capitolo 1
Capitolo 1
Oscurità. Ero
circondata da oscurità. Non sapevo nemmeno se sotto di me ci
fosse del terreno solido o se stessi galleggiando sull'acqua. Dove mi
trovavo? Mi sembrava un posto familiare, ma non riuscivo a capire
quando mai ci fossi già stata. Provai a muovermi, non appena
mi spostai sentii un rumore provenire dalle mie spalle. Mi girai di
scattò impaurita, fermandomi
- Chi va là? -
Non ottenni risposta,
probabilmente era stato un brutto scherzo della mia immaginazione.
Ripresi a camminare, tendendo le orecchie al minimo suono.
Questa volta non potevo
sbagliarmi..sentivo distintamente dei passi dietro di me, e si
stavano avvicinando sempre di più.
Un brivido mi percorse
la schiena, senza nemmeno rendermene conto cominciai a correre nel
buio, cercando inutilmente una via d'uscita.
Andai a sbattere contro
un muro nero, che ovviamente non avevo visto. Mi girai pronta ad
affrontare chiunque si stesse avvicinando. I passi erano sempre più
vicini. Sarebbe arrivato di fronte a me in pochi secondi, sarei morta
senza nemmeno riuscire a vedere il mio assassino. Non capivo come, ma
sentivo che aveva in mano un coltello, lungo, affilato, pronto a
trafiggermi.
Era a pochi metri da
me, ormai non potevo più fare niente....
BOOOM.
Il
boato di un tuono squarciò la notte silenziosa e mi risvegliai
di soprassalto, completamente sudata.
<< Era
un incubo, solamente un incubo.. >> pensai ancora scossa dai
brividi, asciugandomi il sudore dalla fronte.
Guardai
l'orologio, segnava le 6 e 30. Decisi che era inutile tornare a
dormire e che potevo approfittare di quei minuti in più per
farmi una bella doccia calda, in fondo ne avevo proprio bisogno.
Mentre
l'acqua scendeva, portava via con sé tutte le tensioni della
notte, lasciandomi un senso di pace e tranquillità.
Uscita
dalla doccia mi stesi sul letto a rilassarmi, prima di decidere come
vestirmi.
Oggi
era il grande giorno, il giorno in cui avrei rivelato i miei
sentimenti a Rob.
<<
Perciò devo essere il più carina possibile! >>
pensai aprendo l'armadio.
Robert
Donovan era il ragazzo più bello della scuola, o almeno dal
mio punto di vista, alto, moro e con degli occhi stupendi, così
azzurri da sembrare di ghiaccio. Le mie amiche pensavano che fosse
solo un presuntuoso senza cervello al quale interessava una sola
cosa, ma loro non lo conoscevano come lo conoscevo io. L'avevo visto
per la prima volta quasi due anni prima, durante una partita di
basket e me ne ero perdutamente innamorata, non riuscivo a smettere
di pensare a lui nemmeno un secondo. Per mia fortuna giocava in
squadra con uno dei miei amici, Michael, e quindi ero riuscita a
farmelo presentare. Da quella volta eravamo diventati amici,
ridevamo, scherzavamo insieme e lui spesso mi raccontava dell'ultima
ragazza con cui era uscito (nessuna di loro per fortuna durava più
di una settimana), ma nulla di più, perciò avevo deciso
che era giunto il momento di una svolta.
Guardai
l'immagine riflessa allo specchio. Una ragazza dai lunghi capelli
scuri che scendevano in morbide onde stava storcendo la bocca in una
smorfia, gli occhi ormai castani a causa del sole sopra l'orizzonte
mandavano bagliori verdini. Il suo fisico magro era fasciato da un
paio di jeans aderenti. Sopra portava una felpa larga presa in
prestito dal fratello.
Di
certo non ero bella come Astrid o le altre “miss” della scuola,
ma meglio che niente..
Uscii
dalla stanza e quasi mi scontrai con mia sorella, una sedicenne
bionda con splendidi occhi azzurri e sempre in movimento.
-
Giorno Angy! Sbrigati o farai di nuovo tardi – la salutai mentre
scendevo le scale per fare colazione.
- Lo
so Bee! Ma non trovo la spazzola!!- urlò lei di rimando
mentre correva per tutta la casa ancora in pigiama.
Sospirai,
ogni mattina c'era sempre qualcosa che Angelica non trovava e le
impediva di essere in orario, ormai persino i nostri genitori ci
avevano rinunciato.
- Buon
giorno mamma! Papà è già uscito?- la salutai con
un bacio e presi una tazza con del latte per fare colazione.
- Si,
doveva andare a pagare dei conti per il ristorante -
I miei
genitori dirigevano un ristorante italiano, ereditato dai nonni di
mia madre, di origine italiana, dove anche io e i miei fratelli
lavoravamo in alcuni week-end.
Annuii
alle sue parole e finii di mangiare in silenzio, pensando a quello
che mi aspettava quel giorno, stranamente ancora non mi sentivo
agitata.
Presi
lo zaino e aprii il portone di casa, stavo per uscire quando un urlo
mi bloccò.
- Bee
aspettami!!sono pronta!!- Angy prese la colazione e lo zaino al volo
e in meno di un secondo era davanti a me. Quella ragazza mi stupiva
ogni giorno di più, dove trovava tutta quella energia?
Salutammo
nostra madre e insieme ci incamminammo verso la scuola.
Ci
volevano 10 minuti per arrivare, avremmo anche potuto prendere la
macchina, ma quando c'era il sole preferivamo camminare. Era una
tradizione che avevamo da quando Marco aveva preso la patente e anche
adesso che lui era all'università, e quindi non veniva più
a scuola con noi, avevamo scelto di continuare.
All'entrata
ci dividemmo, lei si diresse in cortile, verso il gruppo del suo
attuale ragazzo, Adam ( o forse era Simon? Con tutti quelli che aveva
avuto ormai avevo perso il conto), e io verso la mia classe. Dentro
come al solito non c'era ancora nessuno.
Appoggiai
lo zaino vicino al mio banco e aprii la finestra, era ancora marzo ma
mi piaceva sentire l'aria frizzantina sul viso.
- Ehi
Bee, pronta per oggi?- mi girai sentendo la voce di Fra e sorrisi.
-
Certo! Stavo giusto ripassando quello che devo dire, non voglio
dimenticarmi niente -
- La
solita perfezionista - mi prese in giro Elly, che era entrata con
Fra.
Come
ogni giorno erano arrivate insieme, eravamo amiche da ormai cinque
anni, da quando avevamo cominciato il liceo, ma ancora a volte mi
sentivo tagliata fuori, in fondo loro si conoscevano da quando erano
piccole, erano sempre state insieme e abitavano anche vicine. Il
nostro terzetto comunque, dall'anno precedente era diventato un
quartetto. A noi si era unita anche la bellissima Astrid, non
capivamo bene perché ma ci aveva preso in simpatia e in fondo
dovevo ammettere che era una ragazza davvero simpatica e una vera
amica, anche se quella che più aveva legato con lei era Fra.
-
Bee-Bee!! Allora? Per quando è programmata la grande
dichiarazione?- mi chiese Astrid correndomi incontro dal corridoio.
-
Pensavo di parlargli oggi all'uscita...- sorrisi per nascondere il
nervosismo che stava crescendo. Come avrei fatto ad aspettare la fine
delle lezioni?
-
Allora in bocca al lupo!- mi rivolse un sorriso di
incoraggiamento..Chissà come sarebbe stato essere come lei,
avrei solo dovuto sbattere le ciglia per avere tutti i ragazzi ai
miei piedi. A volte la invidiavo, ma, a differenza di Angy che
nemmeno si rendeva conto dell'effetto che i suoi occhioni facevano
sui ragazzi, Astrid era pienamente consapevole della sua bellezza e
sapeva come sfruttarla nei modi migliori.
- Crepi – feci appena
in tempo a risponderle che subito riprese:
- Avete fatto matematica
per oggi? Perché l'esercizio numero 5 non mi viene.. -
Sospirai rassegnata.
- Sì, prendi il mio
quaderno, è nello zaino..-
Elly mi guardò con
un mezzo sorriso come per dirmi << è fatta così..che
ci vuoi fare? >>. Prima che potessi risponderle la campanella
suonò e la prof entrò in classe.
Il resto delle ore passò
senza che riuscissi davvero a concentrarmi su ciò che i prof
dicevano, avrei dovuto chiedere gli appunti a Elly.
Finalmente l'ultima ora di
lezione finì, feci lo zaino il più in fretta possibile
e raggiunsi Elly e Fra, che stavano parlando con Michael, il migliore
amico di Rob.
- Oggi quella strega della
Chisanni non la finiva più, pensavo di morire!-
- Non dirlo a me, se non
era per Elly che si è messa a giocare a battaglia navale con
me a quest'ora sarei in ospedale con una flebo!-
- Ehi ragazzi! Sono
pronta, andiamo?- dissi afferrando Fra per un braccio e facendo
respiri profondi per calmarmi. Per fortuna avevano promesso di
aspettarmi, per andare a festeggiare se fosse andata bene o per
portarmi a mangiare un mega gelato di consolazione se fosse andata
male.
Rob come al solito ci
stava aspettando davanti al cancello, dove ci riunivamo dopo la
scuola prima di andare a casa a mangiare, insieme a lui c'erano anche
Lucas, uno degli ex di Astrid, biondo con gli occhi azzurri, e
Alice,una timida ragazza con lisci e lunghi capelli neri, dai tratti
vagamente orientali, due nostri amici che frequentavano la 4 G.
Presi coraggio e dopo aver
salutato tutti chiesi a Rob se potevamo parlare un secondo. Lui annuì
e scambiò un sorriso complice con Lucas prima di seguirmi.
-Allora Bea, di cosa vuoi
parlarmi?- solo lui mi chiamava Bea fra tutti i miei amici,
solitamente non mi piaceva, ma detto da lui aveva un suono diverso,
sembrava così dolce.
Mi guardai le mani
cercando di trovare le parole. Cos'è che dovevo dirgli? Non
ricordavo niente del discorso provato mille volte insieme a Fra...
- Ecco.. - Ma una volta
non erano gli uomini che chiedevano alle ragazze di uscire?? Perché
la tradizione era cambiata? A me andava tanto bene..
<< Avanti Bee, ce la
puoi fare >> mi incoraggiai da sola. Presi fiato e dissi senza
fermarmi e senza guardarlo:
-Volevo dirti che..che..mi
piaci...e tanto, sin dal primo giorno che ti ho visto. E poi sei
sempre stato così dolce e carino con me, sempre disponibile
quando avevo bisogno, sempre al mio fianco per condividere sia i
momenti belli che quelli più difficili- sussurrai.
- So di non essere
nient'altro che un'amica per te, e che sto andando incontro a una
delusione... Ma finché non sarai tu a dirmi di lasciar perdere
io non riuscirò mai a rassegnarmi e continuerò a
coltivare la speranza, anche se piccola, di poterti piacere un
giorno.-
Non riuscii a trattenere
le lacrime che cominciarono a scivolare lente dagli angoli degli
occhi mentre le parole uscivano a singhiozzi. Non era così che
sarebbe dovuta andare, perché non ero riuscita a non piangere?
Due mani grandi e calde mi
presero il viso e mi costrinsero ad alzare lo sguardo, quando i miei
occhi velati di lacrime incontrarono i suoi mi disse:
- Sei così tenera
piccola Bea - aveva un sorriso canzonatorio, ma allo stesso tempo
dolce.
Che cosa voleva dire? Non
feci in tempo a chiederglielo che mi baciò stringendomi a se.
Stavo sognando? Non poteva essere reale. Ma i miei dubbi durarono
poco. Vero o no, ci avrei pensato più tardi, ora l'unica cosa
che mi interessava era vivere quel momento. Lo abbracciai e restituii
il bacio, le sue labbra morbide accarezzavano le mie dando piccoli
morsetti che minavano al mio già precario equilibrio
interiore.
Quando ci staccammo mi
asciugò le lacrime e mi sussurrò all'orecchio:
- Che ne dici, ti va di
essere la mia ragazza? -
C'era bisogno di
chiederlo? Risi felice mentre tornavamo dagli altri, mano nella mano,
mi sembrava di galleggiare sulle nuvole.
Tutti quanti si
congratularono con noi, mentre io, ancora intontita da quel bacio,
guardavo le mie amiche che mi abbracciavano senza realmente vederle.
Prima di andare via con loro Rob mi salutò con un leggero
bacio a stampo e il suo solito “Ciao piccola Bea!”. Appena si fu
allontanato venni assalita da Fra, Elly e Astrid che volevano sapere
tutto. Glielo raccontai mentre ci dirigevamo alla nostra gelateria
preferita, dovevo sanare un urgentissimo bisogno di zuccheri,
altrimenti sarei svenuta.
- Che dolce!- commentarono
in coro alla fine del racconto.
- E voi che ne parlavate
sempre male, ve l'avevo detto che vi sbagliavate!-
-
Si, bè, forse questa volta ci siamo sbagliate - rise Fra –
Siamo davvero contente per te!- tutte annuirono alle sue parole.
Ma le
belle sorprese non erano finite quel giorno, dopo che ebbi raccontato
tutto ad Angy, lei mi propose un' uscita a quattro per quella sera.
- Io e
Ben avevamo pensato di andare a vedere quel film dalla settimana
scorsa ma mamma non mi manda se tu non vieni Bee!-
- Ben?
Ma non uscivi con Adam?- la guardai stupita.
-
Si ma non si decideva mai, così ho lasciato perdere, Ben è
molto più divertente! Allora verrai?- rispose senza scomporsi
minimamente.
-
Fammi mandare un messaggio a Rob per sentire se può venire..-
Mi
rispose dopo nemmeno un minuto << Dovevo andare a giocare a
calcetto, ma per te disdico volentieri piccola. Ti passo a
prendere? >>.
Risposi
e riferii ad Angy che mi abbracciò felice e corse a
prepararsi.
Quando
tornammo a casa, Rob mi accompagnò fino alla porta, dove
attese finchè Angy non fu entrata prima di parlare.
-
Stasera sei davvero bellissima. Hai due occhi fantastici, non mi
ricordavo che fossero così verdi..- Mi sussurrò
prendendomi una mano e rigirandola fra le sue.
-
Grazie.. - Per forza non se li ricordava, solo quando l'ultimo raggio
di sole passava l'orizzonte i miei occhi diventavano verde smeraldo.
- Lo
so che forse è presto, ma in fondo ci conosciamo da tempo e
voglio dirti quello che provo. -
Alzò
gli occhi prima di continuare a parlare, mi sentii avvampare sotto il
suo sguardo.
- Bea,
piccola, ti amo -
A
quelle parole gli gettai le braccia al collo e mi strinsi a lui.
–
Anche io ti amo!- dissi piangendo di gioia. In un unico giorno tutti
i miei sogni si erano avverati, era possibile avere così tanta
felicità tutta in una volta?
Quando
finalmente rientrai in casa, non feci nemmeno in tempo a salire in
camera che sentii un bip dal mio telefonino. Lo presi e lessi il
nuovo messaggio:
<<
Buona notte amore mio, finalmente ho trovato il vero senso della mia
vita: tu! Dormi e fai bei sogni, io lì sarò ad aspettarti, ti
amo!>>
Non
riuscii a impedirmi di rileggerlo altre venti volte, da quello che mi
ricordavo non aveva mai scritto sms così dolci alle sue ex
questo mi faceva sperare di essere davvero diversa dalle altre per
lui, più importante, una con la quale intendeva avere una
storia seria.
Esausta
mi buttai sul letto, le emozioni di quel giorno erano state così
intense che appena chiusi gli occhi mi addormentai profondamente.
I
giorni seguenti andarono avanti sempre meglio, Rob mi aspettava
all'uscita e mi accompagnava a casa, il pomeriggio passava da me o io
da lui per studiare insieme, guardare qualche film ma soprattutto per
passare ore a baciarci. Sentivo che niente avrebbe potuto mai
separarci, perchè il nostro era un legame speciale.
Per il
nostro primo mese insieme mi fece un ciondolo in argento, un cuore
con sopra la mia iniziale, e mi portò a cena fuori, fu una
serata davvero splendida e indimenticabile.
Ma la
nostra perfetta atmosfera romantica fu considerevolmente
ridimensionata dopo la nostra prima grande litigata. Ovviamente fu
colpa mia.
Stavamo
camminando normalmente verso casa, quando mi accorsi che Rob stava
fissando le gambe di una ragazza in minigonna che camminava davanti a
noi.
Gli
chiesi di smetterla e non so come ci ritrovammo a urlarci contro in
mezzo alla strada. Arrivai a casa così arrabbiata che nemmeno
mia sorella osò avvicinarsi.
Ero
disperata, avevo paura di perderlo ma allo stesso tempo ero troppo
orgogliosa per andare a chiedergli scusa.
- Bee,
lo sai che prima o poi doveva succedere, è normale litigare,
l'importante è chiarirsi e fare pace! - Il consiglio di Fra
riuscì a tirarmi su di morale, avevo fatto bene a chiamarla.
Decisi
che in fondo potevo anche mettere da parte un po' di orgoglio e fare
io il primo passo, perciò mi precipitai verso la porta. Quando
la aprii rimasi scioccata, di fronte a me c'era Rob, con il mio
stesso sguardo stupito e un dito sul campanello, pronto a suonare. La
scena era così buffa che entrambi scoppiammo a ridere, quando
finalmente riuscimmo a calmarci Rob mi disse:
-
Scusa per oggi, non volevo litigare con te perdonami-
- No,
scusami tu... non avrei dovuto aggredirti in quel modo solo perchè
sono gelosa. -
Sorrise
e mi abbracciò – La mia piccola Bea è gelosa! Che
tenera -
Mi
piaceva quando diceva così, mi faceva sentire protetta.
-
Guarda che non hai nessun motivo per essere gelosa, io amo solo te -
aggiunse baciandomi.
Rimanemmo
ancora un po' fuori nella veranda, a baciarci, finchè non
arrivò l'ora di cena. Prima che se ne andasse mi ricordai di
un messaggio che mi era arrivato quella mattina.
- Rob,
i miei ex compagni delle medie stanno organizzando una cena di classe
per la prossima settimana, hanno detto che ognuno può portare
chi vuole...ti andrebbe di venire con me?-
- Ma
certo piccola!- mi diede un ultimo bacio e sparì nella notte.
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