un
elmetto
babbano; non si sa mai, diceva.
In
realtà
il loro rapporto si limitò a un ribeccarsi in
continuazione. Passami le code
di
rospo. Ma per chi mi hai preso, il tuo servo? Taci Dobe. Non chiamarmi
così,
Teme. Sei chiassoso. E tu hai la puzza sotto il naso. Allora hai fatto
la tua
parte? Ci sto lavorando. Merlino, quanto sei lento. Eh, non tutti sono
come te,
Principino. Cosa intendi dire? Niente! Oi, ma senti: chi ti
è morto?
Solo una
volta Sasuke fece quella domanda e solo quella volta Naruto fece
esplodere il
calderone riempiendo il sotterraneo di fanghiglia. Finirono in
punizione
insieme, ovviamente, ma gli studenti li acclamarono come eroi
perché per le
prossime settimane la classe non era agibile. Traduzione: niente
pozioni.
In
punizione, ancora più ovviamente, finirono per litigare per
ogni più futile
motivo e il tutto culminò con una brillante uscita
dell’Uzumaki.
“Ma
vai a piangere dalla tua mammina!”
Appena
aveva detto quella frase il volto di Sasuke era diventato dapprima
impassibile,
poi una rabbia feroce che non gli aveva visto mai negli occhi lo aveva
abbandonato lì andandosene e facendogli finire da solo la
punizione.
Dopo
l’Incidente
del Calderone furono divisi e messi in coppie differenti e anche i
battibecchi
tra i due scemarono diventando pacati botta e risposta di pochi secondi.
“Dobe”
“Teme”
E la
cosa
finiva lì. I professori speravano festeggiando e brindando
con la burrobirra che
i due fossero finalmente maturati ma Naruto non era stupido e gli era
bastato
fare due più due per capire sia l’improvvisa
freddezza dell’Uchiha e sia perché
potesse vedere i Thestral.
Il vero
problema è che Naruto è un logorroico di natura e
non riesce a restare
arrabbiato con qualcuno nemmeno per un giorno, questo lo portava a
trovare
insopportabile la tensione che si era creata con il suo rivale. Gli
mancava
litigare con lui e lo infastidiva enormemente l’essere
ignorato.
Così,
decise che si sarebbe impegnato con lo studio per diventare migliore di
lui.
Sakura quando lo sentì si strozzò quasi dal
ridere ma poi, molto
caritatevolmente, si impegnò per aiutarlo dove aveva
difficoltà.
La prima
verifiche che fece dopo quella decisione fu chiamato
dall’insegnante perché “Tu
hai copiato! Ammettilo! Non ha mai preso
una O in tutta la tua vita, ammettilo che hai copiato!”
Ad Summam, il suo piano
dovette funzionare
perché Sasuke cominciò a sentirsi minacciato e
tra i due nacque un nuovo tipo
di rivalità meno infantile e più incentrata su
chi fosse il migliore. Era un
nuovo equilibrio e l’Incidente del Calderone venne messo in
secondo piano anche
se nessuno dei due lo dimenticò.
Tutto
pareva essersi sistemato, loro si facevano ancora la guerra e tutti
potevano
sentire sbraitare i loro improperi.
Però.
Eh, c’è
il però. Ovvero il però che ci porta
all’inizio di questa storia.
“Allora,
puoi dirmi perché lo hai fatto!” sbottò
ancora una volta il Serpeverde pestando
il piede a terra.
“Fatto
cosa? Ma cosa vuoi, Uchiha?” ricambiò Naruto
immergendo lo strofinaccio nel
secchio pieno d’acqua.
“Tu
mi hai
coperto e adesso ti stai beccando la punizione al posto mio”
precisò
incrociando le braccia al petto e stropicciando la cravatta
“Ma perché?”
“Io
non ho
coperto proprio nessuno, ti pare che io faccia un favore proprio a
te?” ribatté
sarcasticamente.
“Eppure
l’hai
fatto”
“No
ti
sbagli” e si costrinse a un serrato silenzio e a quel punto
sperò che il
ragazzo avesse finalmente lasciato perdere la sua indagine e se ne
fosse
tornato nel proprio lugubre dormitorio, invece se lo ritrovò
accanto intento a
prendere una scopa.
“Cos-cosa
stai facendo?” protestò.
“Sono
in
punizone” rispose con fin troppa calma. Ovvio,
perché lui è Sasuke Uchiha e
deve essere composto anche quando pulisce il vomito dal cesso.
“No,
no. Tu
non sei in punizione” precisò Naruto “Io
sono in punizione”
“No,
io
sono in punizione”
Ovviamente
dovevano mettersi a litigare anche su quello.
“Senti”
prese un grosso respiro “Io ho fatto esplodere il bagno. Io,
non tu”
“Tu
hai
fatto esplodere il bagno perché la McGranitt non beccasse
me” rimbeccò.
Naruto
si
passò una mano sulla zazzera bionda spettinandola ancor di
più. Quella diatriba
lo porterà alla finimento, anzi no: è
già sfinito e vuole sbattere la testa
dell’Uchiha sulla tavoletta del cesso.
“Ehi,
perché stavi preparando un Amortentia?
Hai metà Hogwarts ai tuoi piedi”
obiettò decidendo di cambiare argomento. Si era
accorte del filtro non appena era passato davanti al bagno.
Dentifricio, menta, libri nuovi. Un odore buonissimo, lo
stesso
che sapeva il ragazzo vicino a lui –ma questo non glielo
avrebbe mai detto.
Subito dopo si era anche accorto della professoressa (che sicuramente
avrebbe
beccato l’Uchiha nella su malefatta) e il bagno aveva ben
deciso di esplodere. Si
era costituito immediatamente come colpevole.
Sasuke
storse il naso. “Ma
non chi interessa a
me” replicò piccato con le guance leggermente
rosse “E non cambiare argomento. Allora,
perché ti sei preso la colpa? Per cavalleria? Per farti
sentire bravo? Perché
fossi in debito con te? Cosa?”
“E
chi ti
interessa?” lo ignorò salvo poi aggiungere
“Fatti gli affari tuoi”
“Potrei
rispondere la stessa cosa, dobe”
Rimasero
brevemente a fissarsi in cagnesco.
“Bene”
esplose alla fine Naruto “Tu mi dici per chi era il filtro e
io ti dico perché
l’ho fatto”
Sasuke
fece
una faccia indignata. “Scordatelo, usuratonkachi”
Gonfiò
le
guance. “Perfetto” e si ostinò a
continuare quella punizione di merda.
L’Uchiha
lo
guardò insoddisfatto per alcuni minuti prima di esplodere
stizzito:
“Volevo
darlo a te, ecco”
“Guarda
che
ero serio, io”
“Anch’io
lo
sono”
Rimasero
a
fissarsi entrambi rossi come pomodori in volto. Sasuke sentiva
impellente il
desiderio di nascondersi da qualche parte od obliviare
il biondo. Stupido istinto Serpeverde.
“Volevo
dare a te il filtro di Armontentia”
ripeté suo malgrado molto lentamente affinché
entrasse ogni parola in quella
zucca vuota.
La
faccia
di Naruto era sempre più rossa e fu costretto a distogliere
lo sguardo.
“Tocca
a
te, dobe” gli ricordò pregando di essersi scavato
la fossa da solo per un buon
motivo “Perché mi hai coperto?”
“Non
volevo
finissi in punizione” bofonchiò con lo sguardo
fisso a terra.
“E
perché?”
lo stuzzicò trovando deliziosa quella espressione
imbarazzata. Era idiota a
sperare così tanto? Forse sì, ma agli Inferi!
Aveva diciassette anni e aveva
tutto il diritto di farsi speranze idiote.
“Perché...Perché....
oh, togliti quel sorrisetto idiota!” protestò, gli
occhi blu che risaltavano
nell’imbarazzo “Perché mi piaci, pallone
gonfiato di un Serpeverde!”
Per
Sasuke
quella fu una risposta più che sufficiente e decise che
poteva baciarlo sena
subire una cocente delusione per il proprio orgoglio. Non
riuscì a trattenersi
dal gongolare quando il Grifondoro rispose al suo bacio con impaccio ed
esuberanza.
Tipico
del
dobe.
Quando
smisero di divorarsi con le lebbra Sasuke gli tirò
leggermente il colletto
della camicia. “Che ne dici se andiamo in un posto
più comodo, tipo la Stanza
delle Necessità?”
Naruto
si
imbronciò. “Devo finire la punizione”
Sasuke
alzò
gli occhi al cielo, tirò fuori la bacchetta e
sussurrò un rapido Gratta e
Netta.
“Allora,
sei contento?” sbuffò sistemandosi la cravatta
mentre Naruto faceva un enorme
sorriso spontaneo.
“Oh
sì” poi
aggiunse “Adoro la magia!”
Aww
Rileggendo
la storia
di Ahyrin –spammiamo
senza
pietà—mi è tornato in mente che anche
nella mia famosa cartella
“OS incomplete” ci stava una HarryPotter!AU, così sono
andata a
rispolverarla.
Ora, io
sono sicurissima che
l’idea iniziale
doveva essere più articolata di questa ma lo ammetto: non
ricordavo più
nulla se non che Naruto si faceva mettere in punizione al
posto di Sasuke. Infatti capire perché avessi messo quel
titolo è stato impossibile, ho dovuto improvvisare ewe
Anche stare dietro allo stile di scrittura con cui avevo iniziato
è stato
difficile ò_ò infatti penso di averci toppato
appieno e che si senta lo stacco xD
Comunque,
sicuramente non doveva venire fuori così demenziale.
Ma tant’è, spero vi sia piaciuta <3 amo il potterverse, io ci sono cresciuta in quel
modo *^* mi ha anche
fatto scoprire EFP –nostalgia mode:on.
Dai, non
vi
ammorbo più con le mie crisi di
mezz’età anticipate v.v
Spero di leggere
qualche vostro commentino <3
A presto,
Hatta
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