Scatto delle chiavi nella serratura, cigolio di una porta
che si apriva per poi richiudersi, suono di passi sul parquet pieno di polvere.
Tutti suoni che alle orecchie di quella macchia nera
raggomitolata in terra, la testa racchiusa tra braccia e gambe ed il volto
rigato dalle lacrime, non giunsero.
- Yo- il suono di una voce calda raggiunse il biondo
facendolo trasalire.
- Non di nuovo, non di nuovo ti prego…- sussurrò, stringendo
convulsamente le braccia attorno alle gambe e serrando le palpebre.
L’altro si sedette sulla poltrona di fronte a lui accendendo
una sigaretta e sospirando.
L’odore di nicotina era così reale da soffocare, ogni singolo suono era talmente vero da essere quasi tangibile, la sua voce quasi non sembrava
solo una delle tante fantasie.
- Che succede Mel? Oggi niente
cioccolata?-
- Vattene, va via, ti
prego…lasciami in pace…- le lacrime iniziarono a scendere calde sulle sue
guance, si sentiva gli occhi bruciare a causa di tutto quel sale, la gola secca
per i troppi liquidi persi.
- Mel?- il ragazzo si alzò, portandosi
vicino all’amico e poggiandogli una mano sulla chioma bionda.- Che ti succede?-
- Lasciami in pace…Lasciami in pace cazzo!!-
urlò, scostando bruscamente la mano del compagno col suo braccio. Quel contatto
era stato così reale da farlo
piangere, piangere ancora di più.
- Ho sbagliato, ve bene?? È colpa mia, cazzo, mi dispiace! Ma
sto abbastanza male anche senza che tu sia qui! Mi sento in colpa, mi sento morire dentro, sto male!
Lasciami in pace una buona volta!-
- Mello? Ma che cazzo stai
dicendo?-
Il biondo era tornato a raggomitolarsi, i singhiozzi erano
sempre più forti, continuava a ripetere di lasciarlo solo.
Il rosso vivo di quella chioma gli aveva fatto pensare, solo
per un istante, che forse non era successo, forse lui era davvero lì. Ma la verità gli si era imposta prepotente,
quelle immagini ancora vivide nella mente, il sangue rosso a mischiarsi
con quei capelli che tanto aveva adorato scompigliare…
- Perché…perché proprio tu…cazzo, perché non io??...Matt…-
Il ragazzo dalla maglia a righe bianche e nere spense la
sigaretta nel posacenere sul tavolo lì vicino, poi si inginocchiò
davanti a quello che, un tempo, probabilmente, era il suo migliore amico…anche
se adesso proprio non lo riconosceva.
- Mello? Mello alza la testa…-
- Lasciami solo…voglio solo
morire…-
- Ma si può sapere che cazzo vai
blaterando??- il rosso lo prese per le spalle, costringendolo a guardarlo
dritto negli occhi. Quegli occhi che un tempo erano stati
beffardi e provocatori, quegli occhi pieni di voglia di vincere, di voglia di vivere, adesso erano solo pozze celesti
arrossate dal pianto, spente dal dolore…
- Matt…- le lacrime rigavano il volto del biondo, scendevano
copiose sulle sue guance.- Matt…perché mi hai lasciato? Perché non sei più qui?- la voce era rotta dal pianto, distrutta dalla
sofferenza.
- Ma ti senti bene? Io qua sto, non
sono andato da nessuna parte…-
Le braccia del rosso si strinsero attorno alla schiena di
quel corpo esile e tremante, stremato da giorni di insonnia,
immobilità e pianto.
- Matt…scusami…mi dispiace così
tanto…sarei dovuto morire anche io in quell’incendio! Io non merito di
vivere…io non voglio vivere senza te…Matt…è colpa mia, solo colpa mia…ti ho ucciso…è colpa
mia se sei morto…-
Matt si separò da lui, scostandogli i capelli biondi dalla
fronte.
- Mello, guardami…io non sono morto, sono qui, qui con te…-
La chioma bionda ricadde sulla spalla del rosso, il corpo
abbandonato al calore di quelle braccia che tanto aveva sognato di
riavere…possibile che il suo migliore amico, il suo unico vero amore, fosse realmente
lì?
Quanti giorni erano passati? Settimane? Mesi? Aveva perso il
conto del tempo…eppure, quella sensazione di calore gli sembrava così reale, quel profumo pungente di nicotina
così vero… giorni trascorsi a sentirsi
in colpa, settimane passate con la sensazione di quel corpo, di quegli occhi a fissarlo, a rimproverarlo, renderlo colpevole…sentirsi morire dentro dal
dolore, dalla paura di aver perso ciò che più si ama al mondo.
Ma mai, in tutto quel tempo, gli era
parso così vicino da poterlo riavere.
E mai era stato in grado di sentire di nuovo il suo
calore, il suo profumo…
- Matt…-
- Dimmi, Mello…-
- Sei davvero qui?- gli chiese, spingendolo lievemente per
poterlo guardare negli occhi, quei fantastici occhi verdi
perennemente coperti dagli occhiali da aviatore.
Lui gli sorrise, un sorriso che non
poteva essere frutto della sua fantasia.
- Sì- disse- sono qui…-
Pochi secondi, secondi interminabili di silenzio, due,
massimo tre gli istanti in cui l’espressione del biondo passò da vuota a dolce,
poi felice, realmente felice, e poi furiosa, uno di quegli sguardi che ti inceneriscono solo ad incrociarli.
Dolore. Dolore incommensurabile alla guancia, dolore che non
sentiva da tanto tempo, e che,probabilmente, avrebbe preferito
non risentire.
- O ma che cazzo fai??- il rosso
tentava come poteva di pararsi da quella scarica di pugni, che assolutamente
non sembravano venire da una persona che per chissà quanto tempo non si è
mossa, né ha mangiato, né bevuto.
E le lacrime rigavano il volto del
biondo, mentre con una mano teneva fermo l’amico a terra e con l’altra lo
colpiva, tentando di dissolvere in quella sfuriata il dolore da lui provato.
- Mel…Mel! Mello! Fermati!-
- Col cazzo che mi fermo brutto
figlio di puttana! Ma diamine lo sai quanto sono stato male?!?
Credevo di averti perso, credevo di averti ucciso!!!-
Matt si lasciò picchiare. Aspettò che il suo amico si
calmasse, aspettò finché non gli crollò addosso, stringendo la sua maglia tra
le dita e fremendo per la rabbia, senza smettere di piangere. E le sue braccia lo avvolsero. Abbracciò per la seconda
volta Mello, il suo Mello, tremante,
fragile come non lo aveva mai visto…
Poggiò le labbra sulla sua fronte, quel contatto che tanto
gli mancava.
- Scusa…- disse solo.
- No…non ti scuso…non ti perdonerò
mai…- parole che entravano in contrasto con la stretta quasi spasmodica delle
sue mani sulla maglia a righe.
- Ok…va bene…-
Matt gli carezzò i capelli, un movimento ritmico che portò
il biondo tra le braccia di Morfeo, donandogli un sonno che da tanto aspettava.
“Domani sarà tragico…” pensò Matt, osservando la perfezione
del volto, finalmente calmo, dell’unica persona a cui realmente teneva.