Tra il bene e il male
Era
sera ed Elena si domandava che fine avesse fatto Jenna, era andata via
alle dieci di quella mattina per incontrare la signora Loockwood e
ancora doveva farsi viva in ospedale.
Jeremy camminava avanti e indietro nella stanza ascoltando musica dal
suo mp3 ed Elena faceva lo stesso, andava avanti e indietro preoccupata
toccandosi più volte il polso fasciato, chiamò
più volte suo fratello ma con tutto quel frastuono nelle
orecchie non riusciva a sentirla.
Elena prese il cuscino dal letto e glielo tirò contro
prendendolo in pieno volto, Jeremy fù sorpreso da quel gesto
e spense il piccolo affare che aveva tra le mani.
" Che ti prende? Sei scema per caso? " domandò
Jeremy raccogliendo il cuscino e tirandoglielo nuovamente.
" Prova a richiamarla è vedi se stavolta ti
risponde " disse lei facendo segno di prendere il cellulare che teneva
in tasca.
" Elena, è la quarta volta che me la fai chiamare e
risulta spento, ma perchè ti preoccupi tanto, vedi che
sarà qui a momenti, conosci Jenna avrà avuto da
fare qualcosa " replicò Jeremy infastidito dai comandi della
sorella, ma per accontentarla digitò nuovamente il numero
chiamando la zia per l'ennesima volta.
Elena guardò il fratello ansiosa di sapere se ci fosse stata
risposta a quella chiamata.
" Niente, risponde la segreteria "
" Non è da Jenna ritardare in questo modo,
nè tantomeno avere il cellulare spento sopratutto ora che
siamo in ospedale, ascolta Jeremy: Và a casa e vedi cosa
è successo ok? "
" Elena, ma perchè devo andare a casa? "
" Senti, starò più tranquilla se vai a
controllare, ti prego Jeremy " disse lei accompagnandolo alla
porta, Jeremy controvoglia decise di accontentarla conoscendo
la sua testardaggine sapeva benissimo che prima o poi anche lei avrebbe
lasciato senza avviso l'ospedale.
Villa
Veritas
Damon
avanzò silenziosamente tra i sentieri cupi del bosco
stizzato ad ogni passo per il tortuoso cammino, il terreno era
scivoloso ed umido e gran parte gli si era attaccato alle suole delle
scarpe facendolo spazientire, " non
mancava molto " pensò mentre avanzava come un
ombra tra gli alberi e l'odore delle quercie lo nauseavano e non vedeva
l'ora di andarsene in fretta da quel posto.
Dopo aver scarpinato a lungo arrivò ad una discesa dove a
pochi metri si ergevano due colonne di pietra o quello che ne restava,
e su una era incisa una scritta che si leggeva a malapena, le lettere
erano state consumate dal tempo.
Damon guardò quella scritta e con le dita sfiorò
lentamente le lettere avvertendo un brivido al tatto di quella pietra.
" Vecchi ricordi? " domandò improvvisamente una
voce cogliendolo di soprassalto, il suo eco era rimbombato come un
frastuono in quell'istante dove pochi minuti prima regnava il silenzio.
Damon volse lo sguardo verso la figura che lo osservava dall'alto della
quercia posata su un ramo: Julia.
" Da quanto tempo sei lassù che mi aspetti? "
domandò Damon infastidito di dover avere a che fare ancora
con lei.
" Da una vita direi " le rispose lei prontamente, mentre il
vampiro con una mano gli fece cenno di restituirgli il cellulare.
" Su forza non perdiamo tempo, dammi il cellulare! "
" Il cellulare dici? ... Quale cellulare? "
" Avanti non cominciare con le tue battute è scendi
subito da lì, o vengo su io e ti butto giù "
replicò lui irritato e impaziente.
" Siamo nervosi? Cosa ti è capitato? Non credo di
averti mai visto così agitato... O forse sono io a metterti
in agitazione? " ribattè Julia sghinazzando.
" Avanti scendi civetta notturna, che sei inquietante su quel ramo,
ridammi il cellulare e tornatene dritta da dove sei venuta! "
" E da dove esattamente? In Inghilterra o ...In Romania?
Perchè entrambi sono stati i teatri della nostra storia,
amore mio "
" Non chiamarmi amore mio, non prenderti certe confidenze e
non incominciare a ribattere il passato " rispose
il corvino tracannando un sorso dalla bottiglia di whisky che aveva con
se.
" Hai ragione sai, è ora che pensiamo al presente "
carpe
diem" come dice il detto, quindi diamoci da fare, diamo
libero sfogo alle leggi della natura "
" Scendi una volta per tutte da lassù! Sembri una
gatta in calore! "
" Miao! " simulò lei civettuola e con scatto
felino saltò giù parandosi di fronte a lui che
non perse tempo ad afferrarle il polso con forza.
" Caspita che foga! Sei bellissimo quando sei arrabbiato, mi viene
voglia di mangiarti " affermò la vampira mentre
afferrò il suo viso arrivando quasi a mordergli la guancia
sinistra.
" Maledetta pazza! " esclamò Damon mentre con una
spinta la allontanò sè.
Julia si avvicinò nuovamente pronta a riprovarci ma Damon
gli serrò una mano alla gola sbattendola contro una delle
colonne, la vampira scoppiò a ridere compiaciuta da quel
gesto mentre lui si irritava sempre di più.
" Non durerà ancora molto mocciosa, presto io ti
ucciderò prima di quanto pensi "
" E perchè non adesso? Cosa ti impedisce di farlo?
" domandò lei con sguardo malizioso.
" Perchè prima devo scoprire che diavolo ci fai qui a Mystic
Falls "
" Ma te l'ho detto mon coeur,
sono qui per Katerina quante volte te lo devo ripetere? "
" Non mi stupisce che Katherine abbia nemici ovunque, a te cosa ha
fatto di cosi terribile? "
" Niente di peggio di quanto mi abbia fatto tu " rispose lei con tono
serio.
" Santo cielo sembri un disco incantato, passaci sopra dacci un taglio!
"
" Non posso, mi hai spezzato il cuore e soffro ancora per questo "
" Dammi il cellulare idiota, non ho tempo da perdere "
ordinò Damon stizzito.
" Prima dammi da bere " replicò lei tentando di strappargli
la bottiglia dalle mani.
" Da quando sei diventata un ubriacona? Ah!, si ci sono,
tracannavi nelle cantine del tuo bello in Romania vero? Con me non
avevi queste pessimi abitudini "
" Ma guarda da che pulpito viene la predica, quella bottiglia te la sei
sposata, mi hai sostituita con lei a quanto vedo... Ma io
posso farti passare i tuoi momenti difficili molto meglio dell'alcol "
" Di nuovo? Puoi provarci all'infinito non mi avrai mai o se
vuoi insistere, dovrai guadagnartelo! "
" Addirittura? Dici sul serio?... Ho avuto di meglio! "
" Chi? Quel pupazzo coi capelli pomatati di due
metri con la sua espressione da eterno infelice? "
" A me ha dato parecchie gioie mio caro, e poi non scherzare,
era bellissimo "
" Certo, per una che di uomini ne ha visti pochi nella sua
esistenza, direi che fosse bellissimo "
" Si, era bellissimo e non solo... Era anche un focoso amante!
"
" Chi quello? Avrei voluto proprio vedervi, secondo me non
conosci nulla sull'argomento, quando ti ho lasciata lì eri
una verginella senza alcun tipo di esperienza, ed ora invece... Ma
fammi il piacere! "
" Ero una verginella? Si lo ero, era quella la fine
che avevo fatto al tuo fianco, 10 anni sposati e l' unica cosa che mi
avevi dato era... L'illusione "
" Certo, cosa volevi un marito per caso? Ti ho sposata solo
per non destare sospetti nei nostri viaggi, una mocciosa con un uomo
più grande come lo avresti spiegato all'epoca "
" Potevi anche farmi passare per tua sorella e invece mi hai
fatto diventare tua moglie, e questo per me vuol dire una sola cosa "
" E sarebbe? Sentiamo! "
" Che mi ami "
" Io amare te? Tu sei pazza, beviti un sorso tieni, te lo cedo
giusto per farti tappare quella boccaccia! "
" Non mi dirai che sei ancora innamorato di Katerina "
" Dalla padella alla brace, ma fammi il piacere "
" Si trova ancora alla pensione? Che cosa sta facendo dimmi "
" Se vuoi delle risposte prima dovrai raccontarmi cosa ti ha
fatto la regina delle permanenti fatte in casa, e ora mi dai il mio
maledetto cellulare! "
" Solo se mi dai un bacio " rispose lei avvicinandosi a lui
sfacciatamente.
" Non ci penso proprio a baciarti nanetta infame, smettila mi hai
stancato! " Damon era pronto a riafferrarla quando suonò il
suo cellulare nella tasca di Julia.
La vampira con scatto agile si scansò e sul display
lampeggiava il numero dello sceriffo, subito si apprestò a
rispondere irritando Damon.
" Sceriffo Forrbsss, sono Julia Salvatore mi dica pure... Damon? Si e
qui, ora le passo mio marito cheri
" concluse Julia porgendo il cellulare a Damon che furioso glielo
strappò dalle mani.
" Liz? Si passo subito da te, devo sistemare una faccenda personale poi
ti raggiungo ok? " concluse il vampiro attaccando la chiamata rabbioso,
si voltò verso Julia pronto a fargliela pagare ma lei era
sparita rimanendolo spiazzato, il corvino si apprestò a
lasciare quel posto intento prima o poi a vendicarsi.
______________________________________________________________________________________
Ospedale
di Mystic Falls
" Finalmente ti fai vivo, e tutto il giorno che tento di contattarti
Damon e quando ci riesco non sei tu a rispondere al cellulare ma questa
tua cugina Julia, non mi piace per niente questa storia, mi spieghi che
sta succedendo? "
" Ma assolutamente nulla Liz, non fare caso a mia cugina e un
pò fuori di testa ma ci penso io a fargli una ramanzina come
si deve " rispose il corvino con sorriso sornione.
" Le devo parlare, dille che l'aspetto in centrale "
" Alla centrale? Non credi di esagerare Liz? Insomma non ce niente di
cui preoccuparsi ti prometto che me ne occuperò io sta
tranquilla "
Damon era stanco e anche irritato dai continui richiami di Liz sul
conto di Julia, lo sceriffo non mandava giù il fatto che
aveva risposto lei al suo cellulare anzichè lui
perchè quel numero era privato e nessun altro doveva sapere
del consiglio, sopratutto quella ragazza irritante e sfacciata.
" Insisto Damon voglio parlarle e se non me la mandi verrò a
cercarla io, ed ora non perdiamo tempo, abbiamo i cadaveri delle
persone uccise " affermò lo sceriffo scoprendo i corpi sui
tavoli dell'obitorio.
" Che cosa avrebbero di strano questi cadaveri? "
domandò con poca delicatezza.
" Non sono in vena di scherzi, se sei venuto qui per fare le
tue solite battute sei fuori luogo, non è proprio il momento
" rispose seccata lo sceriffo.
" Sei arrabbiata con me o sbaglio? Allora Liz dimmi
seriamente: li avete identificati? "
" Questi due sono stati ritrovati nel bosco non poco distanti,
il primo:
Jason Tucker 17 anni gli è stata strappata la
lingua e quindi morto per dissanguamento, l'altro: Malcom
Senford 18 anni è stato privato degli occhi,
ed infine il terzo: Gordon
Sullivan 57 anni vedovo, è stato trovato morto
nella sua casa nella notte del ballo, oltre agli occhi e la lingua gli
hanno strappato anche il cuore "
Damon osservò quella macabra scena, quei cadaveri erano
stati straziati e sottoposti ad una morte orribile dal loro assassino.
Un pensiero gli percorse fulmineo nella mente e tutti i suoi sospetti
ricaddero su una persona: Katherine.
Quelle morti misteriose sono iniziate con il suo arrivo in
città e tramite Stefan era stato messo al corrente di Elena
in ospedale.
Quella maledetta era tornata decisamente con l'intento di rovinare le
loro vite e metterli costantemente in pericolo solo per vendicarsi.
" La cosa più inquietante di questi omicidi resta
il fatto che gli organi estirpati non sono stati ritrovati,
è orribile! " disse Liz con profondo disgusto.
" Abbiamo a che fare con uno psicopatico a quanto pare
" rispose Damon mentre osservava la crudeltà della
ferita nel petto dell'anziano uomo, e sapeva che a farlo era stato
sicuramente un vampiro perchè anche lui aveva
ucciso molto spesso in quel modo.
Lo sceriffo ricoprì di nuovo i corpi mentre doveva decidere
come agire per scoprire la verità su quegli strani omicidi.
" Ora devo andare Damon, ma teniamoci in contatto e questa
volta spero risponda tu al cellulare " ordinò Liz con tono
disturbato.
Damon simulò un sorriso sornione allo sceriffo e si
avviò verso l'uscita dell'obitorio.
Adesso che ci pensava con più attenzione anche Julia aveva
fatto la sua comparsa la sera del ballo come Katherine ma era
più che sicuro che fosse la prima l'artefice di tutto.
Il corvino percorse il lungo corridoio dell'ospedale del primo piano,
quando incrociò Bonnie.
" Ma guarda chi si vede, Bonnie "
La ragazza non aveva alcun piacere di aver fatto quell'incontro, dopo
che sua nonna era morta riteneva opportuno tenere lontani da lei i
fratelli Salvatore, sopratutto Damon.
" Vai a trovare Elena? Posso venire con te? "
domandò lui autoinvitandosi.
" Stà lontano da me! " ordinò Bonnie con
astio cercando di allontanarlo da lei il più possibile.
" Perche senno che mi fai una fattura? Mi trasformi in un
ranocchio o in un piccione? Dio no! Cosi mi faresti mangiare da Stefan!
" ironizzò lui con gran divertimento nel provocarla.
Bonnie non prestò attenzione alle sue provocazioni
ed era decisa più che mai a non dargli retta altrimenti non
se lo sarebbe più tolto dai piedi.
La ragazza svoltò l'angolo e incrociò Jenna che
stava firmando delle carte per la dimissione di Elena.
" Bonnie ciao, sei venuta a trovare Elena? Stiamo per uscire
ma se vuoi puoi andare nella sua stanza è con Stefan... Ah,
ci sei anche tu "
Jenna sminuì tutto il suo entusiasmo alla vista di Damon
alle spalle di Bonnie, sapeva quanto fosse irritante quel ragazzo e di
non mostrare troppa simpatia per lui da quando lo aveva sorpreso a
baciare la nipote sulla loro veranda.
" Hai preso tutto? " domandò Stefan ad Elena mentre
la aiutava a sistemare le ultime cose nella borsa.
" Non vedo l'ora che lasciamo questo posto, non so davvero
come sia successo che mi sia ferita in questo modo, è
proprio ora che c'è quell'assistente in giro che vuole
rievocare l'affidamento e mandarci in qualche istituto "
In quell'istante Bonnie entrò nella stanza e dietro di lei
c'era Damon che la seguiva come una coda.
" Bonnie!... Damon... " disse con poco entusiasmo Elena
vedendoli arrivare insieme, e ciò per lei era più
che strano conoscendo come la pensava l'amica che ebbe la sua stessa
reazione con Stefan.
" Elena, sei pallida sembri più morta che viva, fa
attenzione perche con quel pallore che ti ritrovi potrebbero scambiarti
per qualcuno che ti somiglia parecchio... Glielo hai detto fratellino? "
Stefan lo guardò come se in quel momento lo avesse voluto
uccidere per quella sua lingua troppo lunga, sapeva sempre come
complicare le cose.
" Come mai sei qui? Hai risolto la tua questione con quella
ragazza? "
" Ma certo fratellino, io risolvo sempre le mie questioni metto nero su
bianco, tu piuttosto hai risolto con la signorina Pierce? Alloggia
ancora in casa Salvatore? " ribattè con ghigno perfido
mettendolo in difficoltà.
" Di chi sta parlando Stefan? " domandò Elena
intromettendosi nella loro discussione.
" Ne parliamo dopo Elena, ora pensiamo a lasciare l'ospedale "
stoppò lui cambiando discorso.
" Allora dimmelo tu di chi state parlando" disse la ragazza rivolta a
Damon.
" Elena ascoltami: Io credo che sia Stefan a doverti dare
delle spiegazioni, ti dico solamente che sei in pericolo e che
è meglio che tu stia alla larga da mangiaconigli "
" E da te che deve allontanarsi " rispose a tono il minore dei
Salvatore parandosi faccia a faccia con il fratello.
"
Insomma ora basta! Non volete mica litigare qui in ospedale? Ora
pretendo che mi diciate cosa sta succedendo una volta per tutte! "
Elena si frappose tra i due pretendendo una spiegazione, ma a dargliela
fù Damon con la sua irruenza e sfacciataggine senza curarsi
delle conseguenze:
" Elena ascolta: In città è ritornata
Katherine... Se fossi in te mi nasconderei dalla strega " disse
ironicamente guadagnandosi uno sguardo trucido da Bonnie.
" Katherine? Quindi e stata lei a farmi questo? Stefan perche
non me lo hai detto?"
" Per non farti agitare, aspettavo che lasciassi l'ospedale per
parlartene "
" Si, l'avrebbe fatto sicuramente Elena " intervenne Damon irritando
Stefan.
" Perche non te ne vai? Sei di troppo " minacciò Stefan.
" Cosa fai idiota? Lo sai che con me non hai speranze, ti
posso fare fuori quando voglio, quindi smettila di fare lo stupido e
poi lei ha tutto il diritto di sapere la verità, quando
avevi intenzione di dirgliela eh? "
Damon diede una spinta al fratello lasciando che lui non reagisse per
non innervosire ulteriormente Elena.
La ragazza era confusa e non sapeva a chi dare retta, quando sulla
porta apparve zia Jenna che le disse che potevano andare, ma la donna
si accorse che stava succedendo una lite e sospettava che la causa
fosse Damon.
" Che sta succedendo qui? Allora? "
" Niente Jenna, un malinteso... "
" Non stavo parlando con te Elena ma con lui, allora che sta succedendo
qui? ti rendi conto che questo e un ospedale? " disse Jenna
rivolta a Damon.
" Perche sono sempre io quello preso di mira, il problema cara Jenna e
il mio fratellino e presto ve ne accorgerete... ci vediamo
Elena " concluse il vampiro lasciando tutti irritati dal suo
comportamento.
" Certe volte prenderei tuo fratello a calci in culo, scusa ma se non
ti spiace Elena la porto io a casa deve riposarsi e ha bisogno di stare
da sola, ci vediamo Stefan, Bonnie tu vieni con noi? "
" Ora avrei da fare devo passare alla pensione Flowers poi
passerò da voi più tardi d'accordo? "
" Va bene allora ti aspetto " rispose Elena rivolgendo un ultimo
sguardo a Stefan prima di lasciare la stanza.
Bonnie stava lasciando anch'essa l'ospedale quando Stefan
cercò di fermarla per parlarle.
" Bonnie aspetta posso parlarti? "
" Scusa, ma ho da fare Stefan "
" Capisco il tuo odio nei miei confronti, ma ora Elena ha la
priorità di essere protetta "
" Ci penso io a proteggere la mia amica " ribattè la strega
con tono deciso.
" Ascoltami: Katherine non è un comune vampiro, è
pericolosa e io conosco come agisce, credimi non e mia intenzione
mettere in pericolo Elena, io la amo! "
" Amarla non è abbastanza Stefan! Io non la
perderò come è successo con mia nonna! " le
rispose Bonnie andandosene lasciandolo da solo.
Casa Gilbert
Erano da poco passate le nove ed Elena aspettava con ansia che Bonnie
arrivasse a casa sua come avevano stabilito prima che lasciassero
l'ospedale.
Il continuo ticchettio della sua sveglia sul comodino la rendeva
nervosa facendola andare avanti e indietro per la stanza mentre ancora
una volta si accostò alla finestra per vedere se l'amica
arrivasse.
Elena snervata da quell'attesa si lasciò cadere a peso sul
suo letto fissando il soffitto assorta nei suoi pensieri, il ritorno di
Katherine in città la preoccupava molto e la sola
eventualità che prima o poi l'avrebbe incontrata le faceva
salire l'ansia.
Il silenzio che la circondava le metteva quasi paura, quella che era la
sua stanza ora le sembrava un luogo inquietante da cui fuggire.
Katherine era entrata lì senza alcun problema, l'aveva
soggiogata facendole dimenticare tutto e aveva preso il suo posto
andando al ballo, il solo pensiero di averla davanti di trovarsi faccia
a faccia con una identica a lei la tormentava.
Il suo sguardo era sempre fisso sul soffitto quando una piuma nera
svolazzò dall'alto verso di lei, Elena strinse gli occhi
mettendo a fuoco quell'immagine per accertarsi che non fosse frutto
della stanchezza, quando un corvo nero apparve nella stanza
spaventandola.
Presa di soprassalto, Elena sobbalzo dal letto in piedi quando davanti
a lei apparve Damon.
" Ehi calmati, che ti prende ti ho spaventata? "
domandò lui con sorriso beffardo.
" Come hai fatto ad entrare? " chiese Elena pretendendo un
immediata risposta.
" Dalla finestra, da dove vuoi che entri dalla porta d'
ingresso? A zia Jenna non sono molto simpatico "
" La finestra e chiusa! Vattene per favore! "
" Beh mica hai solo tu la finestra in questa casa, sono entrato dalla
stanza di Jeremy, quel ragazzo ha il brutto vizio di lasciarla sempre
aperta, vedrai prima o poi vi deruberanno o addirittura
chissà che razza di gente può entrare,
ultimamente questa casa sembra non essere immune a certi inviti... o mi
sbaglio? " gli disse Damon provocandola.
" Non ti sbagli, infatti sei entrato tu! "
controbattè Elena irritata per la sua mancanza di rispetto,
era entrato senza preavviso nella sua stanza e sembrava intenzionato a
restarci quando si distese sul letto incrociando le mani al petto.
" Ora calmati, non ti fa bene arrabbiarti ti vengono le rughe,
piuttosto ascoltami...hai capito bene chi è
arrivata in città? "
" Vattene via subito! Prima che perdo la pazienza e ti cacci via "
Elena era stata provocata ancora una volta da quello stupido di Damon
mentre invece avrebbe dovuto solamente ignorarlo come gli aveva
raccomandato Stefan.
" Davvero vuoi cacciarmi? Sei cosi forte Elena? Beh ma allora
conviene che vada prima che tu mi uccida... perchè sei cosi
agitata, hai paura di Katherine? "
Elena indietreggiò di un passo a quelle parole di Damon che
aveva centrato in pieno, ma d'altronde chiunque si sarebbe accorto che
era quello il motivo che la turbava.
" Eh già, quella pazza e
ritornata con manie di grandezza ed e intenzionata a non andarsene,
però c'e un problema assai grosso direi... Uhm tu! Come
pensi di sfuggirle? Perche penso che c'e l'abbia con te " gli
replicò Damon facendole scendere sul volto l' inquietudine,
questo la faceva star male mentre gli prese una fitta allo stomaco.
" Ora vattene, esci dalla mia stanza subito! "
Elena stava perdendo la pazienza e iniziò a gridargli contro
con rabbia, mentre zia Jenna di sotto in cucina avvertì quel
vociare e si apprestò a salire per vedere cosa stesse
accadendo.
Elena sentì i passi fuori dalla porta e guardò
Damon con aria preoccupata e gli intimò di andarsene, mentre
con passo svelto si diresse alla finestra spalancandola.
Jenna aprì la porta e vide la nipote che la fissava
intimorita.
" Che succede, va tutto bene? Con chi stavi parlando? "
domandò curiosa.
" Chi io? Con nessuno, con chi dovrei parlare, sono da sola
" rispose Elena con voce rigida, mentre osservava Damon che se
la rideva nascosto dietro la porta, gesticolando di continuo simulando
Jenna.
Jenna la guardò dubbiosa, non era stupida e la risposta di
Elena non la convinse, così entrò nella stanza
mentre il campanello giù suonò salvando Elena da
quella situazione.
" Questa deve essere Bonnie, zia va ad aprirla "
invitò Elena cercando di allontanarla da quella stanza.
" Certo, chiudi quella finestra che fa freddo " disse
Jenna prima di uscire per andare ad aprire la porta.
Quando fù fuori, Elena prese Damon per la giacca per farlo
andare via, lui compiaciuto da quel gesto le diede corda ma all'ultimo
momento si tirò indietro restando accanto alla finestra
senza andarsene.
Elena si stava irritando, Damon era difficile toglierselo dai piedi e
così lo strattonò decisa a cacciarlo.
Damon era stufo e con uno scatto la afferrò per le spalle
bloccandola, la ragazza ammutolì quando vide che
la stringeva con forza fino a bloccarla, cosa gli era preso?
Forse aveva esagerato a dargli addosso dimenticando che lui era un
vampiro e lei solo un umana.
Damon assunse un espressione seria spalancando i suoi grandi occhi di
ghiaccio, mentre Elena in quell'attimo li ammirava per la prima volta e
ad una distanza così ravvicinata restandone inaspettatamente
attratta.
Un calore improvviso le pervase il viso, cosa le stava succedendo?
Perchè si sentiva così?
Accadde tutto in un attimo, un secondo prima lo stava cacciando e
quello dopo lo guardava in silenzio mentre lui era lì, bello
come non lo aveva mai visto.
Elena osservò i suoi occhi blu e il loro brillio al chiarore
della luna, ma il suo sguardo stava fissando qualcosa che forse era il
motivo di quel suo atteggiamento, lei cercò di seguire
simmetricamente la direzione dei suoi occhi e di colpo guardando
giù vide Stefan.
I due fratelli si guardarono consapevoli di aver rivissuto un vecchio
ricordo che aveva quella stessa scena, Damon e Katherine alla finestra
e Stefan che li osservava da lontano.
Damon si discosse da Elena e si precipitò giù
dalla finestra con una velocità fuori dal normale in meno di
un secondo, lui era giù di fronte a Stefan mentre Elena non
si era ancora abituata a quelle improvvise sparizioni.
Bonnie entrò nella stanza facendola sobbalzare.
" Che ti prende? " domandò l'amica raggiungendola
alla finestra, il tempo che lei guardò Bonnie si volse e
vide che i fratelli Salvatore erano spariti.
Damon avanzò con passo svelto lungo il vialetto di casa
Salvatore quando Stefan gli si parò davanti.
" Che vuoi, sparisci idiota " esclamò
dandogli una spinta facendolo quasi cadere, Stefan di scatto lo
afferrò per il polso quando Damon sgranò gli
occhi per l'incauto gesto del fratello liberandosi violentemente da
quella presa.
" Stupido, hai intenzione di morire per caso? "
" Cosa ci facevi a casa di Elena? "
" Non sono affari che ti riguardano, non devo rendere conto a
te di ciò che faccio " replicò il
corvino spintonandolo di nuovo ma stavolta Stefan reagì
ricambiando la spinta e facendolo sbattere contro il muro della porta
d'ingresso.
Damon si voltò con sguardo minaccioso, il suo volto si
intrise di vene e lo afferrò per la gola, ma Stefan
riuscì a liberarsi.
" Devi stare lontano da lei! "
" E perche mai Stefan? lei non ti appartiene "
" Io non ti permetterò di farle del male, tu sei un
pericolo per lei "
" Ma davvero? Tu no invece? Lo sa che ti chiamavano "squartatore"?
Non credo proprio che con te sia più al sicuro e comunque le
tue minacce non mi fanno paura "
" Ti avverto Damon, stalle lontano "
" Sennò che fai? "
I due fratelli si avvicinarono l'uno all'altro pronti a scontrarsi
nuovamente mentre poco distante Katherine li osservava irritata, ora
quei due litigavano per Elena e questo non lo sopportava.
I due cominciavano a dimenarsi ma Damon essendo più forte
ebbe la meglio quando a un certo punto fù fermato
dall'intervento di Katherine che difese Stefan frapponendosi tra loro.
" Una volta litigavate per me così, spero sia
sempre io il motivo dei vostri dissapori "
" No, mi spiace non avrai più questa soddisfazione,
almeno non da parte mia signorina Pierce " gli rispose fermamente Damon
mentre rivolto a Stefan gli disse:
" Vedi Stefan, è con lei che tu dovresti stare,
siete fatti della stessa pasta, siete entrambi falsi e ipocriti siete
una coppia perfetta, lascia stare Elena se non vuoi nuocerle sai, lo
squartatore potrebbe ritornare ora che intorno a te c'è una
maligna manipolatrice "
Katherine non diede peso alle parole di Damon mentre lui prese dalla
tasca le chiavi di casa e aprì la grande porta in ciliegio.
In un attimo Damon si sentì afferrare per il collo e spinto
verso l'interno fù scaraventato a terra, lui si
rialzò irritato e vide Katherine avanzare verso di lui.
" Cosa era
preso a quella stronza manipolatrice? " pensò
indignato mentre si sollevava da terra pronto ad affrontarla e
non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro, anzi quella sarebbe
stata una buona occasione di ucciderla o almeno ci avrebbe provato.
Damon indietreggiò per guadagnare tempo, quando con mossa
furtiva estrò dalla sua giacca un antico stiletto in argento.
Le fiamme fioche del camino scintillavano sulla lunga lama acuminata e
appuntita dell'arma, Katherine non si fece intimorire quando il vampiro
gli puntò l'arma contro costretto all' inevitabile scontro.
" Adesso attaccami pure maledetta! Cosi la facciamo finita una
volta per tutte! "
Il vampiro fece lo sbaglio di attaccare per primo, quando Katherine con
rapido movimento lo scaraventò contro il cornicione del
camino.
Damon sbattè ferendosi la fronte, un rivolo di sangue gli
percorse il viso e le gambe gli cedettero per lo stordimento.
Katherine lo afferrò nuovamente per il collo sbattendolo
contro una delle pareti, Damon si accasciò a terra per il
duro colpo alla schiena mentre lei si chinò sul pavimento a
raccogliere il vecchio pugnale argentato.
La vampira venne presa da un improvvisa indignazione quando prese tra
le mani quel pugnale, il simbolo che ornava l'impugnatura dell'arma
rappresentava lo stemma di un antico casato che lei conosceva bene.
Katherine si chiese dove avesse preso quel pugnale, ma era sicura che
il corvino non gli avrebbe detto nulla anche se sapeva di certo a chi
apparteneva.
La vampira era pervasa dalla rabbia Damon era cosi testardo anche di
fronte ad una morte certa, era cambiato nel corso degli anni e ormai
non gli era più fedele come una volta quindi non avrebbe
avuto più senso che lui vivesse ed era pronta ad eliminarlo
sotto gli occhi del fratello.
Damon tentò un ultimo attacco con un pugno, ma Katherine lo
bloccò slogandogli il polso facendolo grugnare per il dolore
per poi puntargli il pugnale dritto verso il petto sferrandogli il
colpo decisivo.
Era la fine per Damon, Katherine gli aveva quasi trafitto il cuore
quando venne tempestivamente fermata.
La vampira venne allontanata con una spinta dopo aver subito un colpo
alla mano che impugnava l'arma ritrovandosi la stessa lama puntata alla
sua gola.
Stefan era riuscita a
fermarla in tempo pensò, ma il suo sguardo
incupì quando vide che non si trattava di lui.
La figura minuta dai capelli bruni che puntava il pugnale intervenuta
in favore di Damon era una sua vecchia conoscenza, qualcuno che dal
passato riappariva portando con sè vecchi rancori che aveva
cercato di lasciarsi dietro, qualcuno che credeva morta e che ora era
lì.
Katherine non poteva crederci, Julia era davanti
a lei che la scrutava con i suoi occhi d'ebano quando ad un certo punto
gli esclamò:
<<
Despre
timpi nu se vedea Katerina...
>>
|