Shout my name

di _Lady di inchiostro_
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SHOUT MY NAME
 


[Laying down in your arms
I don't wanna fight anymore]



Conficchi le unghia nella carne, senti il palmo della mano che pulsa. 
Vuoi evitare che le tue braccia tremino, e te le porti lungo i fianchi, ti sembrano due blocchi di cemento, troppo pesanti, ti trascinano verso terra, verso il buio, verso un inferno che non sei sicuro di voler conoscere.
La tua voce si incrina mentre parli, e fiotti di saliva ti scendono lungo la gola, il respiro si blocca e non riesci più a regolarlo.
Senti di poter morire in questo preciso momento.

Perché aveva lasciato il cellulare a casa di Michaela?

Perché non vogliono dirti chi è la persona che è venuta a mancare?


Hai bisogno di risposte. E la tua ultima richiesta rivolta a Bonnie suona quasi come un urlo disperato, un urlo represso, un urlo strozzato, è un eco nella tua testa che rimbomba, e si mischia alla voce degli altri, al rumore dei macchinari, ai mormorii dei medici.
«Ollie.»
Un'altra voce si unisce al coro, una voce calda, pacata, che chiama il tuo nome senza una sfumatura precisa. O almeno, questo è quello che potrebbero pensare chi non vi conosce, ma tu lo sai, Oliver, che Connor avrebbe voluto gridare il tuo nome se avesse potuto.
Che quello era un grido, non un semplice richiamo, come il tuo urlo che sapeva di tutte quelle lacrime che prima ti avevano solo inumidito gli occhi.
Ti giri, lo fissi per un attimo, e il tempo si blocca, un incantesimo che ti permette di imprimere per bene la sua immagine nella tua mente, riconoscendovi il ragazzo che volevi fissare con tutto te stesso negli occhi quando facevate l'amore. Lo stesso ragazzo che ti sorrideva impacciato, quando stavate insieme solo da qualche mese. Lo stesso ragazzo che hai visto infrangersi davanti ai tuoi occhi e per colpa delle tue stesse mani. 
E ora sei tu quello che potrebbe crollare da un momento all'altro, come Connor era crollato davanti a te quando ebbe quell'esaurimento nervoso e tu eri pronto a sorreggerlo e a riportarlo alla realtà se fosse stato necessario.
Ora toccava a lui, avevi bisogno che ci fosse lui a sorreggerti.
Ti mordi il labbro inferiore e gli corri incontro, gli cingi le braccia al collo, stringi le dita fino a sentire la pelle sotto i vestiti. 
Inali il suo profumo mischiato a qualcosa che conosci ma che non sai bene come identificare, e torni a respirare, a respirare con lui, che si preme contro di te e sembra che non voglia lasciarti andare. 
E per una frazione di secondo, minima, il motivo del vostro litigio sparisce al vento, siete disposti a scendere a compromessi con l'altro, a perdonare gli sbagli, tu lo sai e lui lo sa. Perché non c'è cosa che desideravate più di vedere l'altro al sicuro.




Delucidazioni (guardate chi è tornato a farsi vedere!):
Per chi ha letto la mia precedente storia sul fandom, io vi avevo avvisato che avrei pubblicato una Coliver... *le lanciano pomodori* 
Per chi, invece, non mi conosce: MA SALVE A TE, POVERO SFORTUNATO! (?)
In realtà, non ho molto da dire su questa storia, l'ho buttata giù dopo aver visto l'ultimo episodio uscito, perché aspettavo quell'abbraccio da non so quanto, e dovevo per forza fare un'analisi pissicologica a Oliver. Amo queste cose. Lo so, sono strana :')
Il pezzo iniziale in corsivo è tratto dalla canzone di Sia, Broken Glass, che urla Coliver da tutti i pori! *piange fortissimo*
Che dire, sono soddisfatta di me stessa per essere riuscita a pubblicare questa cosa prima dell'uscita dell'episodio (che doveva uscire la scorsa settimana... CHE TU SIA MALEDETTO TRUMP!)
Spero che appreziate! Ci terrei a sapere la vostra opinione! ;)
Ci si vede, non si sa mai, potrei tornare in giro! *la terminano*
Vi mando amore! <3 (?)
_Lady di inchiostro_ 




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