Always and forever

di Ms Mary Santiago
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Cucciolo

 

 

- Assolutamente no, non se ne parla. –
- Oh, ma andiamo. Guardali, non sono adorabili? –
Lo guardò facendo l’espressione più dolce del suo repertorio e sbattè le lunghe ciglia, ma sembrava che non ci fosse verso di convincerlo.
- No … no e ancora no. –
- Andiamo … solo uno – insistè, giungendo le mani in segno di preghiera e arricciando il labbro inferiore.
Vide Raphael alzare gli occhi al cielo, imprecando in spagnolo.
Sapeva che sarebbe riuscita a convincerlo prima o poi.
- Está bien, ma solo uno. Quale vuoi? –
- Sceglilo tu. –
Raphael scrutò la cesta di gattini, estraendone uno nero come il carbone.
– Aquí está el pequeño bribón. –

 

 

 

[110 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lullaby

 

 

Non aveva mai sopportato i temporali, soprattutto quando era notte e andava via la corrente.
Il rumore di quei rombi incessanti la facevano sussultare in continuazione, impedendole di dormire.
Compose il numero di Raphael, sperando che rispondesse e non fosse impegnato nel tenere d’occhio il resto del clan.
- Gatita negra! –
- Ho un problema. –
La voce del vampiro si fece immediatamente vigile. – Sei in pericolo? –
- No, ma non riesco a dormire con questo temporale, ho paura – ammise flebilmente.
Sentì battere contro il vetro della finestra.
Raphael era seduto sul davanzale.
Quando lo fece entrare, si stese accanto a lei e l’abbracciò.
Si addormentò sentendolo cantare dolcemente in spagnolo.

 

 

 

 

[110 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

Presunte cotte infantili

 

 

Katherine notò con la coda dell’occhio una sagoma familiare, proiettata sul grande schermo al plasma di Raphael.
- Ah, ma quello é Sylvester Stallone! Ho visto tutti i suoi film. –
- Sei un ragazza strana; lo sai, niña? –
- Non hai la minima idea di quanto sia strana - rise mentre osservava il primo piano dell’attore.
Raphael si accigliò.
- Dovrei preoccuparmi? –
Scosse la testa, continuando a ridere sotto i baffi. – Io non direi, non troppo per lo meno. –
- Continuo a non capire. –
- Avevo una cotta per lui quando ero piccola. –
- Una cotta? – ripetè lentamente.
- Già. Non sarai geloso. –
- No, affatto … consideralo già morto. –

 

 

 

 

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