Sette
"Smettila
di fare il bambino!" urlò una ragazza come colsa da una
rabbia improvvisa.
"Smettila tu!"
strillò di rimando un ragazzo, non si voltò
nemmeno per dirle quelle parole..
"No, adesso fermati, non abbiamo finito la discussione!"
strillò lei isterica.
"Cosa?Quale discussione?Non puoi definire una discussione quello che
è appena successo! Tu che parli e non accetti spiegazioni
non
è una discussione ma solo una delle tue innumerevoli uscite
di
testa" rispose lui con un tono che non ammetteva repliche.
"Per il capello violaceo di Morgana, di certo non voglio ascoltare le
tue insulse spiegazioni!" disse continuando a seguirlo e
brandendo la
bacchetta " quando sono tutte scuse!"
"Ah tutte scuse? Ma non farmi ridere!" continuò lui
correndo.
""Farti ridere?" strillò ella più forte. "Non ci
tengo proprio, caro Scorpius!"
"Ah bhè allora mi puoi fare il piacere cara Rose di
andartene a lasciarmi in pace!" urlò lui aumentando il passo.
"Non prima di aver finito la nostra discussione!"
"Ancora? Vuoi piantarla?!" si voltò di scatto e in un lampo
le si avvicinò, il suo naso sfiorò quasi quello
della ragazza.
"Sco..Scorpius allontanati!" disse stringendo forte la bacchetta.
"Cosa Weasley? Sei così acida da aver paura che i nostri
visi si sfiorino?" le disse in tono di sfida.
"No, Malfoy,
è che il tuo
alito sa di idromele andato a male!" nonostante
gli rispose prontamente, negli occhi di quella ragazza si poteva
leggere benissimo uno sguardo ferito e triste. Si voltò e
corse
via, lacrime dispettose svolazzarono per i corridoi.
Un'ora dopo nella Sala Comune di Grifondoro una ragazza con i
capelli ricci e gli occhi azzurro cielo piangeva con la testa poggiata
sopra un enorme libro dall'aria noiosa. Reggeva in mano un fazzoletto
con dei fiorellini ricamati.
I suoi pensieri erano un susseguirsi di domande e risposte e insulti.
Si sentiva ferita. Lei, all'apparenza così forte e temprata,
era nel profondo un'anima insicura e fragile.
Uno scatto le fece alzare la testa.
Un ragazzo dall'aria fine ed elegante era entrato sorprendendo i
presenti.
Si avvicinò alla ragazza seduta con i capelli ricci e gli
occhi azzurro cielo e le sussurò piano in un orecchio.
"Scusa."
Una valanga di contraddizioni immerse la mente della fanciulla, che era
combattuta dal gettare le braccia al collo del ragazzo o semplicemente
starsene zitta.
Purtroppo si girò e incrociò quegli occhi grigi
che la
facevano dannare sempre e un moto di rabbia le percosse il corpo.
Senza rendersene conto aveva schiaffato la sua mano sulla guancia
candida del ragazzo. Ed ora dopo quel gesto, due parole le uscirono di
bocca come animate da vita propria.
"Scusa tu."
Preso il suo grosso libro si voltò e corse via per
la
seconda volta, le solite lacrime svolazzarono come farfalle , lasciando
lì il
ragazzo, che si portava la mano al viso, rendondosi conto
che lacrime impertinenti gli rigavano il volto.
Angolo della...?
Mi
è venuta di getto.
Un commentino?
|