A\N: Dai, che abbiamo quasi finito.
DII\N: E lo spero bene.
-“Salvati almeno tu”, deficienti tutti e due- continuò il
paladino, passando oltre i compagni e dirigendosi verso la presunta
donna con una mano distesa, come segno di pace.
-Ah.. Arhed ijn uich?- chiese Cloud, che per sua immensa sfortuna,
oltre ad aver perso a carte con Vaan, Terra e Luneth ed essersi
dovuto travestire da donna, era finito pure in un nido di lamia.
Non che non fosse stata un’esperienza indimenticabile (era troppo
carino perché lo trattassero male), però era talmente confuso dagli
charme che non riusciva nemmeno a collegare il cervello con la bocca.
-AH! CORRI! CORRI!- esclamò Tidus, di riflesso, per poi rimettersi
in ordine e fare finta di niente.
-È lo scemo del gruppo- spiegò Firion, scuotendo il capo, ma
tenendosi a distanza di sicurezza dalla “ragazza”, troppo
imbarazzato per parlarle.
-Ah juer nich rioh?- continuò Cloud, cercando di farsi intendere a
gesti dagli amici per farsi riconoscere.
-Eh,
osteria no- rispose Firion,
avendo inteso male.
-Parlé vou francé?- chiese subito Cecil.
-Ah, franhe. Ah nejc, nejccc- rispose Cloud, segnalando di non aver
capito.
-Ah bene perché nemmeno io…- replicò il paladino, facendo un
passo indietro.
-Sorry, do you speak english?- intervenne il maestro d’armi,
sporgendosi appena.
-Eheaoi askdmi ioap dja no nucheìd- replicò il biondo travestito,
cominciando ad irritarsi.
-Ah, Ajru Beku- disse a quel punto Tidus, in Albhed maccheronico.
Esasperato, il guerriero in gentil veste prese da parte il
Blitzballer e lo portò davanti a se, cominciando a parlare a caso ed
agitandosi come una scimmia, cosa a cui il ragazzo biondo rispondeva
nella stessa misura.
-Cazzo, conosce la sua lingua- fece Firion, sorpreso.
-Ma se rasenta a malapena la sua- scosse il capo Cecil, restando a
fissare la scena.
-Oh, Tidus- intervenne il paladino ad un certo punto, attirando la
sua attenzione -Che gli hai detto?
-Eh ancora niente- spiegò quello, facendo spalancare gli occhi ai
due -Siamo… ancora ai preliminari.
-Va bene, fatti dire come si chiama- lo invitò il paladino.
-Sì sì.
-Fatti dire il nome Tidus.
Cloud riprese ad agitarsi, cercando di far capire a tutti e tre chi
era, ma l’altro biondo era lento di comprendonio e faticava a
seguirlo.
Anche
perché Firion e Cecil stavano continuamente
predicando alle sue spalle, in modo anche poco cortese, tra pedate e
pacche.
-Tidus.
-Tidus…
-Tidus.
-Tidus!
Dopo un minuto buono di quella tiritera Firion esplose con un -Ma
porca Cosmos! La prima cosa che si impara in una lingua è “Come si
chiama”!
-Adesso la prima cosa che insegnano è come si chiama lei! Chi la
conosce?!- replicò il biondo.
-Ma non lei lei! “Lei” in generale intendeva- spiegò Cecil,
passandosi la mano in faccia.
Cloud urlò con tutto se stesso, ma quello che ottenne fu una
parvenza di risata stridula.
-Sì sì, senti ascolta me, se no passiamo le vacanze qui- si fece
avanti Firion -Zei… Zei tu tetesca?
Il travestito sbatté gli occhi.
-Zei tu tetesca…?
-Zei tu deficiente?- intervenne il paladino, dando un ceffone sulla
guancia al compagno.
-E, ma allora parlaci tu, no?- replicò, freddo, facendosi indietro.
Cloud riprese a urlare, ottenendo gli stessi risultati di prima.
-Ragazzi, questa sta fuori- mormorò Cecil.
Altro urlo.
-Ish che ti spechie?- chiese il travestito al paladino, sperando che
lo riconoscesse.
-Specie?
Ah, io sono ibrido, mezzo Lunatico, mezzo terrestre- spiegò quello,
soddisfatto.
Non così l’ex-SOLDIER, che si volse verso Firion, cercando di
attirare la sua attenzione.
-Lui è terrestre pieno- rispose Cecil, e il maestro d’armi rispose
con un timido saluto.
A quel punto, a corto di idee, il biondo si volse verso il suo
compagno cromatico.
-Eh, lui non proprio- puntualizzò Firion.
-Ih niw. Ech Sohgno!- esplose Cloud, stufo che lo fraintendessero.
-UN
SOGNO!- esplosero in coro Cecil e Firion, scoppiando a ridere, mentre
Tidus scuoteva il capo
sconsolato.
-Ahahahahah basta. Basta basta, mi vengono le coliche- disse il
paladino, quasi piegato in due.
Genuinamente sorpreso, Cloud alzò gli occhi verso il leader del
gruppo (Firion), chiedendo mutamente una spiegazione.
-Eh… Lo squarao! Prim-Prem!- esclamò, mimando il movimento con
mani e fianchi.
-NOOOOHHH!!! Non è lo squarao, sono due cose diverse-- gli urlò in
risposta Cecil, ottenendo scarsi risultati.
-Oggi le coliche- intervenne Tidus, iniziando un balletto assieme a
Firion -Parapappara-Parappapa.
Cloud scosse la testa, e poi notò una cosa che sembrava una tenda,
dietro a Tidus.
-Enchurikenzi!- disse, mimando il gesto per farlo spostare, cosa che
il biondo non colse.
-Engiurichenzi- ripeté.
-Engiurichenzi!- esclamarono in coro Cloud, Firion e Cecil, e a quel
punto il blitzballer capì che doveva spostarsi, rivelando la tenda.
-Eh dads richenzi?- chiese Cloud, indicandola.
-Eh, quella è una scultura Cetra che abbiamo portato con noi- provò
a giustificarla Firion, ma una seconda occhiata del travestito lo
convinse a spiegare -Ma no scherzo eh? È una tenda?
-Tenzha?- a quel punto Cloud rise davvero.
-Ragazzi questa sta proprio fuori- osservò il maestro d’armi,
sconsolato.
-Tu, piuttosto- disse, rivolgendosi al biondo -Non ce l’hai lo
zaino- indicò i loro -E la tenda?
-Ehak… noch.
Non trovava più la strada per l’accampamento dei suoi compagni per
colpa delle lamia, quindi non aveva più il suo bagaglio.
-Vedi un po’ se Rosa ti ha lasciato una valda, che questa c’ha un
catarro…- disse Firion, lanciando un’occhiata a Cecil.
-Eh, c’ho due antibiotici e il flemucina- rispose mesto l’altro.
-E te pareva cazzo… Tenda!
-Tnkha! Ichi? Nie.. No- Cloud si sorprese di essere riuscito a dire
una parola sana, e la ripeté.
-No. No.
-Ho capito, no.
-No.
-Ragazzi,
questa sta fuori… Piuttosto dove dormi? Stanotte.
Siamo in mont… Dove dormi?- chiese il leader a Cloud.
Quello alzò le spalle, cercando di rispondere con parole semplici
-Boh. Bach. Zi lo sa!
-Questa sta fuori secca proprio.
-Tu fe…- si avvicinò Cecil -Tu fe…
-Pram pram pram pram pram pram!- replicò il travestito, facendo
indietreggiare il paladino di colpo.
Cominciava a prenderci gusto a fare finta di non capirli.
-Le è piaciuto- osservò Tidus, contento.
-Tu mi sta sulle palle!- replicò Cecil, che invece la stava
prendendo male, agitando la mano all’altezza del petto.
-Tu! Tu.
-Eh, ce le ha un po’ alte- intervenne Tidus, prima di essere colto
da un’ispirazione -Ragazzi, un’idea geniale. Ciccia!- esclamò
confrontandosi Cloud -Tu. Vuoi dormire. Nella nostra tenda?
Il biondo fece scivolare una mano sotto l’altra, in un gesto di
palese richiamo sessuale.
L’altro biondo, che era vissuto nei bassifondi di varie città,
aveva capito benissimo, e non del tutto sicuro della cosa ripeté il
gesto.
-Eh, quello è articolo introduttivo- intervenne Cecil dalla distanza
-Nella- e mimò il gesto -Tenda.
-Tu, dormire, nella tenda- insisté Tidus.
-Ah! Zich, Zich!
-Sì?
-Zich!
-Sì!
Tidus e Cecil si tirarono da parte battendo un doppio cinque e
iniziando la danza della vittoria.
Firion, che era ormai diventato porpora (il che spiegava perché
ancora non si era confessato a Lightning), si avvicinò -Perché…
Perché fa… fa freddo, la notte?- chiese imbarazzato.
-Fretto,
Fredto- ripeté Cloud, cercando di riabituarsi la
lingua.
In quel momento, alzò gli occhi sui due ballerini, che all’istante
smisero di fare quello che facevano, e iniziarono a fare stretching.
-Eh, sai, lui si è fatto male alla gamba- spiegò Firion, indicando
Cecil -Fanno stretching, sai…
-Stretchasiind.
-Ma la finisci di ripetere?
-No.
Poi Cloud venne fulminato da un’altra idea.
-Uch. Si pochere, Ich in Tnta- spiegò, usando l’articolo
introduttivo -Und I trei us?
-Us? Cioé noi tre fuori?- chiese Firion, sentendosi pelo pelo
sollevato.
-Yah.
-Ma intendevo noi tutti dormire nella…- intervenne Tidus, ma Cloud
scosse il capo.
-Ah vabbe ragazzi, peccato- fece Firion, cercando di mascherare il
sollievo -E va bene, vai solo tu nella tenda. Noi tre uomini forti,
stiamo qui fuori ad annusare l’aria!
-Ah, Zephirtoh!- aggiunse Cloud, tanto per incoraggiarlo.
-Si, Sephiroth!- continuò orgoglioso il maestro d’armi, anche se
non lo trovava il paragone più calzante -Ah, Jecht!- esclamò
indicando Tidus.
-Sì. To-Topo Gigio!- replicò Cecil -Deficiente.
-Eh sti cazzi dai.
-Yah Yah, uch I che mi ozn arranca- intervenne di nuovo il
travestito, mimando il gesto di essere indebolito.
-Ah, sei stanca!- esclamò Firion.
-Stanca- gli fece eco Cloud, soddisfatto di aver detto una parola
giusta, e rise malvagiamente.
-Ah beich, bunka nocha.
-Bonka Nocha- replicò Firion venendo baciato sulla guancia e
arrossendo -Anche se c’hai proprio un catarro tu.
-Boka
Notre- continuò Cloud, scambiando
un altro saluto con Tidus.
Quando venne il turno di Cecil, il travestito mimò il “Pran Pran
Pran” e filò dritto, infilandosi nella tenda.
-Ridi ridi Topo Gigio- continuò il paladino, rivolgendosi a Firion,
che se la rideva con Tidus -Noi tre uomini duri fuori al freddo.
Guarda che qui la temperatura di notte va sotto zero, e il
sottoscritto sei mesi fa si è fatto la pleurite.
-E meglio, così ti sotterriamo qua!- replicò secco Firion,
lanciandogli un’occhiataccia -Ma poi poverina non l’hai vista?
Faceva freddo, e aveva un catarro spaventoso.
-Eh, e adesso noi cosa facciamo?
-Eh, accendiamo un fuoco e tiriamo fino a mattina.
-E
con cosa? Non sappiamo manco usare la magia.
-Mamma mia Cecil, che al castello tuo non lo accendono mai un fuoco
normale?
-E che ti pare? Un fuoco magico fa 0 emissioni e non brucia alberi.
Più ecologico di così.
E andarono avanti così a bisticciare per un po’, finché Tidus non
disse la fatidica frase.
-Ragazzi, io ci provo.
Gli altri due si immobilizzarono, per poi voltarsi a guardarlo con
gli occhi sgranati.
-Tu ci provi?- chiese il paladino.
-Ci
provo… vado in tenda e la
corteggio.
-Eh
sì- replicò Firion -La corteggi e lei per
tutta risposta ti tira una
scarpata in faccia.
-Eh,
ma sei geloso perché non è venuto in mente a me? Se poi mi arriva
una scarpata in faccia allora ci provi tu.
-Ma mica sono io quello che ha la fidanzata che è campionessa
olimpionica di tiro a Tidus- continuò Firion.
-Con
Lulu, Rikku e Paine fanno primo,
secondo, terzo e quarto posto a pari merito- s’inserì
Cecil, contando con le dita.
-Ma
non è che entro e le salto
addosso! E poi rischio di
rovesciare la candela.
-Eh, la candela so’ diciotto punti in faccia di traverso- replicò
Firion, sempre acido -Già c’hai quella faccia da pirla, a quel
punto non te se può vedere.
-E va bene, mi ci faccio mettere una cerniera. Sei contento?- rispose
esasperato il biondo.
-Ma dai lascialo entrare. Ci divertiamo- intervenne Cecil, rivolto a
Firion -Su vai, Tidus. Trova una scusa.
-Eh…- rispose quello -Voi altri andate a farvi un giro…
-E dove andiamo?- chiese Firion, acido.
-Dai su, vai.
-Oh cavolo ma… ragazzi, non trovo… il pallone l’avrò lasciato
in tenda.
-No lo abbiamo qui noi!- lo interruppe Cecil.
-Lo abbiamo qui noi Tidus!- gli fece eco Firion.
Il biondo alzò uno sguardo assassino, tornando da loro di corsa
-Deficienti. Ma siete cretini?
-Dai su- replicò Cecil -Trova un’altra scusa. Tipo “Il pettine.
Devo pettinarmi per la notte”.
-E tu c’hai pensato subito- osservò Firion, rimirando i boccoli
albini del compagno.
-E va bene, va bene- sibilò il biondo, tornando verso la tenda
-Ragazzi, a-aveste visto la… spazzola per i denti? No credo proprio
di no- e si infilò dentro la tenda.
-La spazzola per i denti?- esclamarono in coro Cecil e Firion -E il
badile per sciare?
-E-e-eh,
s-s-scusami, c-cioé…-
balbettava intanto Tidus -I-io, ah s-sì. S-scusa se
sono entrato così
d’acchitto…
-D’acchitto?- commentò Firion mentre Cecil si avvicinava alla
tenda, per origliare meglio.
-È che non trovavo la… la… ecco ch-che… ehhh niente, non la
cerco più.
-Si è incartato- riportò Cecil al compagno, che si teneva a buona
distanza.
-F-f-fuori è calata la temperatura. T-tu di ch-che paese sei
dell’Albhedia?
I due fuori dalla tenda si diedero un ceffone in fronte.
-Meno male che non lo capisce- commentò Cecil.
-C-come, come… Rosa dei Venti, nel senso che Nord Sud, ehhh… il
tuo autore preferito? Autore. A-u-to-re.
-Ma che cazzo sta dicendo?- sussurrò Firion unendo le mani a
preghiera.
-C-che c-c-cosa leggi…?
-Ma che cazzo ne sa?- replicò Cecil, fissandolo con gli occhi fuori.
-Posso baciarti?
Un secondo di silenzio.
-Posso baciarti?- commentò Cecil.
-C-come si dice “Posso baciarti” nella vostra lingua?
-Cioè prima la confonde col delirio, poi “Posso baciarti?”?-
replicò Firion.
-Vabbe,
è una tecnica. Avrà
funzionato con Yuna. Squall
fa il truce, Sephiroth va diretto…- gli
rispose Cecil.
-E
infatti con Sephiroth non vanno oltre il
primo incontro. Colpo di fulmine, PEM!- commentò sarcastico il
maestro d’armi.
-I-io adesso provo a baciarti…- continuò Tidus, e il paladino si
avvicinò ancora di più alla tenda, aspettando con trepidazione
-S-se tu non vuoi farti baciare m-mi scosti leggermente con la
manina. Non c’è bisogno di darmi una scarpata!
Cecil e Firion scambiarono un cenno del capo, pronti a godersela.
-E-e-e-eh…
s-s-s-se non v-vuoi puoi a-ancora…. m-mi sto avvicinando sempre di
più. Non è che smooch…
L’espressione di godimento sulle facce di Cecil e Firion lasciò il
posto allo sgomento.
A\N: E ne manca solo uno.
DII\N: Cinque pezzi. Sarà molto doloroso ma ti assicuro che…
A\N:
Mi farai più male possibile. Alla prossima. Ciao.
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