Aggettivo possessivo

di Dreamer In Love
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Aggettivo possessivo
 
Le parole si accavallavano una dietro l’altra in un racconto concitato e confuso. La voce di Rufy coinvolgeva e seduceva la povera Boa Hancock che, rossa in volto come un peperone, non riusciva quasi più a respirare. Lei, la Principessa delle serpi e membro della Flotta dei Sette era totalmente soggiogata da quel ragazzino, brioso e assurdo, che in meno di ventiquattrore era riuscito a convincerla ad accompagnarlo a Impel Down per salvare il fratello. Se il suo orgoglio risentiva di quell’attrazione non ancora corrisposta, il suo cuore aveva trovato una nuova felicità e, accontentare il moro, era l’unica cosa a cui la sua mente pensava. Lanciò un sospiro divertito, subito seguito da un’imbarazzata risata, per la storiella che il moro stava portando avanti con tanto d’imitazione.
- … e Franky, finalmente libero, ha cominciato a correre con i gioielli di famiglia al vento sul ponte della Sunny, felicissimo. Io e Usopp lo abbiamo subito seguito, liberandoci dei vestiti, e Brook ha intonato una delle sue canzoni esilaranti con il violino. Com’è che faceva? Ah, già! –
Rufy afferrò Hancock per le mani trascinandola in un goffo volteggiare, tra i mobili della cabina dell’Imperatrice, mentre canticchiava esuberante le note del musicista. La donna quasi svenne sentendo le mani di lui, forti e calde, sulla pelle e si accasciò, stremata, sulla sedia quando Capello di paglia la lasciò. Rufy era così bello, virile, senza inibizioni.
- Poi, Nami ha cominciato a rincorrerci, urlando come una disperata, per farci vestire. “Screanzati e maleducati!”, diceva, lanciandoci contro tutto ciò che trovava. –, finì il racconto, il moro con una fragorosa risata.
- Nami? -, chiese a bruciapelo l’imperatrice di Amazon Lily, confusa.
Quando aveva chiesto a Rufy informazioni sui suoi nakama, aveva dato per scontato fossero tutti uomini ma “Nami” era decisamente un suono femminile.
- E’ la mia navigatrice! -, rispose semplice il suo ospite, aprendosi in un sorriso a trentasei denti.
Boa Hancock corrugò tutti i muscoli facciali, nonostante sapesse che quel movimento le avrebbe fatto venire le rughe. Eppure, quell’aggettivo possessivo aveva incrinato come un fulmine a ciel sereno la sua felicità; strideva nella frase con la sua fastidiosa e ingombrante presenza e ciò la rese oltremodo nervosa.
Non dubitava che Rufy, prima o poi, si sarebbe chinato ai suoi piedi: insomma, era bellissima e potente; nessuno l’aveva mai rifiutata. Lui era l’uomo che l’avrebbe sposata, con cui avrebbe avuto dei figli e solcato i mari in mille avventure: la Principessa serpente e il Re dei pirati avrebbero fatto tremare dalla paura ogni singola persona al solo essere nominati. Ora, però, in questo scenario si aggiungeva una sinistra ombra che incombeva sulla loro felicità di coppia; quella Nami era una minaccia. Non aveva tenuto in considerazione che probabilmente i suoi poteri seduttivi non avevano avuto effetto su di lui perché il cuore del capitano era già innamorato. E Hancock poteva solo immaginare la potenza e la forza dell’amore di Rufy, considerando l’ardore per il suo sogno. Capello di paglia innamorato era qualcosa di travolgente e sconcertante: doveva essere un amante fenomenale, passionale e dolce allo stesso tempo. Boa Hancock immaginò le sue braccia forti prenderla per la vita e il viso di lui avvicinarsi lentamente alle sue labbra, in uno sguardo intenso… e le loro bocche che finalmente s’incontravano in un bacio.
- Hancock stai bene? –
La voce di Rufy arrivò attutita alle sue orecchie, concentrata com’era su quel sogno ad occhi aperti. Tra le ciglia socchiuse vide sul suo volto un’espressione leggermente preoccupata e confusa. Ecco, il moro ci teneva a lei e Nami non avrebbe avuto speranza. Chissà se un giorno anche lei sarebbe riuscita a conquistare quell’aggettivo possessivo: mia.

 




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